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Ebrea, nacque ad
Hannover (Germania) il 14 ottobre 1906
e morì a New York il 4 dicembre 1975 in seguito ad un attacco cardiaco.
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Dopo l’avvento del
nazionalsocialismo e il successivo inizio delle persecuzioni contro le comunità
ebraiche, Hannah fu costretta nel 1933 ad abbandonare la Germania, finendo per
stabilirsi in Francia, a Parigi.
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Fu internata nel campo
di “Gurs” come “straniera sospetta” e poi rilasciata da Governo Vichy.
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Hannah e il marito Heinrich Blucher |
Fu quindi costretta a
lasciare anche il territorio francese nel 1941
e si trasferì a New York dove ottenne la cittadinanza statunitense nel
1951, insieme al secondo marito, Heinrich Blucher.
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Questa
formidabile scrittrice, che affonda le radici delle sue analisi
nell’approfondimento storico-filosofico degli elementi che costituiscono
l’essenza delle strutture sociali, ci offre uno spaccato delle differenze che
intercorrono tra i sistemi socio-politici e le forme di potere assoluto, come
il dispotismo, la tirannide, la dittatura, e il totalitarismo, ma anche e
soprattutto uno studio approfondito delle origini e del perché siano nati i
sistemi totalitari.
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Le
oltre 600 pagine del suo trattato, “Le origini del totalitarismo”, spaziano
dall’identificazione dei suoi interpreti fino alla definizione delle vittime,
divenute un elemento massificato nel sistema totalitario, ed evidenziando lo
strumento poliziesco e le finalità politiche, dirette ad un dominio universale
dei popoli.
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La connotazione delle caratteristiche intrinseche
del fenomeno indica, secondo Hannah Arendt, la volontà di attuare particolari
visioni della legge della storia o della natura, senza tenere conto delle
oggettive prerogative di giustizia o ingiustizia, ma secondo canoni disgiunti
dalla legalità dei comportamenti individuali.
L’autrice
afferma infatti che i sistemi totalitari in cui vengono commessi crimini mostruosi
si avvalgono della convinzione di poter fare a meno di un “consensus iuris”,
sentendosi liberamente svincolati dagli obblighi di sottostare all’azione
dell’uomo e dalla sua volontà, pretendendo di fare dell’umanità stessa
l’incarnazione del dirittto.
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Nell’interpretazione
del totalitarismo, tutte le leggi sono vincolate ad una progressione in
movimento dei processi naturali e storici.
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I
due più sanguinari sistemi totalitari, quello nazista e quello comunista
rientrano in questa dinamica.
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Per il nazismo, infatti, le leggi razziali
costituiscono l’espressione di un concetto naturale espresso da Darwin secondo
cui l’evoluzione della razza umana non si arresta alla presente specie .
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Secondo
Marx, invece, la società è il prodotto di un gigantesco movimento storico, in
cui è inserita la lotta di classe, che corre rapidamente verso la sua fine.
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Arendt
puntualizza che poiché la concezione darwiniana segue un percorso rettilineo,
la vita naturale viene considerata storica, per cui i due movimenti (storico e
naturale) sono la stessa cosa.
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In
effetti, prosegue l’autrice, la politica totalitaria ha messo a nudo la vera
essenza di tali movimenti mostrando chiaramente che il processo non poteva
avere una fine, poiché se è conforme alla legge naturale eliminare tutto ciò
che è nocivo e inadatto a vivere, sarebbe la fine della natura stessa, se non
si trovassero nuove categorie del genere.
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Per
contro se è conforme alla legge storica che nella lotta certe classi si
“estinguano”, sarebbe la fine della storia umana, se non si formassero nuove
classi “rudimentali”, destinate a loro volta ad “estinguersi” sotto i dittatori
totalitari.
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Nel regime totalitario il posto del diritto
positivo viene preso dal terrore totale, inteso a tradurre in realtà la legge
di movimento della storia o della natura.
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Pur
essendo usato anche come strumento per la soppressione delle opposizioni, il
terrore termina tale ruolo a prescindere appunto dall’uso che ne viene fatto e
dall’assenza di ostacoli, divenendo totale e supremo, simbiotico e
rappresentativo : l’essenza stessa del totalitarismo.
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Il
Terrore permette la realizzazione della legge del movimento.
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E’
il movimento stesso che individua i nemici dell’umanità contro cui scatenare il
Terrore.
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Colpevolezza
e innocenza diventano concetti senza senso, poiché le “razze inferiori”, gli
“individui inadatti a vivere”, le “classi in via di estinzione”, i “nemici del
popolo” rappresentano già di per sé un ostacolo al processo naturale o storico,
come intrinsecamente in conformità con la legge del movimento.
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Il
terrore come esecuzione di una legge del movimento, il cui fine ultimo non è il
benessere degli uomini o l’interesse di un singolo, bensì la creazione
dell’umanità, elimina gli individui per la specie, sacrifica le “parti” per il
“tutto”.
