domenica 13 ottobre 2019

LA VIOLENZA COMUNISTA


Karl Marx ha sempre auspicato nei suoi scritti l’uso della violenza, esaltandola come mezzo rivoluzionario e come strumento per distruggere la società borghese.
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Una violenza quindi, reputata “giusta” dai seguaci della “falce e martello”, che si sono sempre arrogati il diritto di decidere e  di sentenziare chi fosse, oppure no, degno di identificare lo spirito marxista e chi invece ne fosse un nemico.
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L’ortodossia di riferimento comunista impone ai suoi adepti, come in una setta, che chiunque risulti non allineato alle linee guida imposte dalla dirigenza di Partito, debba essere considerato un nemico da abbattere, ad ogni costo e con qualsiasi mezzo, non ultimo quello della violenza, appunto.
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Siamo in presenza della assoluta antitesi di quei princìpi su cui si fonda la Democrazia nei Paesi civili, nei quali questa si sviluppa grazie al confronto dialettico e al rispetto delle altrui idee, alla tolleranza reciproca e al pacifico confronto.
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In pratica il marxismo è esattamente il contrario, poiché ribadisce costantemente il suo assolutismo e totalitarismo, che si basa precipuamente sul rifiuto del dialogo, contrapponendo ad esso l’uso della violenza per ottenere il potere.
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Il paradosso consiste anche nel fatto che tale violenza, per i  marxisti, non è illegale in quanto espressione di una opposizione alla classe dominante cui si vorrebbero sostituire, divenendo a propria volta detentori del potere.
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Una considerazione questa che costituirebbe di per sè un ridicolo ossimoro, se non fosse per il fatto che tale pseudo-filosofia ha condotto i suoi fautori all’applicazione di una violenza che ha prodotto milioni di vittime innocenti, e che assume quindi una valenza tragica e penosa.
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Ai nostri giorni, nella civile Europa, non passa giorno che il totalitarismo comunista esprima una violenza (considerata”giusta”, tanto unilateralmente quanto opportunisticamente), indirizzandola contro quei bersagli che per motivi di opportunità vengono contraddistinti e catalogati come fascisti, palesando quindi un alibi e una giustificazione che assolve gli interpreti degli eccessi “rivoluzionari” grazie alla “comoda” patente di antifascismo militante.
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Se ad esempio si mettono a ferro e fuoco interi quartieri cittadini, in un crescendo di violenza innescato dal proposito di impedire un comizio di Matteo Salvini, ciò diventa legittimo (secondo gli schematismi mentali e socio politici dei centri sociali anarco comunisti) perché è il solo mezzo, quello della violenza, per impedire di esprimersi a coloro che sono stati da loro giudicati come fascisti.
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Una sentenza, quella di fascismo, che è spesso applicata dai facinorosi pseudo rivoluzionari dei centri sociali e dei gruppi cosiddetti antagonisti che parassitano la nostra civiltà democratica,  che trova condiscendenza nella mimetizzazione istituzionale dei partiti della sinistra, primo fra tutti il PD, sempre pronto ad una stucchevole benevolenza nei confronti dei suoi “beniamini”.
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L’evidenza di una totale assenza di influenze culturali nello sviluppo delle democrazie liberali europee, e non solo, ha condotto i comunisti a strategie di sopravvivenza poli-metamorfiche attraverso cui è stato sostituito l’aspetto esteriore, l’involucro esterno (fregiandosi anche di appellativi quale “democratico”), lasciando invariato il contenuto, la loro intima essenza.
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In questo modo il PD e i partiti delle sinistre appartenenti all’arco costituzionale e parlamentare si sono ammantati di un’aura di legalità con cui proseguono il loro devastante percorso di nefandezze, iniziato sotto la guida del criminale comunista Palmiro Togliatti, e ripreso oggi dal gotha delinquenziale degli apparati politici autodenominati “democratici”.
