lunedì 15 giugno 2020

DESTRE : palingenesi o involuzione ?

Non c’è dubbio che, nonostante l’indubbio apprezzamento popolare espresso nei confronti dei leader che sono alla guida dei Partiti della destra italiana, non sia stato ancora avviato quel procedimento rinnovativo che è necessario a rafforzare e a consolidare l’essenza stessa di tali movimenti politici.
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La tangibile popolarità che aleggia intorno agli odierni leader di riferimento, se analizzata alla luce della effimera e volubile volontà popolare, risulterebbe vana in assenza degli stessi, poiché priva di riferimenti culturali.
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In parole povere tutto ruota intorno a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni in percentuali plebiscitarie ma che focalizzano però i consensi non verso una ideologia radicalizzata e intimamente assorbita dalle masse, ma sulla base di un afflato tanto imponente quanto relativo.
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Quello che manca nel Popolo delle destre, e di ciò sono colpevoli proprio i leader che ne dettano le file guida, è una attenta esegesi delle rilevanze storiografiche, priva di forzature e finalizzata all’arricchimento culturale delle aree didattiche, sociali, intellettuali, artistiche, e in ogni altro settore fino ad oggi contaminato dalla disinformazione comunista.
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I falsi idoli e gli stereotipi di riferimento che la sinistra ha posizionato in ogni minimo e recondito pertugio della società, esistono solo per il fatto che le destre non sono state capaci di opporre una dialettica efficace ad un tale strapotere intellettuale, o pseudo tale, che indisturbato ha imposto i suoi modelli.
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La propaganda delle sinistre è stata martellante e capillare sul territorio nazionale fin dal dopoguerra, e ha palesato realtà manipolate che ora, in mancanza di contraddittorio, sono divenute assiomi e punti di riferimento nell’immaginario collettivo.
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Un esempio ?
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Quello più eclatante è rappresentato dalle bandiere multicolori adottate come simbolo di Pace, che assumono una rilevanza simbiotica con l’universo comunista, con il quale vengono identificate. 
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Il paradosso è che le due cose in realtà sono assolutamente incompatibili, poiché è stato ampiamente dimostrato dalla Storia che il comunismo ha prodotto oltre cento milioni di vittime innocenti, incompatibili con il concetto stesso di pace.
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Il martellante messaggio mistificatorio che l’apparato disinformatore delle sinistre ha però continuato a riproporre come una mantra, si è insinuato nelle coscienze di massa ottenendo il risultato voluto, alla faccia della verità.
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L’indolenza delle destre si manifesta proprio nel confronto culturale, nel quale solamente in occasione di cicliche ricorrenze è possibile rivendicare un proprio punto di vista, per tornare poi subito dopo ad assumere posizioni di radicata letargia intellettuale.
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Ed è così che il mondo orientato a sinistra, politicizzato e scolarizzato, indotto ad assorbire supine inoculazioni sperequative storico culturali, si dimostra pronto al contraddittorio su qualsiasi argomento di interesse politico e storico, in quanto precedentemente analizzato e opportunamente modificato.
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In questo modo le sinistre hanno potuto urlare la loro rabbia contro alcuni episodi di negazionismo dell’olocausto, mentre per contro loro stesse hanno interpretato il medesimo squallido ruolo negando le foibe, i gulag, i laogai, e ogni altra nefandezza possibile.
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Nello stesso modo, senza che alcuna opposizione costruisse un serio argine al dilagare delle menzogne, hanno eletto come simboli di riferimento alcuni fra i più sanguinari criminali dell’intera Storia dell’umanità, come Lenin, Tito, e Togliatti, estrapolando dal contesto della devastazione comunista un microcosmo plasmato ad arte e presentato come esempio da seguire. 
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In ogni località del pianeta la parola Auschwitz evoca scenari agghiaccianti, permettendo alla memoria di ricordare il nazismo, mostro vorace che ha fagocitato milioni di esseri viventi, ma per contro, se pronunciamo la parola Kolyma, pochissimi trovano un riscontro, sebbene questo vocabolo indichi un territorio siberiano costellato di lager in cui persero la vita molte più vittime innocenti per mano comunista.
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Le sinistre pubblicano un numero incredibile di stampati, di volantini, e di libri, coadiuvando l’opera propagandistica con il ricorso a stuoli di pseudo intellettuali, giornalisti, e artisti che hanno fatto da cassa di risonanza alle divulgazioni dell’ortodossia di riferimento.
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Le destre sono assolutamente prive di punti di aggregazione culturale e didattica, se si escludono alcuni gruppetti extraparlamentari che manifestano però indegne deviazioni e storture ideologiche anacronistiche e votate ad una sterile conclusione, rifiutando addirittura di dedicare una parte del loro tempo allo studio del fenomeno criminale comunista.
