venerdì 25 gennaio 2019

La guerra di Stalin contro gli ebrei


Louis Rapoport è nato negli Stati Uniti, a Los Angeles in California, il 7 luglio 1942 ed è morto il 20 giugno 1991
Louis Rapoport
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Ha servito per due anni in Africa occidentale come volontario dei Peace Corps , l’organizzazione internazionale creata dagli USA al tempo di John Kennedy per intervenire nei Paesi sottosviluppati.
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Si è laureato all’Università pubblica di Berkeley in California poi si è trasferito a Gerusalemme dove conobbe la sua futura moglie Sylvia.
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E’ stato uno scrittore e redattore del Jerusalem Post, il quotidiano con sede a Gerusalemme.
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Ha scritto diversi libri dedicati alla Storia e alla Cultura dell’ebraismo contemporaneo, tra cui “La guerra di Stalin contro gli ebrei”.
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In questo suo lavoro l’autore tratteggia con dovizia di particolari i personaggi che collaborando con Lenin e Stalin resero possibile l’avvento del comunismo bolscevico, e di tutti gli orrori che ne derivarono.
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Grazie all’esame di documenti d’archivio russi resi consultabili dalle riforme di Gorbaciov alla fine degli anni Ottanta, e alle numerose interviste dei discendenti delle vittime delle purghe anti-ebraiche, Rapoport ci ha potuto fornire un quadro esatto della situazione sovietica per quanto riguarda l’antisemitismo e l’odio di Stalin verso gli ebrei.
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Emergono però anche altre sconcertanti verità, precedentemente passate sotto silenzio, che ci permettono di capire come l’agghiacciante paranoia staliniana e i massacri di milioni di persone siano stati possibili grazie proprio agli ebrei.
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Rapoport, dati alla mano, ci dice che il cinquanta per cento circa dell’apparato del dittatore georgiano era composto da ebrei, e che i maggiori e più feroci gerarchi comunisti erano essi stessi ebrei.
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L’antisentismo sovietico è stato quindi alimentato dagli stessi ebrei russi, che sono stati una componente rilevante nel bolscevismo rivoluzionario e nella sua evoluzione.
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I personaggi di spicco del bolscevismo erano ebrei, a partire da Lenin, da Trotzky, e dal loro vate ispiratore, Carl Marx.
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Carl Marx, l'ebreo comunista
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I criminali comunisti che in Europa sono sconosciuti, ma che sono in effetti responsabili della morte di milioni di persone, erano ebrei, come Genrich Jagoda, Grigorij Zinov’ev, Grigorij Sokol’nikov, Lazar Kaganovic, Lev Kamenev, Solomon Lozovsky.
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Lo studio approfondito della società sovietica del periodo staliniano compiuto dall’autore ci permette di conoscere i personaggi legati al mondo degli intellettuali che furono plasmati dal comunismo in un connubio fra cultura e terrore, in simbiosi con il potere politico.
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Vladimir Lenin, l'ebreo comunista
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In questo universo emergono i nomi di spicco di personalità dell’ebraismo russo, come ad esempio quelli di Il’ja Erenburg, di Solomon Mikhoels, di Itzik Feffer, o di Mark Gallai.
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La loro bassezza morale li condusse a tessere lodi sperticate per Stalin e ad ignorare i crimini che quotidianamente altri ebrei come loro compivano in Unione sovietica.
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Prima di morire Stalin pianificò un vero e proprio olocausto della razza ebraica in terra di Russia, impostando uno dei suoi famosi processi farsa che non si attuò solamente a causa della sua morte.
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Si tratta del cosiddetto “processo dei medici” con il quale avrebbe deportato i medici (quasi tutti ebrei) accusandoli di aver avvelenato i capi comunisti russi e
iniziando così un gigantesco pogrom e una caccia alle streghe verso ogni ebreo presente in Unione sovietica.
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Le deportazioni sarebbero proseguite quindi non solo contro i medici, e lo prova il fatto che Stalin aveva già fatto approntare delle aree di destinazione per i deportati grandi come l’Italia e la Jugoslavia messe insieme.
