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L’intolleranza
e l’odio costituiscono infatti l’essenza primaria su cui sono imperniati sia il
marxismo stesso, che il modus operandi dei suoi fautori ed adoratori, in una
simbiosi inscindibile di rara violenza.
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Chiunque
abbia l’ardire di opporsi al comunismo, anche solo a livello filosofico o
dialettico, viene infatti subito zittito con ogni mezzo.
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Il
ricorso a sistemi coercitivi che proprio dai comunisti vengono identificati
come “fascisti” appartiene
paradossalmente al retaggio culturale tipico, e la Storia lo comprova, del
comunismo.
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SEDE HOBO |
Gli
episodi di questi giorni a cui mi riferisco sono i seguenti :
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1) Al
Professor Panebianco viene impedito di esercitare la sua professione di docente
universitario, mediante l’interruzione delle sue lezioni nelle aule dell’Ateneo
bolognese da parte dei cosiddetti “antifà” di Hobo e di Cua.
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2) La corona
di alloro posta sulla targa commemorativa per i Martiri delle Foibe a Bologna
in via Beroaldo), è stata data alle fiamme, mentre il monumento è stato vandalizzato
con scritte oltraggiose.
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3) L’ANPI
(Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Imola ha osteggiato e bloccato
la presentazione di un libro scritto da Edda Negri Mussolini, la nipote di
Rachele Mussolini.
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Da
ciò appare come tipicamente comunista l’intento di chiudere la bocca a chi usa
la dialettica e la divulgazione per far conoscere i punti di vista ed anche le
verità storiche “non allineate” a quelle ufficiali.
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Come
non ricordare il fuoco di fila incrociato delle sinistre contro Giampaolo Pansa,
a causa del suo “revisionismo” storico ?
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Il comunismo NON si siede al tavolo di confronto con
le altre forze politiche, ma si maschera il volto con i passamontagna e compie
azioni vili e violente contro i suoi oppositori.
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Per i comunisti non esiste il dialogo, ma solo
l’affermazione violenta dei suoi metodi, come dimostrano l’operato di Hobo e di
tutti i gruppi cosiddetti “antagonisti” della fauna politica sinistroide..
A costoro è permesso da decenni di esercitare la
violenza perché compiono il “lavoro sporco” che altrimenti, se fatto dal PD,
comporterebbe il dover dare risposte imbarazzanti a parte dell’elettorato.
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Ecco perché si è permesso ai comunisti di occupare
per ben 26 anni, impunemente, un’aula dell’Ateneo di Bologna.
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Ecco perché i personaggi coinvolti nelle violenze
vengono sistematicamente assolti nei processi che li vedono interpretare il
ruolo di imputati.
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Evidentemente una parte della magistratura vede con
occhio magnanimo le violenze attuate da questi beniamini delle sinistre, dando
loro un lasciapassare per continuare a delinquere.
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La vigliaccheria dei comunisti si accanisce anche
contro coloro che sono già stati
vittime del loro odio in passato : i martiri delle foibe.
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Non paghi di averli massacrati a migliaia, infatti,
ora i comunisti scrivono sulle lapidi frasi come : ”poi mi lasci cadere”,
evidenziando un palese intento criminale e intriso di violenza e di
vigliaccheria.
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Cosa direbbero gli “eroi” di Hobo se a finire nelle
cavità carsiche, gettati nel baratro ancora vivi fossero stati i loro
familiari, le mamme, le sorelline, o i nonni ?
O forse questi “eroici” marxisti assetati di sangue
sarebbero più felici se potessero assaporare realmente il vero comunismo,
magari nei gulag in cui sono stati imprigionati milioni di esseri umani
indifesi, vittime della paranoia staliniana e del suo comunismo ?
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I loro atti di vigliaccheria si esprimono sempre di
notte, col favore delle tenebre, oppure con il volto coperto per celare le loro
sembianze da vigliacchi, quali in effetti sono.
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Non paghi del gesto compiuto, dopo aver vandalizzato
la targa commemorativa dei Martiri delle Foibe, gli “eroici” marxisti si sono
filmati ed hanno messo in rete il video, diffuso dal collettivo di Hobo,
proprio come un branco di famelici vigliacchi che approfittano del numero e
dell’anonimato per compiere i loro soprusi e le loro nefandezze.
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Questo è il comunismo, e sfido chiunque a dimostrare
il contrario.
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I Partigiani imolesi, che evidentemente hanno un
consistente afflato con i metodi repressivi tipici del comunismo, invece di
chiedere scusa e di prendere le distanze dalla folta schiera di criminali che
possono annoverare tra i loro iscritti, non hanno trovato nulla di meglio che
contestare la presentazione del libro : “Donna Rachele, mia nonna” scritto da Edda
Negri Mussolini.
