mercoledì 27 ottobre 2010

ANNA POLITKOVSKAJA

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A inzio mese, e precisamente il 7 ottobre è stato l’anniversario della morte di Anna Politkovskaja, la coraggiosa giornalista russa che scriveva per la “Novaja gazeta”, assassinata nel 2006 dai sicari di Putin a causa del suo impegno per la difesa dei più deboli.

Anna Politkovskaja stava per pubblicare un altro dei suoi articoli contro l’uomo che, oggi, è presidente della Cecenia, Ramzan Kadyrov, quando è stata uccisa a colpi di arma da fuoco nell’androne della sua abitazione nel centro di Mosca.
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La giornalista russa scriveva della piccola repubblica cecena come di un buco nero della coscienza, dove massacri, stupri e torture erano la norma per soldati e miliziani.
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Voglio ricordarla, ricordando le copertine dei suoi libri più significativi, nei quali coraggiosamente ci narra di come sia la verità non ufficiale nella Russia di Putin.
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La lista di coloro che interpretano lo scomodo ruolo di dissidente in Russia si allunga quotidianamente, ma lo strapotere e l’arroganza di un feroce regime, quello di Putin, provvede ad eliminare sistematicamente i suoi rappresentanti.
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In Cecenia la popolazione civile è oggetto di violenze inaudite, che vanno dagli stupri alla tortura, fino all’omicidio e alle stragi.
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I giornalisti russi sono diventati sinonimo ed espressione di una condiscendenza di regime in cui trovano spazio solamente coloro che appoggiano ed enfatizzano positivamente le scelte nefaste di chi detiene il potere.
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Gli organi di informazione, tranne la Novaja gazeta e pochissimi altri, sono oramai assoggettati ad un sistema di potere che non lascia spazio all’indipendenza intellettuale e alla libertà di parola.
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Il potere è tutto nelle mani di un criminale, ex colonnello del famigerato KGB, che risponde al nome di Vladimir Putin e che, per inciso, sembra piacere molto al nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
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Io, invece, sto dalla parte della Novaja gazeta, il giornale indipendente russo, i cui giornalisti sono da sempre nel mirino del potere repressivo sovietico.
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Io sto dalla parte di Anna, e dei 300 giornalisti russi morti in nome della libertà …
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Dissenso

lunedì 25 ottobre 2010

BNP E NUCLEARE

Vorrei condividere la seguente informazione che mi ha inviato per mail GREENPEACE.
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Ciao emanuele,
siamo sicuri che ti interesserà sapere come investe i soldi dei suoi clienti il gruppo bancario BNP Paribas (che in Italia controlla BNL).
Facile ...
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BNP è il principale finanziatore mondiale di progetti nel settore nucleare !
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Durante il weekend i nostri volontari hanno manifestato in 29 città italiane per chiedere a BNP/BNL di fermare i suoi "investimenti radioattivi".
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Ad esempio, BNP sta decidendo di finanziare, assieme ad altre banche francesi, la costruzione del controverso reattore Angra3, a soli 150 chilometri da Rio de Janeiro, per un valore complessivo di 1,1 miliardi di euro.
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Angra3 è un reattore che usa tecnologie così vecchie che non potrebbe essere costruito in Europa :
il 70% dei componenti giace impacchettato da quando i lavori furono sospesi dopo il disastro di Cernobyl, nel 1986 !
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In altre parole, BNP/BNL dimostra di essere una banca europea con doppio standard :
motiva il suo investimento nel nucleare europeo (il modello EPR, quello che vorrebbero fare in Italia...) proprio con la presunta sicurezza del progetto e poi investe in una catapecchia nucleare vecchia di quasi 25 anni.
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I clienti del Gruppo BNP, e in Italia di BNL, lo sanno che i loro soldi servono a finanziare il nucleare ?
E che succederebbe se, a un certo punto, in tanti cominciassero a chiedere a BNL di fermare gli investimenti radioattivi ?
Visto che il 45% dei depositi di BNP/BNL deriva dai versamenti dei clienti, i dirigenti della banca potrebbero restare indifferenti ?
Non credo...
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Contribuisci anche tu alla campagna contro le banche nucleari :
fai girare questa mail tra i tuoi contatti, condividila su Facebook, informa i tuoi amici.
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Grazie !