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La falsità ideologica che si è palesata durante tutto l’itinerario percorso dal comunismo italiano, asservito ai dictat di Mosca e ai suoi decennali finanziamenti, è stata prodromica ad una evoluzione che si è rivelata poi in tutto il suo squallore, rivelando il vero scopo del comunismo : distruggere la società occidentale e democratica, destabilizzandone l’incedere quotidiano, distruggendo le identità nazionali e le prerogative culturali, religiose, e razziali.
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L’intento è quello di creare una società spersonalizzata, composta da un enorme gregge di pecoroni assuefatti ai dictat di regime, docile e mansueta, manipolabile e gestibile, inadatta a reagire alle strategie finanziarie dei gruppi bancari criminali che hanno stretto un legame con il marxismo europeo, dando vita all’Europa delle sinistre, propugnata e attuata da Prodi e compagni.
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Questa strategia richiede l’uso della violenza come modus operandi, così come impone il marxismo nella sua essenza.
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A questo scopo vengono utilizzate le bande criminali comuniste dei centri sociali, che ufficialmente svincolate dai giochi di partito, sono in effetti vere e proprie “costole” degli stessi, in grado di svolgere il cosiddetto “lavoro sporco”.
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Se ad esempio si vuole impedire un “presidio informativo” di Fratelli d’Italia sul territorio, oppure un comizio della Lega, è sufficiente “slegare” i cosiddetti antagonisti, i quali sfogando il loro impeto (pseudo) rivoluzionario sono ben felici di abbandonarsi ad episodi di violenza cieca e incontrollata, devastando e distruggendo quanto possibile, in un delirio di onnipotenza tipico di un anacronistico quanto irrazionale marxismo.
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La violenza del cancro comunista (leggi PD) si manifesta però in ogni campo della vita sociale, in cui questo si è ramificato, estendendo i suoi tentacoli, anzi le sue metastasi, nel settore dei Media (operando una disinformazione costante e capillare), nella Scuola (dedicandosi alla controcultura e alla mistificazione), nell’arte (fagocitando personaggi quali Picasso e Guttuso, espressioni di un  bieco servilismo), nella cultura (idealizzando personaggi ripugnanti come il pedofilo Pier Paolo Pasolini).
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A fare da corollario allo stillicidio di violenze espresse quotidianamente dal PD e dal suo apparato criminale c’è inoltre la demonizzazione dell’avversario, il quale subisce ogni sorta di oltraggio da personaggi che si vorrebbero porre come punto di riferimento e di esempio, ma che invece rivelano la vera essenza del retaggio pseudo culturale da cui derivano.
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Questi ignobili personaggi sono pronti a tutto, anche a sfruttare la candida innocenza dei bambini, rubandoli ai genitori naturali, come accaduto nel cosiddetto scandalo di Bibbiano, allo scopo di lucrare profitti.
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La vita delle persone (adulti e bambini) non ha alcun significato per gli orchi post-comunisti, così come era ai tempi di Stalin e di Togliatti, di cui il PD si manifesta degno erede.
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Non a caso, ancora oggi, Togliatti viene chiamato dai politicanti del PD con l’appellativo di “il Migliore”, nonostante i suoi molteplici crimini, commessi anche contro comunisti stessi, e in particolare contro gli esuli italiani in Russia, fatti deportare nei gulag perché non allineati all’ortodossia staliniana.
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Non a casa, ancora oggi, nelle vie e e nelle piazze della nostra Italia, compaiono nomi quali quelli di criminali efferati comunisti, come Tito, Stalin, Lenin, Togliatti, o quelli di partigiani che si sono macchiati di crimini a guerra finita.
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Non a caso, ancora oggi, si celebra annualmente la cosiddetta “liberazione”, ignorando il fatto che durante la quale i partigiani comunisti assassini hanno insanguinato la penisola, abbandonandosi a stupri, mutilazioni, torture, e uccisioni contro vittime civili innocenti, anche a guerra finita, dando vita a formazioni criminali quali quella della famigerata “Volante rossa” da cui ebbero poi origine le “Brigate rosse”.
