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L’estate del 1989 rappresenta per la Storia una data tra le più drammatiche di quel Secolo.
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Il famigerato muro
che li relegava entro i ristretti limiti di un territorio soggiogato dalla
ferocia comunista era stato abbattuto, insieme ai dittatori che lo avevano
eretto.
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La forza
inarrestabile dell’evoluzione storica e sociale, spinta verso gli aneliti di
una libertà fino ad allora negata, rivelava il prodotto di un risultato
sognato da intere generazioni, non ultima quella di Papa Carol Wojtyla.
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Le immagini di tutto
ciò, riprese dagli elicotteri della Polizia tedesco-federale e ritrasmesse
dalle televisioni di tutto il mondo, davano la concreta sensazione che qualcosa
di storico, e di ineluttabilmente drammatico, stava accadendo.
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Di lì a poco,
infatti, il mondo assisterà ad una precisa e altrettanto storica indicazione,
data dal Partito comunista ungherese, che annunciò di voler cambiare il proprio
nome in Partito Socialista.
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Achille Occhetto, il
Segretario generale del PCI, si recò immediatamente a Budapest per constatare
personalmente che l’Ungheria rifiutava di proseguire nel percorso marxista in
cui fino a quel momento era stata trascinata, e al suo rientro in Italia
dovette constatare l’esito delle elezioni comunali di Roma, estremamente
disastroso e nefasto per il suo Partito, che aveva perso il 4 % dei consensi e
dei suffragi.
Dopo appena quattro
giorni Occhetto si recò alla “bolognina”, il quartiere del capoluogo emiliano
dove aveva sede il PCI, e fece ai presenti uno storico discorso, in cui sancì
la fine del Partito Comunista Italiano.
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Il Segretario
annunciò tra le lacrime che la storia del PCI era giunta al termine e che il
Partito avrebbe cambiato nome.
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In realtà tutto ciò,
che potrebbe apparire emotivamente romantico nella sua drammaticità, è invece
semplicemente stucchevole e vergognoso, in quanto le lacrime di Occhetto
rispecchiavano solamente la sua disillusione e la frustrazione di chi aveva
avallato fino ad allora un regime ed una filosofia perdenti e destinati a
scomparire.
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la ferocia, la doppiezza, il dispregio dei
diritti umani, e la malvagia perseveranza nel falsare la realtà dei fatti.
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In una parola … il
comunismo !
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Dissenso
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