domenica 29 dicembre 2019

BR : L'OMICIDIO DI GUIDO ROSSA


Guido Rossa (Cesiomaggiore, 1 dicembre 1934  -  Genova, 24 gennaio 1979) è stato un operaio e sindacalista italiano, assassinato durante i cosiddetti “anni di piombo” dagli assassini comunisti delle Brigate rosse.
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Il cadavere di Guido Rossa, colpito dagli assassini comunisti
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Per la prima volta le BR colpirono un rappresentante della clsse operaia, un sindacalista appartenente proprio alla categoria in nome della quale la formazione rivoluzionaria armata pretendeva di agire, manifestando così una simbiosi ideale con il comunismo sovietico, che si nutrì per decenni del sangue dei suoi stessi figli.
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Guido Rossa denunciò il brigatista Francesco Berardi, suo compagno di lavoro all’Italsider di Genova, dopo aver notato che il ritrovamento di materiale propagandistico delle BR e delle loro rivendicazioni, accanto alle macchinette del caffè in fabbrica, coincideva sempre con la presenza dello stesso Berardi.
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Il 24 ottobre 1978 Rossa insieme ad altri colleghi decise di aprire l’armadietto del collega, trovandovi all’interno volantini con la stella a cinque punte e materiale strategico delle Brigate rosse.
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Tutto ciò, insieme alla testimonianza di Guido Rossa in Tribunale, provocherà poi l’arresto e la condanna di Berardi a quattro anni di carcere.
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La vendetta dei terroristi comunisti non si fece attendere.
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Il 24 gennaio 1979 un commando di criminali comunisti sparò contro Guido Rossa mentre stava salendo sulla sua auto, una Fiat 850, per recarsi al lavoro in fabbrica.
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La vittima designata venne inizialmente gambizzata ma poi uno dei killer tornò indietro e gli sparò direttamente al cuore, uccidendolo.
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I tre assassini comunisti delle “eroiche” BR che sono state così coraggiose da sparare contro un bersaglio disarmato e indifeso sono : Riccardo Dura, Vincenzo Guagliardo e Lorenzo Carpi.
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L'odio comunista si palesa
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I partiti della sinistra compatti approfittarono dell’episodio per rimarcare la totale mancanza di compatibilità fra la lotta armata e il movimento operaio, prendendone le distanze, ambiguamente, in quanto consapevoli del fatto che le origini di quel movimento comunista armato e clandestino sono da ricercare proprio nell’appartenenza allo stesso retaggio culturale, o pseudo tale, da cui traeva linfa vitale anche il PCI.
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Il mondo comunista di Togliattiana memoria è stato infatti il motore della delinquenza criminale comunista del dopoguerra, finanziato da Mosca per interi decenni, cresciuto nella sudditanza allo Stalinismo più becero, che ha portato all’espansione della violenza insita nel comunismo stesso, estrinsecata attraverso l’odio e la violenza cieca, così come ci hanno dimostrato le Brigate Rosse.
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Guido Rossa è sola una delle numerose vittime del comunismo, e la sua appartenenza politica in seno ad un sindacato comunista e la sua militanza nel PCI la dicono lunga sulla mistificazione operata dagli pseudo intellettuali del mondo delle sinistre.
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La figlia di Guido, Sabrina Rossa, nel 2008 è stata eletta deputata per il Partito Democratico, dimostrando di non aver capito che il mostro che ha divorato la vita del padre è lo stesso che ora ha fagocitato anche lei, plasmando la sua vita e il sacrifico del padre in una medesima tragica simbiosi.
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Secondo il mio parere Guido Rossa rimane una vittima del comunismo, e tutte le formazioni politiche metamorfizzate che da esso hanno avuto origine sono da considerare complici del suo assassinio, se non materialmente, sicuramente a livello  morale e ideologico.
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Le politiche del PCI, asservito per decenni al comunismo sovietico, e le sue diramazioni criminali come quelle dei partigiani assassini che sono stati una spina nel fianco della democrazia italiana, rappresentano vari aspetti della stessa medaglia che la Storia ha identificato come il Male assoluto : il comunismo.
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Lorenzo Carpi, l’autista del commando che pose fine alla vita di Guido Rossa è latitante dal 1979 e non ha mai scontato un solo giorno di prigione, nonostante sia stato condannato all’ergastolo per tre agguati, e a 16 anni per il ferimento di Roberto Della Rocca, il Presidente dell’Associazione italiana vittime del terrorismo.
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Considerando che il PCI ha sempre protetto i criminali comunisti procurando loro nuove identità e facendoli espatriare, non mi meraviglierei se dietro alla latitanza del brigatista ci fosse lo zampino di qualche autorevole seguace di Togliatti.
