venerdì 8 maggio 2020

Il delirio di onnipotenza di Vladimir PUTIN

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Vladimir Putin, che come tutti sanno è un ex tenente colonnello del famigerato KGB sovietico, detiene il comando della nazione russa, che amministra con pugno di ferro e con una dittatura feroce.
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Prima che cadesse il Muro di Berlino Putin era di stanza proprio nella capitale della Germania Est, e militava tra coloro che, collaborando con la Stasi, sparavano alla schiena delle persone che tentavano di scappare dall'inferno comunista.
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Il suo rientro in patria ha coinciso con l'inizio di una folgorante carriera politica, sviluppatasi grazie all'alleanza fra il KGB e i potenti capi della mafia russa di San Pietroburgo, detentori di ogni forma di potere nei territori sovietici.
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Il vecchio apparato criminale comunista non è infatti morto con Stalin nel 1953, ma si è metamorfizzato successivamente al famoso rapporto Chruscev che ne denunciò pubblicamente i crimini.
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Putin è divenuto l'uomo di punta di questi polimorfismi, interpretando il ruolo di moderno leader come unico protagonista assoluto, privilegiando i suoi sostenitori e annichilendo con ogni mezzo qualsiasi anelito di dissidenza.
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Tutto il mondo conosce l'infinita catena di delitti che hanno insanguinato le mani del nuovo Zar, che ha colpito con efferata determinazione migliaia di oppositori politici, rei di aver manifestato un qualsiasi tipo di dissidenza.
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Giornalisti, avvocati difensori dei diritti umani, attivisti, oppositori politici, e religiosi sono stati uccisi o internati in manicomi criminali, così come era in uso nel periodo staliniano per annientare chiunque non fosse allineato con l'ortodossia comunista.
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Nel suo percorso dittatoriale Putin ha massacrato migliaia di vittime innocenti invadendo la Cecenia, la Georgia, l'Ucraina e inglobando nei territori russi la penisola della Crimea.
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Le popolazioni che hanno subito il suo attacco militare sono state oggetto di stupri, torture e mutilazioni, come testimoniato da numerosi giornalisti, prime fra tutti Anna Politkovskaja e Anastasia Baburova, cadute poi sotto la mannaia dei killer di Putin.
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Il Cristianesimo è apertamente perseguitato così come qualsiasi tentativo di proselitismo che avvenga in luoghi non deputati all'esercizio del culto ortodosso, unica religione consentita, in un quadro di controllo assoluto e diretto sul Popolo.
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In questa ottica Putin ha raggiunto una apoteosi intellettuale attraverso cui si è compenetrato in un ruolo che va oltre la dimensione umana, ergendosi a deus ex machina dell'esistenza collettiva e autoproclamandosi Santo.
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Ciò traspare con evidenza dagli ultimi fatti relativi alla prossima inaugurazione della Cattedrale ortodossa, che avverrà in occasione dell'anniversario della vittoria sul nazismo.
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A tale proposito propongo la lettura di un articolo pubblicato su Asianews.it, che ci dà la dimensione effettiva di come Putin voglia apparire nei confronti della Storia e dei posteri.
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Ecco l'articolo :
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Asianews.it
30/04/2020, 08.40  RUSSIA

Mosca, una chiesa ortodossa con mosaici di Putin e Stalin fra gli angeli e i santi

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È la chiesa delle Forze armate, nel parco militare Kubinka (“Patriota”).

Si esalta la vittoria sul nazismo (con un ritratto di Stalin) e l’annessione della Crimea (dove appare Putin e altri politici russi contemporanei.

Le critiche. Il patriarcato: i mosaici “patriottici” non saranno esposti alla devozione dei fedeli.

