domenica 29 novembre 2015

IOSIF STALIN

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“ Baffone” è uno dei nomignoli con cui “affettuosamente” i comunisti si rivolgono al loro idolo di riferimento, il defunto ma indiscusso capo del comunismo sovietico Iosif Vissarionovič Džugašvili, meglio conosciuto come Iosif Stalin.
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Gli studi compiuti su questo personaggio, su cui sembra calare incessantemente un’aura di condiscendenza e di bonomia, e sulla cui essenza gli intellettualoidi di mezza Europa hanno taciuto o mentito, ci permettono di rivelare oggi, forti della conoscenza dataci dall’esame dei documenti storici, precedentemente preclusi, ciò che realmente è stato Stalin per l’umanità.
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Si può considerare, a ragione, come il più efferato criminale comunista che la Storia ci possa presentare, come responsabile della morte e della tortura di milioni di persone, uguagliato in ferocia da pochi altri esseri umani, come ad esempio il dittatore comunista cinese Mao Tse Tung o quello cambogiano Pol Pot.
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L’”intellighenzia” sinistroide europea ha dissimulato per interi decenni la reale portata dell’immensa ferocia con cui il comunismo, per mano di Stalin, e non solo, ha causato dall’avvento del bolscevismo russo, instaurato dopo la rivoluzione di ottobre nel 1917, fino ad oggi, ben cento milioni di morti.
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Nonostante ciò Stalin è ancora oggi idolatrato da schiere di fanatici comunisti che vogliono coscientemente ignorare i massacri e i bagni di sangue compiuti da questo sadico assassino in nome dell’ideologia cui si riferiva : il comunismo.
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All’inizio della sua escalation dittatoriale Stalin fu subito responsabile della morte di milioni di persone in Ucraina, inducendo consapevolmente una carestia di proporzioni bibliche, che privò la polazione intera del sostentamento alimentare.
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Criminalizzò il ceto contadino, dichiarando nemico del popolo chiunque fosse proprietario anche di una sola mucca, requisendone le proprietà e collettivizzandole mediante l’inserimento di gruppi di persone fatti arrivare dalle città.
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I contadini che si opposero a tutto ciò vennero fucilati o deportati nei gulag staliniani.
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Tutti i raccolti vennero confiscati dallo Stato, che arraffò anche quella parte di sementi necessarie alla risemina per il futuro raccolto dell’anno successivo.
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Questa condotta criminale fu la causa di quello che ancora oggi viene ricordato come “Holodomor” dalla popolazione dell'Ucraina, e come uno dei maggiori crimini contro l’umanità che sia mai stato perpetrato.
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Furono infatti ben sette i milioni di vittime che perirono a causa della fame prodotta dalla carestia indotta consapevolmente e criminalmente da Stalin.
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La collettivizzazione delle campagne causò una inversione di tendenza nel ceto contadino, per cui gli agricoltori persero interesse nella produzione cercando di fuggire e facendo diminuire drasticamente la produttività dei territori,  anche successivamente alla carestia degli anni 1929-1933.
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Infatti nel 1946 ci fu una nuova carestia che colpì gran parte dell’intero territorio sovietico, che provocò la morte di altri 2 milioni di persone.
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In risposta a tutto ciò il comunismo russo rispose con la deportazione di altre decine di migliaia di contadini, trasferendoli nei gulag siberiani insieme alle loro famiglie.
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Molti di loro trovarono quindi la morte, come chi li aveva preceduti.
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La mente criminale e marxista di Stalin manifestò il suo delirio in ogni settore della società, a iniziare dalle fasce operaie che divennero bersaglio di nuove costrizioni, come l’obbligo di raggiungere una “quota” di produzione, l’obbligo di residenza coatta, il divieto di ritardare l’arrivo sul posto di lavoro, o di assenza, la proibizione di associarsi in gruppi sindacali, pena l’arresto e la deportazione.
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Il non raggiungimento delle quote di produzione veniva spesso interpretato come sabotaggio, con conseguente fucilazione degli operai ritenuti responsabili o la loro deportazione nei famigerati gulag siberiani.
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Iosif Stalin instaurò una feroce dittatura adottando il “Terrore” come metodo per mantenere il controllo sulla popolazione, e deportando milioni di persone, in un delirio paranoico di potere.
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Intere categorie di persone, divise per classe sociale, religione, etnia, furono deportate a milioni, trovando la morte nei gulag staliniani.
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Stalin ideò infatti una serie di strutture detentive, dislocate anche nei territori artici della Siberia, in cui si moriva non solo per le torture subite dagli aguzzini dell’NKVD (la famigerata Polizia segreta), ma anche per la temperatura proibitivamente bassa (si arrivava fino a meno 50 o 60 gradi sotto lo zero), per la denutrizione, e per la fatica dei massacranti turni di lavoro.
