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“ Baffone” è uno dei nomignoli con cui “affettuosamente” i comunisti si rivolgono al loro idolo di riferimento, il defunto ma indiscusso capo del comunismo sovietico Iosif Vissarionovič Džugašvili, meglio conosciuto come Iosif Stalin.
“ Baffone” è uno dei nomignoli con cui “affettuosamente” i comunisti si rivolgono al loro idolo di riferimento, il defunto ma indiscusso capo del comunismo sovietico Iosif Vissarionovič Džugašvili, meglio conosciuto come Iosif Stalin.
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Si può considerare, a ragione, come il
più efferato criminale comunista che la Storia ci possa presentare, come
responsabile della morte e della tortura di milioni di persone, uguagliato in
ferocia da pochi altri esseri umani, come ad esempio il dittatore comunista
cinese Mao Tse Tung o quello cambogiano Pol Pot.
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L’”intellighenzia” sinistroide europea
ha dissimulato per interi decenni la reale portata dell’immensa ferocia con cui
il comunismo, per mano di Stalin, e non solo, ha causato dall’avvento del
bolscevismo russo, instaurato dopo la rivoluzione di ottobre nel 1917, fino ad
oggi, ben cento milioni di morti.
Nonostante ciò Stalin è ancora oggi
idolatrato da schiere di fanatici comunisti che vogliono coscientemente
ignorare i massacri e i bagni di sangue compiuti da questo sadico assassino in
nome dell’ideologia cui si riferiva : il comunismo.
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All’inizio della sua escalation dittatoriale Stalin fu subito
responsabile della morte di milioni di persone in Ucraina, inducendo
consapevolmente una carestia di proporzioni bibliche, che privò la polazione
intera del sostentamento alimentare.
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Criminalizzò il ceto contadino, dichiarando nemico del
popolo chiunque fosse proprietario anche di una sola mucca, requisendone le
proprietà e collettivizzandole mediante l’inserimento di gruppi di persone
fatti arrivare dalle città.
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I contadini che si opposero a tutto ciò vennero fucilati o
deportati nei gulag staliniani.
Tutti i raccolti vennero confiscati dallo Stato, che
arraffò anche quella parte di sementi necessarie alla risemina per il futuro
raccolto dell’anno successivo.
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Questa condotta criminale fu la causa di quello che ancora oggi viene
ricordato come “Holodomor” dalla popolazione dell'Ucraina, e come uno dei maggiori
crimini contro l’umanità che sia mai stato perpetrato.
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Furono infatti ben sette i milioni di vittime che perirono a causa della fame prodotta dalla carestia indotta consapevolmente e criminalmente da Stalin.
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La collettivizzazione delle campagne causò una inversione di tendenza nel ceto contadino, per cui gli agricoltori persero interesse nella produzione cercando di fuggire e facendo diminuire drasticamente la produttività dei territori, anche successivamente alla carestia degli anni 1929-1933.
Oggi, con l’apertura degli archivi, il crollo dell’Ursss, la caduta del Muro di Berlino, e l’avvento
di Internet, possiamo identificare e riconoscere gli autori di decenni di
carneficine.
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Le fosse comuni in cui vennero ammassati i corpi per
farli sparire non furono mai ritrovate, ad eccezione di quella di Katyn, in cui
vennero scoperti i resti di 4.400 ufficiali fucilati.
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Furono infatti ben sette i milioni di vittime che perirono a causa della fame prodotta dalla carestia indotta consapevolmente e criminalmente da Stalin.
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La collettivizzazione delle campagne causò una inversione di tendenza nel ceto contadino, per cui gli agricoltori persero interesse nella produzione cercando di fuggire e facendo diminuire drasticamente la produttività dei territori, anche successivamente alla carestia degli anni 1929-1933.
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Infatti nel 1946 ci fu una nuova carestia che colpì gran
parte dell’intero territorio sovietico, che provocò la morte di altri 2 milioni
di persone.
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In risposta a tutto ciò il comunismo russo rispose con la
deportazione di altre decine di migliaia di contadini, trasferendoli nei gulag
siberiani insieme alle loro famiglie.
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Molti di loro trovarono quindi la morte, come chi li aveva
preceduti.
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La mente criminale e marxista di Stalin manifestò il suo delirio
in ogni settore della società, a iniziare dalle fasce operaie che divennero
bersaglio di nuove costrizioni, come l’obbligo di raggiungere una “quota” di
produzione, l’obbligo di residenza coatta, il divieto di ritardare l’arrivo sul
posto di lavoro, o di assenza, la proibizione di associarsi in gruppi
sindacali, pena l’arresto e la deportazione.
