domenica 30 gennaio 2011

OLOCAUSTI

Il 27 gennaio è ricorso l’anniversario commemorativo dell’Olocausto che ha insanguinato l’umanità nell’ultima guerra mondiale.

6 milioni di ebrei furono torturati e uccisi, gasati e bruciati, in un crescendo di orribile ferocia, in un disegno che tendeva all’eliminazione sistematica dell’etnia ebraica dalla faccia della terra.

Il Nazismo, male assoluto, come il Comunismo, è stato la causa di queste immani stragi che hanno avvicinato il mondo intero all’orlo di un baratro che poteva essere senza ritorno, e in cui non esistono parole come “diritti umani”, “amore” o “fratellanza” .

La cieca rabbia nazista, che stravolse le menti e gli animi di intere generazioni, coinvolgendo e inglobando nella sua marcia di furore e terrore chiunque ne venisse a contatto, ha ripercorso un cammino e una ricerca di intenti, cui abbiamo già assistito, purtroppo, in passato.

Seppure con l’adozione di metodologie differenti, e forte di alibi che delegavano a presunte ragioni di parte, la Storia ci ha indicato gli stereotipi su cui si sono basati gli sterminatori che hanno preceduto gli interpreti dell’olocausto nazista.

Le ideologie di riferimento cambiano, mutano, si trasformano, ma alla base di tutto c’è sempre una insofferenza radicale verso il prossimo, che si estrinseca in un parrossismo malato, devastante, e malvagio.

Ecco che così si assiste ad un ciclico ripetersi di stragi assurde, incredibili per la loro portata e per la nefandezza ideologica che le contraddistingue.

Voglio ricordare, ad esempio, l’olocausto Armeno, di cui poco si parla, avvenuto negli anni tra la fine del XIX° e l’inizio del XX° secolo, che provocò la morte di più di due milioni di persone.

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La sola “colpa” delle vittime fu quella di appartenere ad un’etnia e ad una cultura diverse da quelle degli sterminatori, e di praticare un “culto” di minoranza.

Che dire poi dell’immane olocausto comunista, che nel secolo scorso ha prodotto 100 milioni di vittime, nelle sue varie rappresentazioni, sia in Urss che nel resto del mondo ?

Noi tutti conosciamo bene il nome “Anna Frank” oppure “Auschwitz” e un moto di orrore ci pervade al solo ricordo, ma quanti tra chi legge queste righe sa a cosa si riferisce il termine “holomodor”, oppure “kolyma” ?

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Sono i risvolti di una stessa medaglia, che identifica le radici ideologiche di un terrore di massa, che sfocia nel genocidio di intere classi sociali, oppure di etnie, che subirono il paradigma assurdo e devastante dell’ideologia comunista in Russia.

L’altissimo costo umano degli olocausti passati, e di quelli che ancora oggi insanguinano la società contemporanea, deve essere tenuto in altissima considerazione, accomunando tutte le vittime in una giornata del ricordo, che non deve essere, a mio parere, appannaggio esclusivo delle commemorazioni di aspetti parziali e delimitati della Storia.

L’dentificazione e il ricordo delle vittime della shoà, secondo me, non deve prescindere dall’abbraccio universale a tutte le altre vittime di olocausti, che finora, sono stati invece ufficialmente dimenticati.

Non c’è infatti alcuna giornata commemorativa della strage degli Armeni, o di quelle perpetrate nei lager sovietici, oppure delle stragi etniche attuate dai khmer rossi in Cambogia, in Laos, e in Vietnam, così come delle vittime che ancora oggi in Cina trovano la tortura e la morte nei tristemente famosi Laogai.

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Personalmente credo che si debbano istituire tante giornate della memoria per quanti olocausti si debbano ricordare, oppure è necessario raggruppare tutte le commemorazioni in un’unica giornata che unisca in un grande abbraccio tutte le vittime.