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Nel suo disegno criminale Stalin fu assistito da personaggi poco noti in Occidente, a causa del silenzio della classe intellettuale sinistroide che ha manipolato l’informazione per decenni.
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Oggi, con l’apertura degli archivi, il crollo dell’Ursss,  la caduta del Muro di Berlino, e l’avvento di Internet, possiamo identificare e riconoscere gli autori di decenni di carneficine.
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I maggiori macellai comunisti che in prima persona hanno compiuto e ordinato di compiere le fucilazioni, le deportazioni e le torture di milioni di vittime innocenti, in Unione Sovietica, sono :
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Abakumov Viktor Semenovic
Berija Lavrentij Pavlovic
Dzerzinski Edmundovic Feliks
Ezov Nikolaj Ivanovic (diede nome al’era di Ezov, detta “Ezovscina”)
Jagoda Genrich
Suslov Mikhail Andreyevick
Vysinskij Andrej Januarevic
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A loro volta costoro si sono affidati alla spietatezza dei loro sottoposti e al sadismo degli affiliati agli organi delle spietate Polizie segrete, come :
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CEKA, GPU, NKGB, NKVD, MGB, KGB, fino all’attuale FSB in cui il Colonnello  Vladimir Putin è stato Direttore dal luglio del 1998 all’agosto del 1999, prima di diventare Primo Ministro della Federazione russa.
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I lager sovietici erano sparsi a centinaia dall’Ovest all’Est dell’intera Russia, dalla Bielorussia e dall’Ucraina fino alle isole Solovki e alla Kolyma per un totale di 384 insediamenti.
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Uno dei lager più terribili per le disumane condizioni di vita era dislocato nel territorio della Kolyma, cosiddetto per la presenza del fiume omonimo, nella Russia siberiana nord orientale.
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In questi territori la temperatura arrivava spesso a 55 gradi sotto lo zero.
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La lunga mano del comunismo russo, estese i suoi artigli anche alle nazioni confinanti, di cui Stalin voleva appropriarsi.
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Nel giugno del 1941, successivamente al Patto Ribbentrop-Molotov (1939), dopo aver deportato dai territori dell’Ucraina e della Bielorussia ben 380.000 persone, Stalin si trovò di fronte all’imminenza dell’invasione nazista di quegli stessi territori.
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L’attacco tedesco interruppe le ondate di deportazione dei sovietici,  che avvenivano mediante l’uso della rete ferroviaria, poiché i treni erano necessari ai Russi per poter trasferire interi complessi industriali prima dell’arrivo delle truppe di Hitler.
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Conscio di tale problema, in una lettera del  5 marzo 1940 , Berija chiese a Stalin di poter procedere  alla fucilazione di 25.700 ufficiali polacchi che si trovavano  nei campi per prigionieri  di guerra sovietici e nelle prigioni  dei territori dell’Ucraina e Bielorussia occidentali “poichè avrebbero costituito una minaccia permanente  per il potere sovietico”.
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Il permesso venne immediatamente accordato e, nei giorni successivi, nelle diverse località dove si trovavano i prigionieri avvennero segretamente  le esecuzioni di massa.
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Fossa comune a Katyn
Le fosse comuni in cui vennero ammassati i corpi per farli sparire non furono mai ritrovate, ad eccezione di quella di Katyn, in cui vennero scoperti i resti di 4.400 ufficiali fucilati.
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I Russi negarono fino al 1992 la responsabilità di tale crimine, incolpando i tedeschi di esserne gli autori, e solo con il crollo dell’URSS vennero alla luce i documenti che fecero inequivocabilmente  luce sul misfatto approvato da Stalin.
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Non pago del bagno di sangue Stalin diede precise indicazioni per deportare 25.586 persone (12.682 lituani, 9236 lettoni, e 3.668 estoni) fornendo a Berija e a Merkulov il permesso di arrestare le famiglie rientranti nella categoria di nazionalità baltica.
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Il Partito comunista sovietico, guidato da Stalin, ideò anche un programma di sfruttamento dei deportati, allo scopo di utilizzare il lavoro forzato come risorsa per la realizzazione di opere come, ad esempio, il canale Mar Bianco – Mar baltico (1931-1933).
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In realtà, nonostante l’opera sia stata presentata come un successo del programma di lavoro dei Gulag, a causa della scarsa profondità (4 metri) fu invece di scarsa utilità economica, a causa proprio delle limitazioni che proibiscono il passaggio a grandi imbarcazioni.
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Le condizioni di lavoro erano brutali e proibitive, e le razioni alimentari talmente insufficienti che i deportati (150.000) si riducevano a scheletri ambulanti ricoperti di pelle, e finivano per morire nell’indifferenza dei loro aguzzini.
