.
L’Ucraina ha conquistato la sua indipendenza grazie al referendum del
1991 in cui la stragrande maggioranza del popolo (90,32 %) si è espressa a
favore, appunto, dell’indipendenza.
.
Il paradosso storico
che lega Ucraina e Russia è dato dal fatto che proprio nel territorio di Kiev nacque la Russia.
.
Le cronache relative a quei territori risalgono al IX
secolo d.c. :
.
“Queste sono le
genti slave che vi abitano :
.
i Poljani, i Drevljani, gli slavi di Polozk, i
Dregovici, i Severiani, quelli del Bug, i Volyniani e i Novgorodesi”.
.
La leggenda dice che
quattro fratelli (tre maschi e una femmina), appartenenti alla tribù slava dei
Poliani, fondarono una città e le diedero il nome di Kyiv, dal nome del
maggiore :
.
Kiy (gli altri due si chiamavano Shcheck e Khoryv, mentre la sorella
si chiamava Lybid).
.
Alcune popolazioni del Nord, in particolare i Normanni,
gli Svien, i Finni, gli Angleni, i Goti, si insediarono in quei territori,
occupando il capolugo della regione del Dnieper, Kiev.
.
Questi uomini del Nord si fusero con la polazione slava,
prendendo il nome di “Variaghi” (termine bizantino) e “Rus’” (termine slavo).
.
Quando, nell’882 dc, il principe scandinavo Oleg (Helghi)
conquistò Kiev (Kyiv), uccise i signori della città (Ascold e Dir, appartenenti
alla tribù slava dei Poliani) e dichiarò :
.
«Questa città sarà la
madre di tutte le città dei Rus’».
.
I “Rus’” (uomini
che remano, in dialetto scandinavo) erano quindi l’insieme delle
popolazioni scandinave che abitavano le regioni che attualmente fanno parte di
Ucraina e Russia, un potente clan vichingo fondatore di ciò che si può
definire la “culla” della moderna Russia, la Rus’ di Kiev.
.
Infatti la città divenne una tappa fondamentale del
percorso mercantile vichingo, che si snodava dal Mar Baltico al Mar
Mediterraneo, e in poco tempo, quella città commerciale, attraversata dal
grande fiume Dnepr (che i romani chiamavano Danaper) divenne la capitale del
grande e potente impero Rus’ che andava dal Mar Baltico al Mar Nero.
.
La Rus’ di Kiev era
quindi una elìte vichinga
alla guida di una popolazione a maggioranza slava, che si componeva anche di popolazioni
delle steppe.
.
L’idea che in
origine lo stato russo non fosse poi così “russo” è stata sempre respinta dagli
storici e dagli studiosi sovietici e russi perché impedisce qualsiasi
argomentazione e rivendicazione di tipo nazionalistico sui territori dell’attuale
ucraina.
.
Nel XII
secolo la Rus’ di Kiev era un ricco stato normanno-slavo e si
ritiene che Kiev fosse allora la città più grande d’Europa,
con circa diecimila abitanti.
.
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I principati di Kiev nel secolo XII° |
Sul fiorente regno della Rus’ si abbattè, nel 1240, l’orda
dei conquistatori mongoli guidati da Baty Khan.
.
Kiev fu rasa al suolo
e i suoi abitanti sterminati.
.
Dopo le
invasioni tataro-mongole non rimase più nulla dell’antica grandezza.
Tutto il principato
di Kiev venne colpito da una serie di invasioni che ne distrussero il tessuto
sociale e politico.
.
Nel frattempo la Rus’
di Kiev andò incontro a lotte di successione e venne
smembrata.
.
Solo la città di
Novgorod scampò alla distruzione, proseguendo la linea dinastica scandinava
(quella dei Rurik, che prende il nome dal capostipite Heinrich, nome certo non
slavo) fino alla morte del figlio di Ivan il Terribile avvenuta nel 1598.
.