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Il non raggiungimento delle quote di produzione veniva
spesso interpretato come sabotaggio, con conseguente fucilazione degli operai
ritenuti responsabili o la loro deportazione nei famigerati gulag siberiani.
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Iosif Stalin instaurò una feroce dittatura adottando il
“Terrore” come metodo per mantenere il controllo sulla popolazione, e
deportando milioni di persone, in un delirio paranoico di potere.
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Intere categorie di persone, divise per classe sociale,
religione, etnia, furono deportate a milioni, trovando la morte nei gulag
staliniani.
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Stalin ideò infatti una serie di strutture detentive,
dislocate anche nei territori artici della Siberia, in cui si moriva non solo
per le torture subite dagli aguzzini dell’NKVD (la famigerata Polizia segreta),
ma anche per la temperatura proibitivamente bassa (si arrivava fino a meno 50 o
60 gradi sotto lo zero), per la denutrizione, e per la fatica dei massacranti
turni di lavoro.
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Nel suo disegno criminale Stalin fu assistito da
personaggi poco noti in Occidente, a causa del silenzio della classe
intellettuale sinistroide che ha manipolato l’informazione per decenni.
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I maggiori macellai comunisti che in prima persona hanno
compiuto e ordinato di compiere le fucilazioni, le deportazioni e le torture di
milioni di vittime innocenti, in Unione Sovietica, sono :
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Abakumov Viktor Semenovic
Berija Lavrentij Pavlovic
Dzerzinski Edmundovic Feliks
Ezov Nikolaj Ivanovic (diede nome al’era di Ezov, detta
“Ezovscina”)
Jagoda Genrich
Suslov Mikhail Andreyevick
Vysinskij Andrej Januarevic
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A loro volta costoro si sono affidati alla spietatezza dei
loro sottoposti e al sadismo degli affiliati agli organi delle spietate Polizie
segrete, come :
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CEKA, GPU, NKGB, NKVD, MGB, KGB, fino all’attuale FSB in
cui il Colonnello Vladimir Putin è
stato Direttore dal luglio del 1998 all’agosto del 1999, prima di diventare
Primo Ministro della Federazione russa.
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I lager sovietici erano sparsi a centinaia dall’Ovest
all’Est dell’intera Russia, dalla Bielorussia e dall’Ucraina fino alle isole
Solovki e alla Kolyma per un totale di 384 insediamenti.
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Uno dei lager più terribili per le disumane condizioni di
vita era dislocato nel territorio della Kolyma, cosiddetto per la presenza del
fiume omonimo, nella Russia siberiana nord orientale.
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La lunga mano del comunismo russo, estese i suoi artigli
anche alle nazioni confinanti, di cui Stalin voleva appropriarsi.
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Nel giugno del 1941, successivamente al Patto
Ribbentrop-Molotov (1939), dopo aver deportato dai territori dell’Ucraina e
della Bielorussia ben 380.000 persone, Stalin si trovò di fronte all’imminenza
dell’invasione nazista di quegli stessi territori.
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L’attacco tedesco interruppe le ondate di deportazione dei
sovietici, che avvenivano mediante
l’uso della rete ferroviaria, poiché i treni erano necessari ai Russi per poter
trasferire interi complessi industriali prima dell’arrivo delle truppe di
Hitler.
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Conscio di tale problema, in una lettera del 5 marzo 1940 , Berija chiese a Stalin di poter procedere alla fucilazione di 25.700 ufficiali
polacchi che si trovavano nei campi per
prigionieri di guerra sovietici e nelle
prigioni dei territori dell’Ucraina e
Bielorussia occidentali “poichè avrebbero costituito una minaccia
permanente per il potere sovietico”.
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Il permesso venne immediatamente accordato e, nei
giorni successivi, nelle diverse località dove si trovavano i prigionieri
avvennero segretamente le esecuzioni di
massa.
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Fossa comune a Katyn |
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I Russi negarono fino al 1992 la responsabilità di
tale crimine, incolpando i tedeschi di esserne gli autori, e solo con il crollo
dell’URSS vennero alla luce i documenti che fecero inequivocabilmente luce sul misfatto approvato da Stalin.
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Non pago del bagno di sangue Stalin diede precise
indicazioni per deportare 25.586 persone (12.682 lituani, 9236 lettoni, e 3.668
estoni) fornendo a Berija e a Merkulov il permesso di arrestare le famiglie
rientranti nella categoria di nazionalità baltica.
