domenica 6 febbraio 2011

FOIBE

La giornata del 10 febbraio, in cui si commemorano le vittime delle foibe, è l’occasione per denunciare la mostruosa crudeltà del comunismo e lo spirito disumano di vendetta che animò i “titoini” – i partigiani di Tito, con i loro complici italiani militanti sotto le bandiere del Pci togliattiano – nella loro resa dei conti a danno dei “vinti” di cui sparsero il sangue innocente.
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Si trattò di un’azione sistematica, di inaudita ferocia, messa in atto dai comunisti (jugoslavi, ma con la complicità degli italiani) ai danni degli italiani (non comunisti) che furono gettati nelle cavità carsiche, a volte ancora vivi.
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Nel periodo che va dall’ottobre 1943 al maggio 1945, più di 10 mila italiani vennero torturati e uccisi dai partigiani comunisti di Tito.
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Gli italiani venivano fatti prigionieri nei luoghi di lavoro e nelle loro case.
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Poi, venivano gettati – ancora vivi – nelle cavità carsiche da cui prende il nome il massacro :
le foibe, appunto.

Si trattava di gente comune.

Chiunque, purché fosse italiano : marinaio, maestro, impiegato, minatore, finanziere, o militare.

Uccisi quindi per ragioni etniche, oltre che politiche, nella maggior parte dei casi dall’Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia.

Vennero trucidati anche, con altre motivazioni, cittadini italiani di nazionalità slovena e croata, oltre che alcuni cittadini di nazionalità tedesca e ungherese residenti a Fiume.

Tra le vittime anche più di cento italiani di origine sarda :
lavoravano come minatori del Sulcis trasferiti dall’Acai (Azienda Carboni italiana) di Carbonia ai pozzi della società Arsa in Istria.

Inoltre, furono 300.000 gli italiani costretti ad abbandonare l'Istria e la Dalmazia, cioè le terre dove erano storicamente insediati.
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Le foibe furono utilizzate in diverse occasioni e, in particolare, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale per infoibare (”spingere nella foiba”) migliaia di italiani, antifascisti e fascisti, colpevoli di opporsi all’espansionismo comunista slavo propugnato da Josip Broz meglio conosciuto come “Maresciallo Tito”.
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A riguardo è interessante riportare quanto affermato da Kardelj (vice di Tito) il quale poté affermare che “ci fu chiesto di far andar via gli Italiani con tutti i mezzi e così fu fatto”.
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Nessuno sa quanti siano stati gli infoibati: alcune stime parlano di 10-15.000 martirizzati.
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Le vittime venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba; qui gli aguzzini, non paghi dei maltrattamenti già inflitti, bloccavano i polsi e i piedi tramite filo di ferro ad ogni singola persona con l’ausilio di pinze e, successivamente, legavano gli uni agli altri sempre tramite il fil di ferro.
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I massacratori, nella maggior parte dei casi, sparavano al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba spingendo con sé gli altri.
Nel corso degli anni questi martiri sono stati vilipesi e dimenticati.
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Considerate che, sfogliando il “Vocabolario della lingua italiana” edito dalla Treccani, ci si imbatte in una definizione parecchio evasiva di foiba :
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In geologia fisica, tipo di dolina; in partic., nella regione istriana, grande conca chiusa (derivante da doline fuse assieme) sul cui fondo si apre un inghiottitoio. Vedi anche infoibare”.
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Sapete cosa significa infoibare ?
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Gettare in una foiba, e più in particolare ammazzare una persona e gettarne il cadavere in una foiba, o farla morire gettandola in una foiba (il verbo è nato e s’è diffuso alla fine della seconda guerra mondiale)”.
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Queste vittime rappresentano i tanti anelli di una catena lunghissima, che costituisce il percorso di sangue e di dolore che il Comunismo ha portato nel Mondo.
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I vari anelli, che impietosamente si ergono a testimoniare la barbarie comunista, prendono nomi diversi, a seconda dei riferimenti, ma possiamo facilamente identificarli, come per esempio, i lager sovietici di Stalin, l’holomodor (la carestia indotta dai comunisti russi in Ucraina, che ha causato milioni di morti per fame), il muro di Berlino (finalmente crollato), i Laogai cinesi, le persecuzioni del popolo tibetano, i khmer rossi e il regime di Pol Pot, Togliatti, responsabile delle vittime italiane in Russia (comuniste anch’esse), Cuba, ecc, ecc.
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L’elenco delle nefandezze e delle vittime uccise dai comunisti è sterminato, e si è calcolato che nel secolo scorso abbiano raggiunto la spaventosa cifra di 100 milioni di unità (nel mondo).
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Ecco perché è importante ricordare, tramite la giornata del ricordo, le vittime delle Foibe, non solo per la globalità degli episodi in sé, ma in quanto rappresentano un triste tassello di un mosaico più grande di morte e di terrore, che ha un unico nome : comunismo...
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Ancora oggi schiere di intellettualoidi, in mala fede, tentano di oscurare la realtà, variandola a proprio piacimento, nel tentativo di nascondere le nefandezze di questo male estremo, così come ha fatto il PCI di Togliatti dal dopoguerra ad oggi.
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I metamorfismi che in Italia contraddistinguono gli eredi del comunismo di Berlinguer, non bastano a rendere i comunisti odierni degni di sedere in un consesso democratico, poiché hanno le mani lorde di sangue, spesso fraterno.
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La loro presenza non deve essere tollerata, allo stesso modo di quella, rivoltante, dei fautori dell’ideologia nazista.

Radici diverse di uno stesso male, queste filosofie di pensiero altro non sono che un abominio innaturale di cui dobbiamo avere disgusto.
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Quando, occasionalmente, vedo delle bandiere rosse, magari in cortei politici, mi domando se chi le sventola sa veramente di cosa si tratta, o se, invece, non sia assuefatto e interprete di manipolazioni ideologiche.
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Non è neanche lontanamente ipotizzabile, infatti, che una persona sana di mente, consapevole di come il comunismo si sia imbevuto del sangue di milioni di innocenti, possa sbandierarne il vessillo.
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Con questo mio post voglio idealmente abbracciare tutti coloro che sono caduti vittime del cancro comunista, a partire dai martiri delle foibe, e spaziando nell’universo sterminato di coloro che hanno perso la vita in nome della libertà.
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RICORDIAMOLI e non permettiamo che si tenti di suddividere le vittime dei totalitarismi, in morti di serie A e in morti serie B.
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TENIAMO ALTA L’ATTENZIONE perché non si tenti di cambiare le carte in tavola, e non si cerchi di nascondere le enormi mattanze compiute dai feroci criminali comunisti.
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DIFFONDIAMO, e facciamo conoscere, i testi che eviscerano le problematiche storiche con sufficiente obiettività, e denunciamo le falsità diffuse dagli intellettualoidi della sinistra.
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Mi unisco a chi legge queste righe per rivolgere insieme una preghiera, in ricordo delle vittime della barbarie comunista, auspicando che il futuro in cui vivranno i nostri figli e nipoti sia privo di quel cancro marcescente e schifoso che si chiama comunismo.
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Dissenso
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