Vladimir Georgievich Dekanozov (Dekanozishvili) (Baku, nella Georgia di
allora, oggi Azerbaigian, giugno 1898 – Mosca, 23 dicembre 1953) era un
funzionario diplomatico appartenente allo stato maggiore sovietico e uno dei
capi degli organi di sicurezza dello Stato.
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Il
padre, Giorgi Dekanozishvili, controllore di una compagnia petrolifera, divenne
il Capo del Partito socialista federalisti nella Georgia pre-rivoluzionaria,
allora parte dell’Impero russo, e proveniva da una famiglia nobile georgiana
appartenente alla Chiesa ortodossa autocefala della Georgia.
Il
cognome Dekanozishvili in lingua georgiana significa letteralmente “Figlio di
un diacono” e sebbene questa famiglia sia stata inserita nell’elenco ufficiale
dei georgiani, alcune voci suggerirono che potesse derivare invece dall’etnia
armena, a causa del nome russificato.
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Pare
però che queste voci abbiano avuto origine da Josif Stalin che spesso
stuzzicava e derideva Dekanozov.
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Secondo
l’autore del libro “Double Deception” invece, Dekanozov non era georgiano, ma
piuttosto un estone, il cui vero nome era Ivan Vasil’evich Protopopov, di padre
russo e di madre ebrea assimilata alla cultura del baltico tedesco.
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Le
asserzioni dell’autore derivano dalle dichiarazioni del Direttore dell’FBI
statunitense J. Edgar Hoover che le avrebbe desunte, a sua volta,
dall’intelligence britannica.
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Alcuni
sostengono che Protopopov assunse il nome di Dekanozov e un'identità etnica
georgiana al fine di nascondere la sua vera origine, cosa che era abbastanza
comune tra i bolscevichi.
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Uno dei motivi per cui gli autori di "Double Deception" accettano la tesi di Hoover sull'origine etnica di Dekanozov è il suo aspetto fisico; non era scuro come il tipico caucasico, ma biondo con gli occhi celesti, che gli conferivano un aspetto più "nordico", nonostante la sua bassa statura, ed era coerente con un'origine estone.
Uno dei motivi per cui gli autori di "Double Deception" accettano la tesi di Hoover sull'origine etnica di Dekanozov è il suo aspetto fisico; non era scuro come il tipico caucasico, ma biondo con gli occhi celesti, che gli conferivano un aspetto più "nordico", nonostante la sua bassa statura, ed era coerente con un'origine estone.
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Vladimir
si diplomò a Tbilisi, la capitale della Georgia, in una scuola ginnasiale che
forniva istruzione secondaria e superiore nel corso di sette od otto anni di
frequenza.
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Vladimir
studiò Medicina nelle Università di Saratov e di Baku, poi nel 1918 entrò a far
parte dell’Armata rossa, mentre l’anno successivo aderì al Partito bolscevico.
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La
sua prima attività fu quella di agente segreto in Transcaucasia, prima per un
breve periodo nel Commissariato popolare per la salute della Repubblica
Democratica dell’Azerbaigian, e in seguito in compagnie petrolifere private.
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Stemma della CEKA |
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In questo frangente conobbe Lavrentij Berjia, il futuro dirigente della famigerata NKVD entrando nella sua sfera “protettiva”.
In questo frangente conobbe Lavrentij Berjia, il futuro dirigente della famigerata NKVD entrando nella sua sfera “protettiva”.
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La carriera politica di Dekanozov proseguì con diversi
incarichi affidatigli dalla "Ceka" in Azerbaigian, in Georgia e nella Transaucasia fino al
1927, anno in cui divenne istruttore del Comitato Centrale del Partito
Comunista della Georgia.
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Dal 1928 al 1931 si mise in evidenza nei territori della Georgia e della Trancaucasia come leader dell’OGPU, la polizia segreta dell’Unione sovietica.
Dal 1928 al 1931 si mise in evidenza nei territori della Georgia e della Trancaucasia come leader dell’OGPU, la polizia segreta dell’Unione sovietica.
