domenica 3 luglio 2011

LE SIBERIE DIETRO CASA

Vorrei evidenziare un articolo scritto da Ingrid Beatrice Coman sul sito di “Cultura Romena” all'indirizzo :
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http://www.culturaromena.it/Home/tabid/36/articleType/ArticleView/articleId/502/Le-Siberie-dietro-casa.aspx
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Le Siberie dietro casa
Ingrid Beatrice Coman
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Anni indietro, sentendo le notizie frammentarie e distorte che ci arrivavano sulle deportazioni, nomi di persone scomparse, pronunciati a voce bassa, timorosa, mischiati a nomi impronunciabili di remote località, che suonavano come altrettanti misteriosi inferni, pensavo : sono laggiù, in Siberia, in un posto coperto da neve e oblio, abbastanza lontano da non temere le sue vibrazioni sul nostro piccolo mondo incerto.
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Questo senso di sconfinata lontananza ci consolava in qualche modo e acquietava le nostre paure.
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Se non altro il suo freddo senza scampo non poteva raggiungerci.
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Ci sono voluti anni per capire quanto in realtà la temuta Siberia fosse vicina e quanto fosse facile finire nella sua pancia sempre affamata.
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Già, perché in realtà ogni posto dimenticato da Dio e dagli uomini può diventare la Siberia di un popolo; non serve andare lontano nello spazio, basta andare fuori dallo sguardo di chi ti può ancora riconoscere e dalla memoria di chi ti può ancora ricordare.
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Nel 1951, 40.000 persone, etichettate come “nemici del popolo”, venivano deportate dal regime comunista nel Baragan, la pianura più ostile della Romania, arida e sterile, là dove “non crescono alberi, e le fontane sono così lontane che puoi morire di sete a metà strada tra l’una e l’altra”, come diceva lo scrittore Panait Istrate. (Ciulinii Baraganului, I Cardi di Baragan).
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In meno di 48 ore, 12.791 famiglie hanno dovuto lasciare le proprie case e mettersi in viaggio verso l’ignoto, ammassati come bestiame in vagoni merci e scaricati in mezzo al nulla.
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Molti di loro non fecero mai ritorno alle loro terre.
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8.867 vagoni e camion sono stati utilizzati per trasportare i deportati.
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Stremante e infernale, il viaggio durò due settimane.
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Molti non ce la fecero e i loro corpi senza vita vennero scaricati lungo la strada.
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Quelli che ci arrivarono ancora vivi la raccontano come l'esperienza di chi approda su un pianeta sconosciuto.
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.Avevo sei anni quando ci siamo arrivati, con i miei genitori e le due sorelle.
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Il villaggio era circondato da rubinie.
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Siamo stati deparassitati e portati a un palo con sopra un numero, il nostro.
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ricorda Vasilica Aurel (66 anni).
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Un altro contadino completa il suo ricordo :
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Noi abbiamo ricevuto il palo numero 61 e ci hanno fatto vedere un palmo di terra attorno dove noi, genitori e nove bambini, dovevamo ricominciare una nuova vita.”
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Molti di loro non ce l’hanno fatta e sono morti poco dopo.
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Altri sono riusciti a scovare la vita dal nulla e mettere in piedi veri paesi che ancora oggi portano l’impronta della loro storia surreale.
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Nel 1952, i deportati ricevevano carte d’identità con la stigmate D.O. (Domiciliu obbligatorio, domicilio forzato).
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Il confine passava dietro casa : decine di poliziotti a cavallo lo sorvegliavano giorno e notte, picchiando o uccidendo chi osava avventurarsi oltre.
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Negli anni le capanne sono lentamente diventate vere case e tanti non se ne sono più andati nemmeno quando il regime lo ha consentito.
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Noi abbiamo tirato su con le nostre mani la nostra chiesa, il consultorio medico, la scuola, la polizia, l’oratorio, tutto.
Qui c’è il nostro lavoro e il nostro sudore”, racconta Stavre Furtos (47 anni), che ha sotterrato la propria madre proprio dove era stata portata per morire, a Fundata.
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Tutto questo a meno di 100 chilometri dalla trafficata capitale, Bucarest.
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Ma tanto era bastato per uscire dal mondo, come partoriti al contrario.
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Una piccola Siberia trasferita nel cuore della pianura.

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Più tardi, leggendo la storia di altri paesi, mi sono accorta di quanti nomi diversi possono acquisire le Siberie nel mondo.
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A dire il vero, potrebbero anche non avercelo affatto un nome, dato che tutti quelli che ci vanno finiscono per perderlo e a volte non restano nemmeno le iniziali da incidere su una croce.
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Una domanda si insinua, come un minuscolo serpente velenoso : sarà che forse ogni paese ha la sua Siberia, la sua terra di nessuno dove portare i passi di chi non la pensa come noi ?
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È poi così lontano questo posto ?
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Forse meno di quanto crediamo...