In seguito, alla fine
del dominio mongolo, il territorio della Rus’ fu diviso in tre principati :
.
la Galizia, che
divenne Polonia;
.
la Volynia, divenuta
Lituania;
.
e la Moscovia, in
seguito conosciuta come Russia.
.
Il caos sociale che
seguì l’invasione tataro-mongola in area kieviana fu risolto solo quando i
lituani conquistarono la città di Kiev incorporandola nel loro grande stato, a
sua volta poi fuso nel granducato polacco-lituano che dominò la regione fino al
1795.
.
L’area kieviana, quindi, non solo non è la culla dello stato “russo” nell’accezione moderna del termine ma ha avuto, rispetto agli altri
principati russi, un destino a sé.
.
L’élite scandinava
kieviana, dopo le invasioni mongole, venne sostituita da quella
polacco-lituana, mentre genti slave tornarono a popolare la regione.
.
Il confine orientale
dello stato polacco-lituano correva, grossomodo, su quello che era stato il
confine della Rus’ di Kiev.
.
Entro quel confine
le genti slave locali poterono sviluppare una cultura distinta rispetto a
quella russa.
.
Vennero chiamati ruteni, russini,
piccoli russi, e
sono gli antenati degli attuali ucraini.
.
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Confini Ucraina 1917 |
.
Quando nel XV secolo i principati russi
scacciarono i tataro-mongoli, quella che sorse fu una Russia diversa dalla
precedente.
.
Il dominio mongolo, durato due secoli,
ebbe una certa influenza nella cultura e nella mentalità russe segnando così
uno scarto rispetto alla Russia slavo-vichinga dell’alto Medioevo.
.
Tuttavia gli slavi orientali mantennero
il nome di “russi” che in passato fu attribuito agli scandinavi.
.
Oggi il più
consistente popolo slavo, quello russo, porta il nome che i suoi antenati
diedero ai loro dominatori scandinavi.
.
E il primo regno di questi
dominatori, quello di Kiev, non fu un regno eminentemente slavo.
.
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Monumento a Kiy,
il fondatore di Kiev |
La Rus’ di Kiev è senz’altro il
primo stato “russo”, ma di quella Russia che ancora non aveva conosciuto le
invasioni tataro-mongole che ne avrebbero cambiato sensibilmente la
cultura e la mentalità.
.
Una Russia “slavo-normanna” andata in rovina che è certo legata alla Russia moderna – quella
che sorse nel XV secolo dalla forza motrice del principato di Moscovia – ma che
non ne è diretta progenitrice.
.
Fatte le debite proporzioni, la Rus’ di
Kiev sta ai russi di oggi come l’impero romano sta agli italiani.
.
E come l’impero romano, anche la Rus’
di Kiev ebbe più filiazioni :
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la moderna ucraina
ne è un’erede indiretta ma in buona misura distinta dalla cugina Russia.
.
L’eredità della Rus’
di Kiev è grande proprio perché non è direttamente collegata ai moderni stati
nazionali.
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Ai suoi re si deve la conversione al
cristianesimo nella forma greco-bizantina (che noi diciamo “ortodossa”) e la
formazione di una cultura specifica degli slavi orientali.
.
Una cultura che oggi lega gruppi
nazionali differenti ma non così distanti come il nazionalismo, le
guerre e le propagande vogliono far credere.
.
Con il XX secolo la
storia dell’Ucraina prese un nuovo indirizzo, in un’alternanza di speranze,
rivoluzioni e violenze.
.
La Rivoluzione del
1905 e poi la Rivoluzione Bolscevica del 1917 coinvolsero direttamente il
paese e portarono alla nascita della Repubblica socialista ucraina.
.
Già nel 1922 la regione (che era stata uno dei granai
d’Europa) fu investita dalla prima terribile carestia, dovuta al collasso
dell’ammiistrazione statale e alle continue guerre che l’avevano dilaniata
negli ultimi sette anni.
