lunedì 20 febbraio 2017

Disinformatori : JOZE PIRJEVEC


Joze Pirjevec : Questo personaggio è docente di Storia all’Università del Litorale, Koper/Capodistria e membro dell’Accademia slovena delle Scienze e delle Arti.
 
Fin dalla prefazione e dalle note scritte sulla sovracoperta del suo libro “Foibe. Una storia d’Italia”, Pirjevec pone il lettore davanti ad affermazioni che deviano dai binari di una informazione storica obiettiva e sincera.
 
L’autore vorrebbe infatti relegare la sanguinosa vicenda delle Foibe entro i limiti di un ristretto “problema tipico delle aree piuttosto limitate situate sulla frontiera orientale”, affermando che la portata della vicenda  ha superato l’ambito locale per divenire nazionale solamente per soddisfare motivazioni di carattere politico meramente speculativo.
 


La memoria collettiva delle popolazioni giuliane in cui non si è ancora risolta la crisi di identità nazionale causata dalla conflittualità pregressa, ma in cui questa si è anzi rinfocolata e alimentata, prima con lo sfacelo della Repubblica Jugoslava e successivamente con la caduta del muro di Berlino, ha evidenziato la necessità, secondo Pirjevec, di ricorrere allo strumento tradizionale del nazionalismo.
 
Secondo quanto affermato dall’autore quindi, le Foibe sarebbero state la giusta risposta a tutto ciò, relegando così l’enormità e le pesanti responsabilità dell’immane strage etnica entro i ristretti limiti di una normale azione di propaganda.
 
Non solo, ma Pirjevec tenta di deresponsabilizzare l’entità stessa della strage etnica, sia in termini quantitativi che in relazione alla dimensione storica, definendo le vittime delle Foibe come il risultato esecrabile di atti di vendetta provocati da altrettanto escrandi odi e pregiudizi razziali.
 
Tutto ciò per sminuire la responsabilità criminale degli atti criminali e dello sterminio su base etnica pianificato a tavolino dai comunisti titini, e per mistificare una realtà ben diversa da come invece vorrebbe presentare Pirjevec.
 
Secondo l’autore quindi, una normale reazione, seppur cruenta, ad una pregressa realtà in cui gli sloveni erano definiti da Mussolini come cimici da eliminare.
 
Pirjevec arriva a definire il comportamento dei criminali partigiani come frutto di un radicalismo messianico, consapevole e orgoglioso della loro origine marxista e leninista, il cui destino era quello di forgiare l’umanità.
 
Forgiare l’umanità….
  



Questa definizione esprime senza dubbio un palese disprezzo nei confronti delle vittime delle Foibe, declassate al rango di elementi forgiati dal maglio titino, come sottoprodotto delle politiche di intransigenza comunista.
 
La Storia, quella vera, ci racconta ben altra verità in termini di precise responsabilità, sia jugoslave che italiane, sia di Tito che di Togliatti, e delle rispettive formazioni criminali partigiane e comuniste.
 
Il Trattato di Rapallo del 1920 sancì gli accordi fra Roma e Belgrado riguardo alla suddivisione dei territori di confine e fu prodromico al successivo processo di italianizzazione delle zone interessate.
 
In base agli accordi consensuali fu stabilita l’annessione al Regno di Italia di :
Gorizia, Trieste, Gradisca, l’Istria, alcuni distretti della Carniola (Postumia, Bisterza, Idria, Vipacco, e Sturie), Zara, le isole del Quarnaro (Cherso, Lussino, Pelagosa, e Lagosta), lo Stato libero di Fiume.
 
Il legittimo processo di italianizzazione di quei territori, pur contrassegnato da episodi di intolleranza e di violenze contro la popolazione di etnia slava, non fu mai nemmeno lontanamente paragonabile alla vera e propria strage etnica compiuta scientemente e premeditatamente dai comunisti slavi nel 1943.
 
La stessa ferocia e determinazione nell’accanimento contro le vittime civili rappresenta una costante nell’universo comunista, così ci testimoniano migliaia di documenti esaminati all’apertura degli archivi precedentemente secretati.
 
