domenica 28 settembre 2014

CRIMINALE COMUNISTA : POL POT

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Pol Pot
Saloth Sar meglio conosciuto sotto diversi pseudonimi, tra cui Pol Pot, Fratello Numero 1, Pouk, e Hai, è stato un dittatore comunista, criminale e feroce, che ideò e realizzò il massacro di almeno due milioni di persone in Cambogia, dal 1975 al 1979, coadiuvato dai suoi guerriglieri, i famigerati Khmer rossi.
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Nacque il 19 maggiol 1925 a Prek Sbauv nella Provincia di Kompong Thom (all’epoca facente parte dell’Indocina francese, ora Cambogia) da una famiglia benestante, con frequentazioni della famiglia reale.
La vicinanza alla famiglia reale era data dal fatto che una delle sue sorelle era concubina del Re.
Nel 1934 compì un tirocinio religioso in un monastero buddista a Phnom Penh, per poi frequentare una scuola anch’essa religiosa nella medesima località.
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In seguito, nel 1947 frequentò il Liceo Sisowath, con scarsi risultati, per cui si orientò verso studi tecnici,  entrando alla scuola Russey Keo, dove nel 1949 vinse una borsa di studio per studiare radio-ingegneria all’Efrei di Parigi.
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La sua ammirazione per la Rivoluzione francese lo portò in contatto con gli ideali marxisti di Jean-Paul Sartre, che divenne suo mentore ed ispiratore.
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Nel 1950 entrò in una brigata internazionale di operai che lo condusse in Jugoslavia, a costruire strade per il Maresciallo Tito.
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Nel 1951 entrò nel circolo Marxista Khmer, monopolizzatore della minore organizzazione degli Studenti Khmer e si unì al Partito Comunista Francese, che come lui appoggiava la lotta anti-colonialista dei Viet Minh nell’Indocina francese.
Tornò a casa nel 1953, periodo in cui la Cambogia era teatro, insieme a Vietnam e Laos, di una rivolta (di matrice comunista) contro l’occupazione francese dell’Indocina, e raggiunse il quartiere generale dei Viet Minh, al confine tra le province di Kompong Cham e Prey Veng, unendosi al movimento.
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Ben presto però si rese conto che al suo interno predominavano gli interessi nazionali vietnamiti, tant'è che nel 1954 i francesi lasciarono l’Indocina, mentre i Viet Minh si ritirarono nel Vietnam del Nord, comunista, portando con sé i quadri comunisti cambogiani, tramite i quali avrebbero poi potuto estendere la rivoluzione, in futuro, anche nel paese confinante, appunto.
Saloth Sar (Pol Pot) rimase in Cambogia e fu uno dei fondatori del partito Rivoluzionario del Popolo Khmer, all’epoca poco più che una sezione locale del Partito dei Lavoratori del Vietnam.
il Re Norodom Sihanouk

Il Governo del Paese era costituito dalla monarchia cambogiana, in cui la massima carica politica passò da padre a figlio, e a nipote.


Norodom Sihanouk governò dal 1941 al 1955, poi dal 1993 al 2004 ;
Il padre Norodom Suramarit regnò dal 1955 al 1960 ;
Il nipote di Sihanouk, Norodom Sihamoni è Re della Cambogia dal 2004.


Quando nel 1955 Re Norodom Sihanouk abdicò in favore del padre, inducendo nuove elezioni, formò un nuovo Partito politico e approfittando della popolarità di cui godeva, insieme al ricorso all'intimidazione, spazzò via l'opposizione comunista, conquistando tutti i seggi del Parlamento.
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Pol Pot venne perseguitato dalla polizia segreta di Sihanouk e costretto alla latitanza per ben dodici anni, che trascorse nell’addestramento di reclute per il Partito Comunista di Kampuchea.
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Alla fine degli anni ’60 la repressione di Sihanouk si scatenò per mano del suo capo della sicurezza, Lon Nol, che intraprese una brutale azione contro i rivoluzionari.
Reagendo a tutto ciò Pol Pot, appoggiato dalla Repubblica popolare cinese, iniziò una sollevazione armata contro il Governo.
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L’importanza del Partito comunista di Kampuchea, prima del 1970, era pressochè nulla, ma i fatti successivi ne aumentarono la risonanza.
Il Generale Lon Nol , con l’appoggio degli Stati Uniti, depose Sihanouk che era visto come fiancheggiatore dei Viet Cong.
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Come reazione Sihanouk si schierò dalla parte di Pol Pot.
Nel 1970 il Presidente americano, Richard Nixon, ordinò una serie di incursioni militari in Cambogia, per distruggere i santuari dei Viet Cong al confine con il Vietnam del Sud.
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Tutto ciò, insieme alla popolarità di Sihanouk, provocò una ondata di consensi popolari verso Pol Pot e presto al Governo filo americano di Lon Nol rimase solo il controllo delle città.
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Quando gli Stati Uniti lasciarono il Vietnam nel 1973 i Viet Cong lasciarono la Cambogia, mentre i Khmer Rossi continuarono a combattere.