Domenico Belli
Responsabile campagna Energia e Clima
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Ecco, di seguito, un articolo esaustivo, tratto dal sito di Greenpeace sull’argomento :
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CHE COSA È :
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Un reattore PWR (ad acqua pressurizzata) di 1.405 MWe che dovrebbe essere costruito da Areva (Francia) e Siemens (Germania) per conto della compagnia elettrica pubblica brasiliana Electronuclear.
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QUANTO COSTA :
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Ufficialmente, dovrebbe costare circa 3,5 miliardi di euro.
La costruzione di Angra 3 dovrebbe partire nel 2010.
Il reattore dovrebbe entrare in funzione nel 2015-2016.
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DOVE SI TROVA :
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Sulla costa brasiliana, 130 km a Ovest di Rio de Janeiro e 220 km a Est di San Paolo del Brasile.
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INTRODUZIONE
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Angra 3, il reattore che dovrebbe essere costruito con i soldi dei correntisti di BNP/BNL, è un tipico esempio di “bella addormentata” nucleare.
Si tratta di un reattore di seconda generazione progettato da Siemens negli anni ’70.
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I lavori per la costruzione iniziarono nel 1984 ma furono sospesi dopo la tragedia di Chernobyl, nel 1986.
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Il 70% dei componenti del reattore è da allora immagazinato presso il sito di Angra 3.
Nel 2007 il governo brasiliano ha annunciato che vuol completare la costruzione di Angra 3 e nel 2008 la compagnia pubblica Electronuclear ha firmato un accordo con la compagnia francese Areva (la stessa che ha progettato l’EPR il reattore alla base del “nuovo nucleare” italiano) per finire la costruzione della centrale.
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(IN)SICUREZZA NUCLEARE
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Basato su un progetto di 30 anni fa, e con molte componenti già fabbricate (e immagazzinate da decenni), Angra 3 è un reattore piuttosto lontano dai moderni standard di sicurezza.
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Nessun miglioramento o intervento progettuale potrebbe portare Angra 3 nemmeno vicino ai (presunti) livelli di sicurezza declamati per il progetto EPR (European Pressurized Reactor).
Perchè una banca europea come BNP/BNL dovrebbe adottare un doppio standard motivando il suo investimento nell’EPR proprio con la presunta sicurezza del progetto e investendo poi in una catapecchia nucleare ?
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ILLEGALE A 360°
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La costruzione di Angra 3 è stata approvata nel 1975 da un Decreto Presidenziale (n. 75870/75).
Questo decreto è stato poi annullato nel 1991 (Decreto Presidenziale 15/02/1991).
Incredibilmente, nel 2007 il governo brasiliano ha deciso si ricominciare la costruzione di Angra 3 sulla base del Decreto del 1975 (che, ovviamente, non esiste più).
Il motivo è molto semplice : la nuova Costituzione del Brasile, adottata nel 1988, prevede un voto del Parlamento (il Congresso) per la costruzione di una centrale nucleare.
Ovviamente, il governo brasiliano sapeva che il Congresso non avrebbe mai resuscitato questa (non tanto) bella addormentata.
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CONTROLLORE E CONTROLLATO
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Il più grande sostenitore di Angra 3 è sempre stato il CNEN, l’Agenzia Nucleare Brasiliana. Nessuno, ad essere onesti, si attende una vera indipendenza da parte di un organismo di questo tipo, ma il CNEN è davvero “esagerato”.
Come ente regolatore il CNEN può rilasciare licenze a chi potrà operare a Angra 3 e tra questi soggetti c’è INB, un “ramo” di CNEN che procura il combustibile per reattori nucleari.
Il CNEN inoltre si occupa di verificare gli impatti di eventuali incidenti negli impianti di INB, mentre Nuclep, un gruppo che produce componenti per l’industria nucleare appartiene sempre al CNEN che insomma è come un grande ombrellone che ripara fornitori, operatori e contrattisti assieme a chi fornisce le licenze e scrive le regole.
Una garanzia di affari ma non di sicurezza.
E infatti è dagli anni ’70 che si discute di come rendere “indipendente” il CNEN.
Nel 1985, col solito decreto presidenziale, è stato creato un Comitato di Valutazione del Programma Nucleare, il cui rapporto tra l’altro raccomandava di rendere indipendente il CNEN (come peraltro ormai è richiesto dalla Convenzione Internazionale per la Sicurezza Nucleare, adottata dal Brasile nel 1998).
In oltre venticinque anni, non se n’è fatto nulla.
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LA SOLITA BUFALA SUI COSTI
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Che un reattore di 1.405 MW costi solo 3,5 miliardi di euro non lo crede più nessuno.
Anche se parte delle componenti è stata acquistata già negli anni ’80 (vatti a fidare) la realtà è che i progetti che circolano oggi costano parecchio di più.
Inoltre, il finanziamento in euro aumenta il rischio finanziario del progetto : il Real, la moneta brasiliana, ha fluttuato del 37% in un anno, rispetto all’euro.
Questa volatilità avrà un impatto sui costi del progetto.
Anche la necessità di aggiornamenti e adattamenti strutturali molto estesi, per cercare di migliorare gli standard di un progetto vecchio di trent’anni, avrà un impatto sui costi e, verosimilmente, sull’efficenza, la produttività e la sicurezza dell’impianto.
Infine, Angra 3 si chiama così perchè nello stesso sito ci sono già due reattori (Angra 1 e 2) :
la loro potenza combinata è di 2.000 MW e sono costati poco meno di 7,5 miliardi di euro, cioè 3,7 milioni di euro/MW.
Com’è possibile che Angra 3 costi meno di 2,5 milioni di euro/MW ?Ammesso che il costo resti lo stesso (con maggiori standard di sicurezza i costi sono aumentati) Angra 3 dovrebbe costare ben oltre 5 miliardi di euro !
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PIU’ COSTOSO DELLE RINNOVABILI

