venerdì 19 maggio 2017

DIRITTI UMANI : GENTILONI E MATTARELLA


sottotitolo : PECUNIA NON OLET
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Ultimamente il “Premier” italiano Paolo Gentiloni, alla guida di un Governo che non ci rappresenta poiché non è mai stato eletto dal Popolo italiano, così come quello precedente (Matteo Renzi), ha deciso di dare prova della sua totale indifferenza verso il dispregio dei diritti umani e dei relativi crimini.
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Gentiloni e il criminale cinese Xi Ping
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Si è infatti recato prima in Cina dove ancora oggi permangono a migliaia i famigerati “laogai”, cioè i lager con cui il regime comunista annienta gli oppositori e i dissidenti politici, così come i tibetani, i membri del Falun Gong e gli adepti di qualsiasi altra espressione religiosa,  poi è andato a stringere la mano a Vladimir Putin, l’ex colonnello del KGB che ha distrutto la Cecenia, impossessandosene attraverso crimini orrendi contro la popolazione, e che dopo essersi appropriato della Crimea sta ora fagocitando i territori dell’Ucraina e della Georgia.
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Gentiloni e il criminale russo Putin
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Gentiloni incurante del disprezzo che la Cina dimostra verso i diritti umani si è prodigato in sorrisi e strette di mano con il presidente XI Jing-Pin e con il Primo ministro Keqiang.
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Anche il nostro Presidente Sergio Mattarella si è recato poco tempo fa nel Paese del Celeste Impero a caccia di collaborazioni economiche, e poco importa se la tortura, l’orrore, le uccisioni, gli stupri, l’annichilimento delle persone, e la riduzione in schiavitù di Stato siano stati i  mezzi attraverso cui la Cina è diventata una potenza economica di caratura mondiale.
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Migliaia di lager camuffati da fabbriche sono attualmente stipate di un numero impressionante di lavoratori coatti, schiavi costretti con il pugno di ferro a realizzare  norme di produzione imposte dal regime comunista.
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Chiunque non sia allineato con i dictat di quello stesso XI Ping a cui i nostri “leader” politici hanno stretto enfaticamente la mano, viene incarcerato e obbligato a lavorare senza essere pagato, scomparendo dalla vita sociale per sempre, fino alla morte.
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La malnutrizione e le vessazioni sono a corredo del modus operandi dei carcerieri comunisti, che dispongono della vita delle persone come se queste fossero marionette.
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La pena di morte costituisce il degno corollario di tale regime, che però non si accontenta di mettere fine alla vita degli sventurati oppositori, ma ne espianta anche gli organi per commercializzarli sul mercato internazionale.
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Poiché la Cina è al primo posto per il numero di esecuzioni tra i Paesi in cui vige la pena di morte, nasce il sospetto che i decessi siano organizzati e programmati tra i detenuti a seconda dell’andamento di mercato.
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Un macabro commercio che tutti i cosiddetti Paesi civili (come l’Italia e l’intera Europa) conoscono, ma che si guardano bene dal contestare, per non perdere la benevolenza del regime cinese, senza la quale non si potrebbero lucrare affari vantaggiosi.
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I soldi sono quindi alla base dei grandi sorrisi di Mattarella e di Gentiloni, rivolti proprio ai carnefici, direttamente, e senza remore o imbarazzi.
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Grandi sorrisi e strette di mano …
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Tra l’altro va rimarcato che la sconsideratezza della politica di casa nostra ha permesso che i prodotti cinesi immessi sul mercato italiano (e non solo) determinassero la scomparsa di attività commerciali nazionali considerate il fiore all’occhiello di alcuni settori produttivi.
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Laogai femminile
I materiali prodotti dalla Cina a costo quasi zero (in quanto derivanti da mano d’opera schiavizzata nei laogai) si sono sostituiti gradatamente a quelli nostrani, operando a livello di concorrenza sleale  e impossibile da contrastare.
