La rossa e “civile” Bologna ha un grosso debito da pagare,
in termini di democrazia e di Giustizia civile, in particolare verso quei
bambini che al seguito dei genitori interpretavano loro malgrado il ruolo di
esuli, in fuga dalle terre istriano dalmate occupate dal comunismo jugoslavo.
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Ebbene
sì, perché proprio i comunisti bolognesi, complici i sindacati della sinistra,
nel 1947 si macchiarono di un atto criminoso e ignobile, tipico del mondo della
“falce e martello”, come quello di privare i bambini del latte a loro destinato
per rifocillarsi durante l’esodo.
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Al
passaggio del convoglio degli esuli giuliano dalmati istriani, la vigliaccheria
comunista si palesò con il divieto assoluto di dare qualsiasi aiuto a quelle
famiglie in transito, gettando per terra il latte che la Caritas aveva
preparato perché di potessero rifocillare e urinandoci sopra in segno di
disprezzo.
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Il
treno, a causa di questo episodio, fu ribattezzato "il treno della vergogna” e
rimarrà sempre tale a futura memoria, per ricordare come sia l’odio comunista,
insano e vigliacco nella sua intima essenza !
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E’
veramente una vergogna, infatti, che i bolognesi assetati di comunismo si siano scagliati
contro vittime innocenti che dal comunismo volevano invece scappare poiché
costretti dagli eventi.
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La
soldataglia criminale dei partigiani titini, collusi con quelli italiani
guidati da Togliatti e Longo, riprese nel 1945, non paga dopo un primo inizio
del 1943, a compiere un vero e proprio genocidio delle popolazioni istriane di
etnia italiana.
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Le
violenze e le torture, così come le umiliazioni e le file di deportati che
venivano legati con il filo di ferro e gettati nelle profondità carsiche denominate
foibe, erano all’ordine del giorno, e provocarono quindi un esodo epocale da
quelle zone.
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A
Bologna, così come nel famigerato "triangolo della morte" dell’Emilia Romagna,
compreso fra le zone rosse di Bologna, Ferrara e Reggio Emilia, si scatenò nel
dopoguerra la ferocia dei partigiani comunisti che dilagarono con estrema
violenza uccidendo e torturando vittime innocenti, in un delirio di onnipotenza
condiviso e alimentato dalla dirigenza del Partito comunista.
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Non
c’è quindi da meravigliarsi se gli elementi più vigliacchi e abbietti
dell’universo bolognese marxista sfoggiarono una delirante prova di onnipotenza
contro dei bambini esuli inermi e i
loro genitori.
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L’odio
è sempre stato alla base della politica comunista e ancora oggi appartiene
all’intima essenza dei suoi eredi metamorfizzati, ri-denominati con un termine
che costituisce un palese ossimoro, quello di PD.
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Prova
ne è il fatto che nessuno dei cosiddetti “democratici” (mai un titolo fu più
usurpato di questo !) ha mai chiesto scusa, o dimostrato pentimento verso
l’ignobile dimostrazione palesata in occasione del passaggio del cosiddetto
“treno della vergogna”.
Evidentemente
il PD non è così “democratico” come vorrebbe far credere, ma sembra anzi che in
fatto di abusi sui bambini non abbia proprio perso il vizio, come ci insegna la
vergognosa vicenda di Bibbiano.
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Sfoggiando
una capacità camaleontica di mistificare la realtà dei fatti, gli eredi del
comunismo si sono ammantati della dicitura “democratico” in evidente
contraddizione con l’evoluzione storica del suo stesso substrato ideologico,
fondato su odio, paura, crudeltà, disprezzo dei diritti umani, sopraffazione,
annichilimento delle identità personali, come dimostrato appunto nel singolo
episodio del “treno della vergogna” , punta emergente di un enorme quanto
tragico iceberg sommerso.
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I
personaggi della politica legati alla sinistra come Laura Boldrini, Matteo
Renzi, Zingaretti, oppure i loro consoci alleati grillini divenuti complici nel
malaffare di Governo (come Fico o Di Maio), si sono sempre ben guardati dal prendere le distanze da questo
episodio, sintomaticamente, delineandosi in maniera netta e decisa quali
artefici della mistificazione.
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La
sinistra compie opera quotidiana di mala informazione e di illusionismo
strategico, imponendo alla società uno stereotipo di riferimento che è l’esatto
contrario di come essa è nella realtà, proseguendo in maniera esponenziale la
truffa ideologica e lo sciacallaggio intellettuale con cui si pone
all’attenzione.
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Piuttosto
che chiedere scusa per il “treno della vergogna” i Sindaci di Bologna e tutta la
loro accolita di politicanti sono sempre stati più inclini a svolgere un ruolo di benevolenza
verso gli atti criminali dei cosiddetti “Centri sociali”, i covi cioè del
crimine e dell’illegalità che fanno tanto comodo all’Amministrazione post comunista
per impedire agli oppositori politici di poter parlare in pubblico.
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Sono stati tollerati i graffiti che assediano la città in ogni sua parte, dando ai turisti
una immagine del territorio per la quale bisognerebbe vergognarsi, e non si è fatto nulla per combattere efficacemente i tanti spacciatori di droghe che vendono
morte ai ragazzi, e non solo, bolognesi.
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La Bologna rossa accetta di tutto, comprese le sfilate del gay pride, l’esibizione ostentata di
quella diversità che il Comune incentiva e patrocina a suon di centinaia e
centinaia di migliaia di euro (prendendoli dalle tasche dei Cittadini), ma non
si accetta invece di chiedere scusa per l’efferatezza con cui i comunisti si
scagliarono contro i bambini in fuga dall’orrore comunista jugoslavo.
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Tutto
ciò testimonia che il cancro comunista non è
mai morto a Bologna, ma ha solo cambiato pelle, mimetizzandosi allo
scopo di insinuarsi nella nostra democrazia e nelle nostre case, in palese
contrasto con le regole di convivenza civile e manifestando il totale disprezzo
verso i diritti umani.
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D’altra
parte già si sapeva che al comunismo non interessa di certo l’individuo, ma
solamente la massa intesa come gregge spersonalizzato e amorfo da poter
manipolare a piacimento.
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E’
proprio in questa ottica che sperando di affermare un globalismo distruttivo e
al soldo del capitalismo europeo la sinistra combatte la Lega guidata da Matteo
Salvini, sputando loro addosso un disprezzo ed una arroganza tipici e
indistinguibili, come una firma d’autore, saturando di odio tutta la loro
arrogante prosopopea politica.
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Il
Sindaco di Bologna non chiederà scusa, perché se lo facesse dovrebbe ammettere che
i compagni comunisti da cui deriva il suo retaggio culturale e politico hanno
sbagliato e porrebbe il Partito in una situazione imbarazzante.
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Non
è un mistero che ancora oggi, infatti, il gotha dell’apparato sinistroide al
completo applauda apertamente ad un criminale sanguinario come Palmiro
Togliatti, riferendosi a lui con il vezzeggiativo di “il Migliore” !
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Che
pena infinita ! Che disgusto !
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Sindaco,
la finisca con queste bassezze morali, inqualificabili e prenda atto dei
crimini comunisti, chiedendo scusa agli esuli giuliani dalmati istriani a nome
della Città di Bologna.
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Solo
così, lavando via questa infamia, ci potremo ritenere civilmente rappresentati
in una Bologna finora ostaggio dei fantasmi del passato !
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Dissenso
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