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Oggi l’Occidente sa praticamente tutto sulle deportazioni che il nazismo di Hitler ha operato, a partire dal genocidio di 6 milioni di ebrei, ma nulla o quasi si sa delle deportazioni eseguite dall’altro male assoluto dell’età moderna : il comunismo, per mano di Stalin.
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La mancanza di informazione e il silenzio, così come la sistematica omissione dei fatti avvenuti e la disinformazione, sono stati lo strumento abituale con cui la sinistra europea ha tentato di nascondere i misfatti dietro cui i comunisti si sono nascosti, all’insegna della bandiera rossa con la falce e il martello.
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Fatti di sangue, di orrore, di sadismo, crimini contro l’umanità, genocidi, stupri, annientamento degli individui sia fisico che delle loro coscienze, e terrore, sono gli strumenti di cui si è avvalso a piene mani il comunismo, in tutte le manifestazioni in cui esso è apparso ed è stato presente, a partire da quello sovietico.
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Donne e bambini deportati
Interi popoli sono scomparsi dalla faccia della terra, per la sola colpa di appartenere ad una etnia invisa a “baffone”, così come viene ancora oggi benevolmente definito dai suoi seguaci il maggiore criminale comunista di tutti i tempi : Josif Stalin.
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Elenco di seguito alcune delle popolazioni deportate in masssa, prelevate dai loro territori di nascita per essere trasferiti su carri bestiame in territori desertici della Siberia, a 50 gradi sotto lo zero, senza che fosse stata prima preparata alcuna struttura che li accogliesse.
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A migliaia venivano fatti scendere a destinazione direttamente sulla nuda terra gelata di quei territori siberiani, malvestiti poiché erano stati prelevati in fretta dalle loro case, senza dare loro il tempo di preparare nemmeno le valigie.
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Il freddo gelo di quei territori li accoglieva in un abbraccio mortale, falcidiando famiglie intere disperate e distrutte dal terrore.
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Nell’ottobre del 1943 furono trasferite 69.267 persone di etnia KARACAI dai territori del Caucaso e dislocate nei lager del Kirghstan e in Kazachstan.
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Nel mese di dicembre toccò a  91.919 CALMUCCHI deportati  in Siberia.
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Poi nel febbraio del 1944 fu la volta di 387.229 CECENI e INGUSCI, che furono deportati contro la loro volontà, per volere di Stalin e del suo feroce esecutore Lavrentij Pavlovič Berija, il famigerato capo della Polizia segreta sovietica.
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La lucida follia omicida dei criminali comunisti si accanì poi nel marzo del 1944 contro 37.107  BALKARI e subito dopo, nel mese di maggio contro 191.000 TATARI di CRIMEA.
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Nel giugno dello stesso anno fu poi la volta della popolazione non autoctona della Crimea, in cui avevano trovato insediamento fasce di etnia tedesca, armena e greca, tra cui furono prelevati con la forza ben 41.854 persone, la cui sorte seguì la stessa procedura di migliaia di altri sventurati.
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Per completare questo quadro genocida drammatico e sconvolgente dobbiamo registare l’accanimento successivo, nel novembre 1944, contro 92.000 persone, tra CURDI, TURCHI, e CHEMSILY.
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Nelle scuole occidentali, oggi, si leggono (giustamente) brani del “Diario di Anna Frank” e si aprono dibattiti sui campi di concentramento nazisti in cui è avvenuta la “shoà”, ma non viene mai detta alcuna parola su argomenti che appaiono sconosciuti ai nostri studenti, come ad esempio : Kolyma, gulag, Berja, Ezov.
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I cento milioni di morti prodotti dal comunismo nel secolo scorso sono stati abilmente celati perché esso potesse essere presentato sotto un velo di accondiscendenza e di bonomia.
Territori della Kolyma
Questo vergognoso “modus operandi” ha fatto sì che intere generazioni di giovani seguaci del comunismo stesso, abbiano inneggiato a criminali come Stalin, Mao Tse Tung e Pol Pot, nonostante la loro provata responsabilità nei crimini.
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Oggi infatti, dopo l’apertura degli archivi, è finalmente possibile PROVARE, per mezzo di monumentali documentazioni di archivio di fonte comunista, le precise attività criminali e i genocidi compiuti in nome del comunismo.
E’ possibile anche provare la diretta responsabilità del Partito Comunista Italiano che per voce del suo leader, Palmiro Togliatti, si è reso correo di crimini sia contro l’umanità che contro i suoi stessi compagni di fede, in un delirio di compiacenza verso il feroce assassino Josif Stalin.
Il dittatore russo ha ripagato questa servitù politica inondando per decenni i partiti comunisti occidentali con fiumi di denaro, come risulta dallo studio di documenti riservati, e coinvolgendoli così in una spirale di sudditanza simbiotica.
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Delinquenti e criminali comunisti sono stati anche eletti in Parlamento nelle file del PCI, pur se condannati per gravi fatti di sangue, grazie alle generose amnistie dei vari Presidenti della Repubblica, come nel caso degli assassini della Volante Rossa, che nel dopoguerra uccideva impunemente gli oppositori politici.