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Ricordo a chi legge che anche un criminale assassino del calibro di Francesco Moranino, condannato all’ergastolo per la strage di ben sette persone nel 1944, non fece mai nemmeno un giorno di prigione perché aiutato ad espatriare dal PCI di cui era parlamentare, per essere poi graziato dal Presidente Gronchi che ridusse la sua pena a dieci anni, e infine graziato anche da Giuseppe Saragat (il successore di Gronchi) che gli diede la libertà.
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Il suo ritorno in Italia fu caratterizzato da una calda accoglienza da parte dei comunisti, che lo candidarono tra le loro file e lo fecero eleggere Senatore della Repubblica.
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Non meravigliamoci se oggi ben tre brigatisti ricevono dallo Stato Italiano addirittura il “reddito di cittadinanza” :
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Raimondo Etro, coinvolto nella strage di via Fani e nel delitto Moro, oltre che in altre nefandezze sanguinarie, percepisce 780 euro.
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Massimiliano Gaeta, appartenente alla “nuova stagione” delle BR percepisce 500 euro.
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Federica Saraceni, coinvolta nell’omicidio di Massimo D’Antona, fruisce degli arresti domiciliari ma percepisce ugualmente il reddito di cittadinanza.
Sarà un caso che il padre sia un eminente giudice, fra i fondatori della corrente rossa di Magistratura Democratica ?
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Dissenso
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domenica 17 novembre 2019

MACRON COMPLICE DEL TERRORISMO COMUNISTA


La Francia di Emmanuel Macron ha di nuovo palesato il suo vero volto, manifestando la sua totale accondiscendenza verso personaggi criminali appartenenti al mondo del terrorismo comunista.
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Il territorio francese è diventato il luogo in cui i criminali e gli assassini comunisti italiani trovano un rifugio sicuro che consente loro di eludere le leggi e la Giustizia.
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L’ultimo episodio che conferma queste affermazioni è la liberazione dell’anarchico milanese Vincenzo Vecchi, condannato in Italia a 11 anni e 6 mesi di carcere per le violenze al G8 di Genova nel 2001, e ad altri 4 anni per scontri di piazza a Milano.
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Black bloc in azione a Genova durante il G8
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Questo personaggio, appartenente ai gruppi eversivi del sottobosco criminale comunista italiano, è un professionista della violenza, dedito al furto, all’incendio, alla devastazione e al saccheggio, interpretando un ruolo, quello di “black bloc”, che ripercorre gli stereotipi classici dell’universo criminale marxista: colpire vigliaccamente e scappare, rifugiandosi nel “paradiso” dell’impunità concessa a questi delinquenti dalla Francia.
Questo rifiuto umano, latitante dal momento della condanna, si stabilì sotto il falso nome di Vincent Papale a Saint-Gravé, una località francese che conta circa 700 abitanti, facendo vari lavori, dall’elettricista al muratore, all’imbianchino, sfuggendo così alla giusta condanna per i suoi crimini.
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Scoperto dagli inquirenti milanesi che hanno condotto le indagini in collaborazione con la BNRF francese (una unità di Polizia specializzata nella ricerca e cattura dei grandi criminali), Vecchi è stato arrestato il 9 agosto scorso e rinchiuso nel carcere di Vezin-le-Coquet, nelle vicinanze di Rennes.
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Il criminale comunista
 Vincenzo Vecchi
Immediatamente la stampa sinistroide francese è insorta in sua difesa, nonostante i crimini per cui Vecchi è stato condannato, ed è nato addirittura un comitato di sostegno in suo favore, in totale ed evidente disprezzo della Magistratura e delle Leggi italiane.
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L’intellighenzia d’oltralpe legata a fantasmi del passato come Togliatti e Stalin, si è prodigata nel patrocinare, attraverso pseudo intellettuali come lo scrittore di libri gialli Pierre Lemaitre, lo scrittore Edouard Louis, e il regista Eric Vuillard una difesa ad oltranza che ha poi condotto le autorità francesi a respingere la richiesta di estradizione avanzata dall’Italia.
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La Francia di Macron ha quindi permesso, ancora una volta, che un latitante dell’eversione italiana potesse sfuggire alla Giustizia, garantendogli assoluta libertà e impunità.
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L’anarchico e delinquente Vincenzo Vecchi, alias Vincent Papale, fu uno dei protagonisti degli assalti che portarono alla devastazione di Genova in occasione del G8 nel 2001, e autore corresponsabile degli incendi che distrussero le proprietà private in zona Brignole, come auto, banche, e supermercati, proseguendo poi l’opera criminale nell’assalto al carcere di Marassi.
