venerdì 15 settembre 2017

GIUSEPPINA GHERSI E L'ODIO PARTIGIANO COMUNISTA


Ancora una volta i comunisti hanno rivelato il loro vero volto, fatto di odio, intriso del sangue di vittime innocenti.
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Mi riferisco ad una vicenda in cui, nelle giornate del 2017, si sono contrapposte le diverse opinioni dei rappresentanti dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani) e quelle del Consiglio comunale di Noli, in provincia di Savona.
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L’oggetto del contendere, se così si può definire, era una lapide mortuaria, commemorativa, in ricordo di una bambina morta all’età di soli tredici anni.
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Il suo nome era Giuseppina Ghersi e fu vittima, come tanti altri innocenti, dell’odio feroce e irrazionale, sanguinario e delittuoso, dei partigiani comunisti.
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Furono loro infatti ad ucciderla a guerra finita, nel 1945, ma non prima di averla segregata, violentata e stuprata sotto gli occhi dei genitori, picchiata selvaggiamente, e infine dopo giorni di agonia colpita alla nuca da un proiettile.
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La sua colpa, secondo gli inquisitori comunisti fu quella di essere una informatrice fascista, per cui le furono anche rapati i capelli e le fu cosparsa la testa di vernice rossa.
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Gli "eroici" partigiani comunisti scortano Giuseppina Ghersi,
tredicenne, per poi seviziarla, stuprarla e ucciderla

Per completare l’assassinio il suo povero corpicino dilaniato fu gettato senza alcuna pietà davanti al cimitero di Zinola (Savona).
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In precedenza i partigiani avevano già arrestato i suoi genitori e la cognata, deportandoli nel campo di concentramento di Legino.
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Categoricamente, ancora oggi, per bocca di Samuele Rago, rappresentante dell’Anpi, questa adolescente tredicenne viene imputata di essere stata ed essere ancora fascista !
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Una bambina che probabilmente giocava ancora con le bambole, e che a volte si intratteneva a parlare con alcuni coinquilini appartenenti al Battaglione San Marco…
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Gli esseri sub umanoidi che rispondono al nome di assassini comunisti partigiani, infangano l’umanità e la società, ammorbando la civiltà stessa di cui sono un cancro da estirpare.
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Anche l’Isis oggi compie torture efferate sui bambini, esattamente come fecero i partigiani comunisti nel 1944/45 e dimostrando che entrambi non appartengono al genere umano, ma ad una sorta di mostri animaleschi e assetati di sangue.
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Del resto le cronache del dopo guerra sono piene degli omicidi compiuti da bande assassine comuniste, come ad esempio la famigerata “volante rossa” che imperversò a lungo nel nord Italia.
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Va detto a questo proposito che l’attore Dario Fo, ex fascista convertito al comunismo, insieme alla moglie Franca Rame, fondarono l'organizzazione "Soccorso Rosso", per aiutare, anche economicamente gli assassini di stampo comunista che si erano macchiati di gravi fatti di sangue.
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A questo ripugnante personaggio fu riconosciuto addirittura il Premio Nobel per la letteratura, dimenticando che aveva le mani sporche di sangue, a dimostrazione che gli pseudo intellettualoidi della sinistra riescono sempre a manipolare la verità e la realtà dei fatti, costruendo personaggi e storie a proprio uso e consumo.
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I partigiani comunisti hanno dato una lettura strumentale di ciò che è a tutti gli effetti un assassinio efferato, compiuto su una giovane vita, valicando il confine fra civiltà e orrore senza fine.
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L’odio comunista vorrebbe stuprarla di nuovo, ripetutamente, danneggiando la lapide commemorativa, per ribadire che la loro ferocia è sconfinata e che si sentono depositari dell’unica verità consentita, quella di Marx, Lenin, e Stalin.
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Del resto anche i gerarchi sovietici uccisero impunemente milioni di innocenti, uomini, donne, e bambini, usando tutti i mezzi a loro disposizione: la deportazione nei gulag siberiani, la tortura, e  la carestia indotta come arma di sterminio di massa.
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Lo stereotipo del partigiano comunista è proprio questo, e cioè quello che lo identifica come assassino di una bambina appena tredicenne, di cui ha violato la intima e pura essenza, sporcandola e devastandola, in un abisso di odio e terrore che solo la mente perversa e criminale di un comunista può concepire.
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Che giustificazione può esserci per una esecuzione fredda e spietata, preceduta dal totale dispregio delle più elementari forme di diritto umano e di rispetto, soprattutto in considerazione del fatto che l’oggetto dell’odio era una bambina di tredici anni ?
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Con quale coraggio il putrido sterco comunista osa ancora oggi profanare il ricordo della giovane vittima ?
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E perché la ex Presidente della Camera Laura Boldrini sempre pronta ad inginocchiarsi, non ci fa sapere come la pensa al riguardo ?
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Forse perché è indaffarata a proclamare il suo antifascismo ?
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Che limite di età è previsto dagli standard comunisti per non essere dichiarati fascisti ?
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Otto anni ?
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Cinque anni ?
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E se anche un tredicenne si fosse dichiarato fascista, quale crimine potrà aver mai commesso, data la sua giovanissima età ?
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La verità è che non c’è limite all’odio esternato dalle carogne rosse, da quei partigiani comunisti feccia dell’umanità, relitti ed eredi di un retaggio sottoculturale comunista, che inneggiando a Stalin si qualificano come totalmente idioti e criminali.
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La verità è che queste persone sono nemici da abbattere, come bestie immonde.
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La verità è che sono senza vergogna e si credono eroi, mentre invece incarnano lo sterotipo del bastardo senz’anima e senza umanità, così come i fatti di questi giorni ci dimostrano.
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Dissenso
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