Gli importanti studi storici sui totalitarismi condotti negli ultimi decenni hanno messo in evidenza fatti, situazioni, intrighi, e collusioni che ritraggono e certificano una palese simbiosi tra i maggiori totalitarismi del secolo scorso, il nazismo e il comunismo.
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Hitler e Stalin |
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Mentre l’apparato disinformatore comunista si poneva davanti agli occhi dell’opinione pubblica come il baluardo e l’argine contro il nazismo, dall’altro astutamente copriva le tracce della propria collaborazione proprio con la Germania di Hitler.
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Oggi è risaputo, e appartiene alla Storia, il fatto che Stalin e Hitler si siano spartiti i territori e le relative sfere di influenza di tutti i territori del continente asiatico ed europeo.
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Voglio soffermarmi, a tale proposito, su uno degli accordi simbolo di questa simbiosi, che ha visto le popolazioni interessate soccombere sotto il peso schiacciante di due superpotenze avide di potere :
il patto Ribbentrop–Molotov, detto anche patto Hitler-Stalin.
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Si trattò di un accordo di non aggressione della durata di dieci anni, stipulato a Mosca il 23 agosto 1939 fra la Germania nazista e l’Unione sovietica comunista, firmato appunto dai rispettivi Ministri degli esteri, quello tedesco Joachim von Ribbentrop e quello sovietico Vjaceslav Molotov.
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Il patto prevedeva, oltre che ad un mutuo impegno a non aggredirsi reciprocamente, anche un protocollo di clausole segrete con cui si delineavano le rispettive “sfere di influenza” corrispondenti ai reciproci interessi territoriali.
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Grazie a questo patto l’Unione sovietica si impossessò della Polonia orientale, dei Paesi Baltici (Estonia, Lettonia, Lituania), della Finlandia, e della Bessarabia (i territori compresi fra le attuali Moldavia e Ucraina), mentre la Germania si accaparrò la Polonia occidentale.
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Durante questo percorso intanto, la popolazione russa viveva già in una condizione di terrore e di estremo disagio, succube delle politiche devastanti del suo aguzzino, Josif Stalin, e del suo apparato criminale comunista.
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Le connivenze del comunismo italiano, ad opera del criminale Palmiro Togliatti sono oggi ben documentate e ci danno la misura del grado di falsificazione storica operato dalla disinformazione delle sinistre nel dopoguerra.
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Milioni di deportati e interi popoli annichiliti dalla furia paranoica del dittatore georgiano, con la complicità e il tacito consenso di personaggi come Togliatti, rappresentano il biglietto da visita del comunismo e dei suoi eredi metamorfizzati.
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A proposito del ruolo comunista nel disastro epocale che lo rappresenta voglio riportare alcune righe tratte dal libro di Christopher Andrew e Oleg Gordievskij intitolato “La storia segreta del Kgb”, che consiglio a tutti di leggere.
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… da pagina 268 …
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“Mentre la Gestapo organizzava la persecuzione dei “nemici razziali” nella Polonia occupata dai tedeschi, l’NKVD se la prese con i “nemici di classe”.
I decreti dell’NKVD nel 1940 elencavano quattordici categorie di persone da deportare.
La prima, ed era significativo, comprendeva i trotzkisti e altri eretici del marxismo.
Poi venivano le persone che avevano fatto viaggi all’estero o avevano avuto “contatti con rappresentanti di Paesi stranieri”, categoria vastissima in cui figuravano perfino gli esperantisti e i filatelici.
La maggior percentuale dei deportati era costituita dai capi della comunità e dalle loro famiglie: uomini politici, impiegati statali, ufficiali, agenti di polizia, avvocati, proprietari terrieri, uomini d’affari, proprietari di alberghi e di ristoranti, sacerdoti e “persone attive nella vita parrocchiale”.
Non diversamente dalle SS e dalla Gestapo, l’NKVD era impegnata, come disse in seguito il generale Wladyslaw Anders, a “decapitare la comunità”, distruggendo ogni tipo di leadership potenzialmente in grado di organizzare la resistenza contro il dominio sovietico.
In effetti, l’NKVD collaborò con le SS e con la Gestapo, scambiando comunisti tedeschi detenuti nei gulag contro russi e ucraini emigrati in Germania.