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Il Partito comunista sovietico, guidato da Stalin,
ideò anche un programma di sfruttamento dei deportati, allo scopo di utilizzare
il lavoro forzato come risorsa per la realizzazione di opere come, ad esempio,
il canale Mar Bianco – Mar baltico (1931-1933).
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In realtà, nonostante l’opera sia stata presentata
come un successo del programma di lavoro dei Gulag, a causa della scarsa
profondità (4 metri) fu invece di scarsa utilità economica, a causa proprio
delle limitazioni che proibiscono il passaggio a grandi imbarcazioni.
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Le condizioni di lavoro erano brutali e proibitive,
e le razioni alimentari talmente insufficienti che i deportati (150.000) si
riducevano a scheletri ambulanti ricoperti di pelle, e finivano per morire
nell’indifferenza dei loro aguzzini.
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Oggi l’Occidente sa praticamente tutto sulle
deportazioni che il nazismo di Hitler ha operato, a partire dal genocidio di 6
milioni di ebrei, ma nulla o quasi si sa delle deportazioni eseguite dall’altro
male assoluto dell’età moderna : il comunismo, per mano di Stalin.
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La mancanza di informazione e il silenzio, così come la sistematica
omissione dei fatti avvenuti e la disinformazione, sono stati lo strumento
abituale con cui la sinistra europea ha tentato di nascondere i misfatti dietro
cui i comunisti si sono nascosti, all’insegna della bandiera rossa con la falce
e il martello.
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Fatti di sangue, di orrore, di sadismo, crimini contro
l’umanità, genocidi, stupri, annientamento degli individui sia fisico che delle
loro coscienze, e terrore, sono gli strumenti di cui si è avvalso a piene mani
il comunismo, in tutte le manifestazioni in cui esso è apparso ed è stato
presente, a partire da quello sovietico.
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Interi popoli sono scomparsi dalla faccia della terra, per
la sola colpa di appartenere ad una etnia invisa a “baffone”, così come viene
ancora oggi benevolmente definito dai suoi seguaci il maggiore criminale
comunista di tutti i tempi : Josif Stalin.
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Donne e bambini deportati |
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Elenco di seguito alcune delle popolazioni deportate in
masssa, prelevate dai loro territori di nascita per essere trasferiti su carri
bestiame in territori desertici della Siberia, a 50 gradi sotto lo zero, senza
che fosse stata prima preparata alcuna struttura che li accogliesse.
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A migliaia venivano fatti scendere a destinazione
direttamente sulla nuda terra gelata di quei territori siberiani, malvestiti
poiché erano stati prelevati in fretta dalle loro case, senza dare loro il
tempo di preparare nemmeno le valigie.
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Il freddo gelo di quei territori li accoglieva in un
abbraccio mortale, falcidiando famiglie intere disperate e distrutte dal
terrore.
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Nell’ottobre del 1943 furono trasferite 69.267 persone di etnia KARACAI dai territori del Caucaso e dislocate nei lager del
Kirghstan e in Kazachstan.
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Nel mese di dicembre toccò a 91.919 CALMUCCHI
deportati in Siberia.
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Poi nel febbraio del 1944 fu la volta di 387.229 CECENI e INGUSCI, che furono deportati
contro la loro volontà, per volere di Stalin e
del suo feroce esecutore Lavrentij Pavlovič Berija,
il famigerato capo della Polizia segreta sovietica.
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La lucida follia omicida dei criminali comunisti si accanì
poi nel marzo del 1944 contro 37.107 BALKARI e subito dopo, nel mese
di maggio contro 191.000 TATARI di CRIMEA.
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Nel giugno dello stesso anno fu poi la volta della
popolazione non autoctona della Crimea, in cui avevano trovato insediamento
fasce di etnia tedesca, armena e greca,
tra cui furono prelevati con la forza ben 41.854
persone, la cui sorte seguì la stessa procedura di migliaia di altri
sventurati.
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Per completare questo quadro genocida drammatico e
sconvolgente dobbiamo registare l’accanimento successivo, nel novembre 1944,
contro 92.000 persone, tra CURDI, TURCHI, e CHEMSILY.
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Nelle scuole occidentali, oggi, si leggono
(giustamente) brani del “Diario di Anna Frank” e si aprono dibattiti sui campi
di concentramento nazisti in cui è avvenuta la “shoà”, ma non viene mai detta
alcuna parola su argomenti che appaiono sconosciuti ai nostri studenti, come ad
esempio : Kolyma, gulag, Berja, Ezov.