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Questa è in sintesi la vera essenza del comunismo, che si avvale della violenza come elemento inscindibile del proprio essere per diffondere un odio insanabile a tutti i livelli della società civile.
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Il comunismo nel mondo riesce a sopravvivere solamente se si mimetizza falsificando la realtà e la verità, oppure imponendosi con la forza delle armi e la coercizione, come in Cina e nella Corea del Nord, dove i diritti umani sono inesistenti.
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Gli intellettualoidi delle sinistre, che si beano di una “protezione” a livello economico, lavorativo, e sociale, si affannano a prostrarsi come marionette al caporione di turno, oggi Zingaretti, ieri Renzi, l’altro ieri Bersani, in una squallida manifestazione di compiacenza dai toni prettamente servili.

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L’uniformità del mondo intellettuale costituisce oggi uno stereotipo collaudato, creato in decenni di infiltrazione subdola nei gangli dell’organismo culturale italiano, appiattendolo e svilendone le prerogative, e subordinandone qualsiasi manifestazione che non fosse preconfezionata dal gotha di riferimento.
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Ed ecco che si sono manifestate, ad ondate successive, le varie predisposizioni di condizionamento politico verso argomenti e tematiche imposte alla cittadinanza come risultanze di proposizioni oggettive e scevre da manipolazioni di partito, creando movimenti di opinione tanto omogenei quanto falsati nella sostanza.
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Un esempio tipico è quello dell’approccio mentale verso le problematiche dell’immigrazione.
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Le destre sostengono una immigrazione controllata, secondo la quale chi viene in Italia non come rifugiato che scappa dalla guerra, ma come migrante clandestino, deve necessariamente farlo solo se è in possesso di un contratto di lavoro, oppure per turismo.
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Chi viene in Italia in modo illegale, sapendo di agire contravvenendo alle nostre Leggi, deve essere rimpatriato, poiché rimanendo qua senza lavoro e senza mezzi di sussistenza dovrebbe dedicarsi ad attività criminali per sopravvivere.
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Per le sinistre e il PD invece, le masse di disperati che tentano di arrivare in Europa via mare attraversando il Mediterraneo e approdando sulle coste italiane, costituiscono un affare su cui lucrare poiché la gestione della cosiddetta accoglienza è affidata alle coop rosse che si spartiscono i fondi pubblici ed europei destinati a tale occorrenza.
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Tutto ciò costituisce un vero e proprio affare milionario sulla pelle degli immigrati, a cui si promette la cittadinanza e una vita migliore, incentivando nuove partenze dal continente africano e i conseguenti nuovi arrivi sulle nostre coste.
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Il  mare però miete ogni volta nuove vittime esigendo dai migranti un tributo in vite umane, ed è per questo motivo che incentivarne la partenza significa diventare responsabili delle morti per annegamento.
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Il PD e taluni squallidi personaggi della sinistra come ad esempio Laura Boldrini, incuranti di tutto ciò, pontificano e sentenziano arrogantemente i loro dictat di accoglienza indiscriminata, rendendosi complici degli scafisti e dei trafficanti di esseri umani, come le ONG che imperversano incessantemente nel Mar Mediterraneo.
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Anche questa è una forma di violenza, esercitata in primis sulle popolazioni africane, ridotte a semplice merce da cui trarre profitto, e in secondo luogo sul popolo italiano costretto al disagio prodotto dalla presenza parassitaria di masse di individui nullafacenti e pretenziosi sul territorio nazionale.
Con la stessa violenza e arroganza il PD, che trare profitti da questo mercimonio di vite umane, diffonde odio e disprezzo nella società accusando di razzismo coloro che vorrebbero regolamentare e porre dei limiti a questi flussi epocali di clandestini.