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Il risultato è stato quello a cui assistiamo da parecchi anni a questa parte, nell’immobilismo di personaggi come Mattarella e Gentiloni, appunto, e cioè il fallimento di interi settori come quello tessile di Prato, ora scomparso, anzi sostituito con prodotti interamente cinesi.
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La rottura di ogni anello della catena commerciale e dell’indotto che ne derivava ha prodotto effetti devastanti.
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Laogai maschile
Dopo le fabbriche e i magazzini è stata la volta dei negozi, poi a macchia d’olio il piano di espansione commerciale cinese ha dilagato su tutto il territorio nazionale (ed europeo) senza che la politica si opponesse.
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Anche adesso, in questo preciso momento, ci sono attività commerciali italiane che chiudono per fallimento, mentre parallelamente subentrano le attività cinesi, forti di rifornimenti che settimanalmente giungono dai laogai del regime comunista.
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La competizione per le aziende italiane è impari e impossibile, soffocata da un lato dalle tasse e dai balzelli di tipo medioevale imposti dal regime italiano, e dall’altro da un avversario che pone sul mercato gli stessi prodotti a costo infinitamente più basso.
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Gli schiavi cinesi producono materiali di qualunque merceologia richiesta ad un costo che è quasi vicino allo zero, visto che tutte le testimonianze concordano nell’affermare che gli operai dei laogai vengono nutriti con piccole quantità di riso e sono obbligati a lavorare per oltre 12 ore al giorno.
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Intere flotte navali raggiungono le località di smistamento europee stracariche di prodotti di qualsiasi tipo e continuando la criminale opera di espansione commerciale del comunismo cinese, aiutati in ciò dal silente beneplacito di politicanti come Mattarella, Gentiloni e Renzi, che invece di contrapporsi istituzionalmente a tutto ciò, ne avallano l’operato.
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Il rispetto dei diritti umani è un tema sistematicamente ignorato dalle sinistre, e tutto ciò ne è il lampante esempio, senza se e senza ma… così come appare palesemente dall’evidenza dei fatti.
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Il criminale comunista Vladimir Putin
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A controprova di ciò, caso mai ce ne fosse bisogno, spunta la visita (sempre di Gentiloni) all’altro grande dittatore di questo secolo : Vladimir Putin.
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Nonostante il fatto che Putin sia uno dei maggiori criminali esistenti, e lo provano le decine di migliaia di vittime massacrate in Cecenia, in Ucraina, in Georgia, e nella stessa Russia, come le centinaia di giornalisti colpevoli di aver scritto pagine di verità scomoda per il regime, ci sono molti leader occidentali che si sono schierati dalla sua parte, come ad esempio Matteo Salvini.
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Il terrore che esercita il nuovo zar non è dissimile da quello attuato a suo tempo da Stalin e dai suoi gerarchi.
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Anna Politkovskaja e Anastasija Baburova, così come Natal’ja Estemirova o Stanislav Markelov, sono solo alcuni degli esempi eccellenti di come il criminale ex colonnello del KGB sia solito rapportarsi alle opposizioni.
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La morte e il terrore sono le sue prerogative.
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Le stragi, le deportazioni, gli stupri, le uccisioni, e la tortura sono stati il metodo con cui Putin ha distrutto la popolazione cecena, colpevole di aver voluto difendersi dalla sua aggressione armata.
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Gentiloni però sorride, bonariamente, quasi beffardamente, così come ha da sempre fatto la sinistra nei confronti dei crimini e dei criminali sovietici.
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Anche in questo caso i diritti umani sono calpestati quotidianamente e lo dimostrano sia l’arroganza con cui Mosca si è impadronita della Crimea, sia l’evidente desiderio di arraffare anche i territori ucraini, sulla cui fascia meridionale ha già steso i suoi artigli sporchi di sangue.
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La compiacenza sembra essere quindi un fatto distintivo che accomuna la politica del Governo Gentiloni, in ottima simbiosi sia con quello precedente, a totale impronta PD, sia con il Presidente Mattarella.
