martedì 14 luglio 2020

NATALIA ESTEMIROVA


.
NATALIA CHUSAINOVNA ESTEMIROVA
(Kamyslov, Oblast di Sverdlovsk, 28/02/1958 – Inguscezia, 15/07/2009)
.
E’ stata una giornalista russa, attivista per i diritti umani in seno all’associazione moscovita Memorial, di cui divenne rappresentante locale per la città di Grozny  (Cecenia) nel 2000.
.
.
Natalia Estemirova
.
Memorial è una organizzazione moscovita che si batte per il rispetto dei diritti umani e si occupa anche della documentazione inerente al trascorso totalitarismo sovietico, e fu fondata il 28 gennaio 1989 da Andrej Sacharov, il fisico russo e attivista per i diritti umani che nel 1975 ricevette il Premio Nobel per la Pace.
.
La giornalista, che stava conducendo una inchiesta sulle violazioni dei diritti umani avvenute in Cecenia ad opera delle truppe di Putin, fu rapita da sconosciuti il 15 luglio 2009 verso le 8.30 del mattino a Grozny, nei pressi della sua abitazione.
.
Alcuni testimoni riferiscono di aver assistito al rapimento mentre lei si avviava alla fermata dell’autobus, a cento metri da casa sua, lungo un viale di palazzoni con giganteschi poster del signore della guerra Ramzan Kadyrov e del Primo Ministro Vladimir Putin, e di averla sentita urlare che la stavano sequestrando mentre veniva caricata a forza da quattro uomini su un veicolo.
.
Il cadavere di Natalia fu ritrovato alle 16.30 dello stesso giorno nella vicina Inguscezia in un’area boschiva nei pressi del villaggio di Gazi-Yurt,  crivellato da cinque colpi di arma da fuoco alla testa e al torace.
.
La giornalista si era laureata in Storia all’Università di Grozny, in Cecenia, dove poi lavorò come insegnante di quella materia in una scuola superiore fino al 1998.
.
Il logo dell'Associazione per i diritti umani Memorial
.
Durante questo periodo, nel 1991 collaborò come corrispondente con alcuni giornali locali come The Voice e The Worker of Grozny, e realizzò anche per una emittente televisiva una serie di tredici brevi documentari sulle vittime delle spedizioni punitive che l’esercito russo usava compiere ciclicamente ai danni della popolazione.
.
Natalia, che rimase vedova in seguito alla morte del marito, un poliziotto ceceno, raccolse testimonianze sulle violazioni dei diritti umani fin dall’inizio della Seconda guerra cecena, nel 1999, e fu costretta ad affidare la figlia ad alcuni parenti che vivevano a Ekaterinburg per garantirne la sicurezza.
.
Come giornalista collaborava spesso anche con il giornale indipendente moscovita ”Novaja Gazeta” in cui avevano lavorato Anna Politkovskaja, Anastasia Baburova e Stanislav Markelov, prima di essere assassinati dai sicari di Putin rispettivamente nel 2006  e nel 2009.
. 
Natalia documentò il lancio di missili balistici contro la città di Grozny che nel 1999 fu rasa al suolo e che provocò la morte di oltre 100 vittime civili.
.
Nel 2004 fu insignita dal Parlamento svedese del premio Right Livelihood Award e nel 2005 ricevette, insieme al Presidente di Memorial Sergej Kovalev, la medaglia Robert Schumann da parte del Gruppo del Partito Popolare Europeo.
.
Due anni dopo, nel 2007, fu insignita del Premio Anna Politkovskaja da parte della organizzazione RAW (Reach All Women in War) per la sua attività e il suo impegno nella difesa dei diritti umani nei contesti di guerra.
.