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Il PD, anche in questi casi, rispolvera il suo trito e ritrito quanto anacronistico antifascismo, tacciando appunto di fascismo coloro che, guarda caso, non sono allineati con l’ortodossia del partito.
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Accade così che fascista sia Salvini, così come tutti coloro che simpatizzano o votano per lui, oltre a coloro che pur non essendo leghisti appartengono a schieramenti che esprimono dissenso per le politiche del PD, come ad esempio Vittorio Sgarbi, da sempre voce fuori dal coro in chiave anticomunista.
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Quello che però appare incredibile è che ci siano ancora molte persone, che io definisco italioti (personaggi ibridi nati dalla fusione di italiani e di idioti), i quali perseverano nell’appoggiare le politiche del PD, nonostante tutto ciò sia oramai di dominio pubblico.
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Tutti conoscono ormai le nefandezze che quotidianamente si sviluppano in ambito PD, come ad esempio il recente scandalo di Bibbiano, ma gli italioti sembrano non essere minimamente toccati da queste miserie umane, e continuano il loro delirio di condiscendenza verso gli interpreti del malaffare.
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Fortunatamente, essendo gli italioti individui ibridi, si estingueranno insieme al partito che sostengono, e tutta la babele di arroganza e di disinformazione, di odio e di malaffare, di disonestà non solo intellettuale, e di violenza, saranno solo un brutto ricordo.
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Solo allora la democrazia in Italia sarà ripristinata, e allora presenteremo il conto a chi, fino ad allora si è reso complice degli eredi di Togliatti, "il peggiore"!
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Dissenso
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venerdì 4 ottobre 2019

MODELLI DA SEGUIRE ?


La realtà quotidiana in cui siamo tutti immersi ci offre spaccati di vita che testimoniano senza reticenze il vero aspetto di ogni singola problematica così com’è nella sua essenza.
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Vale a dire che vivendo sul territorio possiamo constatare direttamente l’impatto che ogni situazione ha sulla nostra esistenza, a prescindere da come sia stata descritta e affrontata dalla stampa e dai media.
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Un esempio ? Lo scandalo di Bibbiano, e il fatto che precedentemente alla sua deflagrazione si pubblicizzava con enfasi, complici stuoli di giornalisti o pseudo tali in odore di sinistra, il cosiddetto “sistema Emilia”.
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Il servilismo che l’apparato informativo (o meglio sarebbe dire disinformativo) nazionale ha palesato verso il PD, artefice e deus ex machina di tali proposizioni, è stato devastante, poiché si è reso complice di un “sistema” corrotto e illegale, basato sul mercimonio di vite umane, quelle dei bambini, che caratterizza la simbiosi fra malaffare e parte della politica.
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La realtà ci ha consegnato un quadro ben diverso da quello idilliaco proposto dal cosiddetto giornalismo, rivelandoci un losco e ripugnante quadro di insieme che va oltre la politica, dilagando nell'ambito delinquenziale e in quello criminale.
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In questo caso, quello di Bibbiano appunto, il PD si proponeva come modello da seguire, autoproclamandosi leader e faro di riferimento, mentre in realtà si è rivelato per quello che effettivamente è, e cioè un apparato criminale non molto dissimile da quello, altrettanto criminale, di Palmiro Togliatti, non a caso il punto di riferimento dell’universo cosiddetto (altro evidente e paradossale ossimoro) democratico.
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D’altra parte non è un mistero che le politiche del PD siano orientate alla distruzione sistematica delle famiglie italiane intese come tali, e all’azzeramento del cosiddetto “gender”, che si tenta di uniformare e plasmare ad esclusivo vantaggio delle organizzazioni gay, arrivando perfino a legiferare (nella Regione Emilia-Romagna) un provvedimento bavaglio contro la omotransnegatività, al fine di ridurre al silenzio qualsiasi voce di dissenso.
