Karl
Marx ha sempre auspicato nei suoi scritti l’uso della violenza, esaltandola
come mezzo rivoluzionario e come strumento per distruggere la società borghese.
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L’ortodossia
di riferimento comunista impone ai suoi adepti, come in una setta, che chiunque
risulti non allineato alle linee guida imposte dalla dirigenza di Partito,
debba essere considerato un nemico da abbattere, ad ogni costo e con qualsiasi
mezzo, non ultimo quello della violenza, appunto.
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Siamo
in presenza della assoluta antitesi di quei princìpi su cui si fonda la Democrazia nei Paesi civili, nei quali questa si sviluppa grazie al confronto
dialettico e al rispetto delle altrui idee, alla tolleranza reciproca e al
pacifico confronto.
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In
pratica il marxismo è esattamente il contrario, poiché ribadisce costantemente
il suo assolutismo e totalitarismo, che si basa precipuamente sul rifiuto del dialogo,
contrapponendo ad esso l’uso della violenza per ottenere il
potere.
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Il
paradosso consiste anche nel fatto che tale violenza, per i marxisti, non è illegale in quanto
espressione di una opposizione alla classe dominante cui si vorrebbero
sostituire, divenendo a propria volta detentori del potere.
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Una
considerazione questa che costituirebbe di per sè un ridicolo ossimoro, se non
fosse per il fatto che tale pseudo-filosofia ha condotto i suoi fautori
all’applicazione di una violenza che ha prodotto milioni di vittime innocenti,
e che assume quindi una valenza tragica e penosa.
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Ai
nostri giorni, nella civile Europa, non passa giorno che il totalitarismo
comunista esprima una violenza (considerata”giusta”, tanto unilateralmente
quanto opportunisticamente), indirizzandola contro quei bersagli che per motivi
di opportunità vengono contraddistinti e catalogati come fascisti, palesando
quindi un alibi e una giustificazione che assolve gli interpreti degli eccessi
“rivoluzionari” grazie alla “comoda” patente di antifascismo militante.
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Se
ad esempio si mettono a ferro e fuoco interi quartieri cittadini, in un
crescendo di violenza innescato dal proposito di impedire un comizio di Matteo
Salvini, ciò diventa legittimo (secondo gli schematismi mentali e socio
politici dei centri sociali anarco comunisti) perché è il solo mezzo, quello
della violenza, per impedire di esprimersi a coloro che sono stati da loro
giudicati come fascisti.
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Una
sentenza, quella di fascismo, che è spesso applicata dai facinorosi pseudo
rivoluzionari dei centri sociali e dei gruppi cosiddetti antagonisti che
parassitano la nostra civiltà democratica,
che trova condiscendenza nella mimetizzazione istituzionale dei partiti
della sinistra, primo fra tutti il PD, sempre pronto ad una stucchevole
benevolenza nei confronti dei suoi “beniamini”.
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L’evidenza
di una totale assenza di influenze culturali nello sviluppo delle democrazie
liberali europee, e non solo, ha condotto i comunisti a strategie di
sopravvivenza poli-metamorfiche attraverso cui è stato sostituito l’aspetto
esteriore, l’involucro esterno (fregiandosi anche di appellativi quale
“democratico”), lasciando invariato il contenuto, la loro intima essenza.
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In
questo modo il PD e i partiti delle sinistre appartenenti all’arco
costituzionale e parlamentare si sono ammantati di un’aura di legalità con cui
proseguono il loro devastante percorso di nefandezze, iniziato sotto la guida
del criminale comunista Palmiro Togliatti, e ripreso oggi dal gotha
delinquenziale degli apparati politici autodenominati “democratici”.
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La
falsità ideologica che si è palesata durante tutto l’itinerario percorso dal
comunismo italiano, asservito ai dictat di Mosca e ai suoi decennali
finanziamenti, è stata prodromica ad una evoluzione che si è rivelata poi in
tutto il suo squallore, rivelando il vero scopo del comunismo : distruggere la
società occidentale e democratica, destabilizzandone l’incedere quotidiano,
distruggendo le identità nazionali e le prerogative culturali, religiose, e
razziali.
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L’intento
è quello di creare una società spersonalizzata, composta da un enorme gregge di
pecoroni assuefatti ai dictat di regime, docile e mansueta, manipolabile e
gestibile, inadatta a reagire alle strategie finanziarie dei gruppi bancari
criminali che hanno stretto un legame con il marxismo europeo, dando vita
all’Europa delle sinistre, propugnata e attuata da Prodi e compagni.