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( dati, nomi, citati e fotografie tratti da “Adevarul” )

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Le riflessioni che possono scaturire dalla lettura di questo post appartengono tutte alla sfera di interesse che ci vede attoniti spettatori di eventi già successi, e che, con nostra grande meraviglia, ci sono stati nascosti per interi decenni.

L'intellighenzia comunista internazionale è stata maestra in ciò, celando eventi caratterizzati da una devastante drammaticità e mistificando la realtà dei fatti, in nome di una non bene identificata ragion politica.

La Storia recente è piena di misfatti compiuti dai comunisti, e satura dei loro stessi tentativi di nasconderli, complici gli pseudo intellettualoidi di sinistra che riempiono i salotti di mezzo mondo.
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Costoro sono complici di tali misfatti, così come dei genocidi, dei morti e dei lutti che caratterizzano il comunismo, dalla sua nascita fino ad oggi.
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Sto parlando di coloro che, trincerandosi dietro una bandiera rossa, hanno arringato le folle, oppure hanno crocifisso mediaticamente coloro che tentavano di dire la verità...

In nome di questa disinformazione, il criminale comunista Togliatti viene ancora oggi definito "Il Migliore" !
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In nome di questa manipolazione si tenta oggi di addossare le colpe dei crimini commessi in nome del comunismo, non più all'ideologia scatenante stessa, ma agli interpreti di turno, come per esempio, a Stalin, a Ceausescu, a Mao, ai feroci khmer rossi cambogiani...
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Il comunismo però, dicono costoro, è un'altra cosa... tentando di proporlo come panacea per i mali del mondo.
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Questa è la loro inaudita faccia tosta, nonostante l'evidenza dei fatti e i miloni di morti prodotti... questo è il loro sistematico modus operandi, che li vede uccidere persone innocenti e poi nascondere l'arma, o incolpare qualcun altro di averlo fatto....
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Ecco perchè dobbiamo tenere alta la guardia, e non permettere che il seme della disinformazione sistematica attecchisca e proliferi, germinando nuove distorsioni dei fatti accaduti, ribaltando le responsabilità, producendo e sostenendo alibi vergognosi.
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Voglio ricordare, a proposito di Romania, e poichè non viene detto da alcun organo di diffusione storica o culturale, il crimine comunista chiamato "Il genocidio delle Anime".

La nefandezza di cui ora darò un breve accenno, si svolse tra il 1949 e il 1952 a Pitesti, in Romania, nel carcere speciale, dove il neonato regime comunista decise di fare piazza pulita degli oppositori, per la maggior parte giovani studenti universitari ( e  quindi per il regime ancora “riprogrammabili” ), sostenitori di Corneliu Codreanu, leader di estrema destra ; dati ufficiali su quanti furono imprigionati non ci sono, ma le stime oscillano tra i mille e i cinquemila.
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Il concetto di base messo in atto era quello della creazione dell’uomo nuovo attraverso l’uso della tortura, costante, giorno e notte, come mezzo per annientare psicologicamente il prigioniero, renderlo docile e quindi totalmente manipolabile.
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Le torture applicate erano talmente agghiaccianti e umilianti che spingevano la vittima a rinnegare il proprio passato, i propri genitori, la propria fede e ad accusare i propri parenti delle peggiori nefandezze e ad autodenunciarsi al direttore della prigione, Eugen Turcanu, per i peggiori crimini ovviamente non commessi.
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I metodi di tortura erano vari.
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I prigionieri venivano picchiati con fruste o cinture, sospesi al soffitto con pesi da 40 chili per giorni consecutivi, venivano rotte loro le dita di mani e piedi, venivano nutriti forzatamente a base di sale senza poter bere, venivano bruciate loro le piante dei piedi, colpiti alle tibie con barre metalliche, costretti a mangiare escrementi a quattro zampe, obbligati a partecipare a torture collettive, indotti a commettere reciprocamente atti di sodomia, schiacciati sotto il peso di altri corpi, immersi a lungo nei loro stessi escrementi, i più religiosi venivano obbligati a ricevere l’eucarestia intingendo il pane nell’urina e via discorrendo.
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L’elenco è ancora lungo e nauseante, immaginate una tortura e state sicuri che a Pitesti veniva applicata.
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Nel 1952 quando cominciarono a circolare le prime notizie su questo esperimento, le autorità decisero di incriminare i responsabili diretti delle torture senza toccare i veri responsabili e ideatori di questa follia.
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Nel 1954 furono fucilati , e per il regime tutto continuò come se nulla fosse successo.
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Chissà se i comunisti italiani si rendono conto della ferocia dei loro cugini dell'est europeo... oppure se ne sono perfettamente consapevoli e quindi complici...
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Chissà... bisognerebbe chiederlo a chi, in Italia, soprattutto a chi ha avuto la bella idea di intitolare vie e piazze del nostro Paese a Stalin o a Lenin...
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Perchè non a Ceausescu ? o a Hitler ?
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Non mi sembra che ci sia molta differenza ... ma il silenzio dei politici al riguardo ( a partire da D'Alema, fino a Bersani ) vale un assenso, una silente approvazione nei riguardi di coloro a cui le vie sono state intitolate...
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provate a pensarci...è semplicemente agghiacciante...
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Come se a Bologna, oppure a Torino, o a Roma, ci fosse Via Adolfo Hitler, oppure via Eichmann, o ancora ...  Piazza Himmler.
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Vi sembra normale ?
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Dissenso