In Italia, per ora, finalmente,si è giunti ad istituire la Giornata delle Foibe, ma tanti, anzi troppi, sono ancora i genocidi di cui non si parla neppure più, non ultimo quello che si sta consumando sotto gli occhi dell’indifferenza internazionale in Darfur, e che ha finora provocato 2,5 milioni di morti innocenti.
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Non da meno sono i dati relativi all’Ituri, una semi-sconosciuta regione della Repubblica Democratica del Congo.
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Dal 1999 ad oggi sono state sterminate decine di migliaia di persone, e centinaia di migliaia sono state costrette a trovare rifugio nei campi profughi.
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La questione etnica in Ituri riguarda principalmente due etnie, gli Hema e i Lendu, ma sono le ricchezze del sottosuolo a fomentare questa guerra completamente dimenticata della quale è impossibile persino fare stime precise sul numero delle vittime.
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In Myanmar (Birmania) il gruppo etnico dei Karen è vittima delle persecuzioni etniche del regime.
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Anche in questo caso è pressochè impossibile azzardare stime sul numero delle vittime, a causa della inaccessibilità dell'area, ma stime indipendenti parlano di oltre 130.000 vittime dall'inizio del conflitto e di oltre 1,3 milioni di sfollati.
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In Cecenia, teatro di pulizia etnica da parte delle forze di Putin, dall'inizio del conflitto sono morte circa 250.000 persone.
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In Somalia dal 1991 a oggi sono morte circa 700.000 persone (anche a causa della carestia riconducibile al conflitto)

Nel Kurdistan turco le vittime sono oltre 40.000.

Ci sono inoltre decine e decine di conflitti in tutto il mondo che ogni anno provocano centinaia di migliaia di morti, dei quali, molto spesso, non si sa niente.

Ribadisco quindi ancora una volta il concetto che è giusto ricordare quanto è accaduto al popolo ebraico nel secolo scorso, ma è altrettanto importante che questo ricordo aiuti ad aprire gli occhi sulle decine di olocausti, sia del passato che moderni, e che l’umanità intera ne assorbisse il monito, al fine di impedire il ripetersi di quelle atrocità.
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Dissenso
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venerdì 14 gennaio 2011

IN MEMORIA DI ANASTASIA BABUROVA

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Per ricordare Anastasia Baburova, la giornalista “erede” di Anna Politkovskaja, pubblico quanto segue, tratto dal sito di Amnesty International :
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La seguente lettera è stata inviata ad Amnesty International il 17 luglio 2009 dai genitori di Anastasia Baburova, la giornalista russa assassinata il 19 gennaio 2009, insieme all'avvocato e difensore dei diritti umani Stanislav Markelov, nel centro di Mosca, in pieno giorno, da uno sconosciuto.
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Pubblico questa lettera in Suo ricordo, a testimoniare la nostra indignazione per i tanti martiri che in nome della libertà sono stati immolati nell’era Putin.
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“ Desideriamo ringraziare gli attivisti di Amnesty International per la dedizione e l'attenzione mostrate verso Stanislav Yurevich Markelov e la nostra cara, adorata Nastenka Baburova.
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Speriamo che le richieste della comunità internazionale al presidente e al governo della Russia influenzino positivamente lo svolgimento delle indagini e contribuiscano ad assicurare alla giustizia gli esecutori e i mandanti dell'assassinio.
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È un errore rimanere indifferenti e dimenticare un reato, soprattutto quando si tratta di un omicidio.
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Nessuno ha il diritto di prendere una vita umana.
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Il lavoro che l'avvocato Stanislav Markelov e la giornalista Anastasia Baburova stavano svolgendo aveva a che fare con la difesa delle persone, della natura e dell'ambiente dalle intromissioni violente e dalla distruzione.
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Amavano la Russia e lottavano per la sua reputazione, Nastia era profondamente offesa per il degrado della dignità umana.
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Nastia scriveva il 19 novembre 2007 :
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"Come si fa a guardare negli occhi uno studente coreano che è stato appena colpito alla tempia da due teppistelli prima di salire sul tram?
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Gli sono saltati addosso, hanno fatto il saluto nazista e sono corsi verso il tram".
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Questo invece è un appunto del 9 agosto 2008 :
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"Non riuscivo a dormire, sono uscita presto e alle sette di mattina, sul marciapiede, c'era il corpo di una persona che era stata appena uccisa".
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Pensiamo che queste frasi siano dure da leggere per ogni persona ragionevole.
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Come tutti i genitori, abbiamo cercato di proteggere nostra figlia dal male.
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Ma lei lo vedeva lo stesso e cercava di fare del suo meglio per protestare.
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Nastenka pretendeva molto da sé stessa: era responsabile, onesta, gentile, piena di bellezza interiore ed esteriore.
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Era genuina con i suoi amici e sempre pronta a sacrificare i suoi interessi in nome dell'amicizia.
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Era altruista come Stanislav Markelov, che assisteva chiunque senza chiedere un compenso e non approfittava delle disgrazie degli altri.
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Stanislav Markelov e Anastasia Baburova erano due persone di grande cultura.
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Le lezioni di Stanislav sulla storia della Russia erano meravigliose, le persone lo ascoltavano rapite ed interessate.
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Anastasia parlava bene l'inglese, il francese e l'ucraino, era uscita dalle superiori col massimo dei voti, giocava a scacchi, s'intendeva di programmazione di computer, praticava yoga e arti marziali e stava per laurearsi alla Facoltà di Giornalismo dell'Università di Mosca.
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Amava lanciarsi col paracadute ed esplorare le cave sotterranee di Sebastopoli.
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Soprattutto ci proteggeva, proteggeva i suoi genitori dall'ansia.
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Il grande scrittore ucraino Nicolai Ostrovksy una volta ha detto :
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"A una persona è concessa una sola vita e deve viverla in modo da non agonizzare per anni e anni vissuti senza scopo, in modo da non doversi vergognare di un passato monotono e insignificante, in modo che il giorno della morte possa dire :
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ho dedicato tutta la mia vita e tutti i miei sforzi a liberare l'umanità".
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Crediamo che Stas e Nastia siano stati guidati da queste parole nella loro vita.
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Lei era fiera della sua attività professionale e ci scriveva :
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"Voglio veramente che voi, i miei genitori, sappiate quello che sto facendo ! "