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Chissà cosa penserebbe di lui il fratello Piersanti ucciso dalla mafia proprio in totale spregio dei diritti umani …
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Cosa penserebbe vedendo il fratello Sergio che stringe le mani di personaggi che sono lordi del sangue di vittime innocenti ?
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Ma forse sia lui che Gentiloni non sanno cosa sono i diritti umani …
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Chissà forse un breve soggiorno nei laogai cinesi potrebbe schiarire loro le idee…
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Dissenso
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domenica 14 maggio 2017

DOVE REGNANO I DIVIETI NON E' L'EUROPA

di VITTORIO SGARBI
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da : il Resto del carlino  -  domenica 14 maggio 2017 .
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Mi chiedevo, oltre i massimi sistemi :
perché se c’è una Europa senza confini e senza dogane, con una sola moneta, con regole comuni, noi dobbiamo avere limiti e restrizioni che invece altri Paesi non hanno ?
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Strade e autostrade sono un lungo percorso in Europa, di analoga tecnologia e sicurezza.
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Che limite di velocità hanno le autostrade tedesche ?
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Nessuno.
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Puoi andare alla velocità che desideri.
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E sarai tu a valutare i possibili rischi.
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Niente autovelox, niente tutor.
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Come si spiega ?
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E perché ?
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La sicurezza non può essere un valore a Portogruaro e un altro a Kassel.
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E noi subiamo la violenza di uno Stato che ci costringe a pagare tasse indirette con le multe, tanto ingiuste e arbitrarie per infrazioni facoltative e puramente formali.
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Dobbiamo obbedire a regole irrazionali e vessatorie imposte da uno Stato criminale, per raccogliere danaro attraverso scorciatoie punitive.
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E quale è il limite in Germania all’uso del contante che in Italia è di mille euro ?
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Nessuno.
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Puoi spendere quello che vuoi.
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Perché anche noi non possiamo spendere i nostri soldi come vogliamo ?
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Per quali ragioni dobbiamo piegarci a normative europee su qualunque materia, e non godere degli stessi diritti della Germania ?
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Cosa c’è di più Idiota della patente a punti, e di altri analoghi balzelli per mortificare la vita dei cittadini ?
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Siamo in Europa a corrente alternata ?
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Ciò che non è reato in Europa non può esserlo in Italia.
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Mi unisco a questa voce fuori dal coro, con il seguente commento :
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Da quando Prodi, insieme all’accozzagia di politicanti che si rifanno all’eredità ideologica di Togliatti ci ha trascinato nostro malgrado verso la spericolata avventura europea, non è passato giorno senza che le famiglie italiane non abbiano sofferto le conseguenze di ciò che appare, oggettivamente, come un misfatto vero e proprio.
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In effetti la povertà ha assalito l’intera società nazionale, risparmiando unicamente i detentori occulti del potere, rappresentati dalle banche  e dai loro lacchè di sistema.
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Tutto ciò è comprovato da un lato dalle lunghe file di famiglie davanti alle mense della Caritas, da cui ottengono un sostentamento alimentare senza il quale dovrebbero soccombere, e dall’altro dalle vicende giudiziarie come quella della Banca Montepaschi Siena, collusa a doppio filo con il PD.
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L’elenco degli indagati appartenenti al Partito Democratico  è infinito, e ci dà l’esatta dimensione di ciò che effettivamente è oggi la politica : una congrega di delinquenti che si spartiscono i privilegi economici a danno della popolazione.
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Chiunque azzardi una timida protesta viene tacciato di essere un “populista”, termine con il quale si zittisce ad arte qualsiasi dissenso.
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I criminali che stanno affogando sempre di più il Paese in una palude di sofferenza e di disagio andrebbero passati per le armi, come traditori della patria e nemici dell’umanità, ma poiché beneficiano della benevolenza loro concessa da schiere di “italioti” (coloro che regalano due o cinque euro al PD in occasione delle primarie) continuano imperterriti a delinquere.
