domenica 14 giugno 2015

BILDERBERG 2015


Già da alcuni anni mi occupo di seguire , per quanto possibile, tutto ciò che riguarda il Club Bilderberg, la più esclusiva organizzazione di Potenti della Terra, che periodicamente si riunisce in assoluto segreto per stabilire le strategie con cui manipolare l'intero pianeta.
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I nomi altisonanti di Capi di Governo e di Re o Regine, così come quelli di banchieri, manager di multinazionali e personaggi di rilievo del panorama politico-economico mondiale, spiccano nella lista dei 130/140 invitati del gruppo Bilderberg.
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A questo proposito rimando chi legge a due miei precedenti articoli, che trattano proprio dei grandi poteri economici che hanno dato origine al monopolio finanziario mondiale da parte delle famiglie che ancora oggi lo detengono.
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Ieri alla pagina 23, del giornale "Il Resto del Carlino" è apparso il seguente articolo, che riporto integralmente :
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Bilderberg, il ritorno del club segreto. I potenti decidono anche le sorti greche.
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di Elena Comelli - MILANO 
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Mentre le trattative ufficiali tra il governo di Atene e i creditori stanno diventando una burla, i destini della Grecia si decidono altrove ; sulle Alpi del Tirolo, forse, dove ieri è cominciato il summit del gruppo Bilderberg, che ogni anno riunisce i grandi manovratori dell'economia e della politica mondiale in qualche remoto hotel di lusso, normalmente in Europa e una volta ogni quattro anni negli Usa o in Canada.
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Quest'anno a Buchen, non lontano da Innsbruck, sono presenti ben 140 economisti, banchieri e politici da 22 Paesi, fra cui anche il numero uno dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, l'ex Presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso, il Primo Ministro olandese Mark Rutte, quello belga Charles Michel, il presidente austriaco Heinz Fischer e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. 
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Le riunioni, inaugurate nel 1954 dal banchiere David Rockefeller all'Hotel de Bilderberg a Oosterbeek, nel Paesi Bassi, vengono convocate per inviti e di norma non riuniscono più di 130-140 partecipanti, contrariamente al World Economic Forum di Davos, che ormai ha preso dimensioni gigantesche.
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Quest'anno, tra i manager saltano all'occhio i nomi di Michael O'Leary di Ryanair, Ana Botin di Santander, il chairman di Goldman Sachs Peter Sutherland e Paul Achleitner, presidente del consiglio di supervisione di Deutsche Bank.
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Tra i banchieri centrali c'è Benoit Coeurè.
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Non mancano esponenti di famiglie reali e grandi vecchi della politica americana, come l'ex regina Beatrice d'Olanda - figlia di uno dei promotori del gruppo, il principe Bernhard van Lippe-Biesterfeld - e Henry Kissinger.
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Fra gli italiani sono presenti l'ex premier Mario Monti e l'ex numero uno di telecom Italia Franco Bernabè, oltre al presidente di Fca John Elkann, la giornalista Lilli Gruber e il numero uno di Techint Gianfelice Rocca.
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Il Club "segreto", i cui dibattiti si svolgono sempre a porte chiuse, raccoglie più potenti del G7 o del G20, per confrontarsi senza alcun vincolo di programmi predeterminati.
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Si sa però, che si parlerà di intelligenza artificiale, di sicurezza informatica, di armi chimiche, di Grecia e crisi economiche, di strategia europea, globalizzazione, Iran, Medio Oriente, Nato, Russia, terrorismo, del Regno Unito alle prese con una possibile uscita dall'Ue e delle elezioni presidenziali negli Usa.
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L'assoluto riserbo, che scatena le fantasie dei complottisti, è probabilmente l'unico modo per trattare i temi più caldi, come la crisi greca, a viso aperto e forse anche per trovare quei compromessi che mancano alla trattativa ufficiale.
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Personalmente credo che i partecipanti alla riunione del Bilderberg rappresentino la base di una piramide, i cui vertici sono ancora sconosciuti ufficialmente, anche se è presumibile e scontato individuarne i tratti distintivi nello smisurato potere economico che detengono.