Nel 1975 il Governo di Lon Nol collassò lasciando il paese in mano al partito comunista di Kampuchea.
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Lon Nol scappò negli Stati Uniti e Sihanouk ritornò al potere, affiancato però dai suoi colleghi comunisti, non certo interessati alla restaurazione della monarchia.
Nel 1976 Sihanouk fu infatti radiato dai Khmer Rossi, che lo misero agli arresti domiciliari, mentre il suo governo fu smantellato.
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La Cambogia divenne così una repubblica comunista, e Khieu Samphan ne diventò il primo Presidente.
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Pol Pot venne nominato Primo Ministro di Cambogia, iniziando una politica ispirata a quella di Mao, denominando tale processo, infatti, come “Super grande balzo in avanti”.
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Iniziò ad evacuare un gran numero di cittadini  verso la campagna, costringendoli a vivere in fattorie comuni.
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Due milioni di abitanti della capitale, Phnom Penh, vennero deportati e ridotti in schiavitù, e obbligati a lavorare nei campi di lavoro, in un clima di terrore.
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La proprietà venne collettivizzata, secondo i modelli sovietico, cinese, e vietnamita, già ampiamente sperimentati.
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Poi iniziarono le uccisioni, collocando la dittatura di Pol Pot al primo posto tra le più spietate e crudeli che la Storia ricordi.
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Migliaia di politici e di impiegati o funzionari statali vennero uccisi, mentre Phnom Penh diveniva una città fantasma, in cui si moriva di fame, di malattia, o perché giustiziati.
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Tutti coloro che non erano iscritti al Partito comunista e che avevano un’istruzione, o anche solo per il fatto di portare un paio di occhiali, erano indicati come intellettuali e quindi come nemici del popolo da perseguitare.
Per Pol Pot, infatti, ogni intellettuale era un nemico da distruggere, ed è per questo che migliaia e migliaia di professionisti furono massacrati.


La furia comunista si abbattè anche sui macchinari, sulle attrezzature mediche, sugli elettrodomestici, sui libri, sulle case,  e sulle scuole (fu abolita l'istruzione scolastica), che vennero distrutti, così come era successo anche nella Cina di Mao.
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Il governo dei Khmer Rossi ripeteva spesso attraverso la radio che la nuova utopia comunista necessitava solo di un milione o due di persone; per gli altri valeva il proverbio del "Tenervi non comporta alcun beneficio, eliminarvi non comporta alcuna perdita”.
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Dal 1975 al 1979 una persona su quattro venne assassinata e il paese si svuotò quasi del tutto, per un totale di quattro milioni.
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Le cifre del massacro sono però discordanti, a causa della enormità degli eventi stessi, nascosti e non registrati  :
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Il regime di Phnom Penh stimò il massacro in tre milioni di vittime.
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Padre Francois Ponchaud (Missionario cattolico e Vicario della Diocesi di Kampong, testimone della tragedia cambogiana) suggerì 2,3 milioni.
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L’Università Yale stimò in 1,7 milioni il numero delle vittime.
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Amnesty International, 1,4 milioni.
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Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, 1,2 milioni.
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Le torture effettuate dai Khmer comunisti sono fra le più inimmaginabili ed esplicano in maniera palese il modus operandi dei regimi comunisti nel mondo, basato su ferocia, odio, sopraffazione e spregio dei diritti umani.