.
(Prima guerra
mondiale , Rivoluzione , Guerra civile tra rossi e bianchi , Guerra
russo-polacca del 1920).
.
Poi, quando il
Partito comunista prese il controllo del paese tentò di imporre alla totalità
dei contadini la collettivizzaione delle terre.
.
Interi villaggi rurali si opposero al progetto di
collettivizzazione delle campagne, previsto dal Primo piano quinquennale del
1929.
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Tutti i contadini
(piccoli, grandi e medi) che non accettarono di sottomettersi alla
collettivizzazione vennero bollati, con una campagna di denigrazione molto
violenta, come “kulaki” (proprietari), e vennero trattati come dei veri e
propri nemici dello Stato :
.
furono quindi
caricati a forza sui treni (catti merci o bestiame) e deportati lontano, con il
risultato di impoverire ancor di più le campagne.
.
La politica di
collettivizzazione forzata di Stalin non portò nessun risultato economico, ma
morte per fame ed eccidi di massa.
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“Holodomor”, deriva
dall’espressione ucraina moryty holodom, che significa “infliggere la morte attraverso
la fame”, ed è il nome attribuito alla carestia, non generata da cause
naturali, che si abbatté sul territorio dell’Ucraina negli anni dal 1929 al
1933 e che causò circa SETTE MILIONI DI MORTI.
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Vittime ucraine del genocidio per fame compiuto dal leader comunista Stalin |
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Un disegnatore
italiano della “scuola bolognese”, è riuscito a farci visualizzare, con un graphic
novel, questa tragedia inimmaginabile :
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"Igort, Quaderni ucraini. Memorie dai tempi dell'Urss. (Mondadori, Milano 2010)".
.
Questa infinita serie di nefandezze attuate dall’Unione
Sovietica sulla pelle del popolo ucraino spiega perché quando i tedeschi, nel
1941, invasero l’Ucraina, molte persone li accolsero salutandoli con il pane e
il sale, come dei “liberatori” (numerosi furono gli episodi di
collaborazionismo :
.
30.000 ucraini combatterono assieme ai tedeschi, nella
famigerata 14esima divisione Halychyna e alcuni dei più crudeli guardiani dei lager
nazisti erano ucraini).
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In realtà l’occupazione tedesca fu, in quella regione, di
una ferocia particolarmente spietata, non soltanto contro gli ebrei, ma contro
tutta la popolazione civile considerata complice di un movimento di resistenza
partigiana sembre più forte ed eroico.
.
Alla fine della guerra, l’Ucraina contò 8 milioni di
morti, di cui 1,5 milioni di ebrei, e 2 milioni di deportati come schiavi
(200.000 rimasero in Occidente).
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Se ad essi si aggiungono i 7 milioni di morti tra
deportazioni, fucilazioni e fame, si ha un quadro del costo enorme di vite che
furono spezzate durante quindici anni in quella regione.
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Combattenti dell'UPA ucraina |
Dopo la guerra mondiale si protrasse fino al 1950 una
strisciante e violenta guerra condotta dall’esercito e dalle forze di sicurezza
russe contro le formazioni clandestine dell’UPA, l’ala militare
dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini, fondata il 14 ottobre del 1942,
guidata dal generale antisemita Roman Shukhevich.
.
Dalla fine della guerra (1945) alla morte di Stalin (1953)
500.000 ucraini vennero deporti in prigioni o in campi di lavoro
(Gulag).
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Bambino malformato a causa
delle radiazioni a Chernobyl |
Il 26 aprile del 1986 una nuova tragedia si abbattè
sull’Ucraina :
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esplose il reattore 4 della centrale atomica di Chernobyl.
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I morti come risultato diretto dell’incidente furono
diecimila, ma quelli per le conseguenze delle radiazioni sono milioni
(anche se la Russia ha sempre contestato i dati forniti da Greenpeace e dalle
organizzazioni internazionali).