La disamina della monumentale mole di documenti degli archivi ex comunisti ci permette di ribaltare e confutare decenni di mistificazione della realtà operata dai disinformatori della sinistra europea e mondiale, di cui troviamo in Pirjevec un valido rappresentante.
 
Un esempio fra tutti ci è dato dal massacro di Katyn, che per interi decenni è stato attribuito dagli pseudo intellettuali sinistroidi alla violenza nazista, mentre poi è invece emerso che la strage è stata compiuta dai comunisti russi.
 


Gli eccidi delle Foibe, in verità, sono stati il frutto di una azione politica coordinata e premeditata, che ha tratto il suo input dal modus operandi di specialisti del terrore, come gli spietati assassini di Katyn appunto, secondo logiche pseudo militari e criminali tipiche degli apparati polizieschi sovietici.
 
I marxisti di casa nostra, che puntano il dito, come Pirjevec, contro le politiche di italianizzazione di quei territori volute da Mussolini, non raccontano però delle stesse politiche condotte dai comunisti sovietici in tutto il mondo, con maggiore brutalità e determinazione, per espandere la rivoluzione marxista.
 
Lo stesso Governo Jugoslavo era un regime comunista !
 
L’Europa è stata frammentata dagli accordi, decisi a tavolino, tra Germania e Unione Sovietica, che si sono amorevolmete divisi i territori, occupandoli militarmente a discapito delle popolazioni, deportate e sterminate.
 
La Gran Bretagna è stato ed è ancora uno dei più prepotenti Paesi colonialisti mai esistiti, e il suo dominio si è ramificato in Asia, in America, in Africa, in Australia, e in India.
 
La Francia ha esteso il suo Impero coloniale in Asia, Africa, e America settentrionale, oltre che in Oceania.
 
Ora mediante i disinformatori come Pirjevec gli intellettuale della sinistra possono condannare la politica imperialista di Mussolini e del Fascismo, ignorando le stesse politiche espansionistiche attuate da inglesi, francesi, e americani.
 
Il motivo per cui costoro si focalizzano solo sul Fascismo e su Mussolini è da ricercare, oltre che nelle contrapposte ideologie politiche, anche nella malafede insita nella mentalità stessa di chi ha una visione partigiana e settaria della società e della Storia.
 
Non a caso Pirjevec è membro attivo del Partito di centro-sinistra “Democrazia Liberale” della Slovenia, mentre forse il suo “negazionismo” deriva dal fatto di essere nativo proprio della Slovenia.
 
Secondo lui gli eccidi jugoslavi compiuti sugli italiani a guerra conclusa non sono stati una pulizia etnica, bensì una punizione atta a colpire i responsabili del fascismo.
 
Queste affermazioni e questo approccio mentale cozzano contro la realtà dei fatti, oramai accertata, secondo cui Tito ordinò la pulizia etnica delle popolazioni italiche delle zone giuliane per poter rivendicare il possesso di quei territori alla Conferenza di Pace di Parigi, motivandolo con la sola presenza etnica slava.
 
Un agghiacciante quadro di sterminio pianificato a tavolino, con il silenzio e l’accondiscendenza del comunista leader del PCI italiano, Palmiro Togliatti.
 
Pozzo minerario di Huda Jama, in cui sono stati rinvenuti i resti di 2.500 vittime del furore comunista
Un macabro bagno di sangue di migliaia di cittadini italiani che non ha risparmiato donne e bambini, colpevoli solo di essere italiani.
 
Gli Italiani sopravvissuti hanno poi dovuto subire l’umiliazione dei dictat promulgati con  il Trattato di Parigi, grazie al quale sono stati spogliati di ogni loro avere e costretti ad andarsene, come nel caso degli abitanti di Pula, la ex italianissima Pola.
 
In ogni scritto di Pirjevec traspare la malafede di chi ancora oggi continua a difendere le posizioni di un sistema politico rappresentato dalla Jugoslavia comunista di Tito, con il beneplacito dell’allora PCI, che oltre tutto era, guarda caso, favorevole alla cessione non solo di Zara, Fiume, Pola, Capodistria, ma anche di Trieste.
 
La faziosità sembra essere il motivo dominante delle elucubrazioni dello storico slavo e slavista, al punto che nel suo libro una sola fotografia mostra la riesumazione delle vittime delle Foibe, mentre tutte le altre sono rivolte ad evidenziare la presenza fascista e nazista nei territori della Venezia Gulia, narrando con dovizia di particolari le etrocità commesse ai danni della popolazione e dei partigiani slavi.
 