Il potenziale di rinnovabili del Brasile è enorme e le valutazioni serie dei costi produzione dell’energia elettrica [Ad esempio: Joaquim F. de Carvalho, Ildo L. Sauer : Does Brazil Need New Nuclear Power Plants ? Energy Policy 37 (2009) 1580–1584] dicono chiaramente che il costo dell’energia prodotta ad Angra 3 (stimato in 113 US$/MWh) sarà superiore a quello prodotto dalla cogenerazione con la canna da zucchero (74 $/MWh), gas naturale (79 $/MWh), idroelettrico (46 $/MWh) e, persino dell’eolico (107 $/MWh) una tecnologia i cui costi di produzione sono in continua diminuzione.

MA ALLORA A CHI SERVE ANGRA 3 ?
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Quando qualche programma (molto costoso) si dimostra completamente inutile per la collettività è utile cercare di capire a chi serve davvero.
In Brasile, si scopre che il creatore (e coordinatore, dal 1979 al 2004) del programma nucleare navale del Brasile, Ammiraglio Othon Luiz Pinheiro da Silva, è il presidente di Electronuclear, la compagnia che dovrebbe operare a Angra 3.Nel 2006, l’Ammiraglio ha dichiarato (pochi mesi prima della decisione governativa di riaprire Angra 3) che i sommergibili nucleari sono di importanza critica per il Brasile se il Paese vuol essere considerato una grande potenza.
E si sa bene che con il Plutonio estratto dalle scorie dei reattori si possono costruire testate nucleari.
Tra l’altro, il Brasile ha siglato il Trattato di Non Proliferazione Nucleare solo nel 1994 e non ha mai ratificato il Protocollo Addizionale sui controlli.
Più di una volta il Brasile ha impedito all’Agenzia per l’Energia Atomica l’accesso alle sue centrali.
Insomma… ora sapete a chi serve davvero Angra 3.
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Dissenso
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domenica 10 ottobre 2010

