sabato 26 maggio 2012

ECHELON

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Echelon è un sistema di sorveglianza e intercettazione satellitare adottato dagli Stati Uniti per il controllo globale delle comunicazioni via e-mail, telefono, fax, e telex.
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La struttura, nel suo insieme, si avvale di installazioni e insediamenti in varie parti del globo, ma la gestione ed il controllo è di pertinenza americana, ed è in particolare sotto la responsabilità della NSA (Agenzia di spionaggio) e del segretissimo NRO statunitense (National Reconnaissance Office).
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I centri di elaborazione dati terrestri si trovano in Gran Bretagna (a Menwith), in Australia (a Pine Gap) e in Giappone (a Honshù), oltre che sull’isola di Ascensione nell’Oceano Atlantico.
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La rete di telecomunicazioni mondiale è tenuta sotto controllo da Echelon per monitorare governi, organizzazioni, aziende, gruppi, ed individui in ogni parte del globo.
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In pratica, qualsiasi comunicazione tra le persone è sottoposta a continua sorveglianza ovunque e in qualsiasi momento nel mondo intero.
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Le varie strutture che nel loro insieme compongono l’ossatura di Echelon, sono differenziate per controllare sia i satelliti di comunicazione che i network, oppure le radio, legando tra loro l’immensa mole di dati, e filtrando tutto ciò che può avere una qualsiasi rilevanza.
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Ciò avviene tramite la ricerca di “parole chiave” precedentemente inserite, che leggono in tempo reale i milioni di messaggi presenti in rete, estrapolando “l’ago nel pagliaio” scelto come target dall’intelligence di Echelon.
E’ oramai di dominio pubblico il fatto che anche Margareth Thatcher si avvalse dell’uso di Echelon, nel 1983.
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La “lady di ferro” inglese, all’epoca Primo Ministro del Regno Unito, chiese la collaborazione del NSA per intercettare le comunicazioni di due suoi ministri, allo scopo di controllarne l’operato.
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Risulta quindi evidente come l’uso spregiudicato di questo “grande orecchio” possa diventare un pericolo per la democrazia.
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Il monitoraggio permanente di “obiettivi” non solo militari, che risultano essere primari a seconda delle diverse circostanze contingenti,  può diventare per chi ne detiene il controllo, un utile mezzo per poter manipolare popolazioni intere, insieme alle loro politiche, sia sociali che economiche.
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Le informazioni commerciali che Echelon filtra attraverso l’analisi dei dati europei sono gestite da un centro situato in Inghilterra, a Menwith, nello Yorkshire, in cui lavorano migliaia di statunitensi e britannici.
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Venticinque enormi globi bianchi, puntati verso il cielo, costituiscono l’apparato ricevitore del flusso di comunicazioni catturati nell’etere e analizzati dai potenti computer della struttura, costituendo il punto di ascolto più efficiente e sofisticato del mondo intero.
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Lo spionaggio industriale e commerciale, che fa parte delle attività del personale anglosassone impiegato nella base echelon, va a tutto vantaggio delle imprese statunitensi, a danno di quelle europee ed asiatiche.
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Parecchi rapporti sono stati presentati finora per chiedere maggiore chiarezza su inquietanti analogie tra presenze americane in Europa, e nella stessa Italia, e il loro coinvolgimento nell’uso di echelon.
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Da un articolo di Gian Antonio Orighi, collaboratore della “Stampa” da Madrid, si evince che l’Unione europea è già stata informata del fatto che la base americana di San Vito dei Normanni, in Puglia (chiusa nel 1994), fu utilizzata fin dal 1964 per le intercettazioni ad alta frequenza, insieme a Inghilterra e Turchia.
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In Italia si trova anche la più grande struttura civile per le telecomunicazioni al mondo : la stazione base Iridium del Fucino.
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La sua posizione strategica permette di “coprire” il continente europeo e le regioni limitrofe e gestisce quindi la fornitura dei servizi IRIDIUM in Belgio, Bosnia Erzegovina, Croazia, Danimarca, Isole Faroe, Francia, Jugoslavia, Liechtenstein, Lussemburgo, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Malta, Monaco, Paesi Bassi, San Marino, Slovenia, Svizzera, Città del Vaticano.