Leggevamo i suoi articoli sulle pagine economiche dell'Izvestia ma non sapevamo del suo lavoro per la 'Novaya Gazeta'.
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Quanta protezione e sicurezza della propria impunità deve aver avuto l'assassino se con tranquillità e in mezzo a molte persone ha potuto sparare a Stanislav e a nostra figlia...
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Sparare e poi lasciare in tutta calma la scena del delitto, mentre Stanislav e Nastia, che era ancora viva, erano a terra nella neve che si colorava si sangue.
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E non uno che si sia fermato ad aiutarli, nessuno che abbia rincorso l'assassino...
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Ecco perché è importante ricordare ai dirigenti russi che ci sono persone che chiedono di trovare e punire l'assassino e il mandante.
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Con gratitudine,
Eduard Fyodorovich Baburov and Larisa Ivanovna Baburova
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L’avvocato Markelov e Anastasia Baburova si battevano contro il rilascio del colonnello Yuri Budanov, condannato per l’omicidio della 18 enne Elza Kungayeva, il cui brutale assassinio era diventato un simbolo nella lotta contro gli abusi dei diritti umani nella Cecenia segnata dalla guerra.

L’avvocato 34 enne aveva appena finito di parlare con i giornalisti quando un sicario gli ha sparato alla nuca e poi ha fatto fuoco contro la giovane giornalista, autrice di numerosi reportage sul crescente razzismo e ultranazionalismo in Russia.

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Come già pubblicato su questo blog, oramai le vittime della repressione di Putin si contano a decine, nell’indifferenza della comunità internazionale, compresa quella del nostro Presidente del Consiglio che, anzi, va a braccetto con il suo amico ex colonnello del kgb.
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Dissenso
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martedì 11 gennaio 2011

MODIFICA URL DEL BLOG

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L'AUTORE DI QUESTO BLOG HA ACQUISTATO DA GOOGLE IL DOMINIO DEL BLOG STESSO, PER CUI IL NUOVO URL SARA' :
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Per qualche mese chi si collega al vecchio url sarà automaticamente reindirizzato a quello nuovo.
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