Le tecniche adottate dagli aguzzini marxisti per obbligare le vittime a confessare crimini inesistenti spaziavano entro una vasta gamma di atrocità, quali :
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Scariche di elettroshock, dita mozzate, unghie strappate, detenuti costretti a mangiare i propri escrementi, annullamento della personalità.
Spesso la ferocia dei Khmer rossi si attuava uccidendo le persone a bastonate, badilate, colpi di zappa, di piccone e armi da taglio, per evitare lo "spreco" di pallottole, e lentamente, per soddisfare il loro evidente sadismo rivoluzionario, oppure scorticando vive le persone, o anche versando benzina nella vagina delle donne, a cui veniva poi appiccato il fuoco.
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Le persone furono obbligate ad indossare una casacca nera a maniche lunghe, abbottonata fino al collo, allo scopo di spersonalizzare l'individuo.
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La proprietà privata fu abolita, e scomparvero gli uffici postali, i negozi, e le attività sportive.
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Le manifestazioni di emotività furono proibite, per cui non si poteva piangere, o abbracciarsi, o lamentarsi.
Le famiglie vennero separate, e inviate nei campi di lavoro, dove si moriva per la fame e gli stenti, oltre che per la tortura, o per suicidio.
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Chi cercava di sottrarsi a queste angherie scappando, se scoperto, veniva ucciso sul posto.
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I portatori di handicap fisici venivano giustiziati immediatamente perché giudicati parassiti.
La fame divenne una costante della vita quotidiana dei cambogiani, e il poco cibo veniva conteso anche ai maiali (la crusca data loro per nutrirli), ma anche questo era motivo per essere soppressi.
I topi divennero un alimento ambito per sopravvivere e il cannibalismo divenne consuetudine, soprattutto negli ospedali, dove ci si cibava dei cadaveri delle vittime passate a miglior vita.
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Tristemente famoso divenne S21, il complesso carcerario di cui abbiamo già scritto in un precedente post, al LINK seguente :
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Il Direttore del carcere di Tuol Sleng, meglio noto, appunto, come S21, era il cosiddetto “compagno” Duch, che è stato condannato all’ergastolo per il massacro di 15 mila cambogiani all’interno della struttura.
Cambogia - Museo del genocidio - Le vittime dei khmer rossi

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Per meglio delineare la personalità del criminale del criminale comunista Pol Pot va detto che fin da quando entrò in clandestinità non fece assolutamente nulla per mantenere i contatti con i suoi familiari, che difatti furono deportati, seguendo la sorte di migliaia di altri sventurati.
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Suo fratello Saloth Nhep dichiarò in un'intervista alla BBC di essere venuto a conoscenza della vera identità di Pol Pot solo dopo aver casualmente visto un suo ritratto ufficiale in una cucina collettiva.
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Pol Pot fu deposto dai Vietnamiti nel 1979 quando invasero la Cambogia.
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Lasciò definitivamente il comando dei khmer rossi nel 1985 e fece perdere le sue tracce in clandestinità.
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Nel 1997 fu usato come merce di scambio con il nuovo regime dai guerriglieri khmer stessi.
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Khieu Samphan
Fu ricercato dal Tribunale internazionale per crimini contro l’umanità nel 1998, ma fonti cambogiane diedero notizia della sua morte, avvenuta ai confini con la Thailandia, dove sembra che Pol Pot fosse tenuto prigioniero dai suoi ex seguaci.

Oggi gli ultimi due superstiti del regime di Pol Pot, Khieu Samphan (83 anni) e Nuon Chea (87 anni), sono comparsi in tribunale a Phnom Penh per i loro crimini commessi contro l’umanità.
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Per chi avesse ancora qualche attrazione per i “paradisi comunisti” suggerisco di fare un esame di coscienza, e di esaminare oggettivamente gli aspetti che li contraddistinguono.
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La morte e il dolore costituiscono infatti una caratteristica costante di questi “paradisi” e solo una mente malata e in malafede può essere attratta dalle prerogative della “falce e martello” e dalle filosofie di Marx.
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Dissenso
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1 commento:

  1. Non meravigliarti troppo, se questa gente va ancora al potere è perchè ha l'appoggio di interi popoli.

    Secondo te in Italia quanti sostenitori ci sono di Castro e del che Guevara che come Maometto sacrificherebbero interi popoli per realizzare i loro intenti?

    Sono molti e sono tutti quanti quelli che hanno rinunciato al Dio della pace, che invece di prendere la vita altrui sacrificò la propria per amore degli uomini.

    Se fai un calcolo dei cristiani presenti in Italia con una semplice sottrazione troverai il numero in questione.

    Guarda anche il numero degli europei che sono partiti per aiutare i tagliateste dell'isis e poi confrontali con il numero di quelli che sono partiti per aiutare le fazioni che li conbattevano.
    Con una semplice proporzione comprenderai molte cose.

    saluti Emanuele

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