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Come membro dell’Unione europea, come dovrebbe comportarsi IRIDIUM ITALIA nel caso che eventuali intercettazioni venissero chieste alla base del Fucino ?
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I cittadini rischiano di vedere autorizzate le intercettazioni satellitari dei propri dati, in barba al diritto alla privacy ?
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Che differenza ci sarebbe con Echelon ?
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Probabilmente ci dovremo difendere avvalendoci dell’uso della criptazione per le nostre comunicazioni.
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Oggi, in circa una trentina di Paesi si sono sviluppati sistemi simili ad Echelon, allo scopo di contrastare le incessanti violazioni compiute per fini commerciali dagli anglo americani, per mezzo del “grande orecchio” .
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Francia e Germania hanno un sistema attivo su scala internazionale.
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Parigi, in particolare, grazie ai suoi satelliti e le stazioni di ascolto situate nei suoi possedimenti in Nuova Caledonia, a Tahiti, e negli Emirati Arabi Uniti, ha sviluppato una rete capillare denominata ironicamente come “Frenchelon”.
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La Danimarca ha una sua rete di spionaggio elettronico non lontano da Copenaghen e un’altra nel nord del paese a cui vorrebbero fare riferimento anche norvegesi e svedesi.
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Il risultato di tutto ciò, oltre allo spionaggio commerciale e industriale, e all’elaborazione di strategie finanziarie tanto concorrenziali quanto sleali, è che milioni di cittadini incensurati e inconsapevoli, sono schedati elettronicamente.
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Ogni persona ha un suo fascicolo in cui viene documentato tutto ciò che lo riguarda, dalle credenze religiose a quelle politiche, fino alle attività professionali e a quelle ludiche.
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Una vera e propria sorveglianza, a nostra insaputa, che mette e a disposizione degli apparati e dei servizi segreti statali qualsiasi informazione che ci riguardi.
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Intercettare, controllare, catalogare, e archiviare i dati che riguardano la vita delle persone è un vero e proprio abuso, una violazione di quei diritti umani che costituiscono i mattoni su cui poggia la democrazia stessa.
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Il prossimo passo dei “poteri forti” sarà quello di impiantare un micro-chip sotto la pelle di ognuno di noi ?
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Le informazioni desunte dall’ascolto del “grande orecchio” che sono già in possesso di coloro che le gestiscono, rappresentano una vera e propria arma, utilizzata a seconda delle priorità, o nascosta appositamente se necessario.
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Sono certo che molti dei “misteri” non solo italiani troverebbero facile spiegazione se solo gli archivi di Echelon rivelassero quanto nascosto negli archivi dei loro potenti computers.
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Le stragi avvenute nel nostro Paese, come quelle dell’Italicus, di Piazza Fontana, di Brescia, o quella di Ustica, così come i misteri irrisolti legati alle Brigate rosse e nere, hanno sicuramente lasciato tracce nelle inevitabili comunicazioni intercorse tra gli attori dei rispettivi eventi.
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Se fino ad oggi non sono state condivise da Echelon le informazioni estrapolate al riguardo, evidentemente esiste una regia occulta che ne proibisce la divulgazione.
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I servizi segreti, evidentemente, e il Ministero dell’Interno, non hanno interesse a che si arrivi a fare chiarezza sugli aspetti che da decenni sono ancora avvolti da un impenetrabile mistero.
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Viene da chiedersi come mai…
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Forse che si verrebbe altrimenti a scoprire il coinvolgimento stesso dello Stato in strategie politiche dal sapore amaro ?
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Chissà … in questi casi, forse, anche il “grande orecchio” fa finta di non sentire … !
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Dissenso
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venerdì 11 maggio 2012

VITTIME DELL'ODIO COMUNISTA NEL "TRIANGOLO ROSSO"

La locuzione “triangolo della morte” (o “triangolo rosso”), di origine giornalistica, indica un'area del nord Italia in cui alla fine della seconda guerra mondiale, tra il 1945 ed il 1948, si registrò un numero particolarmente elevato di uccisioni a sfondo politico, attribuite a partigiani ed a militanti di formazioni di matrice comunista.
