domenica 31 dicembre 2017

PETR STRUVE - Il falso mito della Rivoluzione di Ottobre

L'ignoranza delle masse
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Tratto dal libro di Sandro Fontana :
"Le grandi menzogne della Storia contemporanea".
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Petr Struve attribuiva nel 1918 la persistenza tenace del mito rivoluzionario russo soprattutto a due cause.
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La prima è dovuta all'assoluta ignoranza che le masse di tutto il mondo avevano della realtà russa e degli avvenimenti rivoluzionari.
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"Del bolscevismo russo" scriveva Struve nel 1918, "le masse europeo-occidentali non hanno la minima idea reale;
esse sanno soltanto o meglio credono di sapere che il bolscevismo è la realizzazione di quel socialismo e di quella supremazia della classe operaia su cui hanno ascoltato tanti discorsi intelligenti, tante profezie lungimiranti e tante promesse allettanti.
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Di qui l'estrema idealizzazione del bolscevismo russo in ampie cerchie del mondo operaio europeo-occidentale ;
idealizzazione, se si vuole, puerile, ma proprio per ciò per ora non vincibile con gli argomenti della ragione e con le lezioni della storia date in un luogo remoto come la sconosciuta e incomprensibile Russia."
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La seconda causa è per Struve più sottile e riguarda la convinzione, allora diffusa come un luogo comune, che la rivoluzione russa coincidesse con la caduta dello zarismo considerato in Occidente un male assoluto, mentre, come ha scritto Vittorio Strada, "a cadere sotto il colpo di forza bolscevico fu la Russia come repubblica democratica, ormai libera dallo zarismo."
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Lenin NON ha compiuto una rivoluzione, ma un COLPO DI STATO violento,
contro coloro che avevano veramente ed effettivamente compiuto la rivoluzione

L'autore rimarca inoltre l'astuzia dialettica grazie alla quale quanto più veniva descritto in senso negativo l'impero degli zar, tanto più il mito della rivoluzione acquistava, agli occhi delle masse europee, il significato di liberazione.
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In Italia questo falso mito è stato alimentato ad arte e con virulenza, grazie anche all'opera di disinformazione come quella attuata dallo storico marxista Aldo Agosti, autore presso Utet di una biografia su Togliatti, che riuscì a sostenere la positività della rivoluzione di Ottobre, con le seguenti parole :
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"... la rivoluzione d'ottobre, fatta la tara dei miti ideologici che l'hanno circondata e tuttora la avvolgono, resta un fatto progressivo nella Storia dell'umanità per le enormi energie che ha sprigionato" ("il Giornale di Brescia, 4/11/2007")
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Le due cause sopra citate, insieme alle affermazioni diffuse dalla disinformazione marxista, ci danno un'idea su come sia stato possibile che la più grande catastrofe del '900, cioè l'avvento del comunismo, venga ancora considerata "un fatto progressivo".
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Dissenso
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sabato 30 dicembre 2017

PETR STRUVE - Ritratto di LENIN


Petr Struve
(7 febbraio 1870  -  26 febbraio 1944)  -  Petr Bernhardovich Struve, fu  un filosofo ed un economista russo, dapprima marxista non ortodosso appartenente al Partito socialdemocratico nell’ala dei “marxisti legali”, in opposizione ai bolscevichi, che  poi, deluso dai risultati della rivoluzione russa del 1915, compì una evoluzione socio filosofica passando al liberalismo, convinto della inconsistenza del marxismo stesso, anche come dottrina filosofica.
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Scrisse il “De Profundis  da cui ho estrapolato un significativo “ritratto di Lenin”, il massimo leader del comunismo sovietico che Struve conobbe e frequentò durante la comune militanza socialdemocratica, e di cui vi propongo un estratto :
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" Fin dal nostro primo incontro, Lenin mi si rivelò come l'espressione della crudeltà nel più generale senso filosofico in cui può essere opposta alla delicatezza e alla tolleranza verso gli uomini e verso tutto ciò che è umano.
[...]
Lenin era assolutamente privo di ogni spirito di compromesso nel senso morale o sociale anglosassone del termine.
[...]
In conformità al tratto dominante nel carattere di Lenin notai subito che il suo orientamento principale, o per usare il termine psicologico ora in voga l'Einstellung, era l'odio.