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Costoro, di cui la sinistra rappresenta appunto una quantità consistente, spadroneggiano al Governo senza essere stati votati in regolari consultazioni elettorali, e compiono giornalmente soprusi a danno del popolo italiano,  continuando ad arricchirsi alle spalle della Nazione.
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L’Europa, così come ce l’hanno propinata, altro non è che una associazione a delinquere che privilegia interessi di lobbies e banche, stravolgendo gli equilibri nazionali ed impedisce alle imprese di crescere e prosperare.
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Le Coop e tutti gli organismi o le associazioni appartenenti alla sfera di influenza del PD raccolgono i frutti di questa dissennata politica, che distribuisce agli accoliti del clientelismo i contributi europei (ad esempio per l’accoglienza).
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Ecco perché mentre a noi impongono di andare in pensione NON prima di 67 anni di età, oppure di pagare ticket altissimi per la sanità, solo per citare alcuni esempi, parallelamente vengono spesi quattro miliardi di euro per i flussi migratori, che sempre di più vengono privilegiati ed incentivati.
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Speculazione, arraffosperequazione, collusione, e parassitismo, sono solo alcuni dei termini con cui si identifica l’attività di un Governo ladro, le cui mani sono sporche del sangue sia di coloro che si sono suicidati, stremati da un fisco di stampo medioevale, che degli affogati nel Mediterraneo, attirati dalle lusinghe degli imbonitori di regime.
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I centri di accoglienza stipano sempre più nuovi arrivati, relegandoli in una sorta di lager senza futuro, e in cambio ottengono i rimborsi dall’Unione europea o dal Governo italiano, in una farsa che assomiglia molto da vicino al pagamento di Giuda con i 5 denari.
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Dissenso
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domenica 7 maggio 2017

Commemorazione dei Caduti della R.S.I.


La presidente della Camera Laura Boldrini chiede l'intervento delle istituzioni contro il saluto romano di massa al Campo 10 del Cimitero Maggiore di Milano e a Cremona.
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Gli eventi contestati sono quelli dela commemorazione dei Caduti della Repubblica di Salò, che tradizionalmente avvengono ogni 25 aprile a Milano e ogni 26 a Cremona.
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Quest’anno le cerimonie erano state “regolamentata” dalle autorità che avevano impartito il divieto di esibire simboli fascisti, labari, bandiere, e gesti rievocativi.
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A sorpresa però mille militanti di destra si sono presentati nel pomeriggio nel cimitero deputato alla commemorazione, a Milano, e dopo aver deposto una corona hanno espresso il loro cordoglio con il saluto romano.
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La stessa cosa è avvenuta a Cremona, dove si celebrava la commemorazione di Roberto Farinacci e dei caduti della RSI, scatenando le ire istituzionali e in particolari quelle della Presidente della Camera, che ha auspicato un inasprimento della normativa sulla propaganda neofascista.
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Il sostituto Procuratore, Fabio Saponara, ha riesumato la Legge Scelba aprendo una indagine sull’episodio.
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Vorrei proporre, a corredo di questa vicenda, la lettera aperta scritta dal Prof. Sinagra a Laura Boldrini.
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Da : Informareil blog di Gianni Fraschetti  -  2 maggio 2017
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Lettera aperta del Prof. Sinagra a Laura Boldrini
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Gentile Signora,
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Laura Boldrini
in occasione delle onoranze ai Caduti della RSI al Campo 10 del Cimitero Monumentale Musocco di Milano il suo antifascismo ha palesato una delle sue punte più acute.
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Le racconto una cosa :
quando nel 1925 a seguito della morte di Giacomo Matteotti il non ancora "Regime" traballò, si racconta che Benito Mussolini chiese a Vittorio Emanuele Orlando di assumere la presidenza del Regio Senato.
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Questi rifiutò osservando che mai avrebbe assunto la presidenza del Senato se non vi era libertà per i cittadini di associarsi in qualsivoglia Partito politico.