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La base di tale piramide, probabilmente, costituisce lo strumento operativo attraverso cui vengono manipolati interessi economici di proporzioni planetarie, saldamente nella mani d poche famiglie, come i Rotschild o i Rockefeller.
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La segretezza e il riserbo con cui il Bilderberg opera, sono caratteristiche tipiche delle organizzazioni che operano a fine di lucro, necessarie per poter manipolare ogni settore della società in cui queste sono inserite.
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Le massonerie mondiali, non a caso, hanno sempre fatto della segretezza una sorta di caposaldo distintivo e caratteristico, così come le mafie e le organizzazioni criminali.
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I sistemi operativi adottati nella strategia di ricerca del potere, prodromico al dominio economico e finanziario, non sono sempre limpidi e cristallini, ma anzi seguono spesso direttrici e percorsi che calpestano le democrazie nazionale  le volontà popolari.
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Gli episodi attraverso cui la speculazione finanziaria dei banchieri internazionali ha tratto benefici sulla pelle delle singole persone, e in ultima analisi su intere fasce di popolazione, rappresentano tanti anelli di una unica catena delinquenziale che lega tra loro i protagonisti coinvolti.
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Alcuni esempi ? 
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Il crack programmato della Monte Paschi di Siena (dietro cui c'erano le colpevoli e fraudolente collusioni col potere politico : il PD).
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L'introduzione dell'Euro nelle economie nazionali, che ha prodotto finora solo crisi e miseria, a totale ed esclusivo vantaggio dei gruppi bancari internazionali.
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Andando indietro nel tempo mi viene da pensare al "caso" Calvi, e alle implicazioni della Santa Sede e dello IOR nella vicenda.
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Mille altri "episodi", se analizzati in un contesto più generale, possono dimostrare l'evidenza di una strategia che tende alla monopolizzazione del potere economico, passando attraverso un processo di massificazione dei popoli, la privazione e il livellamento delle identità nazionali e delle loro prerogative monetarie ed economiche (da qui la nascita dell'euro) , e lo strangolamento di ogni anelito di dissenso verso tutto ciò.
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I trattati europei che sono stati stipulati (Maastricht, Schengen, MES, l'Atto Unico, Lisbona, ecc) ci privano del potere decisionale annullandoci come Nazione, in un'ottica che prevede di raggiungere un Nuovo Ordine Mondiale, nel quel saremo sudditi subordinati.
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Il potere e il monopolio totale sui popoli e sulle risorse disponibili, rappresentano l'ambita meta dei gruppi finanziari che operano per il suo raggiungimento.
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Ogni settore della nostra vita è impregnato dalle contaminazioni nefaste di questo piano criminale.
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Prendiamo il caso degli OGM..
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Non tutti sanno che le sementi OGM di cui gli agricoltori fanno uso producono un raccolto
i cui semi sono sterili.
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Tradizionalmente una parte del raccolto (non OGM) veniva utilizzato per la semina del raccolto successivo.
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Con gli OGM invece, ogni anno è necessario ricomprare le sementi, per cui l'agricoltore viene assoggettato al mercato delle multinazionali del settore, costituenti uno degli anelli del monopolio economico.
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Nel frattempo le stesse multinazionali stanno costituendo delle vere e proprie banche del seme, come quella situata sull'isola norvegese di Spitsbergen, al largo delle coste norvegesi, nell'arcipelago artico delle Svalbardin cui si stanno raccogliendo tutti i campioni della biodiversità mondiale.
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Quando gli OGM avranno reso sterile il pianeta, gli unici semi disponibili saranno quelli campionati in queste strutture, e il potere di chi potrà gestire tutto ciò sarà a dir poco devastante per l'intero pianeta.
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Mille altri esempi ci portano verso ciò che sembra essere lo scopo ultimo proprio di organizzazioni come il Bilderberg : il Nuovo Ordine Mondiale.
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Nessuno, naturalmente, ne parla...
