La Francia di Emmanuel Macron ha di nuovo palesato il suo vero
volto, manifestando la sua totale accondiscendenza verso personaggi criminali
appartenenti al mondo del terrorismo comunista.
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Il territorio francese è diventato il luogo in cui i
criminali e gli assassini comunisti italiani trovano un rifugio sicuro che
consente loro di eludere le leggi e la Giustizia.
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L’ultimo episodio che conferma queste affermazioni è la
liberazione dell’anarchico milanese Vincenzo Vecchi, condannato in Italia a 11
anni e 6 mesi di carcere per le violenze al G8 di Genova nel 2001, e ad altri 4
anni per scontri di piazza a Milano.
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Questo personaggio, appartenente ai gruppi eversivi del
sottobosco criminale comunista italiano, è un professionista della violenza,
dedito al furto, all’incendio, alla devastazione e al saccheggio, interpretando
un ruolo, quello di “black bloc”, che ripercorre gli stereotipi classici
dell’universo criminale marxista: colpire vigliaccamente e scappare,
rifugiandosi nel “paradiso” dell’impunità concessa a questi delinquenti dalla
Francia.
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Questo rifiuto umano, latitante dal momento della
condanna, si stabilì sotto il falso nome di Vincent Papale a Saint-Gravé, una
località francese che conta circa 700 abitanti, facendo vari lavori,
dall’elettricista al muratore, all’imbianchino, sfuggendo così alla giusta
condanna per i suoi crimini.
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Scoperto dagli inquirenti milanesi che hanno condotto le
indagini in collaborazione con la BNRF francese (una unità di Polizia
specializzata nella ricerca e cattura dei grandi criminali), Vecchi è stato
arrestato il 9 agosto scorso e rinchiuso nel carcere di Vezin-le-Coquet, nelle
vicinanze di Rennes.
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Il criminale comunista Vincenzo Vecchi |
Immediatamente la stampa sinistroide francese è insorta in
sua difesa, nonostante i crimini per cui Vecchi è stato condannato, ed è nato
addirittura un comitato di sostegno in suo favore, in totale ed evidente
disprezzo della Magistratura e delle Leggi italiane.
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L’intellighenzia d’oltralpe legata a fantasmi del passato
come Togliatti e Stalin, si è prodigata nel patrocinare, attraverso pseudo
intellettuali come lo scrittore di libri gialli Pierre Lemaitre, lo scrittore
Edouard Louis, e il regista Eric Vuillard una difesa ad oltranza che ha poi
condotto le autorità francesi a respingere la richiesta di estradizione
avanzata dall’Italia.
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La Francia di Macron ha quindi permesso, ancora una volta,
che un latitante dell’eversione italiana potesse sfuggire alla Giustizia,
garantendogli assoluta libertà e impunità.
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L’anarchico
e delinquente Vincenzo Vecchi, alias Vincent Papale, fu uno dei protagonisti
degli assalti che portarono alla devastazione di Genova in occasione del G8 nel
2001, e autore corresponsabile degli incendi che distrussero le proprietà
private in zona Brignole, come auto, banche, e supermercati, proseguendo poi
l’opera criminale nell’assalto al carcere di Marassi.
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Lo
pseudo rivoluzionario da operetta si esibì successivamente in una nuova
performance criminale, attraverso cui continuò
a lanciare molotov e a tirare sassi contro le Forze dell’ordine a Milano nel 2006, in Corso Bunos Aires.
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La
sinistra francese, incurante dei concetti e del significato di democrazia, di
civiltà, di libertà e di legalità, si è subito schierata a favore del teppista incappucciato,
così come aveva già fatto in precedenza per altri comunisti distintisi per
l’elevato spessore criminale, come :
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(1)
Carla Vendetti, (2) Cesare Battisti, (3) Enrico Villimburgo, (4) Enzo Calvitti,
(5) Gianfranco Pancino, (6) Giorgio Pietrostefani, (7) Giovanni Alimonti, (8)
Giovanni Vegliacasa, (9) Lanfranco Pace, (10) Luigi Bergamin, (11) Marina
Petrella, (12) Massimo Carfora, (13) Maurizio Di Marzio, (14) Narciso Manenti,
(15) Oreste Scalzone, (16) Paola Filippi, (17) Paolo Persichetti, (18) Raffaele
Ventura, (19) Roberta Cappelli, (20) Sergio Tornaghi, (21) Simonetta Giorgieri,
(22) Toni Negri, (23) Vincenzo Spanò, (24) Walter Grecchi
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Ma
vediamo ora chi sono questi personaggi criminali tutelati arbitrariamente dalla
Francia di Macron, che però ambiguamente non esita a condannare chi, come i gilet
jaunes (i gilet gialli), tenta di destabilizzare l’ordine costituito.