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Il territorio  su cui ha imperversato l’odio comunista, attraverso gli omicidi e le efferatezze compiute da schiere di partigiani assassini e carichi di odio, è compreso tra le città di Bologna, Reggio Emilia, e Ferrara.
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Anche nei territori del nostro comune (Minerbio – BO) e di quelli vicini o adiacenti, la ferocia e l’odio che da sempre contraddistinguono il vorace mostro sanguinario comunista, si sono manifestati con palese evidenza in tutta la loro drammaticità.
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I rancori e le vendette personali, così come, a volte il semplice delirio di onnipotenza dei partigiani comunisti, hanno prodotto un abisso di orrore sui cittadini inermi dei nostri territori, compiendo vere e proprie stragi a guerra già finita.
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Elenco solo alcune delle vittime che sono riuscito a identificare dopo un paziente lavoro di ricerca, e prego chiunque fosse in grado di fornire dettagli o di completarne la stesura di contattarmi.
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Lo scopo non è quello di alimentare l’odio verso coloro che si sono macchiati di tali nefandezze, ma quello di restituire alla verità storica la giusta dimensione della realtà che i comunisti hanno tentato di nascondere per decenni.
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Ho riscontrato infatti grande difficoltà nel riassemblare i frammenti di verità precedentemente nascosti dall’opera sistematica di disinformazione messa in atto dal PCI prima, e dai suoi eredi metamorfizzati in seguito.
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Ad esempio, non è stata data alcuna risonanza, infatti, riguardo al fatto che dal 24 aprile al 5 dicembre 1945 la media dei preti assassinati dai comunisti nell’arcidiocesi di Bologna sia stata di un martire al mese.
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Nonostante il processo di revisione storica innescato dal crollo del comunismo mondiale, dopo la caduta del “Muro di Berlino”, pochissimo è stato scritto su queste vittime, a cui non è stata dedicata nemmeno una via o una piazza.
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Ecco quindi alcuni dei nominativi delle vittime dimenticate, che in concomitanza dell’anniversario del 25 Aprile è giusto e doveroso ricordare.
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Onoriamo citandoli, il loro estremo sacrificio, insieme a tutti coloro che non sono qui elencati, abbracciandoli idealmente.
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Isacco Mantovani di Pietro, nato a Baricella 26/08/1903.
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Fu trovata la salma in una fossa comune a Marrana (FE) il 23/05/1945.
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Da un primo esame del corpo risultò evidente che era stato torturato.
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Don Corrado Bortolini, nato a Minerbio il 27/08/1892, ex parroco di Santa Maria in Duno (Bentivoglio).
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Il I° marzo 1945 i partigiani irruppero nella canonica, e dopo aver rubato orologi, scarpe, stoffe, portafogli, e un prosciutto, sequestrarono lui ed il fratello Ettore.
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Secondo la testimonianza di Don Silvano Stanzani, Don Corrado fu evirato da una donna partigiana, in pubblico, poi fu trascinato con un camioncino per oltre un chilometro, e infine fu impiccato ad un albero.
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La salma non è mai stata ritrovata.
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Voglio citare l’eccidio di Argelato, compiuto dai partigiani comunisti a guerra finita, tra l’8 e l’11 maggio 1945, in cui furono torturate, seviziate e uccise 17 persone tra cui i 7 fratelli Govoni, sequestrati a Pieve di Cento e la famiglia Costa di San Pietro in Casale.
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Più belve delle belve,i partigiani della "2 Brigata Paolo" infierirono con una crudeltà ed un sadismo veramente inconcepibili su ogni prigioniero, a colpi di roncole, per poi strangolarli ad uno ad uno.
