sabato 13 giugno 2009

Anniversario bombardamenti NATO

Furono uccise 16 persone e violate le Convenzioni di Ginevra
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A dieci anni dal bombardamento NATO della televisione nazionale serba.
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Oggi chiediamo che l'allora Presidente del Consiglio Massimo D'Alema offra pubblicamente le proprie scuse ad ognuna delle vittime con un atto formale e solenne.
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19 aprile 2009 - Alessandro Marescotti (presidente di PeaceLink)
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La notte del 23 aprile 1999 la Nato bombarda gli studi della RTS, la televisione nazionale serba a Belgrado, stroncando la vita di sedici persone : .
Tomislav Mitrovic, 61 anni, regista ;
Ivan Stukalo, 34 anni, programmista ;
Slavisa Stevanovic, 32 anni, programmista ;
Ksenija Bankovic, 28 anni, mixer video ;
Jelica Munitlak, 28 anni, truccatrice ;
Milovan Jankovic, 59 anni, meccanico ;
Dragan Tasic, 31 anni, tecnico ;
Aleksandar Deletic, 31 anni, cameraman ;
Darko Stoimenovski, 26 anni, tecnico ;
Nebojsa Stojanovic, 27 anni, tecnico ;
Slobodan Jontic, 54 anni, montatore ;
Slavina Stevanovic, 32 anni, programmista ;
Dejan Markovic, 40 anni, guardia; Milan Joksimovic, 47 anni, guardia ;
Branislav Jovanovic, 50 anni, programmista ;
Sinisa Medic, 33 anni, tecnico ;
Dragorad Dragojevic, 27 anni, guardia.
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C'e' chi ha ritenuto giusta la morte di queste persone con lo scopo dichiarato di affermare i diritti umani attraverso una "guerra umanitaria" che ha violato il diritto internazionale e lo stesso statuto della Nato.
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L'articolo 5 dello Statuto Nato prevede l'uso della forza armata solo in questo caso :
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"Le parti concordano che un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o in America Setentrionale, deve essere considerato come un attacco contro tutte e di conseguenza concordano che, se tale attacco armato avviene, ognuna di esse, in esercizio del diritto di autodifesa individuale o collettiva, riconosciuto dall'articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti attaccate prendendo immediatamente, individualmente o in concerto con le altre parti, tutte le azioni che ritiene necessarie, incluso l'uso della forza armata, per ripristinare e mantenere la sicurezza dell'area Nord Atlantica".
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Il Kosovo non era una nazione della Nato ma dieci anni fa era parte della Repubblica Federale Jugoslava.
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Inoltre le convenzioni di Ginevra, con il primo protocollo aggiuntivo del 1977, stabiliscono che "il diritto delle Parti in conflitto di scegliere metodi e mezzi di guerra non è illimitato'', e all'articolo 48 dello stesso protocollo obbligano le parti in conflitto a "fare, in ogni momento, distinzione fra la popolazione civile ed i combattenti, nonché fra beni di carattere civile e gli obiettivi militari, e, di conseguenza, dirigere le operazioni soltanto contro obiettivi militari''.
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Quindi il bombardamento di una TV di Stato e la conseguente strage furono un crimine in violazione della Convenzione di Ginevra e un'aperta violazione delle finalità della Nato.
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Dieci anni fa più di qualcuno si macchiò la coscienza di sangue.
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Si trattava di semplici operatori, come tecnici, elettricisti, un mixer, una truccatrice... che male avevano fatto ognuno di loro al Kosovo, a Massimo D'Alema e a noi tutti ?
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La responsabilità è sempre personale e mentre loro non avevano alcuna responsabilità personale nei crimini di allora, chi ha consentito il bombardamento ha una precisa responsabilità personale.
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Ma il governo italiano pensò mai di scusarsi con le famiglie delle persone uccise nella sede della RTS ?
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Se è giusto battersi contro la pena di morte verso chi ha compiuto un omicidio, perché allora condannare a morte 16 persone senza processo e senza che avessero commesso alcun omicidio ?
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Siamo di fronte alla barbarie. La guerra è barbarie perché è condanna a morte senza processo.
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La guerra è terrorismo, basta leggere le testimonianze di Djordie Vidanovic.
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E' per questo che l'articolo 11 della nostra Costituzione bandisce la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.
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Oggi chiediamo che l'allora Presidente del Consiglio Massimo D'Alema offra pubblicamente le proprie scuse ad ognuna delle vittime con un atto formale e solenne.
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Invitiamo tutti coloro che hanno memoria storica, dai semplici iscritti al Partito Democratico fino a chi che ha lottato dieci anni fa contro la guerra, a chiedere un gesto riparatore scrivendo a info@massimodalema.it
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A dieci anni dalla guerra sarebbe significativo un gesto di sincero pentimento di fronte alla strage e alle proprie gravi responsabilità.
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Note:
Per ricordare quelle terribili giornale di bombardamenti invitiamo a leggere il diario del prof. Djordje Vidanovic, docente di Linguistica e Semantica presso l' Università di Nis, che dieci anni fa PeaceLink pubblicò qui http://web.peacelink.it/kossovo/lettere/vidanovic.html.
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Per un'ampia rivisitazione della guerra di dieci anni fa in cui l'Italia partecipò con i propri bombardieri si può consultare l'articolo di Carlo Gubitosa su http://www.peacelink.it/editoriale/a/25261.html.
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D'Alema nei giorni scorsi ha già toccato in modo generico l'argomento rispondendo alla domanda :
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Dopo le prime vittime civili dei bombardamenti non ebbe mai un momento di pentimento per le sue scelte ?
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D'Alema : Pentito no, mai.
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Continuo però ancora oggi a pensare che non era necessario bombardare Belgrado.
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Penso che ci voglia sempre una misura e una intelligenza nell’uso della forza, ma difendo il principio secondo cui ci sono momenti in cui è inevitabile, quando si tratta di difendere valori come i diritti umani, che non possono essere accantonati nel nome della sovranità nazionale.
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Tuttavia quello che si chiede in questo editoriale/appello non è un'ennesima presa di posizione "politica" ma un gesto "della coscienza" che ha come interlocutori i familiari delle vittime di quella precisa strage, di cui abbiamo nomi e cognomi. Chieda perdono a loro per una strage che non è stata un "danno collaterale" ma un atto deliberato.
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Una annotazione tecnica :
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le azioni militari della Nato avvengono con il consenso unanime dei membri Nato e se D'Alema non voleva il bombardamento di Belgrado avrebbe potuto opporre il veto bloccando quel tipo di operazioni.
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In ogni caso può oggi a maggior ragione, oltre a esprimere un suo "postumo" disaccordo sui bombardamenti di Belgrado, esprimere almeno il suo cordoglio e il suo pentimento "postumo" per quelle 16 vittime.
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Tratto da : http://www.peacelink.it/
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Dissenso
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2 commenti:

  1. TUTTE LE GUERRE SONO ATTI DI VIOLENZA CONTRO L'UMANITA'. PURTROPPO QUANDO SI COMBATTONO, SI USANO MEZZI CHE COLPISCONO CHIUNQUE, BAMBINI, CIVILI DONNE PERSONE,INDIFESE CHE MAGARI LA GUERRA DI SICURO NON LA VOGLIONO. PERO', SCARICARE LA COLPA SU UN POLITICO ALLORA CAPO DI STATO PER QUESTO EPISODIO, SAREBBE ' UN GIUDIZIO AZZARDATO IN QUANTO
    LA RICHIESTA DI SCUSE DA PARTE DI UN MEMBRO DI STATO DELLA NATO, SIGNIFICHEREBBE ADDOSSARE UNA MAGGIORE COLPA DI QUESTA ORRENDA MISSIONE ALLO STATO RAPPRESENTATO (IN QUESTO CASO L'ITALIA). MI FERMO QUI SENZA ENTRARE NEL MERITO, ANCHE PERCHE' NON SONO TANTO ERUDITO SUI FATTI CHE DETERMINARONO QUESTI EVENTI POCO PIACEVOLI CHE RIMARRANNO NELLA STORIA.

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  2. E'stata l'unica guerra combattuta dall"italia (minuscolo voluto) dal 1945;veramente c'era stato l'infelice schieramento nel golfo e l'abbattimento del tornado di Cocciolone.Non ho elementi per associare questo bombardamento con lo scandalo di Serbia Telekom,ma qualche sospetto mi viene,anche se venne mascherato da motivi umanitari.Per quanto riguarda l'attacco,noto che venne ordinato da un governo di sinistra,se fosse stato condotto da un esecutivo di destra,apriti cielo!Rivolta civile.Ci fu un drammatico strascico:i proiettili all'uranio decimarono per tumori gli sminatori italiani mandati a bonificare le aree colpite e tutto questo avvenne nella disinformazione piu' totale.
    Anche di questo il supponente D'Alema dovrebbe scusarsi .

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