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(1)
Carla Vendetti
Condannata all’ergastolo per l’omicidio Moro e implicata
nei delitti D’Antona e Biagi
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Cesare Battisti |
(2)
Cesare Battisti (proletari Armati per il Comunismo)
Condannato
all’ergastolo per quattro omicidi.
Ha
beneficiato della cosiddetta dottrina Mitterand in Francia, poi si è rifugiato
in Brasile, protetto dal Presidente comunista Lula.
Nel
2019 è stato finalmente arrestato in Bolivia e trasferito in Italia, dove sconterà la pena nel carcere di
Oristano.
Ecco
un LINK ad un mio articolo su di lui :
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(3)
Enrico Villimburgo (Brigate Rosse)
Condannato all’ergastolo per il suo coinvolgimento
nell’omicidio Moro e per gli omicidi Bachelet, Minervini e Galvaligi.
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(4)
Enzo Calvitti (Brigate Rosse)
Condannato
a 21 anni per tentato omicidio
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(5)
Gianfranco Pancino (medico di fiducia di Autonomia Operaia)
Condannato
a 25 anni di carcere per associazione a banda armata
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Giorgio Pietrostefani |
(6)
Giorgio Pietrostefani (Lotta Continua)
Condannato
a 22 anni di carcere assieme ad Adriano Sofri per l’omicidio del Commissario
Luigi Calabresi.
La
pena cadrà in prescrizione nel 2027
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(7)
Giovanni Alimonti (Brigate Rosse-Partito comunista combattente)
Condannato a 22 anni di carcere nel processo Moro ter.
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(8)
Giovannni Vegliacasa (Prima Linea)
Condannato
all’ergastolo
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(9)
Lanfranco Pace (Potere Operaio)
Condannato a 4 anni per associazione sovversiva, pena
prescritta.
E’
stato latitante in Francia per 15 anni, mentre ora lavora in Italia come
opinionista politico per il quotidiano Il Foglio.
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(10)
Luigi Bergamin (Proletari Armati per il Comunismo)
Condannato
per l’omicidio del macellaio Lino Sabbadin del 16 febbraio 1979 (per cui fu
condannato anche Battisti)
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(11)
Marina Petrella (Brigate Rosse)
Marina Petrella |
Condannata
all’ergastolo per l’omicidio di un poliziotto, fu protetta dal Presidente
francese Sarkozy, la cui moglie Carla Bruni è sempre stata sospettata di aver
fornito le coperture che garantirono al terrorista Battisti di lasciare la
Francia per il Brasile.
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(12)
Massimo Carfora (Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria,
Lotta Continua, Prima Linea)
Condannato
all’ergastolo nel 1983 e incarcerato nel penitenziario di Piacenza da cui riesce a fuggire per
rifugiarsi in Francia.
Sposato,
è imprenditore nel settore dell’Editoria.
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(13) Maurizio Di Marzio (Brigate Rosse)
Condannato
a 15 anni per vari reati, tra cui l’attentato contro Enzo Retrosi (Dirigente
dell’Ufficio collocamento di Roma) e contro Giuseppe Macagna (Docente
universitario)
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(14)
Narciso Manenti (Nuclei armati per il contropotere territoriale -
Guerriglia proletaria)
Condannato all’ergastolo per aver ucciso, nel 1979,
l’appuntato Giuseppe Gurrieri, freddato davanti al di lui figlio adolescente.
(15)
Oreste Scalzone (Potere Operaio) fu arrestato nel 1979 per associazione
sovversiva, banda armata, e concorso in rapina.
Nel
1981, dopo aver ottenuto la libertà provvisoria per motivi di salute, scappò in
Corsica con l’aiuto dell’amico attore Gian Maria Volonté e da lì raggiunse la
Francia che a quell’epoca offriva un rifugio sicuro ai ricercati italiani,
grazie alle politiche dell’allora Presidente socialista Francoise Mitterand,
secondo la cui dottrina non si dovevano estradare coloro che pur avendo
commesso crimini inaccettabili lo avevano fatto per motivazioni politiche
vicine alle idee di libertà parigine.
Seguendo
la logica di questo assurdo assioma, finalizzato all’evidente protezione di
personaggi apertamente legati all’universo marxista, la Francia accolse i
terroristi italiani a piene mani, divenendo un’isola di llegalità nel bel mezzo
della civile Europa.
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(16)
Paola Filippi (Proletari Armati per il Comunismo)
Condannata
per l’omicidio del macellaio Lino Sabbadin del 16 febbraio 1979 (per cui fu
condannato anche Battisti).