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Alcuni anni dopo, nel 1949, Caterina Govoni, la mamma dei fratelli, allora 80 enne, si imbattè in un partigiano del luogo, tale Filippo Lanzoni, che si era vantato di saperla lunga a proposito del massacro, e gli chiese quindi, supplicandolo, di rivelarle dove fossero sepolti i suoi figlioli.
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Il Lanzoni, "eroico partigiano", le rispose testualmente :
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Vuoi trovarli ?  Ti procuri un cane da tartufi.”
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Non contento le aizzò contro due donne comuniste, che si lanciarono su di lei e la picchiarono a sangue.
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Devo segnalare inoltre quanto accaduto alcuni giorni fa a Pieve di Cento, in occasione del 67° anniversario della morte proprio dei fratelli Govoni.
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La famiglia aveva fatto affiggere dei manifesti commemorativi, ma la memoria di questi martiri è stata infangata e vilipesa da qualche anonimo comunista, che ha imbrattato i manifesti stessi, vergandoli con offese e lasciando come firma una stella a cinque punte e la solita falce e martello.
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Ciò sta ad indicare che l’odio comunista non si è ancora sopito ma anzi, dopo tanti anni, riemerge con accanimento feroce.
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Il Sindaco del paese minimizza il fatto e la sua enorme gravità, collocandolo tra gli innumerevoli altri episodi di imbrattamento di muri avvenuti sul territorio.
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La colpevole superficialità del Primo Cittadino la dice lunga sui reali sentimenti covati dai seguaci della falce e martello …
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Vorrei anche stigmatizzare la palese vigliaccheria degli autori del fatto, che non hanno neanche avuto il coraggio di manifestarsi apertamente, nascondendosi dietro l’anonimato e la loro stessa codardia tipicamente comunista.
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Il 5 febbraio 1951 in un fondo della tenuta Talon località Quattro Portoni a S.Giacomo di Argelato viene scoperta una fossa comune contenente i resti privi di indumenti, della famiglia Costa di S.Pietro in Casale (Sisto, la moglie Adelaide Taddia, il figlio Vincenzo, e la cognata Laura Emiliani.)
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Pare che gli uccisi dopo il 21 aprile 1945 nel bolognese ammontino a 773 di cui 334 civili fra cui 42 donne.
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Dai martirologi stilati successivamente dagli storici desumiamo il numero delle vittime scaturito dalla violenza dei partigiani comunisti nelle nostre zone.
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Le cifre parlano di 112 vittime nella zona di Pieve di Cento (il paese dei Covoni), mentre solo a Pieve i giustiziati furono 38.
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A San Matteo della Decima i partigiani ammazzarono 17 persone, mentre a San Giorgio di Piano le vittime furono 14.
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Il macabro rituale interpretato dai partigiani ricalcava sempre il medesimo modus operandi : una ferocia assassina con la quale i criminali comunisti si accanivano sui corpi delle vittime, arrivando anche a seppellire vivi i malcapitati, oppure sventrando le donne incinte, dopo averle stuprate e amputate sadicamente.
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La vigliaccheria comunista si è poi palesata anche a causa dell’intervento di Togliatti, che grazie alla sua posizione di Ministro della Giustizia, stabilì l'amnistia per tutti i delitti commessi in azioni configurabili, anche dopo il 25 aprile, come militari.
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La tendenza della Magistratura, nel giudicare i responsabili degli eccidi partigiani, andò quindi in questa direzione, amnistiando i feroci assassini comunisti, lordi del sangue di centinaia di vittime innocenti.
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Le belve comuniste assetate di odio (i partigiani), torturarono, seviziarono, stuprarono, rubarono, e uccisero, con la complicità quindi di colui per il quale avrebbero poi coniato il termine di : “Il Migliore”.
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Ancora una volta emerge dai risvolti di una delle pagine di Storia più tristi dell’Italia il coinvolgimento e la responsabilità del criminale Togliatti, artefice di nefandezze storicamente comprovate, e idolo ancora oggi dei nostalgici comunisti e dei loro seguaci metanorfizzati.