.
Da questo episodio, che mostrò tutta l’inefficienza del
potere sovietico, iniziarono a svilupparsi vari movimenti di opposizione che si
raggrupparono, nel 1990, nel Rukh (Movimento Popolare per la Perestrojka) che
ebbe un notevole risultato nelle elezioni locali e preparò la strada al
distacco dall’URSS.
.
Il 24 agosto 1991 l’Ucraina proclamò l’indipendenza,
passando da “membro della famiglia delle nazioni sovietiche” a Stato sovrano e
iniziando un lungo, e non privo di intoppi, cammino verso la democrazia.
.
Nel 1996, l’ala riformatrice del Parlamento (Verhovna
Rada), impose una nuova Costituzione :
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nel dicembre del 2004 l’Ucraina divenne una Repubblica
parlamentare, assumendo finalmente le caratteristiche,
nel bene e nel male, di un paese “normale e democratico”.
.
Successivamente però, una ristretta èlite di personaggi
senza scrupoli, appartenenti per lo più alla vecchia oligarchia del Partito
Comunista, si impadronirono delle ricchezze del paese e riuscirono in pochi
anni, grazie anche alla dilagante corruzione, ad accumulare enormi fortune
economiche.
.
Come molte altre città dell’Est europeo, forzatamente
condannate a subire frustrazioni e umiliazioni per lungo tempo, Kiev si è
riappropriata negli ultimi anni di un benessere fondato sul trionfo del denaro
e dei beni materiali, come rivalsa sulle privazioni imposte dal Partito comunista.
.
I valori della vita sono stati travisati a vantaggio della
convinzione che il denaro possa comprare qualsiasi cosa, e un effimero
benessere, volgare e sfacciato, come quello dato dal crescente mercato del
sesso facile post sovietico, oppure quello stereotipato dei nuovi ricchi che in
un estremo desiderio di oblio escludono la popolazione, lasciandola ad un
crescente impoverimento e dimenticando le tragedie del passato.
.
Non a caso il fenomeno delle donne ucraine che migrano
verso l’occidente per lavorare come badanti, cameriere, e infermiere, assume
dimensioni ragguardevoli.
.
Le donne lavoratrici ucraine partono sole, lasciando a
casa i figli e i mariti, mantenendoli con la loro nuova attività con l’invio di
parte del denaro guadagnato (in Ucraina 200 dollari al mese costituiscono una
cifra ragguardevole).
.
Soprattutto nei piccoli paesi si nota uno strano
spopolamento :
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soltanto giovani, anziani e uomini soli che, nella maggior
parte dei casi, non lavorano più e affogano nell’alcool il proprio senso di
inutilità.
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La mafia ucraina controlla quasi tutto.
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Il più grande boss mafioso della storia, secondo la
rivista Time, non è italiano né italo-americano, bensì ucraino :
.
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si chiama Semion Judkovich Mogilevich.
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Nato a Kiev nel 1946, da una famiglia della media
borghesia ebraica, si laureò a 22 anni in Economia all’università di Leopoli.
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Agli inizi degli anni Settanta, non si sa bene come,
divenne membro, a Mosca, del gruppo criminale Lyuberetskaya.
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Quando, negli anni Ottanta, più di 10.000 ebrei ucraini e
russi emigrarono in Israele, Mogilevich dette loro la possibilità di mutare i
loro oggetti preziosi in denaro che avrebbero poi trovato nella nuova patria.
.
Nel 1990, ormai milionario, grazie a fruttuosi
investimenti in attività come mercato nero, prostituzione e droga, anche lui si
trasferì in Israele, con alcuni dei suoi collaboratori.
.
Sposatosi, nel 1991, con una certa Katalin Papp (dalla
quale ha avuto tre figli), si stabilì in Ungheria, ottenendone subito la
cittadinanza e andando ad abitare in una lussuosa villa fortificata alla
periferia di Budapest.