Le
è stata concessa la cittadinanza francese perché non potesse essere estradata.
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(17)
Paolo Persichetti (Brigate Rosse)
Condannato
a 22 anni e mezzo di carcere per partecipazione a banda armata e concorso
morale in omicidio per il delitto del generale Giorgieri.
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Roberta Cappelli |
(18) Raffaele Ventura (Formazioni comuniste
combattenti)
La sua condanna è oramai vicina alla prescrizione.
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(19) Roberta Cappelli (Brigate Rosse, ex moglie di
Villimburgo)
Condannata all’ergastolo perché coinvolta nell’uccisione
del Generale Galvaligi e nel sequestro Cirillo.
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(20)
Sergio Tornaghi (Brigate Rosse, colonna Walter Alasia)
Condannato all’ergastolo per partecipazione a banda
armata, e per l’omicidio del maresciallo Francesco Di Cataldo
.
(21)
Simonetta Giorgieri (Brigate Rosse)
Condannata
all’ergastolo per l’omicidio Moro e implicata nei delitti D’Antona e Biagi
.
(22) Toni Negri (Autonomia Operaia, Potere Operaio)
Processato
e condannato per associazione sovversiva e concorso morale in rapina a 12 anni
di carcere.
Uscì
di prigione perché eletto deputato nelle file del Partito Radicale, beneficiando
così dell’immunità parlamentare, e potendo così rifugiarsi in Francia.
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Simonetta Giorgieri |
(23)
Vincenzo Spanò (Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria)
Nel
suo nascondiglio di Levallois, un sobborgo di Parigi, la polizia trova nel
1984 un manuale di istruzioni su come
abbattere senza pietà i poliziotti.
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(24)
Walter Grecchi (Autonomia Operaia)
Condannato
insieme a Giuseppe Memeo per concorso morale nell’omicidio del vicebrigadiere
della celere Antonio Custra avvenuto il 14 maggio 1977 durante una manifestazione
di estrema sinistra.
Vive
libero a Parigi.
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~ ~ ~
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Dopo
questo “escursus” nel paradiso francese dell’eversione comunista, ove tutto è
lecito e nel quale si può tranquillamente vivere sfuggendo alle maglie della
Giustizia, irridendo i princìpi di libertà e di democrazia che sono alla base
della convivenza civile, vorrei stigmatizzare il fatto che anche in altri
Paesi, in cui imperano regimi marxisti, viene dato rifugio ai criminali
comunisti che sono ricercati dalla Legge italiana per aver compiuto delitti e
stragi.
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Alessio Casimirri |
Vorrei
citare, ad esempio, Casimirri Alessio, alias “Camillo”, il terrorista
delle Brigate Rosse che rapì Aldo Moro e uccise i ragazzi della sua scorta.
Questo
assassino a sangue freddo, che ha ucciso con premeditazione rivelando un’indole
assolutamente criminale, è stato condannato a sei ergastoli, ma vive da uomo
libero in Nicaragua, dove nel 1998 si è sposato con una donna del luogo
acquisendo così la cittadinanza di quel Paese in cui vive dal 1982.
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All’agguato
ad Aldo Moro in Via Fani partecipò anche un altro personaggio, un comunista
criminale di nome Alvaro Lojacono, correo di Casimiro Alessio, ma anche
questo terrorista beneficia tuttora della più completa libertà in quanto avendo
la cittadinanza elvetica non può essere estradato dalla Svizzera.
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L’Argentina
ospita invece Leonardo Bertulazzi, ex appartenente alla colonna genovese
delle Brigate Rosse.
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Livio
Baistrocchi (Brigatista rosso) è
responsabile di attentati e agguati mortali contro Carabinieri, come quello in
cui persero la vita il tenente colonnello Emanuele Tuttobene e il suo autista,
l’appuntato Antonino Casu.
Condannato
all’ergastolo è ancora oggi latitante ma di lui si sono perse le tracce,
protetto evidentemente da qualcuno che privilegia la violenza e il sangue piuttosto
che la democrazia e la legalità.
Baistrocchi
non è l’unico ad essere “sparito” nel nulla poiché altri comunisti assassini godono delle stesse protezioni che
l’universo delle sinistre offre a questi delinquenti.
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E’
il caso di Lorenzo Carpi, alias “Elio”, latitante dal 1980, condannato
all’ergastolo per tre agguati e per aver svolto il ruolo di autista del
commando che uccise l’operaio dell’Italsider Guido Rossa, e ad altri 16 anni di
carcere per il ferimento di Roberto della Rocca, oggi Presidente
dell’Associazione vittime del terrorismo.