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Forse l’ANPI imolese crede che tutti si siano
dimenticati dei partigiani assassini che nel dopo guerra hanno compiuto atti
criminali di sangue, e che per questo sono stati condannati dalla magistratura,
salvo essere poi “protetti” dal PCI che li fece riparare all’estero.
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Alcuni nomi ?
Giulio Paggio, comandante della formazione
paramilitare comunista “Volante Rossa”, PLURIOMICIDA, condannato ma poi
GRAZIATO dal Presidente Pertini.
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Mario Toffanin, criminale partigiano e comunista pluriomicida,
collaborò con i partigiani titini nel massacro delle Foibe. Fu condannato
all’ergastolo, ma aiutato dal Partito Comunista Italiano fuggì in Jugoslavia e
successivamente GRAZIATO dal Presidente Pertini.
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Francesco Moranino, assassino, comunista e
pluriomicida, fu condannato all’ergastolo, ma protetto dal partito Comunista
Italiano fu fatto espatriare per dirigere Radio Praga, in Cecoslovacchia, poi
fu eletto Senatore nelle file del PCI e GRAZIATO dal Presidente Giuseppe
Saragat.
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La lista di questi delinquenti comunisti sarebbe
molto lunga ma gli esempi di questi tre assassini bastano a dimostrare un “modus
operandi”, quello dei comunisti appunto, basato sul dispregio delle più
elementari consuetudini di giustizia e di umanità, di convivenza civile e di
democrazia.
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Attivisti dei "Centri sociali" |
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Costoro
professano un “antifscismo” di comodo, che permette loro di spadroneggiare
protetti dal Partito ufficiale, parlamentare, che li coccola come figliastri :
il PD.
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Questi comunisti si riempono la bocca con parole
come “antifascismo”, senza neppure sapere cosa è stato il fascismo per
l’Italia.
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Questi “figli della violenza marxista” non sanno
neppure che per la “pensione” che un giorno in futuro percepiranno, dovranno
ringraziare proprio quel fascismo di cui si sono sempre riempiti la bocca.
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Ma forse lo sanno, e non vogliono che altri lo
sappiano, per cui temono qualsiasi voce fuori dal coro, come quella appunto di
Edda Mussolini, che per altro nel suo libro non parla di politica, ma solo
delle memorie e delle vicende familiari della nonna Rachele.
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D’altra parte, i comunisti tentano da sempre di
nascondere la verità, o di contraffarla ; ecco perché non si parla mai di
gulag, di Corea del Nord, di Cina comunista, dei crimini commessi dai gerarchi
comunisti di mezzo mondo, delle stragi etniche da questi compiute, delle
deportazioni di intere popolazioni.
Se questo è il mondo comunista, ebbene, perché Hobo
non lo pubblicizza ?
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E’ facile nascondersi come vigliacchi nel branco, e assalire
chi, diversamente da loro, ha il coraggio di esprimere le proprie idee (come il
Professor Panebianco).
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Questi comunisti di Hobo, professionisti dell’inganno, a me
sembrano poco più che hooligans che tifano per Marx, facendolo però al di
fuori di qualsiasi partita politica, perché come gli hooligans a loro
non interessa giocare, ma solo produrre devastazioni e danni.
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Si scagliano contro chi non può difendersi, come le
vittime delle Foibe, da veri vigliacchi quali in effetti sono, interpretando il
ruolo di fasulli eroi di una pseudo rivoluzione della Domenica, che termina
nelle Feste comandate, e per le ferie di Ferragosto.
Facciamo una colletta e mandiamoli in Unione
Sovietica, magari nell’Arcipelago della Kolyma, a sperimentare le gioie del
Paradiso comunista, da loro tanto decantato…
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Credo però che la loro ignoranza sia pari alla loro
stupidità e alla loro violenza, e quindi non sappiano nemmeno di cosa sto
parlando.
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Dissenso
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Pietà l'è morta era la frase-totem dei partigiani comunisti. Ora che sta per essere applicata sempre più accuratamente l'Agenda 21 che prevede l'eliminazione del 90% dell'umanità secondo moduli che Hitler e Mengele neppure si sognavano, vedremo che gusto c'è a cadere nelle mani di fanatici che adottano il motto "pietà l'è morta". I "Cavalieri antichi" avevano un codice d'onore che prescriveva la pietà per il nemico che si arrende o, già vinto, non riesce più a combattere. I Cavalieri antichi ci tenevano a rispettare questo codice non tanto perché provassero sincera pietà per il nemico ma perché intuivano che essere vinti alla mercè dell'avversario poteva capitare anche a loro. Così quando fosse per caso giunto questo momento fatale, il nemico che aveva prevalso si rammentasse che la sorte degli umani può sempre rovesciarsi ed un codice di reciprocità è utile per tutti.
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