PREMI NOBEL E PAESI COMUNISTI


Ecco come la libertà viene calpestata nei regimi comunisti :
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Elenco, di seguito, una lista di premiati con il Nobel per la Pace che, purtroppo, hanno la sventura di vivere in paesi dove vige la dittatura comunista…
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La visione politica di questi governi assolutisti è vicina, per l’appartenenza agli stessi ideali, a quella dei comunisti che in Italia si fregiano di sbandierare uno stendardo che rappresenta la falce e il martello, pur sapendo che tale bandiera, per i suoi significati, è lorda del sangue di tanti innocenti.
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Spesso questo particolare viene ignorato dalla maggioranza delle persone, ma io non accetto che si continui a nascondere il fatto che il comunismo ha fatto molti più morti innocenti del nazismo, e che ci siano individui in mezzo a noi che osannano il marxismo, che è stata la filosofia da cui ha avuto origine questo mostro orrendo.
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Nelle nostre città ci sono strade intitolate a Lenin e a Stalin, i feroci fautori ed esecutori di un comunismo esasperato che ha prodotto cento milioni di morti nel secolo scorso.
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Come mai la Coscienza collettiva si ribella al solo sentir nominare Hitler o qualsiasi altro gerarca nazista, mentre invece accoglie con indifferenza i nomi dei criminali comunisti ?
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La risposta a questa domanda trova corrispondenza in una subdola politica che per cinquant’anni i comunisti di casa nostra hanno portato avanti, fatta di menzogne e di manipolazione della realtà storica.
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I suoi attori principali, a partire dal criminale Togliatti, hanno rappresentato l’elite del Partito Comunista Italiano, e di tutte le formazioni politiche che , operando un trasformismo di comodo, si sono raggruppate in una simbiosi di intenti dal sapore drammaticamente marxista.
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I vari Longo, Berlinguer, Napolitano, D’Alema, Fassino non sono altro che gli eredi di questi mistificatori, tanto che tra loro nessuno ha mai rinnegato il passato e le origini da cui provengono.
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Un passato, ricordiamo, che ha legato a filo doppio i comunisti italiani a Stalin, e che spesso si è imbevuto del sangue di coloro che furono sacrificati in nome di una ortodossia esasperata.
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Oggi, finalmente, l’apertura degli archivi storici ha dato modo agli studiosi di elaborare una verità oggettiva dei fatti, nettamente in contrasto con quanto asserito finora dai comunisti di mestiere che hanno calcato gli scranni parlamentari.
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A costoro va tutto il mio disprezzo, e a loro dico :
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Guardate come viene ancora oggi calpestata la libertà nei vostri “paradisi comunisti” !
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Invito questi “rifiuti umani” a recarsi in quei posti e a rimanerci, anziché rimanere qui ad ammorbare l’aria che respiriamo.
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Tornando ai Premi Nobel… leggete qual è la prassi seguita dai comunisti nei loro confronti :
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2010 - Liu Xiaobo
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Premio Nobel per la pace 2010 a Liu Xiaobo, che si trova in carcere.
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L'ira di Pechino: «È un'oscenità»
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Polizia a casa sua, convocato l'ambasciatore norvegese.
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(tratto dal sito “Corriere.it”)
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Il premio Nobel per la pace va al dissidente cinese Liu Xiaobo.
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Confermate dunque le previsioni della vigilia, nonostante le pressioni di Pechino.
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Del resto, prima dell'annuncio ufficiale, lo stesso comitato norvegese aveva affermato che si sarebbe trattato di una «scelta da difendere».
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Secondo le motivazioni che hanno accompagnato la decisione, Liu rappresenta «il simbolo della campagna per il rispetto e l'applicazione dei diritti umani fondamentali» in Cina.
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Non si è fatta attendere la reazione di Pechino :
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la polizia si è subito recata nell'abitazione di Liu, per impedire alla moglie di rilasciare dichiarazioni alla stampa, e le trasmissioni della Bbc sull'annuncio del Nobel sono state interrotte.
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Poco dopo, è arrivato anche il commento ufficiale del governo, che parla di «oscenità».
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Secondo il ministero degli Esteri, Liu Xiaobo è «un criminale» che è stato condannato «dalla giustizia cinese».
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La decisione, prosegue la nota, è destinata a «nuocere alle relazioni tra la Cina e la Norvegia».
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Infatti l'ambasciatore norvegese a Pechino è stato convocato dal governo :
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«Hanno voluto esprimere ufficialmente la loro opinione, il loro disaccordo e la loro protesta» ha detto una portavoce del ministero degli Esteri norvegese, sottolineando che il governo norvegese non è responsabile per l'assegnazione del riconoscimento a Liu, stabilita da un comitato indipendente.
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Il presidente Usa Barack Obama, Nobel per la pace lo scorso anno, si è congratulato per la scelta di Liu Xiaobo e ha chiesto alle autorità cinesi la sua liberazione.
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Liu Xiaobo sta scontando una condanna a undici anni di carcere per «istigazione alla sovversione».
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L'intellettuale, che già aveva trascorso lunghi periodi in galera, è stato accusato di essere tra i promotori di “Charta 08”, il movimento favorevole alla democrazia che promulgò un documento a tale scopo che è stato firmato da oltre 8 mila persone, tra le quali più di 2 mila cinesi.