Non c’è che dire : un vero esempio di disinformazione consapevole, che sfruttando una realtà innegabile e cioè quella dei crimini commessi dal fascismo e dal nazismo prima dell’8 settembre 1943, ne riempie con gli stessi contenuti anche la storia delle vicende successive al 1943, omettendo di puntualizzare la serie di episodi criminosi che caratterizzano appunto la tragedia delle Foibe.
 
Le trecce delle donne italiane trucidate dai partigiani comunisti di Tito
Le intenzioni storicamente accertate del nazionalismo titino e del partito comunista jugoslavo si rivolgevano alla pulizia etnica delle componenti non slave (italiane, tedesche, e ungheresi) ma astutamente e criminalmente si predispose il modo di nascondere le epurazioni stesse, camuffandole con il pretesto di compiere una “guerra di liberazione”.
 
Dopo che gli americani ebbero raso completamente al suolo le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, impiegando il più grande mezzo di sterminio mai usato prima nella Storia dell’umanità, la bomba atomica, e dopo che il processo di Norimberga decretò le condanne per i crimini nazisti, omettendo di giudicare le mostruosità e i crimini “alleati”, fu possibile anche scusare e giustificare la brutale occupazione dei territori giuliani da parte dei partigiani comunisti e i crimini da essi compiuti in nome del comunismo.
 
Ogni pagina di Pirjevec contiene elementi di mistificazione e di ignobile, continua, e grossolana distorsione dei fatti che hanno portato all’annessione di territori italiani alla jugoslavia.
 
La Storia, quella vera, ci dice che i comunisti titini, con la complicità di quelli italiani, criminali e comunisti anch’essi,  hanno rubato, saccheggiato, ucciso, stuprato, compiuto crimini contro l’umanità, perseguendo il tipico disegno marxista che si regge sull’uso della violenza pura e devastante.
 



Joze Pirjevec dovrebbe vergognarsi solo per essersi permesso di presentare le sue falsità e le sue tesi anti italiane che offendono  non solo tutti noi, ma anche la decenza civile e il ricordo delle vittime delle Foibe.
  
Joze Pirjevec va quindi inserito nell’elenco purtroppo molto lungo dei disinformatori della sinistra, degli operatori della menzogna, e della partigianeria comunista, come operatore di una sfacciata e reiterata manipolazione, tipica degli pseudo intellettuali come lui…

 

Dissenso

giovedì 9 febbraio 2017

I CRIMINI DI GUERRA DEGLI "ALLEATI"


Sottotitolo :  NON FU LIBERAZIONE MA STRAGE DI POPOLO

Nel 1943 il Generale francese di origini algerine Alphonse Juin al comando del Corpo di spedizione francese di “liberazione” in Italia autorizzò le truppe, in caso di vittoria, “senza che si lasciasse vivo un solo nemico”, a fare ciò che volevano, con le donne, le case, il vino, e qualsiasi altra cosa.

Questo il testo del delirante comunicato :


 Soldati !
Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia.
Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c'è un vino tra i migliori del mondo, c'è dell'oro.
Tutto ciò sarà vostro se vincerete.
Dovrete uccidere i tedeschi fino all'ultimo uomo e passare ad ogni costo.
Quello che vi ho detto e promesso mantengo.
Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico.
Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete. 

Questa “offerta” del Generale di potersi dare al libero saccheggio e alla predazione totale sui civili fu prontamente recepita dai cosiddetti goumiers di due divisioni di truppe marocchine islamiche, una al comando del Generale Dody e l’altra del Generale Guilaume.

Il risultato prodotto dalle truppe franco-magrebine fu il seguente :

1943  -  dal 15 al 17 maggio, al termine della battaglia di Cassino, vennero violentate oltre 600 donne, tra i 10 e i 60 anni, e sottoposte a torture e mutilazioni.

1944  -  dal 2 al 5 giugno, nei pressi di Frosinone, vennero compiuti migliaia di stupri e abusi di ogni tipo, mentre le famiglie delle sventurate donne vennero obbligate ad assistere alle sevizie e poi furono rapinate.