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Il
terrore totale è facilmente scambiabile per un governo tirannico, poiché nella
sua fase iniziale deve comportarsi come una tirannide e radere al suolo i
limiti posti dalle leggi umane.
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Mentre
però nella tirannide esistono spazi, seppur limitati, che consentono di anelare
alla libertà, il terrore del regime totalitario distrugge il presupposto stesso
ad ogni libertà, eliminando la possibilità di movimento e di spazio e sradicando
ogni possibile ipotesi di riscossa.
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Il
Terrore del totalitarismo distrugge la pluralità umana, fondendola in un unico essere, massificato
in un unico organismo, soggiacente al processo naturale o storico.
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Il
fenomeno totalitarista è considerato dal mondo filosofico non come un
avvenimento storico imprevisto e imprevedibile, ma come una evoluzione
intrinseca allo sviluppo della società moderna, come potenzialità effettiva
derivata dalle devianze delle strutture economiche politiche contemporanee.
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Nato
dalla crisi della democrazia nella Germania weimeriana così come dalle
contraddizioni della rivoluzione comunista in Unione Sovietica, il
totalitarismo è stato sconfitto in entrambe le manifestazioni, ma potrebbe
rinascere nuovamente in nome di altre e diverse ideologie perverse, per
trasformare la società e l’umanità.
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Il
principio dell’azione che muove il Terrore, nel totalitarismo, è invece un
elemento relativamente nuovo, cui hanno attinto a piene mani sia Stalin che
Hitler : l’ideologia.
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Hannah Arendt definisce
le ideologie come :
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“Ismi che per la soddisfazione dei loro aderenti
possono spiegare ogni cosa e ogni avvenimento facendoli derivare da una singola
premessa”.
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Il totalitarismo può consolidarsi laddove le
ideologie più elementari diventano efficaci nel loro appello alle masse,
attraverso la lotta di classe nella sua versione più superficiale, e la
supremazia razziale.
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L’ideologia prescinde dall’individuo e
dall’incedere degli eventi quotidiani, e si arroga il diritto di attribuire ad
ogni fatto un significato recondito e insito nella universalità della propria
dottrina, dando spiegazione alle versioni della storia passata, alle trame del
presente, e attribuendo al futuro la consapevolezza di liberare li movimento
della storia e della natura dalle manipolazioni dell’uomo.
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La presenza onnipotente della Polizia, come
elemento quotidiano e simbiotico di interconnessione con totalitarismo e
terrore, si può evincere anche nel microcosmo di Berlino Est, prima della
caduta del “Muro”, così come evidenziato nel film “Le vite degli altri”
di F. Henckel von Donnersmarck del 2006.
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Questo concetto è evidente nel libro di Orwell,
“1984”, in cui la “psicopolizia” (polizia del pensiero) esercitava lo strumento
di coercizione più invasivo per l’umanità : il controllo del pensiero in ogni
ora del giorno e della notte.
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Un nuovo totalitarismo oggi si è affacciato
prepotentemente sulla scena mondiale, per insidiare e fagocitare chiunque si
trovi sul suo cammino : l’integralismo islamico, per mezzo dei feroci adepti
dell’ISIS, che usano la decapitazione come mezzo terroristico,
indiscriminatamente e su qualunque essere umano dissenziente dai loro dictat.
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La collettività mondiale è sottoposta ad un elevato
rischio da non sottovalutare, poiché sono a rischio i concetti morali
dell’intera società, non solo occidentale, la coscienza, l’onestà, il rispetto
per sé stessi, e la dignità umana.
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Il libro di Hannah Arendt è senza dubbio prodromico
alla possibilità di poter identificare un eventuale male assoluto, come ad
esempio i tentativi di un odierno islam impazzito e devastante, grazie alle
attente analisi dell’autrice, che ci permettono un discernimento più agevole
grazie proprio al suo lavoro.
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Dissenso
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hola Emanuele,
RispondiEliminaEncantada de conocerte.
intento seguirte, pero Google.com no me permite en este momento... Ya ha ocurrido en otras ocasiones. Ya volveré y espero que este problema con Google.com se soluciones pronto.
Un saludo y abrazo fuerte desde Berlin^^
A rigore, stando alla definizione che sostiene che “ al male assoluto appartengono gli Ismi che per la soddisfazione dei loro aderenti possono spiegare ogni cosa e ogni avvenimento facendoli derivare da una singola premessa”, si deve ammettere che ogni religione potrebbe essere definita di genere totalitaristico, e in special modo quelle ideologie che si basano su distinzioni cromosomiche fra le persone umane.
RispondiEliminaChi si salverebbe dalla condanna? Apparteniamo tutti forse alla categoria del "male assoluto"?
Semplificando tuttavia, alcuni pensano che male assoluto siano quelli che hanno una ideologia differente dalla propria.
E qui c'è parecchio da scegliere, anche chi meno se l'aspetta.