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Mussolini replicò che se avesse assunto la presidenza del Senato egli avrebbe disciolto il PNF.
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Ma Orlando replicò che ancor meno avrebbe assunto la presidenza del Senato se fosse stato precluso a qualsivoglia cittadino di costituire ed associarsi anche nel Partito Nazionale Fascista.
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Non so se lei ha capito cosa vuol dire questa narrazione.
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Penso che lei farà finta di non capire perché lei è un corpo estraneo alla democrazia; lei è espressione di un partito politico minimale non solo sul piano numerico ma soprattutto sul piano propositivo.
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Lei è stata eletta Presidente della Camera (dico "Presidente" e non "Presidenta" per non storpiare la lingua italiana) all'esito di intese partitiche alle quali i cittadini e la democrazia sono rimasti estranei.
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Lei non sa nulla di fascismo e il suo antifascismo è solo strumentale alla pur comprensibile sua esigenza di dare una giustificazione alla sua stessa esistenza.
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Se poi il fascismo viene dogmaticamente assunto come “violenza”, la invito a riflettere sul fatto che vi sono due tipi di violenza :
quella fisica e quella morale.
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Alla prima si può resistere, alla seconda non si può e lei non si rende conto di esercitare una continua violenza morale.
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Non ne perde l’occasione anche quando, tra le altre cose, pretende di imporre il suo punto di vista a proposito delle invasioni migratorie che subisce il nostro Paese.
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Perché lei lo faccia, francamente non mi interessa.
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Evidentemente è uno dei suoi problemi, come quello della rimozione dell’Obelisco Mussolini al Foro Italico di Roma.
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La storia non si cancella, egregia Signora, e al fondo vedo un’attitudine palesemente rivolta alla paura quando lei sollecita imperiosamente iniziative censorie di immagini ed opinioni su facebook rievocative del fascismo.
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Mi fermo qui, egregia Signora.
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Discutere con lei non ha rilievo culturale.
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Voglio tuttavia colmare una delle sue molte lacune storiche :
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i responsabili del sequestro dell’On. Giacomo Matteotti furono condannati a 16 anni di reclusione dalla Corte di Assise di Chieti per omicidio preterintenzionale.
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Ma si sa, la Corte di Assise di Chieti era condizionata dal Regime.
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Pensi che i tre erano difesi dall’On. Roberto Farinacci !!!
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Dunque, il processo fu ricelebrato a Roma dinanzi alla Corte di Assise speciale nel 1948 e i tre, difesi dall’antifascista Vittori Ambrosini, ebbero la pena ridotta a 14 anni !
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Sempre per omicidio preterintenzionale.
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Si faccia spiegare dai suoi collaboratori alla Camera dei Deputati cosa significa omicidio preterintenzionale.
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Le auguro le migliori cose per questo scorcio di legislatura perché lei non sarà più rieletta Presidente della Camera.
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Prof. Augusto Sinagra
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Mi domando come mai la Presidente della camera, nella sua "enfasi" pseudo-democratica NON si esprima sul fatto che in Italia ci sono vie e piazze intitolate ad uno dei più grandi criminali della Storia mondiale : LENIN.
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Sembra che la sua "obiettività" sia a senso unico e che riveli un odio mai sopito che colpisce perfino i morti che hanno combattuto per i loro ideali fascisti.
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La benevolenza istituzionale si avvale della disinformazione per mistificare i delitti del comunismo e i crimini efferati compiuti dai partigiani comunisti a guerra finita, e mai come in queste occasioni ciò appare più chiaro ed evidente.
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Personalmente mi associo al saluto rivolto ai martiri fascisti, ricordandoli e onorandoli come è giusto che sia.
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Dissenso



JAN PALACH


Jan Palach (Praga, 11 agosto 1948  -  Praga, 19 gennaio 1969) è stato un patriota della ex Repubblica Cecoslovacca, che per la sua opposizione al regime comunista che aveva fagocitato il Paese è divenuto simbolo della resistenza anti sovietica.