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Lo pseudo rivoluzionario da operetta si esibì successivamente in una nuova performance criminale, attraverso cui continuò  a lanciare molotov e a tirare sassi contro le Forze dell’ordine a  Milano nel 2006, in Corso Bunos Aires.
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La sinistra francese, incurante dei concetti e del significato di democrazia, di civiltà, di libertà e di legalità, si è subito schierata a favore del teppista incappucciato, così come aveva già fatto in precedenza per altri comunisti distintisi per l’elevato spessore criminale, come :
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(1) Carla Vendetti, (2) Cesare Battisti, (3) Enrico Villimburgo, (4) Enzo Calvitti, (5) Gianfranco Pancino, (6) Giorgio Pietrostefani, (7) Giovanni Alimonti, (8) Giovanni Vegliacasa, (9) Lanfranco Pace, (10) Luigi Bergamin, (11) Marina Petrella, (12) Massimo Carfora, (13) Maurizio Di Marzio, (14) Narciso Manenti, (15) Oreste Scalzone, (16) Paola Filippi, (17) Paolo Persichetti, (18) Raffaele Ventura, (19) Roberta Cappelli, (20) Sergio Tornaghi, (21) Simonetta Giorgieri, (22) Toni Negri, (23) Vincenzo Spanò, (24) Walter Grecchi
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Ma vediamo ora chi sono questi personaggi criminali tutelati arbitrariamente dalla Francia di Macron, che però ambiguamente non esita a condannare chi, come i gilet jaunes (i gilet gialli), tenta di destabilizzare l’ordine costituito.
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(1) Carla Vendetti
Condannata all’ergastolo per l’omicidio Moro e implicata nei delitti D’Antona e Biagi
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Cesare Battisti
(2) Cesare Battisti (proletari Armati per il Comunismo)
Condannato all’ergastolo per quattro omicidi.
Ha beneficiato della cosiddetta dottrina Mitterand in Francia, poi si è rifugiato in Brasile, protetto dal Presidente comunista Lula.
Nel 2019 è stato finalmente arrestato in Bolivia e trasferito in  Italia, dove sconterà la pena nel carcere di Oristano.
Ecco un LINK ad un mio articolo su di lui :
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(3) Enrico Villimburgo (Brigate Rosse)
Condannato all’ergastolo per il suo coinvolgimento nell’omicidio Moro e per gli omicidi Bachelet, Minervini e Galvaligi.
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(4) Enzo Calvitti (Brigate Rosse)
Condannato a 21 anni per tentato omicidio
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(5) Gianfranco Pancino (medico di fiducia di Autonomia Operaia)
Condannato a 25 anni di carcere per associazione a banda armata
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Giorgio Pietrostefani
(6) Giorgio Pietrostefani (Lotta Continua)
Condannato a 22 anni di carcere assieme ad Adriano Sofri per l’omicidio del Commissario Luigi Calabresi.
La pena cadrà in prescrizione nel 2027
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(7) Giovanni Alimonti (Brigate Rosse-Partito comunista combattente)
Condannato a 22 anni di carcere nel processo Moro ter.
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(8) Giovannni Vegliacasa (Prima Linea)
Condannato all’ergastolo
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(9) Lanfranco Pace (Potere Operaio)
Condannato a 4 anni per associazione sovversiva, pena prescritta.
E’ stato latitante in Francia per 15 anni, mentre ora lavora in Italia come opinionista politico per il quotidiano Il Foglio.
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(10) Luigi Bergamin (Proletari Armati per il Comunismo)
Condannato per l’omicidio del macellaio Lino Sabbadin del 16 febbraio 1979 (per cui fu condannato anche Battisti)
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(11) Marina Petrella (Brigate Rosse)
Marina Petrella
Condannata all’ergastolo per l’omicidio di un poliziotto, fu protetta dal Presidente francese Sarkozy, la cui moglie Carla Bruni è sempre stata sospettata di aver fornito le coperture che garantirono al terrorista Battisti di lasciare la Francia per il Brasile.
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(12) Massimo Carfora (Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria, Lotta Continua, Prima Linea)
Condannato all’ergastolo nel 1983 e incarcerato nel penitenziario  di Piacenza da cui riesce a fuggire per rifugiarsi in Francia.
Sposato, è imprenditore nel settore dell’Editoria.
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(13) Maurizio Di Marzio (Brigate Rosse)
Condannato a 15 anni per vari reati, tra cui l’attentato contro Enzo Retrosi (Dirigente dell’Ufficio collocamento di Roma) e contro Giuseppe Macagna (Docente universitario)
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(14) Narciso Manenti (Nuclei armati per il contropotere territoriale - Guerriglia proletaria)
Condannato all’ergastolo per aver ucciso, nel 1979, l’appuntato Giuseppe Gurrieri, freddato davanti al di lui figlio adolescente.