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Nel 1931 divenne segretario del Comitato centrale del
Partito comunista della Georgia e nel 1936 fu nominato Commissario del popolo
(Ministro) dell’industria alimentare della Georgia.
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Dal 1937 svolse un duplice incarico, come Presidente della
Pianificazione Economica georgiana e come vice Presidente del Consiglio dei
Commissari del popolo, sempre in Georgia.
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Raggiunse il grado di Deputato del Soviet supremo
dell’Urss e mantenne tale carica dal 1937 al 1950.
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Lavrentij Berija |
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Il 17 dicembre 1938, fu anche nominato vice capo del GUGB NKVD.
Il 17 dicembre 1938, fu anche nominato vice capo del GUGB NKVD.
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In quella veste, divenne l'assistente principale di Beria
nell'epurare il GUGB dagli elementi della NKVD protetti del suo ex Direttore,
Nikolaj Ezov.
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Dekanozov supervisionò anche le epurazioni dell'esercito,
che erano già state indebolite dagli arresti nel 1937 e nel 1938.
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Vladimir Dekanozov era alto a malapena un metro e cinquanta, con un
naso piccolo e a becco, con pochi capelli appiccicati al cranio pelato e quindi
appariva di aspetto insignificante, ma le numerose condanne a morte che aveva
ordinato nel Caucaso negli anni ’20 lo resero noto come “il “boia di Baku”.
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In seguito il suo comportamento sanguinario durante il
periodo del Terrore staliniano di cui fu complice ed esecutore confermò la fama
che lo precedeva.
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Dekanozov fu nominato anche responsabile per le purghe
dell’Armata rossa e dei sostenitori di Nikolaj Ezov all’interno della NKVD.
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Nel 1939 divenne vice capo del Commissariato del popolo
per gli Affari esteri (NKID) e responsabile della sfera di influenza che
comprendeva Iran, Turchia, Afghanistan, Mongolia, e Xinjiang, così come i
consolati, i quadri, e le finanze della
NKVD.
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Dopo il Patto Molotov–Ribbentrop fra Unione Sovietica e
Germania nazista del 23 agosto 1939, prodromico alla conquista dei territori
relativi alle rispettive sfere di influenza, Dekanozov si occupò degli stati
confinanti con il settore nord occidentale russo, e cioè degli Stati baltici,
Lettonia, Estonia, e Lituania.
Paventando un problema di sicurezza ed una inesistente
trama dei Paesi baltici, appunto, con le Borse Valori di Parigi e di Londra,
Dekanozov riunì nel proprio ufficio alla Lubjanka parecchi funzionari tra cui
Andrej Vysinskij, il Procuratore che istruiva i processi farsa per conto di
Stalin.
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Dekanozov affidò loro la missione di intervenire e di
iniziare l’annessione dei territori baltici alla Russia, affermando che i
lavoratori di quegli Stati chiedevano a gran voce di essere “liberati” dai
rispettivi regimi borghesi e di essere trasformati in altrettante Repubbliche
socialiste sovietiche.
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Dekanozov avrebbe guidato quindi la missione in Lituania e
Vysinskij sarebbe andato in Lettonia, mentre Zdanov si sarebbe occupato
dell’Estonia.
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Il piano “preliminare alla liquidazione” ideato da
Dekanozov con la collaborazione della NKVD per la Lituania prevedeva
l’abolizione attiva dei partiti ostili, i nazionalisti, i voldemaristi (socialisti), i
populisti, i democratici cristiani, i giovani lituani, i trotzkisti, i
socialdemocratici, la guardia nazionale e tutti coloro che potessero opporre un
qualsiasi dissenso.
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A metà luglio 1940 i popoli baltici, sottoposti a repressioni e ad un controllo pressochè totale, furono indotti a votare sotto la supervisione della NKVD.
I "Fratelli della Foresta", i partigiani anticomunisti baltici che si opposero agli invasori sovietici |
A metà luglio 1940 i popoli baltici, sottoposti a repressioni e ad un controllo pressochè totale, furono indotti a votare sotto la supervisione della NKVD.
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La coercizione sovietica produsse come risultato una
maggioranza comunista del 99 % in Lituania, del 97,8 % in Lettonia, e del 92,8
% in Estonia, prodromica alla richiesta di annessione all’Urss.