I goumiers islamici
Il 17 giugno in occasione della occupazione dell’isola d’Elba furono stuprate e sottoposte ad atroci torture altre 400 donne.

In realtà la violenza sessuale e il sadismo non risparmiarono nemmeno i bambini, le persone anziane e i preti, che spesso venivano sodomizzati per puro disprezzo.

La Storia ci dice quindi che i “liberatori” si dedicarono ad efferatezze molto peggiori di quelle compiute dai nazisti, ma nessuno mai ha aperto un altro “processo di Norimberga” per giudicare e punire anche loro.

Nessun tribunale internazionale si è mai interessato della vicenda e questi crimini di guerra non sono mai stati nemmeno presi in considerazione.


In Francia ben 65 mila soldati italiani già internati dai tedeschi furono trattenuti nei campi di concentramento anche a guerra finita, in spregio delle Convenzioni di Ginevra dl 1925 e del 1929.

Negli Stati Uniti venne schedata l’intera comunità italiana e furono deportati in 41 campi di concentramento ben 10 mila italo americani.

Nessun tribunale internazionale si è mai interessato della vicenda e questi crimini di guerra non sono mai stati nemmeno presi in considerazione.

I partigiani jugoslavi, al comando di Tito e con la complice accondiscendenza di Palmiro Togliatti e dei suoi partigiani comunisti, diedero il via alla strage etnica di italiani nelle zone della Venezia Giulia e della Dalmazia, “infoibando” 10 mila vittime civili.

Le Foibe, i cosiddetti “inghiottitori carsici” furono la tomba di migliaia di vittime civili innocenti, legate le une alle altre con filo di ferro e gettate vive nelle voragini, obbligandole ad una lenta agonia.

Prima di queste  barbare stragi i partigiani comunisti si accanivano contro le vittime torturandole : alle donne venivano tagliati i seni, e agli uomini gli attributi genitali.

350 mila persone abitanti nei territori italiani della Dalmazia, in Istria, a Fiume e a Pola, furono poi costrette a lasciare le loro case a causa del regime comunista slavo che subentrò in questi territori.

Per questo esodo biblico della popolazione nessuno ha mai chiesto scusa, cercando anzi di far dimenticare tutto ciò.
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Nessun tribunale internazionale si è mai interessato della vicenda e questi crimini di guerra non sono mai stati nemmeno presi in considerazione.

Gli americani si sono resi responsabili dl bombardamento di intere città sia italiane che europee, indiscriminatamente, per colpire e fiaccare la volontà di resistenza della Nazione nemica.

I bombardamenti aerei e navali anglo americani insieme a quelli francesi si accanirono contro città italiane quasi indifese e prive di obiettivi militari di un qualche rilievo, radendole al suolo.

Fra il 1940 e il 1945 furono distrutte intere città come reggio Calabria, Foggia, Pescara, Messina, Rimini, Zara, e Treviso.

Vennero duramente colpite numerose altre città, fra cui :

Roma  -  il 19 luglio 1943 da 500 bombardieri  -  1.060 tonnellate di bombe (4.000) che fecero 3.000 vittime civili innocenti.

Milano  -  per circa 60 volte, per un totale di quasi 1.000 bombardieri  -  2.600 tonnellate di bombe che fecero quasi 2.000 vittime civili innocenti.

Bologna  -  93 incursioni aeree che causarono 2481 vittime civili innocenti.

Torino  - per 40 volte, da 380 bombardieri  della RAF -  1.000 tonnellate di bombe, che diedero prova delle finalità terroristiche inglesi sulle popolazioni inermi.


Genova  -  Aereo, una volta, da 75 bombardieri  -  200 tonnellate di bombe  -  Navale, due volte (1940 e 1941), in occasione delle quali furono colpite anche Pisa, Livorno, e La Spezia.

Firenze  -  Il 25 settembre 1943 gli “alleati” bombardano la città  -  215 vittime civili innocenti.

Pescara  -  Nel 1943 è oggetto di pesanti bombardamenti inglesi che causano la morte di 3.00 vittime civili innocenti (alcune fonti ne citano 6.000).