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Oreste Scalzone
(15) Oreste Scalzone (Potere Operaio) fu arrestato nel 1979 per associazione sovversiva, banda armata, e concorso in rapina.
Nel 1981, dopo aver ottenuto la libertà provvisoria per motivi di salute, scappò in Corsica con l’aiuto dell’amico attore Gian Maria Volonté e da lì raggiunse la Francia che a quell’epoca offriva un rifugio sicuro ai ricercati italiani, grazie alle politiche dell’allora Presidente socialista Francoise Mitterand, secondo la cui dottrina non si dovevano estradare coloro che pur avendo commesso crimini inaccettabili lo avevano fatto per motivazioni politiche vicine alle idee di libertà parigine.
Seguendo la logica di questo assurdo assioma, finalizzato all’evidente protezione di personaggi apertamente legati all’universo marxista, la Francia accolse i terroristi italiani a piene mani, divenendo un’isola di llegalità nel bel mezzo della civile Europa.
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(16) Paola Filippi (Proletari Armati per il Comunismo)
Condannata per l’omicidio del macellaio Lino Sabbadin del 16 febbraio 1979 (per cui fu condannato anche Battisti).
Le è stata concessa la cittadinanza francese perché non potesse essere estradata.
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(17) Paolo Persichetti (Brigate Rosse)
Condannato a 22 anni e mezzo di carcere per partecipazione a banda armata e concorso morale in omicidio per il delitto del generale Giorgieri.
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Roberta Cappelli
(18) Raffaele Ventura (Formazioni comuniste combattenti)
La sua condanna è oramai vicina alla prescrizione.
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(19) Roberta Cappelli (Brigate Rosse, ex moglie di Villimburgo)
Condannata all’ergastolo perché coinvolta nell’uccisione del Generale Galvaligi e nel sequestro Cirillo.
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(20) Sergio Tornaghi (Brigate Rosse, colonna Walter Alasia)
Condannato all’ergastolo per partecipazione a banda armata, e per l’omicidio del maresciallo Francesco Di Cataldo
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(21) Simonetta Giorgieri (Brigate Rosse)
Condannata all’ergastolo per l’omicidio Moro e implicata nei delitti D’Antona e Biagi
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(22) Toni Negri (Autonomia Operaia, Potere Operaio)
Processato e condannato per associazione sovversiva e concorso morale in rapina a 12 anni di carcere.
Uscì di prigione perché eletto deputato nelle file del Partito Radicale, beneficiando così dell’immunità parlamentare, e potendo così rifugiarsi in Francia.
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Simonetta Giorgieri
(23) Vincenzo Spanò (Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria)
Nel suo nascondiglio di Levallois, un sobborgo di Parigi, la polizia trova nel 1984  un manuale di istruzioni su come abbattere senza pietà i poliziotti.
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(24) Walter Grecchi (Autonomia Operaia)
Condannato insieme a Giuseppe Memeo per concorso morale nell’omicidio del vicebrigadiere della celere Antonio Custra avvenuto il 14 maggio 1977 durante una manifestazione di estrema sinistra.
Vive libero a Parigi.
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Dopo questo “escursus” nel paradiso francese dell’eversione comunista, ove tutto è lecito e nel quale si può tranquillamente vivere sfuggendo alle maglie della Giustizia, irridendo i princìpi di libertà e di democrazia che sono alla base della convivenza civile, vorrei stigmatizzare il fatto che anche in altri Paesi, in cui imperano regimi marxisti, viene dato rifugio ai criminali comunisti che sono ricercati dalla Legge italiana per aver compiuto delitti e stragi.
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Alessio Casimirri
Vorrei citare, ad esempio, Casimirri Alessio, alias “Camillo”, il terrorista delle Brigate Rosse che rapì Aldo Moro e uccise i ragazzi della sua scorta.
Questo assassino a sangue freddo, che ha ucciso con premeditazione rivelando un’indole assolutamente criminale, è stato condannato a sei ergastoli, ma vive da uomo libero in Nicaragua, dove nel 1998 si è sposato con una donna del luogo acquisendo così la cittadinanza di quel Paese in cui vive dal 1982.
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All’agguato ad Aldo Moro in Via Fani partecipò anche un altro personaggio, un comunista criminale di nome Alvaro Lojacono, correo di Casimiro Alessio, ma anche questo terrorista beneficia tuttora della più completa libertà in quanto avendo la cittadinanza elvetica non può essere estradato dalla Svizzera.
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L’Argentina ospita invece Leonardo Bertulazzi, ex appartenente alla colonna genovese delle Brigate Rosse.