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La dichiarata appartenenza al Popolo delle destre non è di per sé motivo sufficiente per esimersi dal dovere di conoscere quel nemico che invece fa della conoscenza il proprio cavallo di battaglia.
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Le posizioni di privilegio raggiunte da molti dei protagonisti della politica sembrano un alibi per giustificare la loro indolenza, la mancanza di propositività, di inerzia costruttiva, di disinteresse verso la coltivazione e l’allargamento di una cultura che dovrebbe costituire l’ossatura principale dell’edificio culturale anticomunista.
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Personalmente, grazie all’anticomunismo che anima le mie azioni fin dall’età di 17 anni, mi sono mosso proprio per incrementare la diffusione e la conoscenza di fatti, di crimini e di criminali che appartengono alla realtà comunista in ogni parte del pianeta.
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Ho avuto un soddisfacente riscontro editoriale, grazie alla collaborazione di Amazon, che mi ha incentivato a proseguire la diffusione dei miei scritti, ma contemporaneamente ho dovuto con estremo rammarico registrare la totale indifferenza di chi, a capo degli organismi politici territoriali e nazionali delle destre, avrebbe invece dovuto fare propri i testi proposti e contribuire alla loro diffusione.
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In assenza di un mio intento speculativo, ma anzi orientato ad una capillarità informativa che prescindesse da un qualsiasi interesse economico, ho proposto anche a politici e ad editori “di destra” di diffondere i miei libri a prezzo zero, senza però avere un benché minimo riscontro.
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Probabilmente l’enfasi con la quale questi personaggi si propongono al loro elettorato è fine a sé stessa, e non prodromica allo sviluppo di una radicata coscienza anticomunista, vera essenza di una antitesi che può rappresentare una odierna opposizione credibile e una futura leadership di Governo.
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Il substrato culturale, intellettuale e ideologico che anima le diverse componenti dell’universo politico e partitico, non può prescindere dall’approfondimento delle stesse prerogative che ne costituiscono i rispettivi elementi di identificazione. 
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Le sinistre hanno capito e recepito molto bene questo concetto, al punto che ne hanno fatto un modus operandi e vivendi fin dai tempi di quel colpo di Stato bolscevico attuato da Lenin nell’Ottobre del 1917, e presentato al mondo come Rivoluzione. 
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Il Popolo delle destre fraziona il proprio sapere documentandosi su Mussolini, sui Fasci di combattimento e su altri aspetti legati all’anacronismo storico, evitando però di approfondire la conoscenza del pensiero di filosofi come Gentile piuttosto che di Evola o di Hegel piuttosto che di Nietzsche. 
. Parallelamente si nota l’assenza di interesse quasi totale per gli apparati comunisti criminali che hanno prodotto cento milioni di vittime nel secolo scorso.
. Si palesa una ignoranza diffusa che non consente di conoscere le biografie e l’operato di sadici esponenti del mondo comunista sullo scenario mondiale, come Enver Hoxha, Ceasusescu, Tito, Che Guevara, Pol Pot, Mao Tse Tung. 
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L’imponente apparato delinquenziale sovietico, composto al 60 % da comunisti ebrei, si è reso responsabile di deportazioni, genocidi, torture, sadismi, e ogni altra nefandezza possibile, in un delirio criminale unico nella Storia dell’Umanità, ma pochissimi tra coloro che si riconoscono nell’area di appartenenza culturale e ideologica della destra ne conoscono i nomi.
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Abakumov, Berija, Dekanozov, Dzerzinski, Ezov, Garanin, Serov, Jagoda, Kaganovic, Kamenev, Malenkov, Molotov, Pechernikova, Suslov, Vorosilov, Vysinskij, Zdanov, sono solo alcuni dei famigerati criminali comunisti sovietici che si sono distinti per la loro ferocia e il loro accanimento verso le vittime civili innocenti, le donne e i bambini.
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Tutto ciò è stato accuratamente nascosto in decenni di mistificazioni e di inganni attuati da un Partito Comunista Italiano che presentava l’Unione Sovietica come Paradiso del socialismo e come Patria dei diritti umani, e parallelamente, fino ad oggi, la destra ha concorso a produrre la medesima disinformazione, evitando di occuparsene e di divulgare capillarmente tale ossimoro.
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Ciò che importa a molti dei Consiglieri Regionali o Provinciali è raggiungere la loro meta, e cioè riuscire ad arrivare in Parlamento per godere dei benefici di una Casta che definire vergognosa sarebbe riduttivo.