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Telegiornale, radio, carta stampata, sembrano tutti ignorare il fenomeno....
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Questa mancanza di informazione fa parte di un piano ?
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Probabilmente si, poichè i media costituiscono uno strumento fondamentale per poter attuare la manipolazione delle coscienze, e per poter indirizzare le masse nella maniera desiderata.
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E' triste considerare che, davanti a tutto ciò, e di fronte alla devastante crisi economica che ci sta attanagliando, probabilmente proprio per effetto delle strategie dei gruppi finanziari che cercano il potere globale, molte persone sono comunque felici e appagate solo perchè la loro squadra di calcio ha vinto una partita.
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Le fabbriche si svuotano, e i posti di lavoro calano, mentre parallelamente gli stadi di calcio sono strapieni e super affollati...
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Chissà, forse siamo un popolo di masochisti...
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Dissenso
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domenica 7 giugno 2015

CRIMINALE COMUNISTA : ENVER HALIL HOXHA

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Enver Halil Hoxha
In tutte le Nazioni governate dal comunismo, sia oggi che in passato, si riscontra una peculiarità comune che le caratterizza.
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L’aspetto distintivo è quello secondo cui la popolazione di questi Paesi non ha deciso di volere i comunisti al potere, ma vi è stato da questi costretto con la forza.
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Uno degli Stati che non si è discostato da questo assioma è l’Albania, in cui dal 1941 fino al 1985 la dittatura comunista strangolò il popolo albanese in una morsa di terrore e di ferocia, sotto il comando di Enver Halil Hoxha.
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Questo personaggio fu sempre un convinto marxista, sostenitore di Stalin, fin dai tempi della sua giovinezza, in cui fu mandato a Mosca a studiare nell’Istituto Marx-Engels.
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A quell’epoca incontrò anche il dittatore sovietico, insieme a Molotov, e in tale occasione promise loro che avrebbe unificato i circoli marxisti albanesi in un unico Partito Comunista, mantenendo poi l’intento espresso.
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Da una delle frasi che gli furono attribuite nella stesura della sua biografia, si evince il tratto fondamentale del suo modus operandi :
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Stalin ed Hoxha

Sino ad ora nessun popolo, nessun proletariato, nessun partito comunista od operaio si è impadronito del potere senza spargimento di sangue e senza violenza”.

In effetti l’Albania di Enver Hoxha è stata una “replica” del terrore rosso sovietico, grazie alla complicità della struttura portante su cui essa si fondava, la polizia segreta, la famigerata “Sigurimi”.
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L’apparato poliziesco del dittatore ha mandò a morte decine di migliaia di oppositori politici, di borghesi, di religiosi, e di intellettuali,  mentre più di 400 mila albanesi furono internati in lager definiti campi di lavoro.
Il clima di estremo terrore che impregnava le fondamenta della società albanese, indusse vasti strati sociali a collaborare con la polizia segreta, creando una fittissima rete di spie che si insinuava nelle famiglie stesse, nelle amicizie e nei rapporti interpersonali tra le persone.
La denuncia del coniuge, o dell’amico, o di un conoscente, erano il mezzo abituale con cui la persona terrorizzata tentava di scampare alla deportazione, accusando prima di essere accusato, in un delirante “mors tua vita mea”.
 La Sigurimi non ebbe nulla da invidiare alla NKVD, o al KGB, in quanto a crudeltà, e come loro, fece della tortura uno dei metodi abituali con cui assoggettare le vittime.
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I campi di lavoro che furono instaurati per lo sterminio degli oppositori politici sorsero volutamente in zone paludose e malsane, e divennero aziende agricole finalizzate allo sterminio programmato.
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L’eliminazione fisica divenne sistematicamente prodromica al controllo totale e dispotico dell’intera Albania da parte di Hoxha, in ottemperanza al modus operandi staliniano e comunista.
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La mente malata del dittatore fu affascinata anche da un altro tipo di comunismo, egualmente distruttivo, e cioè quello cinese.