La famosa basilica medioevale di Montecassino venne completamente distrutta insieme agli inestimabili tesori d’arte in essa custoditi, da 242 bombardieri “alleati” che sganciarono 450 tonnellate di bombe.

Il numero dei civili morti a causa dei bombardamenti “alleati” è stimato in 64.000 vittime innocenti.
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Nessun tribunale internazionale si è mai interessato della vicenda e questi crimini di guerra non sono mai stati nemmeno presi in considerazione.

Gli americani iniziarono anche a bombardare le città giapponesi, iniziando da Tokyo che fu il preludio di una campagna di distruzione che portò poi allo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.

Furono così sterminati spietatamente e freddamente 200.000 civili innocenti.

Uno sterminio paragonalbile a quelli compiuti da Stalin o  da Hitler.

Nessun tribunale internazionale si è mai interessato della vicenda e questi crimini di guerra non sono mai stati nemmeno presi in considerazione.
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Non dimentichiamo che i guerrieri a stelle e strisce interpretano il ruolo di popolo che ha sterminato volontariamente intere etnie di nativi americani, i famosi indiani, o pellerossa, compiendo un vero e proprio genocidio, un immenso olocausto di 100 milioni di vittime innocenti.
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Nessun tribunale internazionale si è mai interessato della vicenda e questi crimini di guerra non sono mai stati nemmeno presi in considerazione.


Nemmeno i russi, altro tassello che compone il mosaico delle truppe di “liberazione” non sono esenti da peccato, anzi rappresentano in Europa la punta di una piramide sommersa costituita da ciò che si può definire, a ragione, “il Male assoluto”.

Stalin e il comunismo furono infatti prodromici alla Shoà, avendone ispirato le tecniche, le modalità, e la ferocia.

Forse non tutti sanno infatti che Stalin ed Hitler avevano molti punti in comune, e procedevano di pari passo nell’esecuzione di nefandezze che li accomunavano.

Un esempio ?

Stretta di mano fra i tre criminali alleati : Churchill, Truman, e Stalin

Il Patto Molotov-Ribbentropp che prevedeva la spartizione dell’Europa, con conseguenti deportazioni di interi gruppi etnici nei gulag della Siberia da un lato, e la realizzazione dei campi di sterminio dall’altra.

Milioni di persone sono morte nei lager del comunismo sovietico, fagocitati dal regime secondo criteri razziali, etnici, sociali, e politici, subendo torture e mutilazioni, stupri e violenze di ogni genere.

Nessun tribunale internazionale si è mai interessato della vicenda e questi crimini di guerra non sono mai stati nemmeno presi in considerazione.
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Per decenni la disinformazione dei “liberatori” comunisti ha attribuito la strage di Katyn  ai nazisti.

Katyn è il luogo, in Polonia, in cu fu trovata una fossa comune contenente i resti di 21 mila cittadini polacchi, tutti uccisi con un colpo di pistola alla nuca.
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Nel 1990 il Segretario generale del partito Comunista Michail Gorbacev annunciò al mondo che il massacro era stato invece compiuto dalla NKVD, la Polizia segreta sovietica.
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Nessun tribunale internazionale si è mai interessato della vicenda e questi crimini di guerra non sono mai stati nemmeno presi in considerazione.

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Ho estrapolato il seguente testo da un articolo tratto da :
(mercoledì 12 maggio 2010)

Lo storico inglese Giles Mac Donogh nel suo coraggioso libro "After the Reich:  the brutal History of Allied occupation" documenta come gli alleati vittoriosi, dopo la sconfitta dellla Germania nel Maggio 1945, diedero il via ad una nuova orribile fase.

Lo storico comprova come la Germania rovinata ed abbattuta venne sistematicamente derubata e come molti Tedeschi sopravvissuti alla guerra vennero uccisi a sangue freddo o deliberatamente lasciati morire di fame, di freddo, di malattie e denutrizione.

La risposta normale di tanti sulle atrocità commesse dagli alleati è che i Tedeschi" se lo meritavano".

Ma Mac Donogh dimostra che le crudeltà inflitte al popolo tedesco completamente abbattuto andarono oltre l’immaginabile.

Egli afferma che 3 milioni circa di Tedeschi, sia civili che militari, dopo la fine ufficiale delle ostilità, morirono in modo ingiustificato.