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Lenin si appassionò alla dottrina di Marx, prima di tutto perché in essa trovò una risposta all'orientamento principale della sua mente.
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La dottrina della lotta d classe, di una lotta spietata e radicale, mirante alla distruzione e all'annientamento finale del nemico, era congeniale al suo atteggiamento emotivo verso la realtà circostante.
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Egli odiava non soltanto l'autocrazia esistente (lo zar) e la burocrazia, non soltanto lo strapotere e l'arbitrio della polizia, ma anche i loro antipodi :
i liberali e la borghesia.
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In questo odio c'era qualcosa di rivoltante e di orribile :
poiché, essendo radicato in concrete e, direi, animalesche emozioni e ripulse, esso era nello stesso tempo astratto e freddo come tutto l'essere di Lenin."
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Dissenso
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venerdì 29 dicembre 2017

La DISINFORMAZIONE


L’oggettività storica diventa tale solo quando è filtrata dal trascorrere del tempo.
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Troppi fattori, altrimenti, influenzano ciò che concorre a definire tutti i parametri che caratterizzano gli eventi, e cioè l’obiettività.
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Uno degli elementi fondamentali da considerare, in questa ottica, è rappresentato dall’opera di manipolazione dei fatti che sistematicamente viene attuata allo scopo di presentare gli eventi in chiave soggettiva, a seconda degli interessi di parte.
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A questo riguardo, chi ha interesse a proporre false verità a proprio esclusivo vantaggio, attua una tecnica invasiva, nei confronti dell’intera società civile, che prende il nome di “disinformazione”.
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I disinformatori, spesso veri e propri professionisti dell’inganno, sono specialisti nel modificare la verità,  e nel presentare una realtà addomesticata di eventi politici, religiosi, culturali, artistici, sportivi, e di tutto ciò che interessa la quotidianità non solo contemporanea.
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La realtà oggettiva viene quindi trasformata da pseudo intellettuali che ne modificano i contenuti fino alla sua profonda e intima essenza.
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Capita che certi argomenti assumano a livello globale una valenza trasformata, molto dissimile dal suo iniziale ed effettivo riscontro reale.
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Se la disinformazione è attuata con una determinazione costante e capillare, raggiunge l’obiettivo di influenzare ad hoc interi strati sociali, così come è accaduto per il comunismo.
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La sinistra ha da sempre presentato un quadro di insieme del comunismo che è volutamente artefatto, in chiave idilliaca, allo scopo di espandersi nel mondo intero, nonostante le atrocità da esso compiute.
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Lo strumento inziale e principe di cui si è avvalso il Partito Comunista russo, dopo aver assassinato i veri fautori della rivoluzione del 1917, è stato il Cominform, l’organismo di diffusione internazionale del comunismo stesso nel mondo intero.
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Interi stuoli di intellettuali e di dirigenti dei vari Partiti comunisti nazionali si sono prostrati ai dictat del Cominform, imposti da Stalin, per presentare l’universo bolscevico e marxista come un vero e proprio “paradiso comunista”.
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I disinformatori di professione hanno assunto l’aspetto di araldi del comunismo, divulgando in ogni parte del mondo la magnifica realtà del socialismo.
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Poco o nulla importa che ciò fosse e sia ancora, tutto falso.
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Ricordo a chi legge che all’epoca delle “grandi purghe” staliniane del 1933 in Unione Sovietica, perfino l’ambasciatore USA a Mosca, Joseph Davis, divenne uno strumento di disinformazione nelle mani del Cominform.
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Davis  scrisse e pubblicò negli Stati Uniti “Missione a Mosca”, un libro in cui esaltava il “paradiso sovietico” e la civiltà socialista, influenzando così le masse americane a favore di un universo comunista.
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Peccato che la sua cecità intellettuale gli impedisse di vedere che contemporaneamente morivano 4 milioni di persone in Ucraina, a causa della carestia voluta e organizzata  consapevolmente a tavolino dagli stessi ideatori di quel “paradiso comunista” da lui descritto.
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Peccato che, contemporaneamente, altri milioni di sventurati venissero deportati (donne, uomini, anziani, disabili, ragazzi) nei territori gelati della Siberia  e del Circolo polare artico, e reclusi nei famigerati gulag, a cui Davis non accennò nemmeno lontanamente.