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Furono costruiti appositi baraccamenti nella regione siberiana compresa fra il nordest del Kazakistan e i territori a sud di Novosibirsk, e la zona petrolifera della Siberia occidentale, composti da centinaia e centinaia di campi di concentramento costellati da città fantasma e baracche fatiscenti.
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Nel 1956 furono trovati altri due campi simili a questi nel Birobidzan, e altri ancora sull’isola di Novaja Zemlja  nell’Artico, a nord est di Arcangelo, costruiti per ordine diretto di Stalin nel 1952.
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Nelle regioni settentrionali del Kazakistan era presente il campo di Karaganda, esteso per più di 450 chilometri, che poteva accogliere circa due milioni di ebrei.
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In rosso la regione del Kazakistan, dove Stalin
approntò i campi di concentramento per gli ebrei
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Stalin morì nel mese di marzo del 1953 ma riuscì comunque a iniziare le deportazioni, che presero il via nel mese di febbraio.
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Intellettuali ebrei con le loro famiglie e bolscevichi ebrei della vecchia guardia, oltre ai medici, divennero oggetto del piano di deportazione di massa ideato da Stalin.
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Se Stalin non fosse morto, l’intera "operazione" avrebbe assunto i toni di un vero e proprio genocidio  e di un piano di sterminio programmato simile a quello attuato da Hitler.
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Durante il percorso dell’affermazione bolscevica, raggiunta mediante l’uso della violenza e della ferocia, l’apparato comunista, composto per la metà di ebrei, compresi i criminali sanguinari che erano al comando della Polizia di Stalin, si rese artefice di crimini contro l’umanità e di crimini verso gli stessi ebrei.
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In pratica i criminali ebrei russi si nutrirono del sangue dei loro confratelli ebrei, e si distinsero per la ferocia dimostrata con le loro azioni.
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Deportazioni, torture, mutilazioni, tradimenti, ferocia e sangue furono le caratteristiche attraverso cui si potevano identificare gli ebrei di Stalin.
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Forse è questo il motivo per cui ancora oggi gli ebrei delle varie comunità in Europa, compresi quelli italiani, evitano di parlare del comunismo russo, e tacciono sui misfatti del comunismo, puntando il dito accusatore solo ed esclusivamente verso i crimini del nazismo.
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Da decenni ripropongono libri come “il diario di Anna Frank” e stendono un omertoso velo di silenzio sui gulag staliniani, sulle deportazioni,  e sui pogrom che avvennero in Unione sovietica.
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Lo stretto legame che unì ebrei russi al comunismo sovietico ci induce a pensare che senza i “figli di Davide” forse il bolscevismo non avrebbe potuto raggiungere i picchi di nefandezze che lo hanno contraddistinto.
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I gerarchi comunisti staliniani ebrei non hanno alcunchè di diverso dai  torturatori nazisti, se non la loro appartenenza al Popolo della Stella di Davide.
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La ferocia dimostrata nell’annichilire i milioni di vittime di cui essi furono i carnefici in terra di Russia li pone sullo stesso piano degli assassini tedeschi che attuarono la shoà.
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Il comportamento dei criminali ebrei comunisti russi non si può liquidare come parte di una serie di episodi marginali e a sé stanti, ma anzi, sono inseriti in un contesto generale dove l’ebraismo si connotava come parte del potere comunista, come suo fautore e complice protagonista.
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I rabbini delle varie comunità oggi dovrebbero “fare i conti” con questa realtà, prendendone atto, e dichiarando la loro presa di distanza dal comunismo, con il quale fino ad oggi appaiono invece in perfetta simbiosi.
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Nascondere le nefandezze compiute dagli ebrei comunisti in terra di Russia, e il loro importante ruolo nell’affermazione violenta del bolscevismo, non servirà loro a rifarsi una verginità, poiché la verità storica emerge sempre, prima o poi.