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Non è un caso che la roccaforte bolognese dei seguaci di Togliatti, (il PD) abbia finanziato con 241 mila euro, dal 2015 ad oggi, (più altri 90 mila circa elargiti dal Ministero dei Beni culturali), le attività Lgbt delle associazioni gay cittadine.
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ELETTORI PD
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Ma questo non è l’unico caso in cui la cruda realtà si discosta e si contrappone allo sventolare entusiastico di bandiere e di proclami della politica, smentendola, soprattutto di quella parte che raggruppa al suo interno un vero stuolo di incapaci mestieranti e di professionisti dell’attaccamento alla poltrona.
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E’ il caso dei 5 stelle (decaduti a 5 stalle) e di Virginia Raggi, che dopo anni di gestione del potere nella capitale, non sono ancora riusciti a fare del rifiuto e dei suoi costi una risorsa, così come avevano sempre proclamato di voler fare in campagna elettorale.
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Tutti ricorderanno l’asfissiante pubblicità dei grillini, con la quale esaltavano l’esempio virtuoso della discarica di Vedelago, in cui l’immondizia veniva separata e trasformata in risorsa economica, senza per questo dover ricorrere ad inceneritori.
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Quello che poi nessun penta-stallato, né il supponente sinistroide Fico né l’oracolo vivente Di Battista ci hanno detto, è che Vedelago (dal nome della località in cui la discarica era situata) in realtà ha prodotto un “buco” di svariati milioni di euro, proclamando fallimento.
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A Roma, feudo dei 5 stalle, non solo la spazzatura non viene differenziata, ma anzi non viene spesso nemmeno raccolta, poiché l’Amministrazione incapace e pressapochista a guida penta-stallati, appunto, non è nemmeno in grado di farlo.
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ROMA : Gestione dell'immondizia BY Virginia Raggi e 5 stalle
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Se consideriamo inoltre che la presidenza della Regione Lazio è nelle mani del PD (Zingaretti) e che, come sappiamo, la gestione comunale romana è in quelle grilline, il quadro della situazione è tanto palese quanto drammatica.
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E’ sufficiente vedere come si ammassano i rifiuti nelle strade di Roma e nei suoi quartieri, per capire che il binomio contro natura PD-5 stalle, nato da un patto per la conservazione delle rispettive poltrone, sia in effetti devastante per l’intera cittadinanza.
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Anche in questo caso la nuova simbiosi politica, decantata dagli pseudo intellettualoidi che affollano l’universo sinistroide, Fazio in testa, ci offre tale connubio come una panacea universale e risolutiva per sanare i mali dell’Italia, nati a causa della presenza del grande nemico pubblico Matteo Salvini, il vero e unico responsabile, o almeno così vorrebbero che fosse !
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Questo è ciò che le sinistre fanno, da anni, alle spalle degli italiani, complice un sistema disinformativo che si è ramificato in ogni settore della vita sociale : mistificare la realtà, plasmando la verità a proprio uso e consumo, e demonizzando l’avversario colpendolo con ogni mezzo, a prescindere da qualsiasi eventuale freno morale o etico.
Per mezzo di questo apparato di servili relatori (il giornalismo, quello vero, è quasi estinto) le sinistre attuano il loro piano, quasi sempre per tornaconto economico, ed esprimono il loro disprezzo per la volontà popolare, sovrapponendosi arrogantemente alla democrazia.
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E’ il caso delle migrazioni epocali di considerevoli masse di etnia afro-asiatica il cui esodo viene incentivato e alimentato da anni da veri e propri delinquenti della politica, come gli esponenti dei partiti della sinistra, appoggiati in ciò dalla compiacenza devastante delle "toghe rosse".
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Costoro, privilegiano i clandestini (la parola stessa indica la matrice illegale) favorendoli in tutto e per tutto, e creando i presupposti per una gestione economica dei flussi, a totale discapito della popolazione residente.
