Mentre Giorgia Meloni si è recentemente profusa in sorrisi e strette di mano compiacenti verso il Presidente francese Emmanuel Macron, anche Sergio Mattarella, l’attuale inquilino del “Colle”, ha inaugurato ieri con lui una esposizione artistica al Louvre parigino seguita da una cena all’Eliseo.
Il canuto rappresentante delle italiche volontà, accompagnato dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ha stigmatizzato e testimoniato il rapporto di reciproca fiducia che intercorre tra Italia e Francia, segno, a suo dire, di un rapporto di stima e di fiducia che lega entrambi.
Vediamo nel dettaglio chi sono questi personaggi che la Francia ha voluto tutelare ad ogni costo, complice il silenzio squallido del Governo italiano rappresentato da Giorgia Meloni e dal Presidente Sergio Mattarella, nel totale disprezzo delle vittime e dei loro familiari.
In ordine alfabetico:
TERRORISTA NUMERO 1
Alimonti Giovanni , classe 1955, ha 68 anni ed è un ex terrorista della formazione Brigate Rosse-Partito comunista combattente.
Tra i vari delitti per cui risulta condannato figura anche il tentato omicidio del vice dirigente della DIGOS di Roma Nicola Simone del 6 gennaio 1982, nel corso del quale è rimasto a sua volta ferito all’avambraccio destro.
Deve scontare 11 anni per banda armata e associazione terroristica, concorso in violenza privata aggravata, concorso in falso in atti pubblici e altri reati in quanto colpito da ordine di esecuzione pena emesso il 13 marzo 2008 dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma.
TERRORISTA NUMERO 2Bergamin Luigi, classe 1948, è un ex militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac).
Fu condannato a 25 anni per associazione sovversiva, banda armata e concorso negli omicidi commessi da Cesare Battisti, sia del maresciallo Antonio Santoro che dell'agente Andrea Campagna, avvenuti nel '78 e '79, otre a quello del macellaio veneziano Lino Sabbadin, colpevole di essere iscritto al Movimento Sociale Italiano.
La
Procura di Milano ha emesso nei suoi riguardi un nuovo ordine di esecuzione firmato
dal pm Adriana Blasco, che porta la pena residua definitiva da 16 anni, 11 mesi
e 1 giorno a 18 anni, 11 mesi e 1 giorno superando un errore nel calcolo della
prescrizione da parte dei giudici in passato.
TERRORISTA NUMERO 3
Fu condannato a 21 anni di carcere per tentato omicidio di un funzionario di Polizia.
Colpito da un ordine di esecuzione pena emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma, deve espiare la pena di 18 anni, 7 mesi e giorni 25 di reclusione e la misura di sicurezza della lìbertà vigilata per 4 anni, per i reati di associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi, come da sentenza del 6 marzo 1992 della Corte d’Assise d’Appello di Roma.
TERRORISTA NUMERO 4Cappelli Roberta, anche lei 68enne, è una ex brigatista rossa.
Ha una condanna all'ergastolo per associazione con finalità di terrorismo, per concorso in rapina aggravata, per concorso in omicidio aggravato per gli omicidi del Generale dei Carabinieri Enrico Galvaligi, dell’agente di Polizia Michele Granato e del vicequestore Sebastiano Vinci, e per concorso nel sequestro Cirillo.
In Francia vive facendo l'insegnante di sostegno per i bambini disabili, come se tutti i suoi crimini non fossero mai esistiti.
TERRORISTA NUMERO 5Di Marzio Maurizio, nato a Trivento (Campobasso), 63enne (classe 1961), ex Brigatista rosso, deve scontare 15 anni per vari reati, tra cui il tentato sequestro dell'ex dirigente della Digos di Roma, Nicola Simone, avvenuto il 6 gennaio 1982.
Il suo nome è legato anche all'attentato al dirigente dell'ufficio provinciale del collocamento di Roma Enzo Retrosi, e per quello contro Giuseppe Macagna (Docente universitario), entrambi nel 1981.
Anche lui, grazie alle “toghe rosse” della magistratura francese vive da molti anni a Parigi, dove ha gestito un noto Ristorante chiamato “Baraonda”.