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Livio Baistrocchi (Brigatista rosso) è responsabile di attentati e agguati mortali contro Carabinieri, come quello in cui persero la vita il tenente colonnello Emanuele Tuttobene e il suo autista, l’appuntato Antonino Casu.
Condannato all’ergastolo è ancora oggi latitante ma di lui si sono perse le tracce, protetto evidentemente da qualcuno che privilegia la violenza e il sangue piuttosto che la democrazia e la legalità.
Baistrocchi non è l’unico ad essere “sparito” nel nulla poiché altri comunisti  assassini godono delle stesse protezioni che l’universo delle sinistre offre a questi delinquenti.
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E’ il caso di Lorenzo Carpi, alias “Elio”, latitante dal 1980, condannato all’ergastolo per tre agguati e per aver svolto il ruolo di autista del commando che uccise l’operaio dell’Italsider Guido Rossa, e ad altri 16 anni di carcere per il ferimento di Roberto della Rocca, oggi Presidente dell’Associazione vittime del terrorismo.
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Gregorio Scarfò era invece un brigatista appartenente alla colonna genovese, che creò due gruppi eversivi : le Brigate d’assalto volante rossa e i Nuclei comunisti combattenti.
Fu condannato a dieci anni di carcere ma è uccel di bosco dal 1976.
Alcune segnalazioni lo collocherebbero in alcuni quartieri periferici della capitale francese.
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L’elenco di questi criminali protetti e coccolati dalle sinistre è lungo e ci indica quale sia il vero rapporto dei post comunisti con il concetto di legalità e di giustizia, che ricorda molto da vicino lo stesso modus operandi dei partigiani criminali e assassini guidati da Togliatti e Longo nel dopoguerra.
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La letteratura in materia è ampia ed esaustiva ed io stesso ho scritto 5 libri su questi argomenti, stigmatizzando i crimini e i criminali dell’universo comunista, compreso l’operato di colui che ancora oggi è indicato dai sinistroidi come il Migliore, e cioè Palmiro Togliatti.
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Il suo spessore criminale è stato tale da avermi indotto a scrivere su di lui un “saggio” dedicato esclusivamente al ruolo svolto come leader e come capo indiscusso dell’intero apparato comunista italiano.
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Già nel casellario fascista Togliatti era indicato come Comunista pericoloso
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Togliatti era anche il numero 2 del Comintern, la struttura politica attraverso cui Stalin voleva diffondere nel mondo i suoi dictat e la sua rigida ortodossia marxista.
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Per ottemperare alle disposizioni staliniane Togliatti non esitò a condannare a morte certa centinaia di comunisti italiani esuli in terra di Russia, colpevoli di non essere perfettamente allineati all’ortodossia di riferimento, facendoli deportare nei famigerati gulag.
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La rivoluzione armata, il raggiungimento del potere a qualsiasi costo, il disprezzo della vita umana, e l’uso della violenza come metodo di lotta, così come auspicato e raccomandato dallo stesso Marx nei suoi scritti, rappresentano la linea di continuità che lega fra di loro i partigiani assassini, Togliatti e il comunismo russo, le Brigate rosse, e il terrorismo comunista italiano.
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Macron e la politica francese, consapevoli di tutto ciò, in quanto facilmente rilevabile nella recente Storia del Novecento, da cui si desumono i relativi retaggi socio culturali di provenienza, e le considerazioni di pertinenza, hanno scelto deliberatamente di manifestare una palese condiscendenza verso i crimini e i criminali comunisti, continuando ancora oggi a tutelarli e a coccolarli.
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L’era Mitterand si è da tempo conclusa ma pare che la dicotomia governo francese e protezione dei terroristi mantenga una sua linea di continuità, impoverendo la statura morale del Presidente francese e ponendo la politica d’oltralpe ad un livello illiberale e inaccettabile per una Europa democratica.
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Il protezionismo francese nei confronti di criminali che si sono macchiati di fatti di sangue dovrebbe essere esente da speculazioni ideologiche che fanno apparire il Governo francese come un gruppo di imbonitori molto lontani dall’idea di statisti quali invece vorrebbero essere.
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Macron si è dichiarato non di sinistra, ma il suo modus operandi nei riguardi dei terroristi italiani a cui dà protezione ce lo mostra molto vicino ad una sudditanza ideologica che è sbilanciata in loro favore, e questo suscita più di un dubbio.
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E’ certo che l’asse del potere europeo sia oggi saldamente gestito dalla nuova mostruosità politica nata dall’alleanza contro-natura fra marxismo e capitalismo bancario, e che attraverso di essa tutta la programmazione degli Stati membri ne sia pesantemente condizionata.
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Forse proprio per questo si è verificato recentemente un evento che ha preso l’avvio dall’esigenza di ripristino della democrazia e della legalità che parte dell’Europa ha proposto ed approvato, e cioè la risoluzione che equipara il nazifascismo al comunismo.