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La dimensione dell’olocausto assume, in relazione al ruolo ebraico nella costituzione del comunismo un ruolo diverso seppur esecrabile, ma conseguenziale a quanto svolto prodromicamente dagli ebrei stessi nel loro ruolo e nella loro interpretazione nella creazione del bolscevismo.
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Se paragoniamo alcuni ebrei comunisti come Lenin, Trotzky, Jagoda e Kaganovic, solo per citarne alcuni, ad altri personaggi criminali del nazismo, constatiamo che entrambi hanno rivolto il loro odio verso il medesimo obiettivo : gli ebrei stessi.
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In riferimento a tutto ciò, quale differenza c'è quindi fra nazismo, comunismo ed ebraismo ?
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Qual è il carattere distintivo secondo cui bisogna condannare le vittime del nazismo da un lato, mentre è imperativo ignorare quelle prodotte dal comunismo ?
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Tra l'altro, come già detto e come risulta da approfonditi studi storici, le vittime del nazismo sono cadute per mano di criminali legati alle devastanti politiche razziali di Hitler, mentre quelle del comunismo sono state il risultato sia delle politiche comuniste staliniane, ma anche della collaborazione degli ebrei stessi, a capo dell'apparato repressore comunista.
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Addirittura prima dell'ultima guerra mondiale i comunisti russi consegnarono migliaia e migliaia di ebrei ai nazisti di Hitler, in virtù dell'alleanza Molotov-Ribbentrop, come affermato anche da Alberto Angela nella trasmissione della RAI "Ulisse".
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Si evince quindi la precisa responsabilità dell'apparato staliniano comunista (ed ebraico) nell'olocausto degli ebrei stessi, e si palesa la mano fratricida dei figli di Davide.
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Naturalmente i comunisti italiani si sono affrettati a scagliarsi contro il conduttore televisivo, negando tutto nonostante l'evidenza storica, e attuando una vergognosa politica palesemente negazionista in tale senso.
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D'altra parte anche la comunità ebraica non ha un comportamento cristallino al riguardo, ma anzi mantiene un colpevole silenzio, foriero di verità nascoste e di vergogne mai metabolizzate, temendo che emerga dalle profondità della Storia il termine "giudeo-bolscevismo" e il loro ruolo di carnefici e di sterminatori.
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Ebrei contro ebrei, figli di Davide bolscevichi che hanno sterminato i figli di Davide russi, in un crescendo delittuoso che non trova precedenti nella Storia dell'umanità.
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Il patto Molotov-Ribbentropp diede il via alle deportazioni di ebrei dalla Russia alla Germania

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Le complicità con il nazismo che ha compiuto l'olocausto sono il risultato di un una medesima unità di intenti, volta al genocidio ebraico, e perpetrato con l'aiuto e la complicità degli ebrei stessi, in un paradosso letale e perverso, unico nella Storia dell'umanità.
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Il tragico parallelismo di queste dinamiche è evidente, ed è sotto gli occhi di tutti, ma sia il comunismo che gli ebrei hanno interesse a nascondere questa palese realtà, ed è così che anno dopo anno ci ripropongono le mielose storie di Anna Frank, evitando accuratamente di parlare di gulag, di Siberia, di deportazioni in Unione sovietica, di Holodomor (la grande carestia indotta di Stalin che in Occidente è sconosciuta, nonostante abbia prodotto milioni di vittime), di torture, mutilazioni, stupri, vite distrutte, ecc...
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Gli ebrei russi sono stati attori protagonisti di tutto ciò e tutto ciò è documentato accuratamente.
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Spero che il rabbino capo di Roma, leader della comunità ebraica italiana più importante, legga questo mio scritto, e spero che si cosparga il capo di cenere profondendosi in scuse e preghiere in ricordo dei milioni di vittime (tra cui moltissimi ebrei) prodotte dagli ebrei stessi.
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In pratica un olocausto dimenticato, volutamente, e per questo ancor più scandaloso !
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Una ferita rivolta all'umanità stessa, che la storia affiderà ai posteri, ridando la giusta dignità alle vittime, e che sancirà l'ignobile ruolo dell'ebraismo nella produzione di una carneficina senza fine ...
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Dissenso
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