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14 commenti:

  1. Sai, ieri discutevo in un blog anche di comunismo... e una persona mi ha detto "non è mai esistito uno stato comunista". Direi che c'è troppa ottusità non solo dagli intellettualoidi ma anche dai comuni mortali

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  2. Ciao, hai perfettamente ragione...non c'è peggior cieco di chi non vuole vedere...
    Dissenso

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  3. Articolo molto interessante!

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  4. bellissimo questo post, ho sentito brutture ovunque anche di persone provenienti dai paesi dell'est europa. si parla solo si fascismo e antisemitismo ebraico ma mai si parla di ciò che hanno fatto i comunisti in asia o nell'est europa, si fa meglio a nascondere la testa sotto la sabbia o a scuola si arriva a studiare al massimo la prima querra mondiale e molti non sanno nulla di quello che è successo dopo ed è più facile leggere riviste e guardare varietà che approfondire sulla nostra esistenza?.glo

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  5. io che ho vissuto in Romania so cosa sia il comunismo !! evidentemente bisogna vivere in tempi come quelli di Ceausescu per capire

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  6. Bello il post, interessante il tuo blog infatti mi sono appena iscritta tra i tuoi lettori fissi, ciao SILVIA

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  7. Splendido questo articolo apre una finestra inusuale, perché solitamente si viene indirizzati a vedere verso una direzione "condotta", di questo spazio parleremo nella pagina di Facebook della nostra Associazione Ars Faber. Grazie per l'operato divulgativo che porti avanti.
    Ars Faber e i Custodi di Pangea

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  8. Sono sempre stata convinta che destra e sinistra hanno un punto in comune ed è la bestia che affiora in determinate situazioni, soprattutto quando il potere (della propria casta) deve essere consolidato o conquistato.

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  9. Pochi si rendono conto di cosa significhi: Repubblica fondata sul lavoro......
    Ti auguro uno splendido fine settimana

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  10. Ciao Sono Stefania,
    scusami se ti scrivo qui ma volevo avvisarti che per motivi che non dipendono dalla mia volontà, ma da un codice malevolo, ho dovuto spostare "mondo di fragola" su http//nelmaremeraviglioso.blogspot.com.
    lo trovi anche nel mio profilo.
    Spero che continuerai a seguirmi. Purtroppo ho subito una manomissione e il blog non è più riparabile! Grazie comunque per avermi sostenuto sino ad oggi. By Stefy

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  11. Buon giorno Dissenso! Penso che le Siberie i campi di concentramento e altri ancora siano opera di individui mentalmente malati che, non si sa perchè, hanno un carisma e una capacità di aggregare e sottomettere le masse. Non c'entrano le ideologie politiche è sempre una mente malata che distorce tutto. Questa è una capacità tutta umana! Solo con la crescita e la maturità delle masse che questi individui non faranno danni. Speriamo bene!

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  12. ciao , non conoscevo il tuo blog, lo trovo davvero ben scritto mi sa che continuerò a seguirlo :) ho visto che sei passato dal mio , se vuoi visto che hai qualche disegno sparso per il blog puoi anche linkarmi con tanto di immagine in movimento :) a presto

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  13. Anche l'Ungheria aveva le sue Siberie dopo 1949 (l'inizio del sistema del partito unico:comunista) p.es: Recsk, Hortobágy. Secondo me i comunisti italiani non sapevano molto dei fatti degli cugini est europei.
    Un caro saluto

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  14. Purtroppo rosso o nero sono solo colori di finte ideologie, sono la stessa medaglia.
    La crudeltà dei crimini appartiene a gente oscura che non conosce pietà e che non sa nemmeno da che parte sta la fratellanza.
    Brutte pagine di storia che nel mondo continuano ad essere scritte. Ogni paese ha la sua siberia, è vero.

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