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Le coop rosse sono in prima linea nella competizione pubblica (offerta dalle sinistre) per fagocitare le risorse europee (e non solo) destinate alla gestione di queste orde di nuovi invasori, creando un sistema di sfruttamento criminale in cui non solo vengono sperperate le risorse a disposizione ma che oltretutto non offre vie di sbocco agli immigrati stessi.
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Mentre le casse delle coop rosse si riempiono di soldi, i clandestini (di cui solo una piccolissima percentuale è costituita da coloro che scappano dalle guerre) assumono il ruolo di parassiti passivi e pretenziosi.
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Molti di loro vagabondano per le nostre città, dedicandosi ad attività illegali, come l’accattonaggio, lo spaccio di droghe, lo stupro, la violenza, e vengono poi fagocitati dalle organizzazioni malavitose per interpretare un ruolo di manovalanza, anche criminale, a basso costo.
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Il meccanismo di “accoglienza” attuato dalle sinistre è quindi malvagio e criminale, poiché illude i migranti dando loro false speranze e creando aspettative che in realtà non esistono, e alimentando un ciclo perverso in cui, inevitabilmente, si creano tragedie come quelle dei morti annegati in mare nel tentativo di raggiungere le nostre coste.
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La sinistra però, non paga, ha stretto alleanza con altri gruppi, altrettanto criminali, come le famigerate e cosiddette Ong, le quali fungono ora, con le loro navi, da traghettatrici fra le coste africane e quelle di Lampedusa, portandoci quotidianamente, e a migliaia di unità,  altri illegali, altri clandestini.
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Da un lato quindi si ripropone il modello stereotipato offerto dall’apparato disinformatore sinistroide, imperniato sulla mistificazione della verità, mentre dall’altro si perseguono finalità economiche che non tengono conto dei diritti umani e delle esigenze dei cittadini.
Si proclamano i diritti dei migranti, incentivandone l’esodo biblico, senza però dire che così facendo si diventa complici degli scafisti, e senza che sia nemmeno lontanamente prevista una qualsiasi forma di regolamentazione, così come è in ogni Paese civile e democratico.
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Il "POLTRONARO" per eccellenza...
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Quando Salvini parla di difesa dei confini lo si attacca duramente tacciandolo di fascismo, visto che per le sinistre questo è sempre un ottimo “cavallo di battaglia” quando mancano altri argomenti validi da contrapporre.
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La stupidità colpevole e criminale di elementi della politica come Laura Boldrini, da sempre una vera e propria pasionaria pro migranti, contribuisce in camicia rossa e cantando “bella ciao”, a rafforzare un sistema diffuso nel quale emerge l’arroganza tipica dei seguaci di Togliatti.
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L’interesse dei cittadini non è sicuramente una priorità del Partito (il PD) con più indagati nella Storia della Repubblica, e lo dimostrano le cronache giudiziarie quotidiane che da anni ci ripropongono nomi e cognomi di politicanti “dem” indagati dalle Magistrature, così come gli scandali scoppiati in ogni parte della penisola.
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Le vicende legate agli scandali delle Banche, ad esempio, rappresentano solo la punta di un enorme iceberg sommerso e invisibile composto dai tanti soprusi commessi dal PD in campo finanziario.
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D’altra parte i seguaci ed eredi di Togliatti sono consapevoli che le loro stesse origini si fondano sul tradimento dei valori istituzionali, poiché per decenni il vecchio PCI è stato lautamente finanziato dal comunismo sovietico, da cui prendeva ordini e, appunto, denaro.
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Il denaro infatti sembra essere la costante che ricorre in ogni manipolazione economica  in cui il PD è stato principale interprete, come nel caso della banca Montepaschi Siena, il cui Consiglio di Amministrazione dell’Istituto bancario è stato imposto dai dictat del Partito, e quindi direttamente responsabile del dissesto che ha messo sul lastrico i risparmiatori.