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La Torre di Babele, allegoria della confusione comunicativa

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I gruppi dirigenti di Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia sembrano perennemente in campagna elettorale, come del resto i loro antagonisti, ma mentre le sinistre occupano ogni singolo spazio culturale, didattico e propagandistico, le destre si fanno portavoci delle rivendicazioni contingenti, accontentandosi di una immediata popolarità, senza indirizzare il proprio elettorato verso una consapevolezza ideologica che può venire solamente dall’approfondimento culturale.
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Molte volte ho detto che questo stato di cose, a prescindere dalle vittorie di Pirro che si potranno verificare, condurrà ad una inevitabile implosione che lascerà le destre prive delle stesse basi su cui poter ricostruire una partenza adeguata. 
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Spero di sbagliarmi, anche se i segnali ci sono tutti.
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Dissenso
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domenica 7 giugno 2020

SANDRO PERTINI, Presidente e partigiano assassino

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Sottotitolo : la verità sui crimini del partigiano stalinista e assassino Sandro Pertini, nascosti e negati dall'apparato disinformatore delle sinistre.
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La Storia, quella vera e non quella addomesticata ad uso e consumo dalle sinistre, ci permette di tratteggiare la figura di Sandro Pertini, collocandolo nella sua giusta dimensione, e cioé in quella di quella di assassino.
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In questa esposizione non mi dilungherò sulla sua completa biografia, poiché ciò che caratterizza il suo operato è già abbastanza significativo di come possa essere considerato questo personaggio, a prescindere dai dati anagrafici.
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Lo stereotipo ricorrente, imposto dalle sinistre, mostra un Pertini amato da quegli Italiani a cui è stata a lungo imposta la consueta mistificazione, e cioè la consapevole omissione dei crimini commessi.
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La lista delle nefandezze da ascrivere all’ex Presidente è piuttosto lunga, come ad esempio quella di aver ordinato la soppressione fisica mediante fucilazione dei due famosi attori Osvaldo Valenti e Luisa Ferida il 30 aprile 1945.
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Luisa ferida e Osvaldo Valenti, i due  attori vittime della furia omicida dell'assassino Sandro Pertini
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I due, che avevano aderito alla Repubblica Sociale, vennero accusati di appartenere al gruppo di torturatori conosciuti con il nome di “Banda Kock”, ma post mortem fu oggettivamente accertato che erano entrambi innocenti.
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Pertini era contornato da criminali del calibro di Giuseppe Marozin (omicidi, stupri, e rapine) a cui egli stesso aveva conferito l’autorità del comando nelle famigerate brigate partigiane Matteotti, legate al Partito socialista.
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Durante il procedimento penale a suo carico per quei delitti Marozin incolpò Pertini di aver dato l’ordine di fucilare i due attori pronunciando le precise parole: Fucilali, e non perdere tempo !”, e affermò inoltre che Luisa Ferida “non aveva fatto niente, veramente niente!”.
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In uno dei tanti omicidi commessi in nome di un comodo antifascismo, Marozin tolse la vita al Conte Federico Barbiano Belgioioso, un partigiano non comunista che fu scambiato erroneamente per fascista insieme ai suoi cinque compagni d’armi, che per questo motivo vennero freddati senza tanti complimenti.
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Adoratore di Stalin
Questo era lo squallido “ambiente politico” tanto caro ai gruppi partigiani cui apparteneva Sandro Pertini, intriso di sangue, di omicidi e di fanatismo marxista.
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Ebbene sì, perché Sandro Pertini, mitizzato come personaggio amato dagli italiani, dalla gente e dai bambini, il Presidente con la pipa, era un fervido ammiratore di Stalin, nonostante il fatto che questi fosse (e rimane) uno dei più efferati criminali di tutti i tempi.
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Alla morte di Stalin, nel 1953, l’ex partigiano Pertini dichiarò sull’Avanti, il quotidiano socialista di quei tempi :
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Il compagno Stalin ha terminato bene la sua giornata, anche se troppo presto per noi e per le sorti del mondo.
L'ultima sua parola è stata di pace. (...)
Si resta stupiti per la grandezza di questa figura...
Uomini di ogni credo, amici e avversari, debbono oggi riconoscere l'immensa statura di Giuseppe Stalin.
Egli è un gigante della storia e la sua memoria non conoscerà tramonto.” 
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Pertini si schierò quindi ufficialmente a fianco di colui che aveva prodotto decine di  milioni di vittime innocenti deportando intere popolazioni nei gelidi lager della Siberia, condannandole a morte per fame, per freddo o per le torture che il comunismo infliggeva alle sue vittime.