Ispirato dalla “Rivoluzione culturale” maoista (uno dei più grandi crimini contro l’umanità che il comunismo abbia mai prodotto),  Hoxha proclamò in Albania l’ateismo di Stato, proibendo ogni manifestazione di appartenenza a qualsiasi religione, e punendola con la reclusione fino a 10 anni di prigione.
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Esecuzioni sommarie
nella Cina di Mao
Furono confiscate chiese, moschee, monasteri, e sinagoghe e si arrivò a modificare i nomi di tutti i villaggi che erano precedentemente chiamati con nomi di Santi.
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I danni incalcolabili prodotti dalla rivoluzione di Mao in Cina,  trasportarono il Paese indietro di centinaia di anni, azzerando le conquiste culturali, artistiche e intellettuali, in una sorta di buco nero brutale e orrendo in cui il sangue e la violenza comunista sguazzavano impunemente, mentre in Albania tutto ciò veniva preso ad esempio.
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Durante il regime comunista di Hoxha un albanese su tre fu interrogato dagli aguzzini della Sigurimi o trascorse qualche anno nei campi di prigionia creati dal dittatore, e grazie all’adozione di politiche vicine al “modello cinese” l’Albania conobbe tre grandi ondate repressive rivolte contro il mondo intellettuale.
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Hoxha seguì un percorso politico che lo portò a distaccarsi prima dal comunismo Jugoslavo di Tito, che voleva inglobare l’Albania nella sfera di egemonia slava, poi da quello cinese, in seguito alla morte di Mao, e poi anche da quello sovietico, dopo aver criticato Kruscev per il suo revisionismo storico contro Stalin, di cui il dittatore albanese rimase sempre un fervido ammiratore.
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Il Paese divenne il più povero d’Europa tra quelli appartenenti al blocco comunista mentre vasti strati della popolazione vivevano al di sotto della soglia minima della sopravvivenza stessa, in situazioni di gravissima carenza sanitaria.
Voglio proporre un commovente brano, scritto dal Padre gesuita Giuseppe Patti, nel 1993, a riguardo della sua detenzione nel carcere comunista di Scutari :
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SANGUE A SCUTARI
Fossa comune di vittime del
comunismo trovata nel 2010
vicino a Tirana
Veramente, Signore, sei stato qui, con noi, e ci hai chiesto di assumere nella nostra carne il peccato dei fratelli.
Siamo stati battuti, ci hanno messo le uova bollenti sotto le ascelle e così ci hanno legato fino alla scottatura delle ossa ;
ci hanno lasciati nudi per mesi ;
e nudi, legati agli alberi del giardino del convento, nel nostro gelido inverno.
Per giorni e giorni hanno tenuto immobili le nostre figlie legate alle ringhiere, e la notte le hanno tenute impiccate per i polsi.
Hanno scaricato tanti e tanti volts (energia elettrica) tra le nostre orecchie e tanti di noi siamo morti così.
Hanno piantato nei nostri inguini le punte arroventate dei fucili ;
hanno denudato in pubblico i nostri sacerdoti ;
hanno chiuso in un sacco una nostra figlia nuda, assieme ad un gatto inferocito, e poi hanno picchiato e picchiato, finché tutto è diventato un unico grumo di sangue.
Ci hanno tenuti per giorni e giorni rannicchiati nel gabinetto puzzolente del sottoscala, nel tormento fisico e nell’imbarazzo morale.
Mons. Frano Gjini,
vittima di Enver Hoxha
Per dormire ci hanno accatastato in una striscia di cemento di soli trentanove centimetri ;
hanno bagnato continuamente le nostre topaie d’isolamento, perché non potessimo distenderci ;
hanno tagliuzzato la carne delle nostre cosce e hanno riempito le ferite di sale ;
hanno messo le nostre figlie nella stessa cella di maschi, e una ragazza nella stessa cella di un frate.
Hanno distrutto Maria, lasciandola imputridire digiuna tra cenci sempre appositamente inzuppati :
un amore di ragazza, a ventisei anni! Hanno frantumato i nostri denti a calci e pugni ;
hanno pestato le nostre dita finché le nostre unghia annerite cadessero nel dolore.