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Quotidianamente la sinistra si affanna attraverso i media, guidati dall’imponente stuolo di disinformatori, ramificato in numerose metastasi che corrompono il tessuto sociale nazionale, a diffondere un odio costante e irrazionale, cieco e distruttivo, fine a sé stesso, contro chiunque si opponga al disegno egemone e fagocitante con cui la sinistra si vuole appropriare della democrazia.
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La macchina del fango del PD è sempre accesa e pronta a spargere il suo odio, ad offendere, a delegittimare, a mentire, a demonizzare, ad inquisire, a puntare il dito, prescindendo da motivazioni di qualunque tipo, se non quelle che indicano nell’avversario una tipologia da distruggere, quale quella di essere un cosiddetto “sovranista” o un simpatizzante di Matteo Salvini.
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In questi casi si indica l’avversario come “fascista” e si prosegue la denigrazione nel tentativo di completare la sua distruzione, di eliminare l’ostacolo che potrebbe rallentare la corsa verso il disegno cui tendono i nuovi padroni dell’Europa, quella di Prodi e delle sinistre.
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Il loro obiettivo è quello di creare un enorme gregge di pecoroni, spersonalizzati, senza più identità nazionali e privi delle rispettive prerogative individuali (da qui l’esigenza delle sinistre di incrementare i flussi epocali di clandestini), da gestire e manipolare a piacimento.
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L’uomo massa e la massificazione rientrano in un progetto ancestrale, sempre caro al mondo comunista, che fu ampiamente denunciato e discusso anche da Nicola Chiaromonte e da Ignazio Silone nella loro rivista  “Tempo presente”, negli anni ’50.
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Oggi questo progetto è più che mai attivo ed è sostenuto dalla nuova alleanza contro natura fra marxismo europeo e gruppi finanziari legati alle Banche, una sorta di marxismo-capitalismo le cui antitesi culturali si sono fuse alla ricerca di una convergenza finalizzata al raggiungimento di un potere senza precedenti sull’intera massa continentale.
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Ecco perché il Gruppo Bielderberg, così come la Merkel e il Presidente Francese, sono ben lieti dell’inciucio con cui Conte, Zingaretti e Grillo si sono appropriati del potere in Italia con la complicità di Mattarella.
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Se un cosiddetto “sovranista” come Salvini che ha l’appoggio della maggioranza degli italiani, fosse al Governo costituirebbe un grosso ostacolo per le politiche di massificazione, ad iniziare dal freno contro l’esodo epocale di clandestini, per finire con la difesa dei valori tradizionali e nazionali.
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I “5 stalle, sono l’elemento più ripugnante di tutto ciò perché hanno spudoratamente mentito ai loro stessi elettori, ai quali avevano promesso di voler combattere la “casta” politica esistente, proponendosi di cambiare le cose, mentre invece sono diventati essi stessi rappresentanti della casta, lasciandosi fagocitare da essa e stringendo una alleanza contro natura con il precedente nemico numero uno : il PD.
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Pinocchio Di Maio, il grande raccontatore di frottole ...
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La moralità e la coerenza, così come gli ideali e l’amore per il Popolo non appartengono di certo né al PD né ai 5 stalle, che infatti hanno ampiamente dimostrato come l’unica cosa che loro interessi sia la poltrona.
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Nessuno di loro è quindi un modello da seguire e come tali sono destinati ad involvere e a percorrere un cammino che li porterà verso l’estinzione, inesorabilmente.
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Quando accadrà non ci saranno rimpianti ma anzi, una rivincita delle coscienze popolari, troppo a lungo ingannate e finalmente libere.
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La Democrazia, ora ostaggio del PD e dei 5 stalle, risorgerà e condannerà senza appello tutti questi mestieranti della politica, queste prostitute dedite al mercimonio intellettuale, o pseudo tale.
La Democrazia, quella vera, li aspetta al varco …
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Dissenso
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