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Finalmente oggi si riconosce così il ruolo totalitario del sistema comunista in quanto tale, così come è stato ed è tuttora per il nazismo, ridando ad una Europa che fino ad oggi è stata cieca e sorda su tale questione una nuova dignità, una concezione del comunismo finalmente reale, senza alibi e condiscendenze.
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Oggi non ci sono quindi più scuse per Macron, che deve giocoforza accettare di consegnare all’Italia quei criminali comunisti che devono scontare con la galera i crimini commessi.
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Se il mostro Europeo nell’immediato futuro riacquistasse un aspetto umano potrebbe evitare di implodere sotto il peso di una ambiguità che lo ha finora caratterizzato, non ultima la mancanza di condanne decisa verso ogni forma di comunismo, cosa che sembra stia invece evolvendo, nonostante Macron …
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Dissenso
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venerdì 1 novembre 2019

30° anniversario della caduta del Muro di Berlino

Sottotitolo :
il comunismo metamorfizzato erige altri muri ... 
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In occasione del 30° anniversario della caduta del muro di Berlino, è bene rispolverare alcune nozioni storiche riguardanti l’universo di orrore che il comunismo ha prodotto strangolando nella sua morsa di totalitarismo il popolo tedesco dal 1961 al 1989.
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Il nome di Erich Honecker insieme a quello di Walter Ulbricht, ad esempio, appartiene proprio alla lista di coloro che furono fra i maggiori interpreti e protagonisti del sequestro di un intero popolo, quello che risiedeva nella Germania orientale, e del suo asservimento forzato a causa della costruzione del Muro di Berlino.
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La figura di Honecker dovrebbe essere maggiormente nota nel nostro civile Occidente, e il suo operato dovrebbe essere portato a conoscenza di tutti, iniziando con l’essere divulgato nei libri di testo delle scuole elementari, così come le sinistre sono riuscite a fare nei riguardi della cosiddetta “liberazione”.
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Anzi, per chiarezza espositiva, devo dire che a tale riguardo le sinistre hanno platealmente mistificato l’essenza stessa della cosiddetta “liberazione” omettendo di pubblicizzare il fenomeno criminale prodotto proprio dalle bande assassine dei partigiani comunisti, istigati e guidati da Luigi Longo e da Palmiro Togliatti, così come hanno “sorvolato” sul fatto che decine e decine di città italiane siano state rase al suolo dai bombardieri anglo americani, nostri “liberatori”, che sganciavano tonnellate di bombe sulle popolazioni civili, oppure in ultima analisi, è stomachevole che l’apparato disinformatore delle sinistre taccia ancora oggi sulle migliaia di stupri compiuti dalle truppe marocchine al comando del generale Alphonse Juin sulle popolazioni italiane, infierendo con atti di libidine, di sangue, e con mutilazioni su donne, bambini, anziani e preti.
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D’altra parte l’intento dei comunisti nostrani è sempre stato quello di diventare un “satellite” di Mosca,  e di trasformare l’Italia in un paese bolscevico comandato da quegli stessi marxisti che hanno compiuto l’immane prepotenza di erigere un muro a Berlino, con il quale, oltre a ribadire con tale sopruso il loro delirio di onnipotenza, i seguaci di Marx hanno separato le famiglie, allontanando le madri e i padri dai figli e dai nipoti, impedendo la normale e civile convivenza, vietando di oltrepassare il Muro che Honecker aveva fatto erigere.
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L’intera DDR (Repubblica Democratica Tedesca) che palesava nella sua stessa definizione un evidente ossimoro riguardo al fatto che si fosse auto-nominata “democratica”, fu tenuta in pugno prima da Ulbricht dal 1960 al 1971, poi da Honecker che gli successe dal 1971 fino al 1989.
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La domenica del 13 agosto 1961 fu eretto il famigerato Muro di Berlino, che divideva Berlino Est da Berlino Ovest, isolando di fatto i cittadini residenti e imprigionandoli nelle due rispettive zone della città, controllate una dai comunisti sovietici e l’altra dalle democrazie occidentali.
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L’intera Germania inoltre era divisa in due territori, (Germania dell’Est o DDR o RDT, e Germania Ovest o RFT o BRD) delimitati da un confine che andava dal Mar baltico alla Cecoslovacchia.
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Berlino ovest quindi divenne una semplice “enclave” in territorio comunista, accerchiata da ogni lato e divisa da Berlino est dal famigerato Muro.
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Ecco i link ad articoli sull’argomento che feci in occasione del XXV° anniversario della caduta del muro.