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Là divenne proprietario della fabbrica di cannoni e
missili antiaerei «ArmyCo-Op».
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Putin e il caccia SUKHOI FA 50 |
Nel 1994, il gruppo di Mogilevich ottenne il controllo
della Inkombank, una delle maggiori banche private della Russia.
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La banca fallì nel 1998, ma grazie ad essa egli conquistò
una quota significativa della fabbrica di armamenti russa Sukhoi.
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Braccato dalle polizie di mezza Europa e considerato da
molti paesi «persona non gradita», Mogilevich si trasferì in Canada
prendendo il controllo, con altri membri della mafia russa, della Toronto Stock
Exchange (TSX).
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Il 24 gennaio del 2008 fu arrestato a Mosca per sospetta
evasione fiscale, ma un anno e mezzo dopo fu liberato.
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Il Ministro degli esteri russo dichiarò che le accuse
contro di lui non erano di natura particolarmente grave.
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È considerato invece dall’FBI uno dei criminali più
pericolosi in circolazione ed è stato soprannominato, per la sua grande
intelligenza, «brainy don» (il don con il cervello).
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Andruchowycz |
Come ha notato, nel 2002, Jurij Andruchowycz, il
più grande poeta e scrittore ucraino di oggi :
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«Dopo Chernobyl ci è caduta in testa la mafia ucraina
con tutto il suo peso negativo, non soltanto sotto forma di omicidi e
attentati.
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La corruzione è lo stato permanente dei rapporti tra le
persone, la prostituzione un fenomeno assolutamente normale.
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Il mercato delle donne è uno dei lavori più redditizi».
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Dal 2004, la vicenda politica ucraina si è
radicalizzata e complicata, venendo monopolizzata da due personaggi e dal loro
scontro come rivali in occasione delle elezioni Presidenziali :
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Viktor
Juscenko, e Viktor Janukovyc.
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Il primo (Viktor Juscenko) era Capo della Banca
Nazionale dell’Ucraina, filo-occidentale e favorevole ad una integrazione
europea (motivi per cui subì anche un tentativo di avvelenamento con la
diossina, ad opera del FSB, il servizio segreto russo), mentre il secondo (Viktor
Janukovyč) era l’allora Primo
Ministro in carica, di ispirazione politica filo-russa, gravato da condanne
penali, e leader del Partito delle regioni.
.
Le elezioni registrarono brogli e irregolarità, confermate
dal fatto che gli exit poll diedero risultati favorevoli a Juscenko (+11 %), molto
diversi però da quelli ufficiali che davano vincente Janukovyc (+ 3 %).
.
Nacque una protesta popolare, chiamata rivoluzione
arancione (dal colore di coccarde, sciarpe, striscioni della protesta), e
denominata anche come Prima rivoluzione ucraina, che indusse la Corte Suprema
ad annullare le elezioni.
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Julija Tymosenko |
La protesta fu guidata da Julija Volodymyrivna
Tymosenko (1960), divenuta poi leader dell’- Unione di Tutti gli Ucraini -
“Patria” e del "Blocco Elettorale Julija Tymošenko".
.
La nuova consultazione elettorale portò alla vittoria di
Juscenko con il 52% dei voti che divenne quindi Presidente della Repubblica dal
2005 al 2010, mentre la Tymošenko divenne invece Primo Ministro (prima donna a
ricoprire questa carica in Ucraina).
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Durante questo periodo l’Ucraina si avvicinò molto
all’Occidente, preoccupando sempre di più Mosca.
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Alle elezioni presidenziali del 2010, la Russia
appoggiò apertamente e con tutti i mezzi Janukovyč, che vinse, al ballottaggio,
contro la Tymošenko (Juščenko venne sconfitto al primo turno, ricevendo solo
5,45% dei voti).
.