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Il subdolo tentativo di mistificare la realtà, occultandola, tacendola, e dando spazio a giustificazioni  parossistiche di una violenza fuori controllo, ha trovato terreno fertile nell’accondiscendenza che per troppi anni ha imperato nel substrato intellettuale creato ed alimentato ad arte dai comunisti italiani.
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In questa ottica, la ricorrenza del 25 aprile, assume un significato ben diverso da quello propostoci dagli eredi di Togliatti, enfatizzato e stigmatizzato dalla riproposizione ciclica e nauseante delle note di "Bella Ciao".
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Il significato auspicabile non è dissimile da quello che dovrebbe assumere la ricorrenza, nell’ipotesi di assunzione di responsabilità e di colpa che i comunisti dovrebbero fare propria in tale contesto.
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Occorre  che ci sia, da parte degli eredi del “Migliore”, una presa di coscienza del sangue innocente versato, un ripudio dell’odio dimostrato dai comunisti verso le vittime innocenti, e il distacco da uno stereotipo che caratterizza la simbiosi tra il sangue e la bandiera rossa.
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Il comunismo, mostro vorace che si è nutrito del sangue anche dei suoi stessi figli, come ci insegna la Storia, deve una volta per tutte chiedere scusa, e riconoscere la nefandezza e la perniciosità del suo operato.
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Ma ciò metterebbe in discussione l’essenza stessa della dottrina di Marx, a cui loro guardano trasognati…
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Dissenso
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martedì 8 maggio 2012

SETE DI POTERE

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La sete di potere è la droga più potente e devastante con cui il genere umano, da sempre, ha avuto a che fare.
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Intere generazioni di persone, durante il corso della Storia, sono state condizionate dall’operato di individui che, per rincorrere il sogno della gestione di un potere assoluto, hanno modificato assetti e strutture di intere civiltà, spesso ricorrendo all’uso della forza.
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Andando a ritroso nel tempo, si possono facilmente individuare le tappe attraverso cui l’umanità ha dovuto fare i conti con tiranni, despoti, imperatori, eserciti, e guerre.
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Il potere vive in simbiosi con la ricchezza, e non può essere disgiunto dalle prerogative che l’opulenza offre a chi ne può godere.
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Con il denaro si comprano e si pagano interi eserciti, sicari prezzolati, politici, amici, e nemici.
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La sete di denaro va quindi a braccetto con l’ambiziosa ricerca di dominazione sociale, e poco importa se i popoli e gli interessi dei cittadini ( sia economici che sociali, culturali o affettivi ) vengono calpestati e sopraffatti dal mostro vorace che tenta di fagocitarli.
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I personaggi che nel corso dei secoli si sono succeduti nel ruolo di grandi manipolatori della vita umana, appartengono ad una categoria  che potremmo definire autoreferenziale, paga di soddisfare, cioè, il proprio smisurato e intrinseco bisogno di potere.
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Gli imperatori, i re, i dittatori, i regimi assolutisti, le guerre di conquista, le stesse ideologie, così come i fermenti pulsori di rinnovamento delle società, fanno parte di un universo che richiama alla memoria l’antropica e mai sopita esigenza dell’uomo di emergere sopra i suoi simili.
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Al giorno d’oggi, nella civiltà moderna, sono emerse alcune varianti, quali la diffusione delle informazioni e internet, oppure la globalizzazione dei sentimenti universali, che rallentano la corsa cruenta di coloro che vorrebbero sfruttare l’entropia del ciclo evolutivo per calarsi in un ruolo sintropicamente dittatoriale.
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Le varie Logge massoniche e i cosiddetti “poteri forti”, spesso coincidenti, fanno ricorso oggi a speculazioni economiche in grado di mettere in gioco intere economie nazionali.
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E’ necessario quindi, da parte nostra, che l’analisi delle problematiche inerenti ai tentativi di monopolizzare i mercati internazionali, messi in atto dalle Banche  e dai detentori del potere finanziario, si avvalga di una intransigenza intellettuale che travalichi la normale conoscenza oggettiva delle logiche sperequative, allargando l’orizzonte di indagine fino alla riconsiderazione di scenari drammatici e nefasti.
