lunedì 31 ottobre 2011

LE MINE ANTIUOMO

L'Italia è stata fino ai primi anni Novanta, in modo particolare per mezzo dell'industria "Oto Melara", uno dei principali Paesi produttori di mine terrestri e anti-uomo.
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La produzione di tali mine antiuomo, oggi, in Italia, è stata proibita, a partire dal 1997, anno in cui il nostro Paese si è dotato di una Legge ( la 374 del 29/10/97 ) e in cui ha aderito e firmato il trattato di Ottawa ( del 2/12/97), successivamente ratificato con la legge 106 del 23/04/1999.
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La legge, oltre che definire ampiamente le caratteristiche delle mine antiuomo e di quelle anticarro, ne bandisce la ricerca tecnologica e il trasferimento di brevetti, oltre che sancire severe sanzioni, civili e penali..
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Inoltre, ha abolito ogni regime di segretezza militare o di Stato sulle mine terrestri, ed ha reso obbligatoria la distruzione delle scorte entro cinque anni dall'entrata in vigore della legge. .
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L'Italia, nel 1997, aveva stoccato nei suoi arsenali militari 7 milioni di mine antiuomo.
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Nel gennaio 2003 l'Italia annunciò, come previsto dalla Convenzione di Ottawa, di aver ultimato la distruzione delle scorte delle mine antiuomo.
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Ad oggi, 156 Paesi hanno aderito al Trattato.
Tra i 39 Stati che mancano all’appello ci sono le maggiori potenze militari mondiali, quali Cina, Russia, Stati Uniti, Finlandia, India, Pakistan, Israele, Marocco, Tunisia, Egitto e Libia, anche se a onor del vero, alcuni di questi Paesi “de facto” rispettano gli obblighi del Trattato.
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Dei 50 Paesi che producevano mine nei primi anni '90 solo 14 persistono oggi nella politica di proliferazione di questi ordigni di morte, e cioè :
.Usa, Cuba, Russia, Egitto, Iran, Iraq, Burma, Cina, India, Corea del Nord e del Sud, Pakistan, Singapore e Vietnam.
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Molte terre sono state sminate e restituite ad un uso produttivo, ma rimangono ancora 66 paesi contaminati.
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Tra le maggiori aziende produttrici di mine antiuomo in ambito mondiale vi sono: Singapore Technologies Engineering (di Singapore), le americane Alliant Techsystems, General Dynamics (la produttrice dell'F16), Raytheon , Lockheed Martin, Eads.
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Anche le banche sono presenti e attive, o lo sono state, come finanziatori, in questo turpe mercato.
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Gli Istituti di credito maggiormente implicati sono : AXA, Dexia, Fortis, KBC, e non ultima la ING, famosa per aver introdotto in Italia il famoso “conto arancio”.
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Ciò significa che per ogni centesimo di interesse che potremmo aver maturato in un rapporto bancario con uno di questi Istituti, potrebbe essere intriso del sangue di qualche arto dilaniato a causa dello scoppio di una mina antiuomo, che magari ha colpito dei bambini innocenti.
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Ubi, il 4° gruppo bancario italiano, compra azioni di aziende produttrici di armi, attraverso i fondi comuni venduti ai consumatori, come ad esempio il fondo Ubi Pramerica Portafoglio Aggressivo.
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Nel 2008 il fondo ha investito un milione di euro in armi “controverse” grazie alle partecipazioni in Lockheed Martin (mine antiuomo, cluster e armi nucleari), Bae Systems e Boeing (armi nucleari).
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Un altro insospettabile finanziatore italiano di Bae Systems (produzione di armi nucleari e bombe a grappolo) è stato Intesa San Paolo, tramite il fondo azionario Eurizon Europa nel quale ha investito 8 milioni di euro.
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Gli investimenti maggiori, però, sono di Unicredit, che a Bae Systems ha dato, come investimento, ben 39 milioni di euro.
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L'Italia è stata, in passato, anche una delle maggiori produttrici internazionali delle famigerate mine antiuomo.
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Una delle punte di diamante della sua produzione di morte è stata la realizzazione della “TC6”, un ordigno dal potere distruttivo devastante, una mina antiuomo che ancora oggi continua a mietere vittime nel mondo, costruita e commercializzata dalla Fincantieri e dalla Tecnovar italiana.
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La sua scheda tecnica recita :
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" Sono difficili da individuare e da disinnescare.
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Il metal detector non funziona in quanto non hanno componenti di metallo.
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Rimangono attive per anni.
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In Afghanistan, nella guerra degli integralisti islamici contro la coalizione occidentale, la maggior parte degli ordigni usati sono proprio le mine tc6 modificate, di costruzione italiana.
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Ecco come può accadere, che i nostri combattenti per la pace impegnati in missioni all'estero, siano oggi uccisi da ordigni di fabbricazione italiana.