TERRORISTA NUMERO 6
Manenti Narciso, nato nel 1957, è un 65enne ex membro dei Nuclei armati per il contropotere territoriale/Guerriglia proletaria.
Deve scontrare una condanna all'ergastolo per l'omicidio aggravato dell'appuntato dei Carabinieri Giuseppe Gurrieri, assassinato a Bergamo il 13 marzo 1979 davanti al di lui figlio adolescente in uno studio medico dove aveva fatto irruzione per sequestrare un medico che lavorava presso il carcere di Bergamo.
È sposato dal 1985 con una francese dalla quale ha avuto 3 figli ed è oggi nonno.
Qualsiasi persona dotata di un minimo di umanità può chiedersi come faccia a guardare negli occhi i nipoti dopo che ha ammazzato il padre di un bambino della loro stessa età.
TERRORISTA NUMERO 7Petrella Marina ha ora 69 anni (classe 1954) ed è una ex Brigatista rossa.
E’ stata condannata all’ergastolo per l'omicidio del generale Galvaligi e per il sequestro del giudice Giovanni D’Urso e dell’assessore regionale della Democrazia Cristiana, Ciro Cirillo.
Ha usufruito della protezione dell’ex Presidente Sarkozy, la cui moglie Carla Bruni è sempre stata sospettata di aver fornito le coperture che garantirono al terrorista Cesare Battisti di lasciare la Francia per il Brasile.
Nel 2008 Nicolas Sarkozy fermò la sua estradizione in Italia adducendo pretestuose “ragioni umanitarie”.
Lavora per un'associazione che si occupa di problematiche legate agli anziani.
E’ sposata con il brigatista Luigi Novelli da cui ha avuto una figlia in carcere in Italia.
Ha un’altra figlia frutto di una seconda unione sentimentale dopo la sua fuga in Francia.
La figlia maggiore ha chiesto l'amnistia per la madre.
Pietrostefani Giorgio, è stato uno dei fondatori di Lotta Continua.
Venne condannato a 22 anni come mandante dell'omicidio del commissario Calabresi, avvenuto il 17 maggio 1972, commesso da Ovidio Bompressi insieme a Sofri Adriano e a Leonardo Marino, autista del commando omicida e poi accusatore dello stesso Bompressi.
Abruzzese d’origine, oggi ha 80 anni, vissuti tranquillamente da uomo libero in Francia, dove ha avuto anche un trapianto di fegato.
Questi criminali hanno potuto contare, nonostante le condanne per i crimini commessi, sul favore di molti intellettuali della sinistra, come ad esempio Dario Fo, che mise addirittura in piedi un nuovo spettacolo “ad hoc” per sostenere la battaglia per la liberazione di Sofri, Bompressi, e Pietrostefani.
Tornaghi Sergio, 65enne, è un ex brigatista rosso, appartenente alla colonna milanese Walter Alasia.
E' stato condannato all'ergastolo per il reato di "banda armata", per l'omicidio di Renato Briano, direttore generale della "Ercole Marelli", per l'omicidio del Maresciallo Francesco Di Cataldo.
TERRORISTA NUMERO 10
Fu condannato a 20 anni per concorso morale nell'omicidio del vicebrigadiere Antonio Custra, avvenuto a Milano il 14 maggio 1977 durante una manifestazione della sinistra extraparlamentare.
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TERRORISTA NUMERO 11
Partecipò attivamente all’evasione di quattro detenute nel carcere di Rovigo, in cui la bomba utilizzata per far crollare il muro di cinta del carcere causò la morte di un passante, Angelo Furlan.
Fu condannato all’ergastolo nel 1983 e incarcerato nel penitenziario di Piacenza, dal quale riuscì a scappare per rifugiarsi in Francia.
In quel Paese, che ospita i terroristi comunisti assassini, si è sposato, ed è diventato un imprenditore nel settore dell’Editoria, pubblicando la rivista Modem.
TERRORISTA NUMERO 12
Fu condannata all’ergastolo per l’omicidio dell’agente della Digos Andrea Campagna, avvenuto a Milano il 19 aprile 1979.
Scappò in Francia nel 1982, dove le fu concessa la cittadinanza francese perché non potesse essere più estradata.