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Honecker era responsabile della repressione delle opposizioni, le quali venivano annichilite attraverso gli interventi della Stasi, la temibile Polizia segreta comandata da Erich Mielke dal 1957 al 1989 e voluta dal criminale comunista Ivan Serov, fervente stalinista.
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Honecker, che dopo la caduta del Muro fu sottoposto ad un processo come imputato per crimini contro l’umanità, era anche responsabile delle uccisioni di coloro che tentavano di scappare dal regime comunista della Germania dell’Est e che venivano falciati dalle mitragliatrici nel loro tentativo di raggiungere la libertà oltrepassando il Muro che li separava da Berlino Ovest.
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Il criminale comunista Mielke
Questo criminale comunista fu quindi incarcerato, dopo la caduta del muro, insieme ai suoi complici, come Erich Mielke, Willi Stoph, Heinz Kessler, Fritz Streletz, e accusato di omicidio con la motivazione di aver organizzato le fortificazioni lungo tutto il confine della DDR e di averle appositamente attrezzate creando una linea di fuoco per uccidere spietatamente coloro che cercavano la libertà.
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L’accusa lo ritenne anche responsabile della costruzione del Muro di Berlino e di aver ordinato di sparare contro le persone colpevoli di voler abbandonare i territori comunisti.
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Nel 1993 il procedimento penale contro Honecker però dovette concludersi anzitempo, poiché l’imputato nel frattempo aveva sviluppato un cancro al fegato in conseguenza del quale non sarebbe sopravvissuto fino alla sentenza.
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Bacio fra Honecker e Breznev
Venne scarcerato, nonostante le proteste delle vittime del regime comunista della RDT, e subito il criminale ex Presidente della Germania orientale volò in Cile in esilio, dove morì un anno più tardi, nel 1994.
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.L’immagine di Honecker che bacia sulla bocca il segretario del PCUS Leonid Breznev nel 1979, che divenne una vera e propria icona della cosiddetta “guerra fredda”, fu dipinta sul muro di Berlino in un murale satirico (ora riprodotta e conservata all’East Side Gallery) con il titolo “Mein Gott, hilf mir, diese todliche Liebe zu uberleben” (Mio Dio, aiutami a sopravvivere a questo amore mortale) come opera dell’artista Dmitri Vrubel.
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L'opera di Dmitri Vrubel
E’ necessario che le coscienze occidentali prendano atto della infinita arroganza con cui il comunismo si è impadronito delle vite di milioni di persone, e che la memoria delle nefandezze con cui il marxismo ha imposto i suoi dictat sia sempre aggiornata, facendo conoscere quei criminali che per troppo tempo sono stati protetti e nascosti dagli pseudo intellettuali delle sinistre.
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Questa mistificazione attuata dall’apparato disinformatore che si rifà a Togliatti e ai suoi metodi staliniani, continua ancora oggi, per bocca di personaggi come Laura Boldrini, Emanuele Fiano, o altri professionisti dell’inganno appartenenti ai partiti della sinistra.
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Costoro non presenziano MAI a cerimonie commemorative delle vittime del comunismo, come nel caso appunto del Muro di Berlino, o delle Foibe, o dei bombardamenti anglo-americani, ma persistono nel voler cantare anacronisticamente le canzonette dei partigiani comunisti come “bella ciao”, ribadendo così il loro ruolo di appartenenza ad un universo politico che ha fatto dell’odio e del sangue le sue prerogative fondamentali.
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Oggi, anche se la Germania è finalmente libera dal muro comunista e l’Europa si è data una parvenza democratica, siamo però assediati da organizzazioni che erigono muri quotidianamente, invisibili ma presenti, immateriali ma efficaci, impositivi e assoluti, nati grazie all’unione contro natura fra capitalismo bancario e sinistra post comunista.
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In nome del potere, che in ultima analisi prelude al predominio economico, si è sviluppata una perversa metodologia politica che tende al controllo totale sulle masse nazionali, allo scopo di creare un enorme gregge di pecoroni facilmente manipolabili, da poter gestire a proprio piacimento.
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I muri che sono stati eretti prendono nomi diversi, come ad esempio “sovranista”, con cui si intende criminalizzare chiunque, in opposizione al piano di spersonalizzazione attuato dalle sinistre, si pone come baluardo a difesa dei valori nazionali e delle prerogative culturali, intellettuali, religiose e razziali che costituiscono le basi della nostra civiltà.
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Chi non si allinea ai dictat che quotidianamente vengono imposti dagli pseudo intellettualoidi delle sinistre, va a sbattere contro il muro eretto dai nuovi comunisti, eredi del retaggio totalitarista che dai tempi di Stalin e di Togliatti fino ad oggi non è mai scomparso.