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Personaggi come Davis hanno contribuito a diffondere un mito, quello comunista, descrivendolo in maniera opposta a ciò che veramente era ed effettivamente è, e cioè un delirio di violenza ed orrore.
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Addirittura il Presidente Roosevelt omaggiò l’alleato russo tramite la produzione di un film, ricavato dal libro di Davies e prodotto ad Hollywood dalla Warner Bros, in cui la vita quotidiana del popolo sovietico si svolgeva in un clima idilliaco di tranquillità e benessere.
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In Italia la disinformazione appare in perfetta simbiosi con l’ex numero due del Cominform e cioè Palmiro Togliatti, che dal colpo di Stato di Lenin e il relativo massacro dei rivoluzionari che sconfissero lo zar, non perse occasione per decantare le lodi del “paradiso socialista”.
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La Storia, e l’apertura di archivi segreti precedentemente inaccessibili hanno dimostrato, dopo parecchio tempo di oscurantismo e disinformazione, che Togliatti era perfettamente a conoscenza delle deportazioni in atto, perfino di quelle dei comunisti italiani esuli in terra di Russia, ma che continuò con fredda determinazione a portare avanti il suo subdolo intento ingannatore.
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Togliatti si rese complice di crimini contro l’umanità, come nel caso delle deportazioni staliniane, di cui stilò addirittura liste di “sacrificabili” in nome di una ortodossia bolscevica che non lasciava spazio a deviazioni di alcun tipo, oppure come nel caso tragico delle Foibe, in cui avallò l’operato criminale e sadico delle truppe partigiane comuniste titine.
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Ancora oggi la disinformazione continua in Italia la sua incessante opera mistificatrice, per voce degli esponenti post comunisti, metamorfizzati ma sempre pronti a mentire sul comunismo e sulle sue responsabilità.
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Esponenti della sinistra e di Governo, come la Presidenta della Camera Laura Boldrini definiscono Togliatti come “il Migliore”, e permettono che vie o piazze italiane siano intitolate a criminali comunisti come Lenin e Stalin, compiendo così ulteriori passi lungo il cammino della disinformazione.
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L’arroganza di costoro è subdola e meschina, e lo dimostra il fatto che non una delle vittime uccise dai partigiani comunisti, a guerra finita, venga mai commemorata e celebrata, ma che anzi l’omertà e la menzogna distorcano l’oggettività storica al suono di canzonette come “bella ciao”.
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Renzi, Fiano, Gentiloni, Boldrini, Prodi, e tutto l’Universo sinistroide o pseudo tale, così come le schiere di catto-comunisti infervorate dalle omelie politiche di un Santo Padre che pare non preoccuparsi dell’invasione epocale da parte delle popolazioni islamiche, proseguono un percorso che non tiene conto dei cento milioni di morti causati dal comunismo.
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Questo ignominio è ancora più grave se si considera che a tutt’oggi il comunismo continua a mietere vittime in ogni singolo Paese in cui è al potere, come in Cina, in Nord Corea, in Russia, a Cuba, e in ogni altra Nazione a “guida” Marxista.
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La disinformazione è radicata in ogni aspetto della nostra quotidianità, a partire dalle Scuole elementari, in cui le giovani menti dei nostri figli o nipoti subiscono un tentativo di “lavaggio del cervello”, in perfetto stile comunista.
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I libri di testo, infatti, sono manipolati dalle sinistre, e riflettono un punto di vista omologato solo alla loro faziosità partitica e politica.
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Dall’inizio degli anni ’50 a tutt’oggi la cultura italiana è stata dominata e fagocitata da una precisa tendenza intellettuale, o pseudo tale, che la sinistra ha faziosamente imposto e che ha preso il nome di “sovietismo”, come la definì Roberto Galasso sul Corriere della Sera nel 2007.
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Da questa definizione si evince come sia stato possibile che fino ad oggi la penetrazione egemonica-culturale-politica del PCI abbia orientato le scelte dei libri di testo nelle scuole, nelle università e nelle Case editrici, escludendo qualsiasi problema di dissenso sollevato a proposito dei Paesi comunisti.
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L’Ordine europeo deciso nella Conferenza di Jalta nel 1945, ritenuto lo standard di riferimento per la coesistenza pacifica tra il blocco sovietico e quello americano, divenne l’alibi attraverso cui, specialmente nel periodo della “guerra fredda”, i personaggi di spicco del comunismo occidentale operarono con virulenza per tacitare le voci di dissenso e il loro stesso riconoscimento internazionale.