TERRORISTA NUMERO 13Giorgieri Simonetta è una ex appartenente alle Brigate Rosse e primula rossa del terrorismo comunista.
Fu condannata all’ergastolo per l’omicidio Moro e perchè implicata nei delitti di Massimo D’Antona (1999) e Marco Biagi (2002).
TERRORISTA NUMERO 14
Grecchi Walter era un attivista comunista di Autonomia Operaia.
Grecchi è l'individuo al centro della foto |
E’ stato condannato insieme a Giuseppe Memeo per concorso morale nell’omicidio del vicebrigadiere della celere Antonio Custra avvenuto il 14 maggio 1977 durante una manifestazione di estrema sinistra.
Scelse la latitanza, stabilendosi a Parigi dove vive libero.
Ha chiesto la Grazia allo Stato italiano.
TERRORISTA NUMERO 15
Negri Toni (Ex appartenente a Autonomia Operaia e a Potere Operaio).Fu processato e condannato a 12 anni di carcere per associazione sovversiva e concorso morale in rapina.
Uscì di prigione perché eletto deputato nelle file del Partito Radicale, beneficiando così dell’immunità parlamentare, e riuscendo così a rifugiarsi in Francia.
TERRORISTA NUMERO 16
Fu condannato a 4 anni per associazione sovversiva, ma la pena fu poi prescritta.
E’ stato latitante in Francia per 15 anni, mentre ora lavora in Italia come opinionista politico per il quotidiano Il Foglio e presso il canale televisivo LA7.
TERRORISTA NUMERO 17
Per la sua
attività eversiva fu condannato a 25 anni di carcere per associazione a banda
armata.
Scappò in Francia dove rimase per 30 anni beneficiando della politica di benevolenza di Mitterand nei riguardi dei comunisti assassini e terroristi.
Al suo ritorno in Italia si dedicò alla professione medica come ricercatore, ma non dimostrò mai alcun pentimento per la sua attività criminale.
TERRORISTA NUMERO 18
E’ stato condannato a 22 anni e mezzo di carcere per partecipazione a banda armata e concorso morale nell’omicidio del generale dell’Aeronautica Licio Giorgieri.
Anche lui seguì la prassi consolidata dai comunisti italiani assassini che, scoperti, si rifugiavano in Francia.
In seguito alle elezioni presidenziali francesi, nel 2002 Persichetti fu però arrestato e consegnato alle Autorià italiane.
Dopo aver scontato circa 15 anni di carcere, a più riprese, e un periodo di semilibertà, ora appesta la società civile e democratica scrivendo farneticanti teorie comuniste, senza mai avere nemmeno chiesto scusa per il suo operato criminale.
TERRORISTA NUMERO 19
Dall'agosto 2019 percepisce allo Stato italiano 623 euro come reddito di cittadinanza, nonostante i crimini commessi.
E' figlia dell’ex magistrato Luigi Saraceni, fondatore di Magistratura democratica, poi parlamentare con Pds e Verdi.
TERRORISTA NUMERO 20
Scalzone Oreste era un ex militante di Potere Operaio.Nel 1981, dopo aver ottenuto la libertà provvisoria per motivi di salute, scappò in Corsica con l’aiuto dell’amico attore Gian Maria Volonté e da lì raggiunse la Francia che a quell’epoca offriva un rifugio sicuro ai ricercati italiani, grazie alle politiche dell’allora Presidente socialista Francoise Mitterand, secondo la cui dottrina non si dovevano estradare coloro che pur avendo commesso crimini inaccettabili lo avevano fatto per motivazioni politiche vicine alle idee di libertà parigine.
Seguendo la logica di questo assurdo assioma, finalizzato all’evidente protezione di personaggi apertamente legati all’universo marxista, la Francia accolse i terroristi italiani a piene mani, divenendo un’isola di llegalità nel bel mezzo della civile Europa.
TERRORISTA NUMERO 21
Spanò Vincenzo, alias "Martino", era un membro delle formazioni terroristiche denominate “Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria (COLP)”, che operavano militarmente a livello europeo contro i complessi industriali dell’occidente.
Fu condannato a sei anni di reclusione, ma scappò e scelse Parigi come luogo di latitanza.