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Liu era stato arrestato alla fine del 2008 ma la condanna gli fu inflitta nel giorno di Natale del 2009, probabilmente nella speranza di ridurre la copertura dei mezzi d'informazione occidentali.
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Dopo un anno di detenzione, il 23 dicembre 2009 si è svolto il processo ;
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il 25 è stato condannato a 11 anni di prigione e a due anni di interdizione dai pubblici uffici.
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La sentenza è stata confermata in appello l'11 febbraio 2010.
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Cina: irreperibile la moglie di Liu Xiaobo, premio Nobel per la pace 2010
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( Tratto da ”IN DIES”)
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Mentre il nuovo Premio Nobel per la pace è irraggiungibile in una prigione cinese, il cellulare di sua moglie è spento e nessuno riesce più a contattare la donna, che ha inviato l’ultimo sms a Radio Free Asia la notte scorsa.
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La Polizia ha tenuto i giornalisti lontano dalla prigione in cui Liu sta scontando una condanna a 11 anni per sovversione e il suo avvocato ha detto che la moglie di Liu, a cui la polizia aveva promesso che l'avrebbe portata dal marito per dargli la notizia del premio, ora sembra scomparsa.
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E' possibile che la donna sia mani della polizia.
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La polizia cinese spesso costringe i critici politici, i dissidenti religiosi e, talvolta, i loro familiari, a lasciare Pechino rinchiudendoli in residenze di campagna, tenendoli lontani dalla capitale cinese per giorni e settimane.
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Le autorità cinesi hanno chiamato Liu un criminale poco dopo l'assegnazionde del premio e il 'Quotidiano del popolo' ha scritto che il premio è "una vetrina arrogante di ideologia occidentale", che non rispetta il popolo cinese.
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Il presidente Barack Obama, vincitore lo scorso anno del Nobel per la pace, ha chiesto l'immediato rilascio di Liu. Talvolta la Cina ha scarcerato alcune persone a seguito delle pressioni internazionali.
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La moglie del Nobel per la pace 2010 sperava di poter andare in Norvegia per ricevere il premio a posto del marito, se lui non fosse potuto andare.
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Moglie di Liu Xiaobo incontra il marito in carcere.
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Presa in custodia dalla polizia la notte seguente al conferimento del premio.
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L'avvocato del premio nobel: "non siamo riusciti a metterci in contatto con lei" .
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.(Tratto da ”www.voceditalia.it”)
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Un gruppo umanitario di Hong Kong ha affermato che la moglie del dissidente cinese Liu Xiaobo, vincitore del Nobel per la Pace 2010, sarebbe ruscita a incontrare il marito in carcere.
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La notte seguente al conferimento del premio al marito, la donna è stata presa in custodia dalla polizia.
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Ding Xikui, avvocato di Liu Xuiaobo, ha dichiarato :
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"Non siamo riusciti a metterci in contatto con lei, non sappiamo dove sia. Siamo preoccupati, crediamo che la polizia l'abbia prelevata per condurla da Liu".
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Liu sconta una condanna a undici anni di carcere comminatagli per sovversivismo.
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Anche ad altri dissidenti è stato proibito dai loro Governi, in passato, di andare in Norvegia per ritirare il premio.
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1975 - Andrej Sacharov
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Fisico sovietico e attivista per i diritti civili, non potè ritirare il premio di persona.
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Per aver manifestato contro l'entrata delle truppe sovietiche in Afghanistan fu arrestato, e nel 1980 fu confinato a Gor'kij dove la moglie Elena Bonner costituì il suo unico contatto con il mondo esterno.
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(tratto dal sito “La Stampa.it”).
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1983 - Lech Wałęsa
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La scelta scosse le fondamenta dell'Urss, provocando un'ondata di manifestazioni per la libertà in tutto il blocco sovietico.
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Il fondatore di Solidarnosc non potè ritirare il premio di persona, per paura che non gli fosse permesso rientrare in patria.
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Sua moglie lo fece al posto suo e donò i soldi ai quartieri generali di Solidarnosc in esilio a Bruxelles.
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(tratto dal sito “La Stampa.it”)
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1989 - Dalai Lama
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Tenzin Gyatso, il Dalai Lama tibetano, venne insignito dell'onoreficenza per la sua lotta alla liberazione del Tibet.
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Dal 1959 il Dalai Lama vive in esilio in India.
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(tratto dal sito “La Stampa.it”)
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1991 - Aung San Suu Kyi
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Nel 1991 l'attivista birmana San Suu Kyi ricevette il premio Nobel per la Pace e usò i soldi per per costituire un sistema sanitario e di istruzione, a favore del popolo birmano.
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La scelta non piacque alla giunta militare che governa il paese, che non accolse gli appelli internazionali per il suo rilascio.
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(tratto dal sito “La Stampa.it”)
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E.B.
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