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Per citarne alcuni, ricordiamo :
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Francesco De Martino (ex segretario del PSI e Senatore della Repubblica)
Giorgio Napolitano (nel 2003, prima di diventare Presidente della Repubblica)
Francois Mitterand (Presidente della Repubblica francese dal 1981 al 1988)
Willy Brandt (Presidente tedesco dal 1964 al 1987 e Presidente dell’Internazionale socialista dal 1976 al 1992).
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Solamente dopo svariati decenni, e grazie alla diffusione di Internet, le “voci fuori dal coro” delle sinistre sono riuscite a far emergere aspetti nascosti ad arte dai disinformatori legati alla “falce e martello”.
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Pertini e il suo idolo criminale
I crimini comunisti sono stati perdonati e i colpevoli graziati da Presidenti della Repubblica particolarmente in simbiosi con le filosofie sinistroidi, come :.
Sandro Pertini (graziò Giulio Paggio, della “volante rossa”, Mario Toffanin, assassino partigiano della brigata Osoppo, e Fiora Ardizzone, pasionaria di “Prima Linea”)
Oscar Luigi Scalfaro (graziò sette brigatisti rossi, di cui due condannati all’ergastolo), oppure come
Carlo Azeglio Ciampi (graziò Domenico Pittella (brigate rosse)
Giorgio Napolitano (graziò Ovidio Bompressi (Lotta Continua)
Giuseppe Saragat, che graziò Francesco Moranino (assassino partigiano comunista).
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Queste persone hanno ricoperto il ruolo della più alta carica dello Stato, mentendo e sapendo di mentire, assolvendo i responsabili di misfattti e di delitti atroci, giustificandoli in nome del comunismo, omettendo e falsificando, in perfetto stile mistificatorio, da veri disinformatori.
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E’ grazie a gentaglia come questa, e all’opera di disinformazione perpetrata ai danni della verità storica, che la sinistra si avvale del consenso popolare riscosso presso le masse di pecoroni che si nutrono della grassa ignoranza in cui vegetano politicamente.
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COMUNISMO CINESE

La Destra in tutto il periodo che va dal 1945 ad oggi è stata semplicemente a guardare, producendo fenomeni di rigetto delle teorie marxiste solo occasionalmente,  o per bocca di isolati paladini della verità oppure per rispondere alle strazianti grida di dolore di chi aveva subito l’oppressione comunista.
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Alcuni appartenevano al comunismo stesso, e ne erano parte integrante politicamente e ideolgicamente, ma solo fino a quando, aprendo gli occhi hanno potuto constatare, pagandone le conseguenze, che era tutto falso.
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E’ il caso di centinaia di esuli italiani, comunisti riparati in Unione Sovietica per scappare dal regime fascista, che poi per semplici divergenze di opinione sono stati deportati nei lager siberiani.
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Uno di loro, Dante Corneli, sopravvissuto, scrisse un libro in cui racconta la verità, e consiglio a tutti di leggerlo ( il titolo è “Il redivivo tiburtino”).
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Un alto esponente dell’apparato comunista stesso, in Unione Sovietica, Viktor Kravchenko, intrappolato nei meccanismi della polizia segreta comunista dovette fingere di partecipare, anzi partecipò, all’edificazione socialista (suo malgrado) e quando riuscì a compiere un viaggio di lavoro negli Stati Uniti, ne approfittò per chiedere asilo politico, preferendo la libertà.
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Scrisse la storia della sua epopea, intitolandola “Ho scelto la libertà”.
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L’editoria è una delle armi con cui i disinformatori della sinistra operano incessantemente,  ricorrendo ad ogni forma di comunicazione letteraria, come libelli, opuscoli, volantini, libri, libretti, volumi, e quant’altro possa creare una simbiosi fra chi legge e le loro menzogne.
Voglio citare solo alcuni di questi signori della disinformazione, di cui sono professionisti.
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Joze Pirjevec è l’autore del libro “Foibe. Una storia d’Italia”, in cui stravolge la verità storica delle stragi delle Foibe ad esclusivo vantaggio degli stessi criminali comunisti e assassini che ne furono responsabili.