Con la Presidenza di Janukovyč in Ucraina il potere si
riavvicinò alla Russia, divenendo più autoritario, al punto di processare e
imprigionare la Tymošenko, mantenendo al contempo l’aspirazione ad entrare in
Europa.
.
La titubanza della Commissione Europea però, riluttante ad
accogliere l’Ucraina in Europa, spinse il Governo ucraino a sospendere
l’accordo di associazione denominato DCFTA (per il libero scambio commerciale),
fondamentale per la sopravvivenza economica del paese.
.
Per contro, Janukovyc, avvicinandosi ancora di più alla
Russia, accettò il prestito offerto da Putin, innescando così una forte
protesta popolare pro-europeista, iniziata nel novembre 2013 con
l’occupazione da parte dei manifestanti della Piazza Maidan nel centro
di Kiev.
.
Le manifestazioni presero il nome di Euromaidan
comprendendo tra i motivi della protesta la presunta corruzione degli organi di
Governo, l'abuso di potere e le violazioni dei diritti umani in Ucraina, e il
fatto che i figli e la parentela di Janukovyc diventarono rapidamente
miliardari, mentre l’economia del Paese si indeboliva altrettanto rapidamente.
.
 |
Euromaidan |
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Inoltre, alcuni comparti industriali ucraini furono delocalizzati
in Russia e vasti territori agricoli furono venduti alla Cina, che a sua
volta inviò in Ucraina la propria
manodopera, a discapito di quella locale, creando ampie sacche di
disoccupazione e di malcontento in aree rurali dell’Ucraina stessa.
.
Nel gennaio 2014 gli scontri di piazza si fecero sempre più violenti e le barricate più alte e
meglio organizzate.
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Tra i manifestanti fecero la loro comparsa gruppi
paramilitari nazionalisti.
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Unità della Berkut, la
Polizia antisommossa |
Sia la Polizia che cecchini anonimi appostati sui tetti
iniziarono a sparare e fu dato alle fiamme il Palazzo dei Sindacati, quartier
generale dei dimostranti.
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Alla fine si contarono circa 150 morti e più di 1000
feriti.
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Il 22 febbraio i manifestanti chiesero le dimissioni di
Janukovyč che, ormai circondato, fuggì dalla capitale, rifugiandosi vicino al
confine russo.
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Con lui scapparono anche il Presidente del Parlamento e il
Ministro dell’Interno, che lasciarono i loro incarichi.
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Il palazzo presidenziale fu assaltato dai manifestanti.
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La Tymošenko venne liberata e tornò a parlare alla piazza
(costretta su una carrozzella a causa di una malattia ai dischi
intervertebrali).
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Il Parlamento nomina Presidente del Parlamento e Premier
“ad interim” Oleksandr Turčinov, ex vice presidente dell’Unione degli
industriali e degli imprenditori ucraini, fondatore insieme alla Tymosenko dell’Unione
Pan-Ucraina “Patria“, oltre che suo “braccio destro”.
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A Turcinov successe poi Petro Poroshcenko che, il 25 maggio, giura davanti al Parlamento di Kiev e si insedia come Capo dello Stato Ucraino.
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Il Governo intende subito ristabilire una serie di prerogative nazionali in
ogni territorio del Paese e per questo decreta di abolire la lingua russa come
una delle lingue dell’Ucraina, scatenando le proteste delle popolazioni
orientali.
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Le pesanti ingerenze della Russia provocano un mutamento nel clima
politico ucraino, poiché appoggiano apertamente le proteste inducendo le forze
russofone delle regioni orientali ad occupare le sedi istituzionali.
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Il governo di Kiev invia le forze armate e la guardia
nazionale nelle regioni orientali, denunciando il progetto russo di ripetere
nelle regioni dell’est lo scenario della Crimea.
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L'inviato Usa all'Onu Samantha Power afferma che gli
attacchi di gruppi armati filo-russi nelle città dell'Ucraina dell'Est "sono
segnali del coinvolgimento di Mosca".