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Nel periodo che va dal 1967 al 1968 la Cecoslovacchia fu teatro di una stagione riformista, che sotto la guida di Alexander Dubcek prese il nome di “Primavera di Praga”.
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La strategia del nuovo corso politico era tesa ad introdurre nuovi elementi di democrazia in ogni settore della società, discostandosi dalle linee guida imposte da Mosca.
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Il comunismo russo reagì con l’immediata occupazione armata del suolo cecoslovacco mediante l’invio di carri armati e truppe della coalizione aderente al patto di Varsavia (l’alleanza militare tra i Paesi del Blocco sovietico : Albania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Germania Est, Polonia, Romania, Ungheria, Unione Sovietica) , e dopo aver arrestato Dubcek lo obbligò a siglare un protocollo d’intesa con il Cremlino.
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1968 : i carri armati comunisti entrano a Praga, occupandola.
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L’ampio appoggio popolare di cui godeva Dubcek gli permise però di continuare la sua opposizione al regime sovietico, cavalcando la protesta delle masse ostili alle truppe di occupazione, ma per questo motivo nel 1969 fu rimosso dal suo incarico e inviato in Turchia come ambasciatore.
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Nel 1970, dopo essere tornato in Cecoslovacchia, Dubcek trovò un impiego come manovale in un’azienda forestale.
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La Primavera di Praga provocò una grande ondata di emigrazione, soprattutto verso i Paesi dell’Europa occidentale e diede origine a proteste, anche non violente, da parte dell’intera popolazione.
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In questo tragico contesto si inserisce la figura di Jan Palach, studente universitario di Praga che, per ribellarsi alla violenza comunista si recò in Piazza San Venceslao, al centro di Praga, ai piedi della scalinata del Museo Nazionale, dove si cosparse il corpo di benzina e si diede fuoco.
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1963  -  Il sacrificio di Thic Quang Dik
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Jan Palach morì dopo tre giorni di agonia, durante i quali rimase lucido, confermando ai medici di aver voluto seguire l’esempio dei monaci buddisti del Vietnam, tra cui in particolare quello di Thic Quang Dik che si diede fuoco a Saigon nel 1963 per protestare contro le politiche di oppressione verso la religione buddhista.
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Jan Palach lasciò i quaderni contenenti suoi articoli e i suoi appunti, che esprimevano e rappresentavano i suoi pensieri e i suoi ideali, in una sacca trovata dopo il suo estremo sacrificio, in cui fra tutte le dichiarazioni ne spicca una in particolare, che recita :
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Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo.
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Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa.
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Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana.
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Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zpravy.
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(Nota del Blog : Zpravy = Notiziario, il Giornale delle forze di occupazione comuniste sovietiche)
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Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà “.
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Non si è mai saputo se realmente sia esistita una organizzazione come quella citata dal martire nel suo ultimo scritto, ma rimane il fatto che in seguito altri sette studenti, tra cui l’amico Jan Zajic, seguirono il suo esempio, togliendosi la vita.
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Jan Zajic
Anche Zajic (Viktov, 1950 – Praga, 1969), così come Palach lasciò uno scritto indirizzato ai familiari, da cui estrapoliamo alcuni passi, dal significato profondo e tragico :
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« Mamma, papà, fratello e sorellina !
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Quando leggerete questa lettere sarò già morto o molto vicino alla morte.
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So quale profonda ferita provocherò in voi con questo mio gesto, ma non preoccupatevi per me...
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Non lo faccio perché sono stanco della vita, ma proprio perché la apprezzo.
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E la mia azione ne è forse la migliore garanzia.
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Conosco il valore della vita e so che è ciò che abbiamo di più caro.
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Ma io desidero molto per voi e per tutti, perciò devo pagare molto [...] »
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Resistenza anticomunista del popolo cecoslovacco
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Il silenzio imposto dal regime comunista calò un omertoso sipario su queste vicende, di cui ancora oggi poco è trapelato nel mondo occidentale.
