Oggi è un giorno tragico
per tutti noi, per coloro che amano la libertà e la diffusione della cultura
senza bavagli.
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E’
infatti venuto a mancare Giampaolo Pansa, uno dei giornalisti più
rappresentativi dell’Italia del dopoguerra, artefice di una lettura veritiera
degli eventi storici e non contaminata dal “grande fratello” o dagli pseudo
intellettuali che subivano e subiscono ancora i dictat imposti dall’ortodossia
post-comunista.
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Nato a Casale Monferrato nell’ottobre del 1935 Pansa, che fu anche vicedirettore di Repubblica e dell’Espresso, oltre che giornalista del Giorno, della Stampa e del Corriere, si è spento a Roma all’età di 84 anni.
Nato a Casale Monferrato nell’ottobre del 1935 Pansa, che fu anche vicedirettore di Repubblica e dell’Espresso, oltre che giornalista del Giorno, della Stampa e del Corriere, si è spento a Roma all’età di 84 anni.
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Personalmente
lo inserii già molto tempo addietro nell’elenco degli scrittori “fuori dal
coro” nel mio sito “Autori del
Dissenso”, per il suo impegno nello studio e nella riscrittura storica del
dopoguerra italiano, in cui fece emergere le pesanti responsabilità dei
partigiani comunisti e il ruolo criminale del comunismo stesso.
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Ecco
il Link alla pagina del sito dedicata a lui :
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Le
sinistre lo hanno sempre attaccato proprio perché avrebbero voluto continuare a
mistificare la verità, definendolo revisionista e alimentando contro di lui la
“macchina del fango” che solitamente viene scatenata contro chi si oppone agli
eredi di Togliatti.
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Grazie
a Pansa oggi possiamo affermare senza timori reverenziali che i partigiani
comunisti erano degli assassini sanguinari, veri e propri criminali protetti
dal Partito comunista.
La
sua cronaca severa e imparziale ci ha regalato una vera e propria controstoria
della resistenza, che risulta essere molto dissimile da quella che invece ci
vorrebbe propinare il gotha delle sinistre e gli pseudo intellettuali che si
prostrano a tale cospetto.
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Pansa
è un eroe del nostro tempo che ha avuto il coraggio di sfidare l’arroganza con
cui gli scribacchini al servizio del PCI e dell’odierno PD hanno costruito un
muro omertoso per coprire le proprie sanguinose responsabilità.
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La
sinistra intera, nessuno dei suoi squallidi rappresentanti escluso, è stata da
lui ampiamente sbugiardata e obbligata a prendere atto che l’epoca delle loro
menzogne era terminata.
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Per
questo motivo Pansa è stato contestato dagli appartenenti ai cosiddetti “centri
sociali”, l’accozzaglia di rifiuti umani orbitanti nell’area delle sinistre che
per prime li coccolano e li usano come braccio armato quando devono impedire
agli avversari politici di parlare nei comizi pubblici, i quali sbandierando un
anacronistico quanto trito e ritrito antifascismo militante lo hanno contestato
violentemente.
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Le
Brigate Rosse, Palmiro Togliatti, i centri sociali, la violenza, il PCI e il
PD, la mistificazione e l’inganno, la protervia e l’arroganza, sono tutti
anelli di una medesima catena che caratterizza l’essenza stessa del comunismo a
cui fanno riferimento.
La
società civile e democratica, lontana anni luce dall’universo orwelliano cui
vorrebbe costringerci la sinistra, ha capito grazie anche a Pansa e alla sua
coraggiosa letteratura illuminata quali siano i baluardi di libertà degni di
rispetto indicati negli scritti dell’autore scomparso, e per contro chi invece
debba essere oggetto del comune disprezzo.
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Giampaolo
Pansa si è sempre dichiarato “di sinistra” ma il suo amore per la verità lo ha
condotto a rifiutare quella stessa parte politica che si è rivelata essere
completamente marcia e fondata su inganni e menzogne.
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La
violenza della sinistra e l’odio, entrambi insiti nel DNA degli eredi di
Togliatti, sono le caratteristiche palesi che oggi tutta Italia ha potuto
chiaramente osservare, non solo per le evidenze quotidiane che traspaiono
dall’uso reiterato della “macchina del fango” da parte dei centri sociali o
delle neonate “sardine”, ma anche grazie alle verità finalmente svelate e
pubblicate da Giampaolo Pansa, un maestro che ha resistito alla violenza di
quella sinistra che lo voleva annichilire, così come facevano anche i criminali
marxisti delle Brigate rosse per tacitare gli oppositori del comunismo.
Si
potrebbe dire che Pansa ha inaugurato una nuova resistenza, non più quella
criminale e comunista di partigiani che si sono nutriti del sangue degli
italiani, ma quella che anzi si contrappone a tutto ciò, in nome della verità e
della libertà.
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Una
nuova resistenza che non canta “bella ciao”, così come fanno invece
ostentatamente i politicanti che occupano oggi abusivamente gli scranni
parlamentari, ma che rifugge dagli schematismi imposti dall’intellighenzia
radical chic dell’universo marxista e contrappone ad essi una visione oggettiva
della realtà.
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Le
nefandezze del comunismo sono ormai note (su questo argomento ho scritto un
libro, reperibile su Amazon, che ha per titolo “Gli scheletri nell’armadio del
comunismo”) ma il PD continua a tentare di spadroneggiare, usando le stesse
tattiche e la stessa violenta arroganza che da sempre gli appartengono,
rivolgendola verso coloro che, come Pansa, li sbugiardano.
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La
sinistra oggi nel suo variegato complesso che comprende PD, “sardine”, Leu,
Italia Viva, centri sociali, e tutto il microcosmo di gay, lesbiche, universi
paralleli come quello di Bibbiano, è una immensa associazione a delinquere che
tenta di sopravvivere all’estinzione facendo pagare un caro prezzo al Popolo
italiano.
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Solo
diffondendo i valori dell’anticomunismo e facendo conoscere a tutti i loro
crimini e criminali, si può proseguire nel percorso che condurrà alla vittoria
contro di loro, proprio come ha fatto Giampaolo Pansa.
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Grazie
Giampaolo, ci mancherai.
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Dissenso
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