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Il 3 agosto 1940 l’Urss ci fu l’annessione ufficiale della
Lituania, seguita il 5 agosto da quella della Lettonia e il 6 agosto da quella
dell’Estonia.
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Dekanozov e la NKVD proseguirono nella loro “missione” ,
deportando a decine di migliaia le popolazioni baltiche.
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Solo nella notte fra il 14 e il 15 giugno 1940 furono
deportati 60 mila estoni, 34 mila lettoni, e 38 mila lituani.
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Furono caricati su carri bestiame ferroviari e condotti
nei campi di prigionia sovietici distanti migliaia di chilometri, nei
famigerati gulag della Siberia e dell’Uzbekistan.
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Quando iniziò l’invasione tedesca della Russia nel 1941,
erano già stati deportati il 4 % degli estoni, il 2 % dei lettoni e dei
lituani.
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In precedenza, nel mese di novembre del 1940, Dekanozov fu
nominato Ambasciatore e capo dell’INO (il servizio informazioni) in Germania da
Stalin in persona.
Nonostante il servilismo delatorio e la sua mentalità
arrogante, intrigante e feroce, Dekanozov si rese responsabile, nel ruolo di
Ambasciatore e capo dell’Intelligence in Germania, del peggior disastro russo
nel campo delle informazioni, non riuscendo a captare e a prevedere il piano di
invasione tedesco che era stato preparato con il nome di “Operazione
Barbarossa”.
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In pratica Dekanozov non seppe valutare la situazione e rimase
all’oscuro dei piani aggressivi di Hitler.
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Stalin si fidava ciecamente di Dekanozov, tanto da
concedergli il posto d’onore al proprio fianco nel palco delle autorità, in
occasione della parata del 1° maggio nella Piazza Rossa a Mosca, ma quando finalmente
Dekanozov si decise a trasmettergli un messaggio di allarme relativo ai piani
di invasione tedeschi, il dittatore georgiano lo considerò il prodotto della
disinformazione che dilagava nella ambasciate.
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D’altra parte, fino a quel momento entrambi condividevano
l’opinione che fosse in atto una campagna di disinformazione escogitata dagli
inglesi per minare i rapporti fra Germania e Unione Sovietica e nemmeno la
notizia e la conferma dello schieramento di 180 divisioni tedesche al confine
li aveva minimamente preoccupati.
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Dopo la guerra Dekanozov molestò e sedusse una ragazza che
si rivelò essere la figlia di un leader di rango elevato, il quale si rivolse a
Molotov per avere giustizia, e poiché Stalin in questo frangente non intervenne
a sua difesa, Dekanozov fu sanzionato dal Partito ed espulso dal Commissariato
degli Affari esteri il 19 marzo 1947.
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Come membro della “nomenklatura” però fu successivamente
nominato deputato, ma nel 1949 fu nuovamente estromesso da ogni incarico e
rimase senza lavoro fino al 1952, anno in cui ricevette un incarico minore come
membro del Comitato radiofonico presso il Consiglio dei Ministri dell’Urss.
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Boris Merkulov, suo amico fin da quando erano studenti al
Politecnico di Baku, nel 1915/16, e capo dell’Agenzia per le Proprietà
Sovietiche all’estero (GUSIMZ), oltre che appartenente alla “banda” di Berija,
lo nominò suo vice, affidandogli un incarico da svolgere presso gli uffici di
Budapest.
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Dopo la caduta di Berija, nell’estate del 1953, fu arrestato a Tbilisi insieme ad altri membri della “banda” di Berija, giudicato dalla Corte Suprema dell’Urss e condannato a morte.
Dopo la caduta di Berija, nell’estate del 1953, fu arrestato a Tbilisi insieme ad altri membri della “banda” di Berija, giudicato dalla Corte Suprema dell’Urss e condannato a morte.
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Dekanozov, che era sposato con Nora Tigranovna ed aveva
due bambini, Nana e Regik, venne fucilato insieme a Berija (un sadico predatore sessuale) e ad altri assassini
del loro stesso stampo.
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Dissenso
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