E precisamente, un milione erano prigionieri di guerra, la maggior parte dei quali morirono in Russia ;
infatti dei 90.000 Tedeschi che si arresero a Stalingrado, solo 5.000 tornarono in patria.

Ancora meno conosciuta è la storia di migliaia di prigionieri tedeschi che morirono in mano agli Inglesi ed agli Americani, in spaventosi campi di prigionia lungo il Reno senza riparo e con quantità meno che irrisorie di cibo.

Altri vennero impiegati per anni come schiavi nelle nazioni alleate.

La maggior parte dei Tedeschi che morirono dopo la fine della guerra erano vecchi, donne e bambini, vittime di fame, freddo, suicidi e stermini.

Milioni di donne e ragazze tedesche vennero stuprate nelle zone di occupazione sovietica e Mac Donogh registra anche il massacro di 250.000 Tedeschi dei Sudeti da parte dei loro compatrioti cechi.

Così pure si verificò in Pomerania, Slesia e Prussia orientale dove vennero espulse antiche comunità tedesche di queste zone.

Pochi sanno che i famigerati campi di Dachau, Buchenwald e Auschwitz rimasero operativi anche dopo la fine della guerra, pieni di prigionieri tedeschi, molti dei quali morirono in modo miserevole.

Il segretario di stato americano Henry Morgenthau aveva un così detto piano di vendetta che mirava a trasformare la Germania sconfitta in una nazione ridotta a pascolo, come anche altri piani di sterminio per affamare, deportare e sterilizzare la popolazione che era sopravvissuta ai bombardamenti.

Gli Americani e gli Inglesi cambiarono atteggiamento nei riguardi dei vinti non per motivi umanitari, bensì per paura dell’espansione sovietica.

Mac Donogh analizza i fatti in modo lucido ed obiettivo, contrastando l’immagine semplicistica di un trattamento benevolo, da parte degli Alleati, della Germania sconfitta.

Il libro di Mac Donogh è un volume di 615 pagine ed è una cronaca spaventosa della morte e delle sofferenze umane.

L’insieme del contesto storico è arricchito anche da aneddoti commoventi.

Si può definire la migliore opera in inglese su questo capitolo "silenzioso" della storia del ventesimo secolo.

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Americani, Francesi, Inglesi e Russi si sono dimostrati quindi ben peggiori dei nazisti di Hitler, e i dati storici lo dimostrano, anche se la Storia scritta dai vincitori racconta altro.

La cosiddetta “liberazione” è stata un insieme di soprusi, su cui è calato un velo omertoso e colpevole di silenzio …
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Molte verità faticano ancora oggi ad emergere, mentre la sinistra tenta incessantemente di manipolare la realtà dei fatti.

Vergogna… schifo… ribrezzo… sono i sentimenti che costoro suscitano in chiunque abbia la decenza di usare lo stesso metro di valutazione, e non due pesi e due misure come invece hanno fatto i cosiddetti “vincitori”…

Per concludere non possiamo parlare di Liberazione, ma solo di sopraffazione, così come è in effetti avvenuto, in un delirio di onnipotenza che ha voluto far prevalere le ragioni di Stati canaglia, come quello americano, russo, francese, e inglese.

Per decenni, nel dopoguerra, costoro hanno continuato ad infierire sui vinti, ostacolando ostentatamente e con tutti imezzi l’emergere progressivo e inarrestabile della verità storica, che oggi finalmente è palese e incontrovertibile… checchè ne dicano.

Onore ai caduti delle Foibe, alle vittime dei bombardamenti anglo americani e francesi, a quelle delle marocchinate, ai milioni di morti causati dal comunismo, a coloro che hanno subito la violenza partigiana comunista a guerra finita, a chi è caduto vittima dello strapotere delle sinistre e a chi ha perso la vita per opporvisi.

Vergogna per i responsabili della cosiddetta “liberazione”, per i criminali che si sono macchiati di crimini indelebili contro l’umanità, per gli pseudo-intellettuali sinistroidi che sapevano tutto ma hanno taciuto o mistificato, e per chi ha condotto per mano l’esercito dell’odio fino ai nostri giorni : gli eredi metamorfizzati del retaggio culturale espresso da Togliatti e compagni.

Dissenso


 

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