Margarete Buber-Neumann fu una dei comunisti tedeschi consegnati alle SS a Brest-Litovsk, presso il ponte sul fiume Bug.
Dopo lo scambio dei saluti, gli ufficiali delle SS e dell’NKVD si trattavano da vecchi amici :
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- Quando fummo a metà del ponte, mi voltai indietro.
Gli ufficiali dell’NKVD erano ancora là, in gruppo, a guardarci partire.
Alle loro spalle si stendeva la Russia sovietica.
Ricordai con amarezza la lituania comunista :
Patria dei lavoratori; Baluardo della libertà; Rifugio dei perseguitati … -
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Un totale di circa un milione di polacchi nemici del popolo fu trasportato per migliaia di chilometri, in lunghi convogli di carri bestiame, fino alle enormi distese del Kazakistan e della Siberia.
Quando, dopo l’invasione della Russia da parte dei tedeschi nel giugno 1941, fu dichiarata l’amnistia, quasi metà dei deportati era morta.
I 15.000 ufficiali polacchi perirono in campi di sterminio più vicini alla patria.
L’ultima annotazione nel diario di uno di loro, il maggiore Solski, racconta il momento in cui gli uomini dell’NKVD lo condussero nella foresta di Katyn, vicino a Smolensk, il 9 aprile 1940 :
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- Siamo arrivati in un piccolo bosco che sembra un campeggio di vacanza.
Ci hanno tolto gli anelli e gli orologi, che segnavano le 6.30 del mattino, anche le cinture e i coltelli.
Che cosa sarà di noi ? -
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Tre anni dopo il cadavere di Solski, con il diario ancora in tasca, fu scoperto dalle truppe tedesche insieme ai corpi di altri 4.000 ufficiali nelle fosse comuni della foresta di Katyn.
Molti di loro avevano le mani legate dietro la schiena e una pallottola nella nuca.”
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Questo è il vero volto del comunismo.
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Il comunismo propagandato in Italia da elementi criminali come Togliatti, Longo, Cossutta, Napolitano e tutta l’accozzaglia di comunisti che sedevano sugli scranni parlamentari della Repubblica italiana mentre contemporaneamente prendevano ordini da Mosca, oltre che finanziamenti a piene mani.
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Mi chiedo quindi, a fronte di dati storici incontrovertibili, come mai il comunismo non sia ancora stato messo fuori legge e bandito dai consessi internazionali come “male assoluto”.
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Mi chiedo come mai la Sindaca di Roma, la "grillina" Raggi, si sia opposta alla richiesta di intitolare una via di Roma a Giorgio Almirante mentre per contro permetta che ci siano nella Capitale vie e piazze intitolate a gerarchi comunisti come Togliatti e Lenin.
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Non mi risulta che Almirante, lo scomparso leader del Movimento Sociale Italiano, abbia mai deportato, ucciso, o torturato i suoi connazionali, come hanno fatto invece Lenin e Stalin.
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Non mi risulta che Almirante, abbia mai stilato liste di personaggi da destinare ai gulag siberiani, come ha invece fatto Togliatti, coadiuvato dalla sua congrega di assassini del PCI, lordandosi del sangue dei suoi stessi “compagni.“
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Molti comportamenti criminali dei leader che comandavano nazismo e comunismo sono stati spesso l’uno prodromico dell’altro, a cominciare dalle persecuzioni contro gli ebrei, iniziate da Stalin molto tempo prima dell’olocausto hitleriano, come la Storia ha dimostrato.
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Oggi, con le conoscenze di cui siamo in possesso, non è più concepibile dichiararsi comunisti, a meno non si voglia palesemente porsi in antitesi con i più elementari princìpi di democrazia e di convivenza civile.
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I diritti umani sono incompatibili con il mondo comunista, anche se i loro gerarchi e i loro disinformatori di professione ci hanno far voluto credere il contrario.
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Il disprezzo e l’arroganza, unite ad una continua violenza sono in effetti ciò che contraddistingue, da sempre, qualsiasi forma di Governo comunista.
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La Corea del Nord e la Cina sono lì, davanti agli occhi di tutti, ancora oggi, per confermarlo !
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Dissenso
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