La violenza è stata infatti, come si è visto, il denominatore comune in tutte le formazioni comuniste esistenti,  e anche oggi le frange extraparlamentari della sinistra, come i Noglobal. o i gruppi dei Centri Sociali, così come gli Autonomi, usano la spranga e la guerriglia come metodi per affermare i loro dictat.
Chiunque non la pensi come loro è un nemico da abbattere, escludendo dalla lotta l’uso della dialettica e del confronto democratico.
Mi viene da dire : “Il lupo perde il pelo, ma non il vizio !
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Dissenso
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4 commenti:

  1. Stalin è stato uno dei fautori della Rivoluzione di Ottobre in Russia, insieme a Lenin e a Trostzkj, e dando poi corpo alla nascita del bolscevismo si è contornato di centinaia di collaboratori per costituire l'ossatura del comunismo sovietico.
    Non ho mai detto che Stalin sia l'unico responsabile delle atrocità del comunismo, tant'è che sul sito è presente una sezione chiamata "criminali comunisti" in cui ne appaiono molti altri (anche se è ancora incompleta) ma sicuramente, come tutti identificano il nazismo con Hitler, così si identifica il comunismo con Stalin...

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  2. Forse sono solo gli Artisti che riescono a rammaricarsi quando i Media presentano le consuete scene dell'abbattimento di splendidi monumenti quando crolla un regime politico di umani. Vedere quelle statue che precipitano al suolo in frantumi, trainate da cordami tirati convulsamente dai soliti imbecilli, è uno spettacolo penoso. Ma anche i "simboli" possono essere pericolosi perché il dinamismo dei poteri umani contrapposti concretizza una lotta micidiale fra etnie e fra ideologie, una lotta che ha per posta la sopravvivenza di innumeri schiere di individiui, una lotta spietata, una contesa crudele in cui "pietà l'è morta". XCosì non rimane pietà neppure per dei simulacri apparentemente inerti di bronzo ma che propongono visivamente in forma sintetica contrapposizioni di vita e di morte. Rammentiamo, noi Occidentale, che accadde dei simulacri stupendi dedicati agli "Dei Immortali" dai pagani quando ascese al potere l'ideologia religiosa del Cristianesimo.

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  3. Io sono convinto che l'instaurazione del NWO, a cui il comunismo ha spianato la strana applicando e sperimentando raffinate tecniche di repressione e di soppressione e di saccheggio, porterà l'umanità verso un'era di stermini e di schiavitù insuperata.

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  4. La massima "Chi non è con me è contro di me" è piuttosto antica e fra l'altro consacrata pure nei Vangeli. Per fortuna (o per disgrazia) non ha Copyright e infatti molti nella Storia l'hanno adottata come motto preferito, in particolare coloro che si ritengono "eletti" per il dominio mondiale. Si potrebbero citare degli esempi, ma "il silenzio è sempre d'oro" secondo l'antico detto "aureo". Ah, che Mondo!

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