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Le altre aziende nazionali che hanno interpretato un ruolo dalla responsabilità devastante, come produttori di mine antiuomo, e di cui noi tutti ci dobbiamo vergognare sono :
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la Valsella meccanotecnica spa di Brescia, e la Sei spa (società esplosivi industriali) di Brescia.
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Propongo ora, di seguito, alcuni stralci di articoli relativi al problema delle mine antiuomo, desunti da quotidiani o da altre fonti mediatiche.
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Corriere della Sera
(18 settembre 2009)
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"Il primo dei problemi ancora da risolvere è l' uso persistente di mine da parte dei paesi che non hanno aderito al trattato di Ottawa.
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In cima alla lista nera ci sono India e Pakistan :
.hanno disseminato migliaia di ordigni in Kashmir.
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Lo stesso ha fatto la Russia in Cecenia.
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Una delle questioni maggiori è poi che fra le nazioni che non hanno aderito a Ottawa ci sono presenze "pesanti" come quelle di Cina, Russia e Stati Uniti, tre fra i maggiori produttori mondiali."
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Croce Rossa Internazionale.
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Da un'indagine realizzata in Afghanistan sui feriti delle mine antiuomo si evince che la maggioranza delle vittime delle mine sono civili.
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Solo il 13% dei feriti era costituito da militari.
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Le vittime delle mine erano state colpite per l'8% durante il gioco, per il 20% durante il lavoro nei campi, per il 15% durante i viaggi, per il 4% durante lo sminamento, per il 38% durante attività non militari; il 2% degli intervistati non ha risposto.
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Dal blog : Asini che volano...
19 maggio 2011 - Leonardo Iacobucci
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Innanzitutto ricordiamo una vicenda a caso del nostro glorioso passato:
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migliaia di civili curdi sono morti sulle mine italiane indiscriminatamente “seminate” in Kurdistan dalle truppe irachene.
A denunciarlo e’ l’organizzazione per i diritti umani “Middle East Watch” con un documento basato sulle ispezioni in 15 grandi campi minati nelle regioni di Sulaymania, Dohuk ed Erbil, nel Kurdistan indipendente.
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La devastazione causata dalle mine è attribuibile in parte alla leggerezza dell’Italia ed all’approccio venale con il quale ha esportato le mine”, si legge testualmente nel rapporto che porta il suggestivo titolo “morte nascosta”.
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La maggior parte delle mine, prosegue il documento, sono state vendute in grande quantità agli iracheni dalla “Valsella Meccanotecnica Spa di Brescia”, negli anni 1980-88.
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WikiLeaks
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Per tornare al presente invece, occorre dire che sono italiane molte delle mine che esplodono ogni giorno sotto i blindati Nato, così come sotto i passi dei soldati…italiani compresi.
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Un gigantesco cortocircuito, che emerge dagli oltre 90mila documenti militari Usa, diffusi dal sito di controinformazione WikiLeaks.
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Migliaia sono i rapporti che parlano di Italia, e di questi, centinaia sono i resoconti di pattuglie o unità di artificieri, che parlano di una sola cosa: mine,mine italiane e congegni artigianali ma micidiali, gli Ied («Improvised explosive devices»), fabbricati dai taleban con i nostri stessi ordigni.
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Abbiamo reso un grande servizio all’Afghanistan :
prima imbottito di TC-6 («le Ferrari dell’esplosivo anti-carro», stando agli esperti), poi percorso dai nostri blindati.
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Le strade afghane parlano di Italia a ogni chilometro.
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Morti e crateri inclusi.
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La mina che ha fatto saltare il Lince in Afghanistan (2010), causando la morte di due alpini italiani e il ferimento grave di altri due, è stata costruita in Italia: è una Tc6, della Tecnovar Italiana Spa.
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L'ipocrisia è il fattore concomitante che unisce tutti i paesi che per anni hanno prodotto le mine, e che continuano a immetterle sul mercato militare sia ufficiale che non convenzionale.
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In particolare gli ipocriti sono proprio coloro che quotidianamente sventolano pubblicamente un vessillo di protesta contro le disuguaglianze sociali, o che si agitano sbandierando enfaticamente contro le tirannie, oppure che scendono in piazza contro tutto e tutti.
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Le famose bandiere multicolori della Pace, che si sono viste a migliaia nelle piazze italiane, in occasione di adunate oceaniche organizzate dalle sinistre, a costituire un popolo demagogicamente manipolato e indirizzato, rappresentano in realtà proprio lo stereotipo stesso dell'ipocrisia.
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Mai, infatti si sono svolte manifestazioni compatte, in Italia, organizzate da quella sinistra manipolatrice che guidando masse popolari di scontenti, avrebbero dovuto sfidare le multinazionali della morte, contro le mine antiuomo e le armi in genere.
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In realtà, la sinistra, mentre monopolizzava la simbologia della bandiera della pace, come se questa tematica le appartenesse come appannaggio esclusivo, dimostrava con i fatti che le sue priorità erano altre, coincidenti con la brama di potere e il mantenimento di quelle poltrone a cui erano tanto attaccati.