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Il clamore suscitato da Daniel Estulin, con l’edizione di “Il Club Bilderberg”, deve risuonare come un campanello d’allarme per tutti noi, poiché rappresenta l’essenza stessa delle considerazioni fatte fino ad ora sui poteri forti e su coloro che detengono il dominio economico, così come sui grandi burattinai che vorrebbero costituire un “Governo Unico Mondiale
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Mai, come in riferimento alle grandi logge massoniche, diventa attuale la famosa frase detta da Charles-Maurice de Talleyrand e ripresa poi dal Senatore Giulio Andreotti :
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Il potere logora chi non ce l’ha.
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La crisi che oggi attanaglia l’Italia, l’Europa, e non solo, è il frutto di architetture di cui noi, miseri mortali, percepiamo solo l’effetto finale, quello distruttivo e drammatico.
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Il numero delle famiglie ridotte sul lastrico aumenta a dismisura, mentre le file di coloro che per mangiare si incolonnano davanti agli sportelli della “Caritas”, appaiono come spettri di una realtà surreale, ma purtroppo drammaticamente vera.
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Il denaro non scompare, così come le risorse economiche disponibili, ma semplicemente passa di mano, in un gioco perverso in cui gli attori principali sono le marionette che operano in borsa, manipolate come burattini da coloro che tirano i fili.
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Il benessere si trasforma : da una parte, quella delle famiglie, prende le sembianze di un futuro aleatorio ed incerto, dominato dall’incubo della sopravvivenza, mentre dall’altra, quella dei banchieri, assume le forme di un opulento maiale all’ingrasso, mai sazio, e avidamente proteso ad arraffare tutto ciò che si è reso disponibile.
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Con il denaro si realizza il naturale e simbiotico parallelismo a cui questo fa riferimento : il potere.
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Quando si verificano l’unione e la fusione del denaro con il potere, l’esistenza stessa di coloro che ne detengono la proprietà ed il controllo diviene a volte parossistica, divinatoria, e deflagra in impeti anche irrazionali di vera apoteosi.
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Ecco che, allora, appaiono le emanazioni estrinseche del potere stesso, sotto forma di autocratiche logge massoniche, piuttosto che di società multinazionali plurimiliardarie, o di formazioni economiche parassitarie che sottraggono linfa vitale ai Governi nazionali, condizionandone l’esistenza stessa.
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Nelle cosiddette civiltà occidentali le guerre sono state sostituite dalle strategie economiche, ugualmente devastanti quando finalizzate all’indebolimento finanziario dell’obiettivo.
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Le Borse internazionali possono deviare flussi imponenti di risorse economiche, privilegiando o vanificando gli sforzi di milioni di risparmiatori, e obbligare interi gruppi finanziari a cedere il passo di fronte alla smisurata potenza di attacco dei super magnati mondiali.
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La sudditanza, per poter sopravvivere, è l’esito obbligatorio, imposto da chi ha interesse a dirigere il gioco, e indirizzato verso i nuovi schiavi, siano essi singoli cittadini o interi Stati nazionali.
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La sete di potere si autoalimenta in eterno, ciclicamente, metamorfizzando le modalità con cui i potenti stessi ne governano i flussi, e convergendone gli esiti verso la realizzazione di un proprio piano predefinito.
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Questo è esattamente ciò che fanno i gruppi massonici, i gruppi finanziari, e i gruppi politici, sulla pelle di quei cittadini ignari che assistono passivamente al loro stesso annichilimento.
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L’Europa sembra essere in balia di un disegno che poco si discosta da questa analisi, e appare come percorsa da fremiti che precorrono una lenta ma inesorabile agonia…
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Si avvicina forse la fine dell’Europa, intesa come organismo plurisocietario e multirazziale ?
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Si prefigura la perdita dei singoli valori culturali e tradizionali, sostituiti da nuovi impeti vitali provenienti da altre civiltà, quali quella cinese ?
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Cosa ci riserva il futuro ?
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Chissà, forse i membri del Bilderberg, tra cui Prodi e Monti, potrebbero rispondere a questo dilemma…
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Dissenso
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