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Mosca - Chiesa delle Forze armate
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Mosca (AsiaNews) – Sta per essere completata la chiesa ortodossa delle Forze armate, i cui mosaici riproducono anche i volti di Vladimir Putin e di Iozif Stalin fra gli angeli, i santi, la Madre di Dio e Dio Padre.
Situata nel parco militare Kubinka (“Patriota”), vicino alla capitale, essa dovrebbe essere terminata in maggio, per celebrare i 75 anni dalla vittoria sul nazismo.
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(foto 2)  -  Si nota sulla destra il ritratto di Stalin
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La chiesa vuole essere una specie di pantheon che glorifichi la storia russa e i suoi dirigenti.
Oltre al volto dell’attuale presidente e del dittatore che ha perseguitato la Chiesa e le religioni, vi sono raffigurati anche il ministro della Difesa Sergei Shoygu, il ministro degli esteri Sergei Lavrov, il segretario del Consiglio di sicurezza Nikolai Patrushev.
Sulle pareti sono esaltati alcuni momenti della storia russa come la vittoria sul nazismo, col ritratto di Stalin (foto 2) e l’annessione della Crimea del 2014 (foto 3).
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(foto 3) Putin al centro del quadro che ricorda l'annessione della Crimea
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Il fatto sta suscitando forti discussioni in loco e nella comunità internazionale. Il giornale Vedemosti ha bollato l’operazione come una “parodia della storia e dello Stato russo”.
Nel mezzo della bufera del coronavirus, il patriarcato ha dovuto prendere qualche misura per circoscrivere lo scandalo dei mosaici “patriottici”. Il responsabile dei rapporti del patriarcato con le Forze armate, il vescovo di Klin Stefan (Privalov), ha comunicato che sarà il Santo Sinodo a decidere il destino dei mosaici: quasi certamente essi verranno conservati in qualche sala museale, e non esposti alla devozione dei fedeli. Si terrà comunque conto del “parere del Presidente” sulla materia.
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Come si può vedere siamo in presenza di un vero e proprio delirio di onnipotenza che prevede di imporre, anche all'interno di una Chiesa, l'effigie di Stalin e di Putin, a rimarcare il fatto che la libertà delle persone ha un limite circoscritto in cui la soglia è determinata da chi gestisce lo Stato, prima Stalin, e ora Putin.
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Un assioma che ricorda esattamente il clima di coercizione in cui è stato tenuta l'intera popolazione dell'Impero del Male comunista per decenni, e che oggi è riproposto con arroganza e determinazione.
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I Paesi comunisti come la Cina e la Corea del Nord, piuttosto che Cuba o il metamorfismo di Putin, rientrano nella categoria di quegli Stati canaglia che il mondo civile dovrebbe rifiutare, inibendone lo sviluppo economico e rifiutando gli scambi commerciali.
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Il rischio è quello di essere fagocitati e di entrare a far parte dell'universo orwelliano che caratterizza i totalitarismi ancora esistenti.
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Putin non fa mistero del suo sfarzoso progetto chiamato Eurasiatismo che auspica un espansionismo egemonico russo che inglobi non solo gli Stati confinanti ma l'intera Europa.
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Parte della Destra, non solo italiana, guarda a Putin come ad un punto di riferimento, identificando nelle sue politiche una forma di nazionalismo da imitare, senza rendersi conto però che NON siamo affatto in presenza di un piano di difesa dei principi tradizionali insiti nel tessuto sociale, ma di un vero e proprio attacco alla Democrazia, espugnata con la forza delle armi e con la violenza. 
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Come si può plaudire all'attacco militare Russo contro l'Ucraina e al tentativo di annetterla ai propri territori (come è già successo per la Crimea) ?
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Non si tratta certo di nazionalismo, anzi il contrario, trattandosi di un sopruso contro una Nazione che tenta (Lei sì) di difendere la propria sovranità nazionale.
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Se applaudiamo Putin perchè attacca la Cecenia, l'Ucraina, e la Georgia, allora avremmo dovremmo plaudire all'aggressione di Tito a Trieste e ai territori giuliano dalmati.
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Personalmente ritengo Putin un pericoloso nemico dell'umanità e della Democrazia, al pari di Xi Jinping o del dittatore nord coreano, che rappresentano i peggiori esempi sui l'Umanità possa riferirsi.
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Dissenso
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1 commento:

  1. Ah merdina, il delirio di onnipitenza ce l'hai nel cervello

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