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Questa
strategia richiede l’uso della violenza come modus operandi, così come impone
il marxismo nella sua essenza.
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A
questo scopo vengono utilizzate le bande criminali comuniste dei centri
sociali, che ufficialmente svincolate dai giochi di partito, sono in effetti
vere e proprie “costole” degli stessi, in grado di svolgere il cosiddetto
“lavoro sporco”.
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Se
ad esempio si vuole impedire un “presidio informativo” di Fratelli d’Italia sul
territorio, oppure un comizio della Lega, è sufficiente “slegare” i cosiddetti
antagonisti, i quali sfogando il loro impeto (pseudo) rivoluzionario sono ben
felici di abbandonarsi ad episodi di violenza cieca e incontrollata, devastando
e distruggendo quanto possibile, in un delirio di onnipotenza tipico di un
anacronistico quanto irrazionale marxismo.
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La
violenza del cancro comunista (leggi PD) si manifesta però in ogni campo della
vita sociale, in cui questo si è ramificato, estendendo i suoi tentacoli, anzi
le sue metastasi, nel settore dei Media (operando una disinformazione costante
e capillare), nella Scuola (dedicandosi alla controcultura e alla
mistificazione), nell’arte (fagocitando personaggi quali Picasso e Guttuso,
espressioni di un bieco servilismo), nella
cultura (idealizzando personaggi ripugnanti come il pedofilo Pier Paolo
Pasolini).
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A
fare da corollario allo stillicidio di violenze espresse quotidianamente dal PD
e dal suo apparato criminale c’è inoltre la demonizzazione dell’avversario, il
quale subisce ogni sorta di oltraggio da personaggi che si vorrebbero porre
come punto di riferimento e di esempio, ma che invece rivelano la vera essenza
del retaggio pseudo culturale da cui derivano.
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Questi
ignobili personaggi sono pronti a tutto, anche a sfruttare la candida innocenza
dei bambini, rubandoli ai genitori naturali, come accaduto nel cosiddetto
scandalo di Bibbiano, allo scopo di lucrare profitti.
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La
vita delle persone (adulti e bambini) non ha alcun significato per gli orchi
post-comunisti, così come era ai tempi di Stalin e di Togliatti, di cui il PD si
manifesta degno erede.
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Non
a caso, ancora oggi, Togliatti viene chiamato dai politicanti del PD con
l’appellativo di “il Migliore”, nonostante i suoi molteplici crimini, commessi
anche contro comunisti stessi, e in particolare contro gli esuli italiani in
Russia, fatti deportare nei gulag perché non allineati all’ortodossia
staliniana.
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Non
a casa, ancora oggi, nelle vie e e nelle piazze della nostra Italia, compaiono
nomi quali quelli di criminali efferati comunisti, come Tito, Stalin, Lenin,
Togliatti, o quelli di partigiani che si sono macchiati di crimini a guerra
finita.
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Non
a caso, ancora oggi, si celebra annualmente la cosiddetta “liberazione”,
ignorando il fatto che durante la quale i partigiani comunisti assassini hanno
insanguinato la penisola, abbandonandosi a stupri, mutilazioni, torture, e
uccisioni contro vittime civili innocenti, anche a guerra finita, dando vita a
formazioni criminali quali quella della famigerata “Volante rossa” da cui
ebbero poi origine le “Brigate rosse”.
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Questa
è in sintesi la vera essenza del comunismo, che si avvale della violenza come
elemento inscindibile del proprio essere per diffondere un odio insanabile a
tutti i livelli della società civile.
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Il
comunismo nel mondo riesce a sopravvivere solamente se si mimetizza
falsificando la realtà e la verità, oppure imponendosi con la forza delle armi
e la coercizione, come in Cina e nella Corea del Nord, dove i diritti umani
sono inesistenti.
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Gli
intellettualoidi delle sinistre, che si beano di una “protezione” a livello
economico, lavorativo, e sociale, si affannano a prostrarsi come marionette al
caporione di turno, oggi Zingaretti, ieri Renzi, l’altro ieri Bersani, in una
squallida manifestazione di compiacenza dai toni prettamente servili.
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L’uniformità
del mondo intellettuale costituisce oggi uno stereotipo collaudato, creato in
decenni di infiltrazione subdola nei gangli dell’organismo culturale italiano,
appiattendolo e svilendone le prerogative, e subordinandone qualsiasi manifestazione
che non fosse preconfezionata dal gotha di riferimento.