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Seguendo il copione scritto da professionisti dell’inganno si spingono le popolazioni Nazionali europee ad accettare metodologie criminali di sradicamento delle tradizioni, delle stesse identità, e del patrimonio culturale che ogni etnia europea ha accumulato nel corso di centinaia di anni di Storia, sacrificando tutto sull’altare del globalismo, nuovo idolo imposto dai marxisti-capitalisti.
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Ecco perché è tanto importante per le sinistre continuare l’opera criminale secondo la quale si incentivano gli esodi epocali di masse africane che destabilizzano l’intero continente europeo.
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Costoro rappresentano il primo anello della lunga catena che andrà a costituire il nuovo popolo del “pensiero unico” orwelliano, caratterizzato dal fatto di non avere tradizioni e memoria, e di essere privo di capacità particolari, se non quelle di ubbidire passivamente e di ottemperare alle necessità di un mostro vorace quale è il comunismo unito al capitalismo delle banche.
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Il Muro di Berlino non esiste più, ma esiste un nuovo Muro, molto pericoloso, poichè si frappone fra il potere di ciò che potremmo definire comunismo bancario e la libertà dei cittadini.
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Le prove generali sono sotto gli occhi di tutti, anche in Italia :
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1) Gli sbarchi quotidiani di clandestini africani, resi possibili dall’incessante opera criminale delle ONG, colluse con la sinistra e simbiotiche con il malaffare.
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2) Gli scandali bancari, come quello della Montepaschi Siena, in cui il CDA criminale aziendale era stato imposto dalla Direzione del Partito Democratico, oppure come quello di Banca Etruria, in cui a rimetterci sono stati solo i cittadini truffati.
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3) Bibbiano, che rappresenta solo la punta di un enorme iceberg di nefandezze, denominato enfaticamente “sistema Emilia” che il PD reclamizzava e sosteneva con arroganza.
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4) Migliaia di arresti e di indagati eccellenti appartenenti all’universo delle sinistre, che senza scrupoli abusavano del loro ruolo politico per arraffare e arricchirsi alle spalle della popolazione, ignorando i problemi delle comunità.
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5) Il disinteresse e il disprezzo che le sinistre manifestano quotidianamente, impedendo a tutto un popolo di recarsi alle urne, calpestandone così i diritti e la democrazia, in stile prettamente staliniano.
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Un muro comunista è dunque scomparso, ma è stato prontamente sostituito con qualcosa di veramente terribile, che come il precedente si arroga il diritto di decidere e di sentenziare chi sia, oppure no, degno di aprire bocca, di respirare, di esporre le proprie idee, di confrontarsi civilmente.
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Chiunque non ottemperi all’ortodossia imposta dai cosiddetti “globalisti” è demonizzato e colpevolizzato, e reso oggetto di campagne denigratorie grazie alla macchina del fango che le sinistre usano da sempre come modus operandi.
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Riporto come esempio alcune delle nefandezze tipiche delle sinistre :

1) Il rifiuto di considerare i genitori come tali, riducendone le prerogative intrinseche, come quelle di mamma e papà, e sostituendone la denominazione con un più omogeneo appiattimento di genere, come genitore uno e genitore due.
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In questo modo si permette alle coppie omosessuali di sprofondare in un abisso di perversione contro natura, dando loro la possibilità di adottare figli che non avranno mai un papà o una mamma, ma interpreteranno, loro malgrado, il ruolo di pionieri di una nuova ed egoistica concezione della famiglia.
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Chi si oppone a tutto ciò diventa "omofobo", e naturalmente fascista, un termine largamente usato per incidere maggiormente  sulla demonizzazione dell’avversario politico.
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2) Sei razzista e sovranista se ti opponi all’immigrazione incontrollata, oppure se sei contrario alla delinquenza dilagante che i clandestini producono nella nostra società.
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L'odio comunista dei "centri sociali" : ovvero delinquenti della falce e martello
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Gli esempi non mancano e quindi ribadisco il fatto che sì, celebriamo la caduta del Muro di Berlino e le tante vittime del comunismo, ma senza dimenticare che la lotta contro il totalitarismo non è conclusa, poiché esso non è scomparso ma si è solamente metamorfizzato.
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I suoi sostenitori hanno visi noti e programmi politici ben definiti, e siedono in Parlamento governando un Paese, l’Italia, che non li ha votati e che non li vuole.
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Come delle prostitute hanno mercificato la loro stessa essenza, allo scopo di sedersi sugli scranni parlamentari, sulle poltrone che sembrano essere la loro unica ragione di vita …
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Di ciò dobbiamo ringraziare il Presidente Mattarella, complice di tutto ciò, avendo permesso la realizzazione di un Governo fantoccio, svilendo il suo ruolo a mero burattino delle sinistre.
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Dissenso
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