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Questo vergognoso “modus operandi” ha fatto sì che
intere generazioni di giovani seguaci del comunismo stesso, abbiano inneggiato
a criminali come Stalin, Mao Tse Tung e Pol Pot, nonostante la loro provata
responsabilità nei crimini.
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Dissenso
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I cento milioni di morti prodotti dal comunismo nel
secolo scorso sono stati abilmente celati perché esso potesse essere presentato
sotto un velo di accondiscendenza e di bonomia.
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Territori della Kolyma |
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Oggi infatti, dopo l’apertura degli archivi, è
finalmente possibile PROVARE, per mezzo di monumentali documentazioni di
archivio di fonte comunista, le precise attività criminali e i genocidi
compiuti in nome del comunismo.
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E’ possibile anche provare la diretta responsabilità
del Partito Comunista Italiano che per voce del suo leader, Palmiro Togliatti,
si è reso correo di crimini sia contro l’umanità che contro i suoi stessi
compagni di fede, in un delirio di compiacenza verso il feroce assassino Josif
Stalin.
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Il dittatore russo ha ripagato questa servitù
politica inondando per decenni i partiti comunisti occidentali con fiumi di
denaro, come risulta dallo studio di documenti riservati, e coinvolgendoli così
in una spirale di sudditanza simbiotica.
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Delinquenti e criminali comunisti sono stati anche
eletti in Parlamento nelle file del PCI, pur se condannati per gravi fatti di
sangue, grazie alle generose amnistie dei vari Presidenti della Repubblica,
come nel caso degli assassini della Volante Rossa, che nel dopoguerra uccideva
impunemente gli oppositori politici.
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La violenza è stata infatti, come si è visto, il
denominatore comune in tutte le formazioni comuniste esistenti, e anche oggi le frange extraparlamentari
della sinistra, come i Noglobal. o i gruppi dei Centri Sociali, così come gli
Autonomi, usano la spranga e la guerriglia come metodi per affermare i loro
dictat.
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Chiunque non la pensi come loro è un nemico da
abbattere, escludendo dalla lotta l’uso della dialettica e del confronto
democratico.
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Mi viene da dire : “Il lupo perde il pelo, ma non
il vizio !”.
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Dissenso
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Stalin è stato uno dei fautori della Rivoluzione di Ottobre in Russia, insieme a Lenin e a Trostzkj, e dando poi corpo alla nascita del bolscevismo si è contornato di centinaia di collaboratori per costituire l'ossatura del comunismo sovietico.
RispondiEliminaNon ho mai detto che Stalin sia l'unico responsabile delle atrocità del comunismo, tant'è che sul sito è presente una sezione chiamata "criminali comunisti" in cui ne appaiono molti altri (anche se è ancora incompleta) ma sicuramente, come tutti identificano il nazismo con Hitler, così si identifica il comunismo con Stalin...
Forse sono solo gli Artisti che riescono a rammaricarsi quando i Media presentano le consuete scene dell'abbattimento di splendidi monumenti quando crolla un regime politico di umani. Vedere quelle statue che precipitano al suolo in frantumi, trainate da cordami tirati convulsamente dai soliti imbecilli, è uno spettacolo penoso. Ma anche i "simboli" possono essere pericolosi perché il dinamismo dei poteri umani contrapposti concretizza una lotta micidiale fra etnie e fra ideologie, una lotta che ha per posta la sopravvivenza di innumeri schiere di individiui, una lotta spietata, una contesa crudele in cui "pietà l'è morta". XCosì non rimane pietà neppure per dei simulacri apparentemente inerti di bronzo ma che propongono visivamente in forma sintetica contrapposizioni di vita e di morte. Rammentiamo, noi Occidentale, che accadde dei simulacri stupendi dedicati agli "Dei Immortali" dai pagani quando ascese al potere l'ideologia religiosa del Cristianesimo.
RispondiEliminaIo sono convinto che l'instaurazione del NWO, a cui il comunismo ha spianato la strana applicando e sperimentando raffinate tecniche di repressione e di soppressione e di saccheggio, porterà l'umanità verso un'era di stermini e di schiavitù insuperata.
RispondiEliminaLa massima "Chi non è con me è contro di me" è piuttosto antica e fra l'altro consacrata pure nei Vangeli. Per fortuna (o per disgrazia) non ha Copyright e infatti molti nella Storia l'hanno adottata come motto preferito, in particolare coloro che si ritengono "eletti" per il dominio mondiale. Si potrebbero citare degli esempi, ma "il silenzio è sempre d'oro" secondo l'antico detto "aureo". Ah, che Mondo!
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