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Ed
ecco che si sono manifestate, ad ondate successive, le varie predisposizioni di
condizionamento politico verso argomenti e tematiche imposte alla cittadinanza
come risultanze di proposizioni oggettive e scevre da manipolazioni di partito,
creando movimenti di opinione tanto omogenei quanto falsati nella sostanza.
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Un
esempio tipico è quello dell’approccio mentale verso le problematiche
dell’immigrazione.
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Le
destre sostengono una immigrazione controllata, secondo la quale chi viene in
Italia non come rifugiato che scappa dalla guerra, ma come migrante
clandestino, deve necessariamente farlo solo se è in possesso di un contratto
di lavoro, oppure per turismo.
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Chi
viene in Italia in modo illegale, sapendo di agire contravvenendo alle nostre
Leggi, deve essere rimpatriato, poiché rimanendo qua senza lavoro e senza mezzi
di sussistenza dovrebbe dedicarsi ad attività criminali per sopravvivere.
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Per
le sinistre e il PD invece, le masse di disperati che tentano di arrivare in
Europa via mare attraversando il Mediterraneo e approdando sulle coste
italiane, costituiscono un affare su cui lucrare poiché la gestione della
cosiddetta accoglienza è affidata alle coop rosse che si spartiscono i fondi
pubblici ed europei destinati a tale occorrenza.
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Tutto
ciò costituisce un vero e proprio affare milionario sulla pelle degli
immigrati, a cui si promette la cittadinanza e una vita migliore, incentivando
nuove partenze dal continente africano e i conseguenti nuovi arrivi sulle nostre coste.
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Il mare però miete ogni volta nuove vittime
esigendo dai migranti un tributo in vite umane, ed è per questo motivo che
incentivarne la partenza significa diventare responsabili delle morti per
annegamento.
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Il
PD e taluni squallidi personaggi della sinistra come ad esempio Laura Boldrini,
incuranti di tutto ciò, pontificano e sentenziano arrogantemente i loro dictat
di accoglienza indiscriminata, rendendosi complici degli scafisti e dei
trafficanti di esseri umani, come le ONG che imperversano incessantemente nel
Mar Mediterraneo.
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Anche
questa è una forma di violenza, esercitata in primis sulle popolazioni
africane, ridotte a semplice merce da cui trarre profitto, e in secondo luogo
sul popolo italiano costretto al disagio prodotto dalla presenza parassitaria
di masse di individui nullafacenti e pretenziosi sul territorio nazionale.
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Con
la stessa violenza e arroganza il PD, che trare profitti da questo mercimonio
di vite umane, diffonde odio e disprezzo nella società accusando di razzismo
coloro che vorrebbero regolamentare e porre dei limiti a questi flussi epocali
di clandestini.
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Il
PD, anche in questi casi, rispolvera il suo trito e ritrito quanto anacronistico
antifascismo, tacciando appunto di fascismo coloro che, guarda caso, non sono
allineati con l’ortodossia del partito.
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Accade
così che fascista sia Salvini, così come tutti coloro che simpatizzano o votano
per lui, oltre a coloro che pur non essendo leghisti appartengono a
schieramenti che esprimono dissenso per le politiche del PD, come ad esempio
Vittorio Sgarbi, da sempre voce fuori dal coro in chiave anticomunista.
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Quello
che però appare incredibile è che ci siano ancora molte persone, che io
definisco italioti (personaggi ibridi nati dalla fusione di italiani e di
idioti), i quali perseverano nell’appoggiare le politiche del PD, nonostante
tutto ciò sia oramai di dominio pubblico.
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Tutti
conoscono ormai le nefandezze che quotidianamente si sviluppano in ambito PD,
come ad esempio il recente scandalo di Bibbiano, ma gli italioti sembrano non
essere minimamente toccati da queste miserie umane, e continuano il loro
delirio di condiscendenza verso gli interpreti del malaffare.
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Fortunatamente,
essendo gli italioti individui ibridi, si estingueranno insieme al partito che
sostengono, e tutta la babele di arroganza e di disinformazione, di odio e di malaffare,
di disonestà non solo intellettuale, e di violenza, saranno solo un brutto ricordo.
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Solo
allora la democrazia in Italia sarà ripristinata, e allora presenteremo il
conto a chi, fino ad allora si è reso complice degli eredi di Togliatti, "il
peggiore"!
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Dissenso
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