.
Natalia fu tumulata nel cimitero del suo villaggio di origine secondo il rito islamico, mentre in suo ricordo fu organizzata una veglia a Mosca, in Piazza Puskin, nove giorni dopo l’assassinio, come previsto dalla tradizione ortodossa.
.
In quella occasione la Polizia di Putin arrestò Viktor Sotirko, il membro di Memorial che aveva organizzato l’evento, accusandolo di aver turbato l’ordine pubblico, a dimostrazione del fatto che l’arroganza e la dittatura del regime imposto dal nuovo Zar era apertamente ostile ai diritti umani.
.
E’ proprio sulle violazioni di tali diritti che si svolgeva l’attività investigativa e giornalistica di Natalia, impegnata nella ricostruzione di centinaia di casi di rapimento, di torture e di esecuzioni arbitrarie attuate dalle truppe russe in Cecenia, come avevano fatto prima di lei sia Anna Politkovsakja che Anastasia Baburova.
.
In quel preciso momento storico il Presidente russo era Dmitrij Medvedev che, ufficialmente dichiarò il proprio sdegno per il brutale assassinio, ma appare evidente la responsabilità dello Stato russo e la sua strategia del terrore con cui Putin, deus ex machina dell’apparato criminale post-sovietico si era appropriato del vero potere, gestito dietro le quinte come Capo del Governo.
.
La mannaia della repressione russa era già calata su migliaia di oppositori politici, di giornalisti, di avvocati, e su chiunque si opponesse allo strapotere dittatoriale esercitato da Putin, che non esitò mai a ricorrere all’omicidio e al massacro.
.
Una serie di esecuzioni che furono meticolosamente sponsorizzate dallo Stato russo e dall’ex colonnello del KGB Vladimir Putin, salito al potere grazie agli accordi che gli apparati dei servizi segreti strinsero con le potenti mafie di San Pietroburgo dopo la caduta del Muro di Berlino.
.
Natalia collaborava con associazioni del calibro di Memorial, di Amnesty International, e di Human Rights Watch, le quali facevano da cassa di risonanza alle sue inchieste, in cui si evidenziavano i crimini degli apparati militari del Governo di Mosca in terra di Cecenia.
.
Oggi grazie a lei sappiamo che il macellaio Ramzan Kadirov e le sue truppe, agli ordini di Putin, hanno perpetrato una serie infinita di crimini contro l’umanità, seguendo uno spietato disegno genocida rivolto ad annichilire le popolazioni cecene per appropriarsi dei loro territori.
.
I colpevoli del brutale omicidio di Natalia non sono ancora stati individuati, nonostante le proteste dei gruppi di attivisti che si battono per il rispetto dei diritti umani in Russia e in Cecenia.
.
.
Lo spietato dittatore ceceno Ramzan Kadyrov
.
Nel 2008 la giornalista si oppose all’obbligo di indossare  il velo imposto dal Governo ceceno alle donne, e in quel frangente fu minacciata personalmente  dal Presidente Kadyrov e definita sia come ”nemica del popolo” che come “collaboratrice dei terroristi”.
.
Nel 2009 Oleg Petrovich Orlov, Presidente dell’Associazione per la difesa dei diritti umani Memorial ha pubblicamente accusato il Presidente ceceno Ramzan Kadyrov, alleato di Putin, della morte di Natalia Estemirova, innescando un procedimento giudiziario che tra alti e bassi, fra ricorsi e appelli, si trascina ancora oggi.
.
Orlov dichiarò :
.
"Noi dichiariamo che esistono elementi molto importanti per poter pensare che persone appartenenti alle autorità cecene siano coinvolti nell'omicidio di Natasha. L'ultimo suo lavoro riguardava una esecuzione avvenuta in uno dei villaggi ed è stato questo materiale che ha causato una reazione negativa da parte di Raman Kadyrov, secondo quanto fatto trapelare dal suo entourage".
.
Ramzan, vice-ministro ceceno nel 2004, era al comando del gruppo paramilitare governativo che collaborava con le milizie russe di Putin, operando una feroce repressione contro il nazionalismo ceceno e contro la successiva e conseguente radicalizzazione islamica di quei territori.
.
.
L'uomo del KGB : Vladimir Putin
.
Nel 2007, Kadyrov divenne Presidente della Repubblica cecena, instaurando un regime brutale e sanguinario in cui l’omicidio e la tortura costituivano il suo modus operandi, spalleggiato da Vladimir Putin, ex colonnello del KGB.
.
Ai nostri giorni Kadyrov ha lungamente nascosto l’esistenza del virus Covid-19 che circolava invece già da tempo in Cecenia, e non ha preso alcuna contromisura per contrastarlo, al punto che lui stesso si è ammalato ed è stato ricoverato in una clinica di Mosca.
Kadyrov è accusato anche, sia da Amnesty international che da Novaja Gazeta, di aver aperto un campo di concentramento nel quale vengono deportati e torturati coloro che si dichiarano omosessuali.
.
Dal 1993 fino al momento del brutale omicidio di Natalia nel 2009, si contano ben 415 vittime della repressione di Putin, tutte riconducibili all’evidente disegno totalitario ideato dagli apparati comunisti e criminali della ex dittatura sovietica e dal KGB, ora metamorfizzato in FSB.
.
Putin, come ex ufficiale, appunto, di questo organismo delinquenziale, ne prosegue l’itinerario, nel più totale disprezzo dei diritti umani.
.
Ricordiamo Natalia come eroina e come martire della libertà, in quanto vittima del post-comunismo russo e dei suoi sanguinari carnefici.
.
.
Dissenso
.
.

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari

Amici del blog