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separatista
filo - russo |
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In effetti il disegno espansionistico di Mosca verso
l’Ucraina, appare uguale al modello adottatto per venire in possesso della
penisola di Crimea nella cosiddetta Crisi del 2014.
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Prima fase : consolidamento della proprie basi militari.
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Agli inizi del mese di marzo, la presenza dei militari
russi nella penisola di Crimea è salito fino a 22.000 unità (mentre, secondo
gli accordi tra Ucraina e Russia del 1991, il limite doveva essere 12.500).
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Seconda fase :
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Il parlamento della Repubblica di Crimea ha proclamato
l’indipendenza dall’Ucraina e ha indetto un referendum per l’annessione alla
Russia.
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I Paesi dell’Unione Europea, gli Stati Uniti d’America, e
71 Paesi dell‘ONU ritengono tale referendum una palese violazione del diritto
internazionale e della Costituzione dell’Ucraina, ma ciò poco importa alla
Russia, che in seguito all’esito (scontato) del referendum si annette la
Crimea, appropriandosene.
.
Il referendum si è tenuto domenica 16 marzo e ha visto,
con molti sospetti di brogli, la vittoria, con il 93% dei voti, di coloro che
vogliono ricongiungersi alla Russia.
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La penisola di Crimea torna quindi alla Russia, che l’aveva
conquista nel XVIII secolo con l’imperatrice Caterina, ma che era stata data
all’Ucraina nel 1954 da Nikita Sergeevic Chruscev, allora segretario del PCUS
per festeggiare il 300° anniversario del trattato di Perejaslav.
.
Nello stesso tempo, nella parte orientale dell’Ucraina
(dove si è “rifugiato” il deposto presidente Janukovyč) i “filorussi” hanno
indetto manifestazioni contro il “colpo di stato” che si sarebbe compiuto a
Kiev ad opera di “forze fasciste”.
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La manovra russa è evidente agli occhi di tutti :
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Si tenta di replicare ciò che è avvenuto in Crimea, ma non
tutti i russi che stanno in Ucraina intendono però finire sotto il controllo di
Mosca (un’Ucraina aperta all’Occidente che pare a loro, infatti, preferibile alla
Russia di Putin).
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Non sono state sufficienti nemmeno le proteste del popolo
russo che in una manifestazione di 50.000 persone a Mosca il 14 marzo, ha
espresso il proprio dissenso verso la politica aggressiva di Putin, sfilando
con le bandiere ucraine.
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La comunità internazionale, impotente, ha deciso sanzioni
economiche per punire la Russia, nella speranza, comunque, che si accontenti
della Crimea.
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Il conflitto prosegue ora tra l’esercito ucraino e i
ribelli delle province di Donetsk e Luhansk (a maggioranza russa) causando
circa 9.000 morti.
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Il capo della missione di monitoraggio in Ucraina
dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce),
Alexander Hug, ha rilasciato una testimonianza al quotidiano americano
affermando di aver notato la presenza di 88 carri armati tra le fila dei
ribelli filorussi al fronte.
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Hug non ha specificato da dove provenissero questi mezzi
corazzati, e la Russia ha negato di aver fornito degli armamenti ai ribelli.
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Il conflitto siriano ha distolto l’attenzione dei media
dal conflitto ucraino–russo.
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Ciò ha portato ad una sorta di “congelamento” dell’attenzione
verso il conflitto ucraino che a lungo andare porterà giovamento solo alla
causa russa, facendo scivolare inesorabilmente i territori contestati sotto la
sua orbita di influenza.
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Una subdola manovra espansionistica, in perfetto stile
sovietico, ma MAI così spietata come quella che vide la deportazione di oltre
240 mila tatari nel 1944, deportati da Stalin, dalla Crimea all’Asia centrale.
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Il lupo perde il pelo ma non il vizio, e Putin,
ricordiamolo, è un ex colonnello del famigerato KGB …
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Dissenso
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