Nel suo nascondiglio di Levallois, un sobborgo di Parigi, la polizia trovò nel 1984 un manuale di istruzioni riservato ai militanti su come abbattere senza pietà i poliziotti.
TERRORISTA NUMERO 22
Vegliacasa Giovanni (Torino, 22 giugno 1954), alias, “Igor” è un ex militante delle bande armate di Prima Linea).
Fu condannato all’ergastolo per il suo ruolo all’interno dell’organizzazione terroristica, ma sfuggì alla giusta condanna rifugiandosi nel paradiso dei terroristi comunisti: la Francia!
Vecchi Vincenzo, alias “Vincent Papale”, è un anarchico delinquente che prese parte come protagonista agli assalti che portarono alla devastazione di Genova in occasione del G8 nel 2001.
Questo pseudo rivoluzionario da operetta si esibì successivamente in una nuova performance criminale, in cui continuò a lanciare molotov e a tirare sassi contro le Forze dell’ordine a Milano nel 2006, in Corso Buenos Aires.
Il cosiddetto “black bloc” fu condannato a 11 anni e 6 mesi di carcere ma riparò in Francia, aggiungendosi alle folte schiere di delinquenti comunisti protetti da Parigi.
La sinistra francese, incurante dei concetti e del significato di democrazia, di civiltà, di libertà e di legalità, si schierò subito a difesa del teppista incappucciato, così come aveva già fatto in precedenza per altri comunisti criminali.
TERRORISTA NUMERO 24
Esercitò un ruolo di direzione strategica nelle nuove BR, che travalicò i confini nazionali, insieme a Simonetta Giorgieri, come risulta dai rapporti dei servizi segreti nazionali.
Fu condannata all’ergastolo per l’omicidio Moro e perché implicata nei delitti D’Antona e Biagi, ma si diede alla latitanza rifugiandosi a Parigi.
E’ qui che viene arrestata dalla gendarmeria francese nel 1989, che in tale circostanza trovò armi e denaro.
La “pasionaria” comunista si qualificò come prigioniera politica, affermando di voler proseguire la lotta armata.
Una volta liberata, Carla Vendetti si rese irreperibile e insieme a Simonetta Giorgieri mette in pratica le sue teorie, dando vita a quella colonna francese delle BR protagonista del nuovo terrorismo dopo gli omicidi di Massimo D’Antona e Marco Biagi.
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Tutti questi personaggi, degni eredi delle politiche di odio che traggono linfa vitale dal comunismo, rappresentano una vera e propria sfida alla Democrazia e agli ideali di Giustizia e Libertà che contraddistinguono la nostra società civile e il nostro incedere quotidiano.
La Francia, con il suo atteggiamento, oltraggia non solo questi valori, ma anche le vittime della brutalità comunista e i loro parenti.
Ma quello che indigna ancora di più è il fatto che personaggi di rilievo delle nostre isitituzioni, come il canuto rappresentante del Colle, e la neo-premier Giorgia Meloni, si siano non solo trincerati dietro un omertoso silenzio, ma dimostrino una cordialità e una affabilità fuori luogo nei confronti dei loro “omologhi” francesi.
E’ dunque questo il rispetto per le vittime del terrorismo comunista palesato dai vertici istituzionali del nostro Paese?
I fatti nudi e crudi, così come si sono svolti, inducono a riflessioni che lasciano poco spazio ad alibi pretestuosi che assolvano l’operato di Mattarella e del Governo in carica, ma anzi certificano senza ombra di dubbio la volontà di contenere qualsiasi oggetto del contendere entro i limiti della più squallida condiscendenza.
Non mi meraviglierei, quindi, del fatto che nel prossimo futuro gli italiani possano assistere ad una farsa tragicomica nella quale il rispetto dei diritti umani diventerà un ostacolo per eventuali accordi commerciali o politici, magari con la Cina, proprio come intendeva fare l’ex Ministro grillino Di Maio.
Allo squallore non c’è
mai fine, ma mai mi sarei aspettato che tutto ciò fosse prodotto direttamente dalle
cosiddette destre italiane, in particolare da Giorgia Mloni e Fratelli d’Italia!
Dissenso
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