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Michel Dreyfus, in collaborazione con Bruno Groppo, Claudio Ingerflom, Roland Lew, Claude Pennettier, Bernard Pudal, e Serge Wolokow, ha scritto “Il secolo dei comunismi”, reagendo alla pubblicazione de “Il libro nero del comunismo”, e tentando  artificiosamente (arrampicandosi sugi specchi) di confutarne l’efficacia e la validità storiografica.
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Voglio segnalare anche alcuni storici marxisti che per la loro collocazione ideologica e la loro simbiosi con tale filosofia ne risultano essere contaminati e inaffidabili dal punto di vista della coerenza storica e didattica.
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I nomi di questi disinformatori accreditati dall’universo comunista, e dei loro scritti,  sono :
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Aldo Agosti (Storia della Terza internazionale, e biografia di Togliatti)
Francesco Barbagallo (Enrico Berlinguer, Storia dell’Italia repubblicana)
Giuseppe Vacca (Presidente della Fondazione Gramsci)
Luciano Canfora (Accusato di negazionismo nei riguardi dei crimini di Stalin)
Massimo L. Salvadori (Deputato dei DS e ordinario di Storia delle dottrine politiche all’Università di Torino)
Renzo Martinelli (Il Partito Comunista d’Italia)
Silvio Pons (Direttore della fondazione Istituto Gramsci, ha scritto Stalin e la guerra inevitabile 1936-1941)
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Includo nell’elenco tutti i figuranti politici in odore di PD, come i teatranti e le marionette che, seduti sugli scranni parlamentari, hanno dato corso a quest’ultimo Governo, mai voluto e mai votato dai Cittadini.
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Per controbilanciare la disinformazione è necessario che la destra rinunci all’immobilismo che pare caratterizzi il suo status quotidiano.
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Occorre una mobilitazione quotidiana e una presa di coscienza dei singoli individui, al fine di monitorare una corretta informazione, svincolata dalle precedenti manipolazioni.
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Le Case editrici che non sono prone ai dictat delle sinistre devono impegnarsi a diffondere gli scritti dei molteplici autori del dissenso, finora relegati in un limbo accessibile a studiosi e ad amanti dell’argomento.
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Gli organi di informazione sono sempre più simili a strumenti con cui i relatori e  i galoppini di turno, eseguono senza fiatare le disposizioni dei politici di riferimento delle sinistre.
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Il giornalismo è quasi scomparso, sostituito da una sorta di compiacente allineamento alle problematiche di “regime”, volte a mantenere una costante disinformazione delle masse popolari.
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Anche la Chiesa è correa in questo tipo di “modus operandi”, coadiuvando alcune scelte della politica anziché allinearsi ad un percorso evangelico.
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E’ il caso dei clandestini islamici, accolti dal Pontefice come eroi da sostenere e da privilegiare, nonostante l’odio che questi hanno dimostrato verso le Nazioni ospitanti e il dispregio dei valori occidentali.
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L’attuale fusione in corso tra marxismo e capitalismo, oramai consolidata, come dimostrano l’exploit economico della Cina, le politiche economiche di Putin, legato ai poteri finanziari della malavita russa, e gli inciuci tra politica europea e banche, fanno da corollario al quadro di insieme che delinea il panorama della disinformazione attuata dalle sinistre.
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L’orientamento pilotato delle masse popolari, massificate in un unico grande gregge, è necessario ai fautori del socialismo per continuare l’opera di ladrocinio e di speculazione che attanaglia le economie europee, a discapito dei risparmiatori.
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Anche in questo caso si risorre alla disinformazione, già rodata e collaudata in decenni di mistificazione.
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Ed ecco il perché personaggi come Napolitano (ridotto ormai ad una vecchia cariatide), continuino a fare delle apparizioni politiche nel tentativo di influenzare aspetti sostanziali della vita pubblica.
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Ecco perché i Ministri del Governo appena sciolto hanno strenuamente falsificato la verità, nascondendola e stravolgendola, ricorrendo a stratagemmi come l’antifascismo, vera e propria copertina di Linus, e commemorazioni partigiane al suono di “bella ciao”.
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La mia speranza è che l’Europa intera si sposti a destra, politicamente parlando, e che i leader delle opposizioni si risveglino dal torpore che per troppo tempo ha impedito loro di combattere adeguatamente contro i fantasmi del comunismo, ancora tragicamente presenti.
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Dissenso
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