Hanno fatto brulicare i parassiti nella nostra carne :
pulci, cimici e pidocchi :
Don Lazer Shantoja, torturato
e  ucciso dal comunismo
quanti !
Poi ci hanno disinfestato gli ambienti coprendoci d’insetticidi per tre giorni…
Ci hanno appeso per i piedi come animali macellati.
Albania insanguinata !
Abbiamo marcito nei canali che abbiamo costruito da forzati,  e tanti e tanti di noi siamo morti nel fango.
Hanno scavato i nostri volti e i nostri corpi :
non c’è più bellezza né vigore in noi.
Come vermi, e non uomini, abbiamo brulicato tra i minerali, sotto terra…
Ci hanno costretto ad essere fedifraghi ;
ci hanno costretto a fare la spia ai fratelli ;
hanno carpito ai nostri bambini un qualunque segno di Fede per poterci imprigionare ;
sotto tortura ci hanno ingiunto di affermare il falso e di tradire i fratelli…
Ci hanno tolto pure le lacrime per i nostri fratelli che hanno assassinato, pena la prigione.
Ci hanno rubato la creatività, l’iniziativa, la cultura ;
gli stessi nostri preti sono rimasti vuoti, stranamente poveri…
I fortunati di noi hanno potuto gridare “Viva Cristo Re !” davanti al plotone d’esecuzione dietro il muro del cimitero cattolico, e ora là c’è il platano che testimonia, perché le nostre fosse non le hanno fatto profonde :
i cani sono venuti a grattare sulle nostre salme, e quindici anni dopo, la calce viva ha bruciato, ha bruciato…
Padre Gìovanni Fausti,
gesuita torturato e ucciso
Albania insanguinata…!
La nostra Fede, però, no, non l’hanno potuto toccare !
Ed è rimasta come fiaccola nell’eclisse della ragione, dell’umanesimo, dei valori, dove tutto il resto è andato distrutto.
Se avessero potuto, avrebbero sradicato anche le nostre anime !
Ma questo, no, non l’hanno potuto fare.
Noi abbiamo affidato a te, Signore, cos’è avanzato delle nostre anime, a Te abbiamo affidato cos’è avanzato dei nostri corpi ;
e ognuno di noi ora aspetta da Te di rifiorire di carne gloriosa.
Signore, che non sia l’odio adesso a vanificare la nostra Fede !
Non permettere che ora siano le nostre anime a morire…
Veramente, Signore, sei stato qui, con noi, e ci hai chiesto di assumere nella nostra carne il peccato dei fratelli.
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Scutari, 6 luglio 1993
Padre Giuseppe Patti S.I.
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I cinquant’anni di dispotismo comunista hanno portato il Paese verso un pericolo che va oltre la liberazione dal regime di Hoxha, e cioè la possibilità di cadere in un baratro, relegando l’Albania in un abisso in cui regna sovrana la barbarie.
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Durante il comunismo il popolo è stato soggiogato e privato di quella “vita sociale” ed economica di cui se ne permetteva uno pseudo funzionamento solo con il sistema repressivo e poliziesco.
Dopo il crollo della dittatura, la mancanza delle istituzioni intese nel senso democratico e occidentale, in cui esiste cioè una forma di interazione e valenza tra Stato e popolazione, ha permesso il proliferare di mafie creando un sistema in cui la forza bruta e la corruzione sono gli elementi fondanti di un nuovo tipo di società esente da dittatura.
Paradossalmente quindi i crimini contro l’umanità da parte del comunismo proseguono anche dopo la caduta del regime con cui questo si era affermato, in seguito al fatto che la dittatura ha privato un intero popolo della capacità di auto determinarsi a breve termine, e di poter gestire la conquistata democrazia.
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E’ come se una ferita infetta e colma di pus, tenuta per lungo tempo gonfia e purulenta, stesse ora scoppiando liberando il carico di infezione raggiunto….
Questo è il comunismo nella sua essenza…
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Dissenso
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