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L’antifascista Pertini va ricordato per questo, per essere stato ammiratore di un criminale e di avere lui stesso interpretato il ruolo di artefice di una parossistica emulazione, in nome di un becero antifascismo.
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La sua arroganza intellettuale unita alla sua sudditanza psicologica e politica nei confronti di Mosca continuarono anche nel dopoguerra, palesando comportamenti che vanno al di là del semplice condizionamento mentale, identificandolo come persona ostile ai diritti umani e dei Popoli.
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Quando, paradossalmente, divenne Presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini manifestò chiaramente la sua dipendenza dall’odio e dalla violenza marxista, approfittando della sua posizione istituzionale per concedere la grazia a Mario Toffanin (alias Giacca), un criminale partigiano che aveva ucciso ben 17 persone, partigiani della brigata Osoppo, in quello che fu chiamato l’Eccidio di Porzus.
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Nel 1978, in pieno delirio di accondiscendenza con il crimine, Pertini graziò Giulio Paggio, un altro delinquente comunista appartenente alla famigerata “Volante rossa”, responsabile di una lunga lista di omicidi in Lombardia, in Emilia e nel Lazio.
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A questo proposito rimando ad un mio post sul sito “Italian samizdat”, disponibile al seguente link :
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Il disprezzo di Pertini per il Popolo italiano si manifestò con chiarezza in occasione della morte del Maresciallo Tito, dittatore della ex Jugoslavia, nel 1980.
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Pertini e Tito
Il Presidente partigiano partecipò commosso ai funerali baciando la bandiera jugoslava, oltraggiando così le migliaia di vittime delle Foibe che Tito ordinò di massacrare facendole scaraventare, spesso ancora vive, nelle profondità abissali degli inghiottitoi carsici.
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L’ignobile comportamento di Pertini oltraggiò inoltre in modo palese e arrogante tutti i profughi e gli esuli istriani, giuliani e dalmati, nel ricordo della terribile migrazione che dovettero compiere per sfuggire alla tirannide comunista.
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Ecco chi è veramente e storicamente Sandro Pertini, e poco importa se l’apparato mistificatorio delle sinistre insorgerà per queste mie inconfutabili asserzioni, in quanto la verità non concede sconti.
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Pertini fu un Presidente che si premurò di insignire con medaglia al valore centinaia di partigiani assassini condannati dalla Magistratura per efferati delitti, come nel caso di Filippo Papa, torturatore, seviziatore e assassino del modenese.
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Dante Bottazzi fu un altro partigiano assassino che beneficiò della benevolenza di Pertini, nonostante il fatto che fosse a capo di una banda che provocò la morte di ben 56 vittime a Castelfranco, nel modenese, compreso il prete don Giuseppe Tarozzi.
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Questo sanguinario partigiano (ma quale fra di loro non lo era ?) uccise anche Renato Seghedoni, un altro partigiano reo di aver denunciato i suoi delitti, per i quali Bottazzi fu condannato all’ergastolo, in contumacia.
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Accumulò altre condanne per omicidi vari oltre a trent’anni di carcere per quello del maresciallo dei Carabinieri Attilio Vannelli, ma poi il delirio di onnipotenza del tanto amato Pertini intervenne a graziarlo rendendolo completamente libero.
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Il totale disprezzo manifestato da Pertini nei confronti delle vittime e dei loro parenti la dice lunga sulla caratura morale di questo personaggio, eletto a simbolo di riferimento dalle sinistre. 
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Un riferimento che appare come un escremento, come una squallida esibizione di cosa sia in effetti l’essenza stessa che anima l’universo delle sinistre e la loro ostentata arroganza.
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Il socialismo massimalista espresso da Pertini trovò motivo di simbiosi con quel resistenzialismo comunista che nel Savonese, sua terra natale, condusse a ben cinquecento esecuzioni sommarie, senza che a ciò ci fosse la minima  opposizione da parte del partigiano futuro Presidente della Repubblica italiana.
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Pertini investì con una pioggia di medaglie, di attestati di merito, di pensioni, tutti i criminali assassini partigiani, compresi coloro dai quali lo stesso PCI aveva preso le distanze in quanto indifendibili. 
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Questa è la vera Storia di Pertini, come emerge dall’analisi oggettiva dei fatti, e dalla contestuale disamina del modus operandi cui il partigiano assassino ha fatto ricorso per tutta la sua miserabile esistenza.
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Fortunatamente l'inesorabile incedere del tempo ci ha liberati della sua odiosa presenza che ammorbava la Democrazia italiana.
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Il mondo ora, senza di lui, è sicuramente migliore !
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Dissenso
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