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Mai è stato fatto uno sciopero della fame contro le mine antiuomo.
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Mai i centri sociali, così determinati nel loro ruolo di depositari della verità, hanno sfasciato i simboli del potere commerciale legato alle armi e alle multinazionali della morte.
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Mai i “girotondini”, si sono impegnati in proposizioni politiche determinate a esprimere una ferma condanna dei mercanti di morte nostrani, nei loro caroselli mediatici dal sapore squisitamente pubblicitario.
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L'Italia è ancora oggi uno dei leader mondiali nel settore produttivo di armamenti.
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Il fattore economico (rilevante) sembra essere il solo aspetto preso in considerazione dai nostri politici.
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L'aspetto etico e quello morale, legati indissolubilmente alle conseguenze di queste produzioni, e cioè ai feriti, ai morti, alle devastazioni, ai lutti, alle famiglie distrutte, sembra non interessare la dirigenza del Paese, che si colloca tra i primi posti in classifica come seminatore di morte.
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Io, per questo, mi vergogno di essere italiano !
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Altro che 150° dell'Italia ... i nostri padri fondatori sarebbero molto delusi se vedessero come siamo caduti in basso !
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Non vedo e non sento proteste di alcun tipo al riguardo.
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Né dagli scranni del centro destra, né dai “paladini della Pace”, né dagli ex comunisti...
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Voglio ricordare a tutti che le mine antiuomo sono il mezzo più subdolo attraverso cui si continuano a sterminare civili innocenti anche dopo che i conflitti sono terminati.
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I bambini sono tra coloro che, all'improvviso, ne subiscono le tragiche conseguenze.
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Mutilazioni orrende, vite rovinate, dolore, morte … questo è quanto vendono le maggiori potenze mondiali, senza che nessuno, Onu compresa, intraprenda iniziative o emani sanzioni !
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Fino a ieri l'Italia vendeva armi a Gheddafi, nel silenzio ipocrita generale.
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Fino a quando lasceremo governare dei politici che non hanno alcun rispetto per la vita umana ?
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Dissenso
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1 commento:

  1. Stessa solfa per Coop e Città Mercato-Auchan in Puglia e Sardegna.
    Le prime sappiamo di chi sono e le altre degli Agnelli casi ad Olbia e Taranto
    tenzona di fuoco negli anni '90 e, che dire della Face Standard in Campania che volevano costruire la Coop? Sempre in Campania di quell'impianto alberghiero a 5 stelle abusivo, passato di mano in mano? Cchisti sinistri, songono comme i tralicci dell'alta tensione con cartello scritto: “ Chi tocca i fili muore ” così per il “Corsera ” Provaci ad acquisirla la Società: avrai guai sindacali e giudiziari!
    Prova a chiedere alla ex Ministro Margherita Boniver e al giornalista Daniele Moro delle migliaia di morti con Gas e mine Italiane della Valsella, ex fabbrica di mine BRESCIA "Valsella meccanotecnica" di Castenedolo che un giorno mi svelarono che per sminarle occorrevano 90 anni visto qualche denuncia agli Agnelli-Borletti proprietari? E che dire delle micidiale bombe a grappolo, le nuove mine antiuomo? La produzione di tali mine antiuomo, oggi, in Italia, è stata proibita, a partire dal 1997, anno in cui il nostro Paese si è dotato di una Legge ( la 374 del 29/10/97 ) e in cui ha aderito e firmato il trattato di Ottawa ( del 2/12/97), successivamente ratificato con la legge 106 del 23/04/1999 Pensate L'export di armi +64% nel 2009, dopo un aumento del 300% nell'anno precedente: l'Italia si conferma leader del settore, spiega Giorgio Beretta, anch'egli curatore del rapporto – c'è Bnl Bnp Paribas seguita da Unicredit Group e Intesa San Paolo, compresi tutti gli altri istituti che dal 2000 al 2009 sono confluiti  in ciascuno di questi tre. I finanziamenti possono avvenire in modi  diversi, talvolta anche sotto forma di fondi offerti ai propri clienti.
    http://vincenzoaliasilcontadino.blogspot.it/2013/09/se-inquina-de-benedetti-nessuno-tocca.html http://vincenzoaliasilcontadino.wordpress.com/2013/09/21/se-inquina-de-benedetti-nessuno-tocca-lazienda-ilgiornale-it-come-per-le-mine/
    Ricerca:
    http://economia.panorama.it/Il-business-piu-redditizio-in-Italia-L-export-di-armi
    http://it.wikipedia.org/wiki/Valsella_Meccanotecnica
    http://archiviostorico.corriere.it/1997/settembre/11/Chiude_Valsella_fabbrica_mine_co_0_97091110185.shtml
    http://www.lettera22.it/showart.php?id=98&rubrica=24

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