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Gregorio
Scarfò era invece un brigatista
appartenente alla colonna genovese, che creò due gruppi eversivi : le Brigate
d’assalto volante rossa e i Nuclei comunisti combattenti.
Fu
condannato a dieci anni di carcere ma è uccel di bosco dal 1976.
Alcune
segnalazioni lo collocherebbero in alcuni quartieri periferici della capitale
francese.
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~ ~ ~
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L’elenco
di questi criminali protetti e coccolati dalle sinistre è lungo e ci indica
quale sia il vero rapporto dei post comunisti con il concetto di legalità e di
giustizia, che ricorda molto da vicino lo stesso modus operandi dei partigiani
criminali e assassini guidati da Togliatti e Longo nel dopoguerra.
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La
letteratura in materia è ampia ed esaustiva ed io stesso ho scritto 5 libri su
questi argomenti, stigmatizzando i crimini e i criminali dell’universo
comunista, compreso l’operato di colui che ancora oggi è indicato dai
sinistroidi come il Migliore, e cioè Palmiro Togliatti.
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Il
suo spessore criminale è stato tale da avermi indotto a scrivere su di lui un
“saggio” dedicato esclusivamente al ruolo svolto come leader e come capo
indiscusso dell’intero apparato comunista italiano.
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Togliatti
era anche il numero 2 del Comintern, la struttura politica attraverso cui Stalin
voleva diffondere nel mondo i suoi dictat e la sua rigida ortodossia marxista.
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Per
ottemperare alle disposizioni staliniane Togliatti non esitò a condannare a
morte certa centinaia di comunisti italiani esuli in terra di Russia, colpevoli
di non essere perfettamente allineati all’ortodossia di riferimento, facendoli
deportare nei famigerati gulag.
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La
rivoluzione armata, il raggiungimento del potere a qualsiasi costo, il
disprezzo della vita umana, e l’uso della violenza come metodo di lotta, così
come auspicato e raccomandato dallo stesso Marx nei suoi scritti, rappresentano
la linea di continuità che lega fra di loro i partigiani assassini, Togliatti e
il comunismo russo, le Brigate rosse, e il terrorismo comunista italiano.
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Macron
e la politica francese, consapevoli di tutto ciò, in quanto facilmente
rilevabile nella recente Storia del Novecento, da cui si desumono i relativi
retaggi socio culturali di provenienza, e le considerazioni di pertinenza,
hanno scelto deliberatamente di manifestare una palese condiscendenza verso i
crimini e i criminali comunisti, continuando ancora oggi a tutelarli e a
coccolarli.
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L’era
Mitterand si è da tempo conclusa ma pare che la dicotomia governo francese e
protezione dei terroristi mantenga una sua linea di continuità, impoverendo la
statura morale del Presidente francese e ponendo la politica d’oltralpe ad un
livello illiberale e inaccettabile per una Europa democratica.
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Il
protezionismo francese nei confronti di criminali che si sono macchiati di
fatti di sangue dovrebbe essere esente da speculazioni ideologiche che fanno
apparire il Governo francese come un gruppo di imbonitori molto lontani
dall’idea di statisti quali invece vorrebbero essere.
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Macron
si è dichiarato non di sinistra, ma il suo modus operandi nei riguardi dei
terroristi italiani a cui dà protezione ce lo mostra molto vicino ad una
sudditanza ideologica che è sbilanciata in loro favore, e questo suscita più di
un dubbio.
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E’
certo che l’asse del potere europeo sia oggi saldamente gestito dalla nuova mostruosità
politica nata dall’alleanza contro-natura fra marxismo e capitalismo bancario,
e che attraverso di essa tutta la programmazione degli Stati membri ne sia
pesantemente condizionata.
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Finalmente
oggi si riconosce così il ruolo totalitario del sistema comunista in quanto
tale, così come è stato ed è tuttora per il nazismo, ridando ad una Europa che
fino ad oggi è stata cieca e sorda su tale questione una nuova dignità, una
concezione del comunismo finalmente reale, senza alibi e condiscendenze.
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Oggi
non ci sono quindi più scuse per Macron, che deve giocoforza accettare di
consegnare all’Italia quei criminali comunisti che devono scontare con la
galera i crimini commessi.
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Se
il mostro Europeo nell’immediato futuro riacquistasse un aspetto umano potrebbe
evitare di implodere sotto il peso di una ambiguità che lo ha finora
caratterizzato, non ultima la mancanza di condanne decisa verso ogni forma di
comunismo, cosa che sembra stia invece evolvendo, nonostante Macron …
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Dissenso
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