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I resti di Jan Palach, eroe anticomunista, riposano oggi presso l’Olsanske hrbitovy di Praga.
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Nel 1989 gli fu intitolata la piazza centrale di Praga, in precedenza dedicata all’Armata Rossa.
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Oggi è ricordato da molte associazioni di studenti, anche appartenenti all’area della sinistra, che lo indicano come eroe immolatosi in nome e in difesa dei suoi ideali.
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Naturalmente, l’apparato disinformatore comunista appoggiato dagli pseudo intellettuali sinistroidi europei, ha tentato di spargere fango sull’intera vicenda.
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Il Deputato comunista Wilhelm Novy, che tentava di disonorare e svilire le gesta del patriota cecoslovacco, è stato affrontato in Tribunale dall’avvocato Dagmar Buresova che rappresentava la famiglia di Jan Palach.
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La vicenda è stata riproposta come miniserie televisiva e rieditata e trasformata in film, proiettato poi al Festival Internazionale di Toronto.
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La signora Buresova, avvocato della famiglia Palach, è stata a lungo perseguitata dalla polizia politica, ed è stata interrogata a più riprese insieme al marito.
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Alla coppia sono stati ritirati i passaporti per sette anni, mentre alla figlia Lucie è stato negato il visto per potersi iscrivere a scuola.
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Nel 1989, dopo la caduta del regime comunista, Dagmar Buresova divenne Ministro della Giustizia per “Forum Civico”, il movimento politico contrario al totalitarismo comunista.
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Nel 1995 il gruppo musicale “La compagnia dell’Anello” gli ha dedicato la canzone intitolata Jan Palach, che recita :
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Fame, morte, schiavitù, il coraggio nasce a volte così
Bandiere rosse su una città, in occidente c'è solo viltà
Primavera di libertà, carri armati nelle strade
Il sangue a Praga è sparso al vento, quanto orrore in quel momento
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Quanti fiori sul selciato, quante lacrime avete versato!
Quante lacrime avete versato per Praga!
Volti grigi senza nome, soldati rossi e terrore
Giù le mani dal mio paese, il mio sangue lavi le offese
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Una piazza, strade vuote, solo un uomo e un altare
Sacrificio per l'onore, sul rogo un giovane muore
Quanti fiori sul selciato, quante lacrime avete versato!
Quante lacrime avete versato per Praga !
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È morto sotto i carri armati il futuro che avete sognato
Nella gola vi hanno cacciato le grida di un corpo straziato!
Quanti fiori sul selciato, quante lacrime avete versato!
Quante lacrime avete versato per Ján Pálach!
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   Ján Pálach, Ján Pálach!  

Ján Pálach, Ján Pálach! 
Ján Pálach, Ján Palach! 
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Il cantante Adamo lo ricordò nel testo di una sua canzone :
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"C'è chi muore in primavera come un lampo, come una torcia, sbarrando la strada per un istante ai carri armati..."
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La generazione cui appartenevano i giovani come Jan Palach vide infrangersi l’aspettativa di poter ambire ad un mondo diverso da quello in cui il regime comunista li aveva relegati.
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L’aspirazione verso ideali di libertà, di pluralismo ideologico e democratico, e di dissenso verso il comunismo, venne infatti troncata e repressa senza pietà dai carri armati sovietici, che irruppero nella quotidianità del popolo cecoslovacco.
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750 mila soldati e 6 mila carri armati del Patto di Varsavia imposero la loro violenta presenza, per attuare la coercizione di un qualsiasi anelito o fremito di libertà che potesse, come un virus, dilagare e minacciare la stabilità degli altri regimi comunisti.
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Se oggi i carri armati comunisti NON sono più presenti negli ex territori della Cecoslovacchia, mutati in due distinte Repubbliche, quella Federale Ceca e quella Federale Slovacca, lo dobbiamo anche al sacrificio di eroi come Jan Palach, a cui deve andare la riconoscenza dell’intera Europa e del mondo.
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Dissenso
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