Nacque ad Odessa,
in Ucraina, il 28 Novembre 1883, sotto l’Imperatore di Russia lo Zar
Alessandro III Romanov.
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Nel
1901 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza a Kiev, ma ne fu espulso l’anno
successivo per aver partecipato a disordini studenteschi, per cui tornò a Baku,
dove nel 1903 entrò nell’ala menscevica dell’organizzazione RSDRP ( il Partito
Socialdemocratico ).
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Nel
1905 a San Pietroburgo incominciarono i primi fermenti pubblici che diedero il
via alla rivoluzione russa, con una manifestazione formata da operai e da
contadini, che fu poi chiamata “la Domenica di sangue”, poiché fu repressa con
l’impiego dell’esercito (furono uccisi 100 manifestanti e ferite 1000 persone).
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In occasione dei moti rivoluzionari, nel 1910,
Vysinskij fu arrestato e scontò un anno di carcere nella prigione fortezza di
Baku, dove conobbe Stalin, anch'egli detenuto per i disordini legati agli scioperi di quel periodo.
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Nel
1913 si laureò in legge all’Università di Kiev, poi si dedicò all’insegnamento
della letteratura e del latino in un ginnasio privato a Baku.
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Nel
1915 si trasferì a Mosca, dove lavorò come assistente di un avvocato.
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Dopo
la rivoluzione divenne attivo sostenitore del Governo provvisorio, divenendo
capo della milizia in un quartiere centrale della capitale sovietica.
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In
questo ruolo, su istruzioni del Ministero degli Interni e di quello della
Giustizia, firmò e pubblicò l’ordine di arresto per Lenin e Zinov’ev, che erano
fuggiti da Pietrogrado nel 1917.
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Dal
1921 al 1923 fu anche decano della facoltà di Economia dell’Istituto “K.Marx”
di Mosca e professore all’Università Statale di Mosca (MGU).
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Dal
1923 al 1925 lavorò alla Corte Suprema dell’Urss, per poi tornare alla MGU in
qualità di Rettore, dove si distinse nel soffocare brutalmente i moti studenteschi legati
alla “opposizione di sinistra”.
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Nel 1927 pubblicò il suo primo libro importante :
il “Corso di procedura penale”.
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Nel
1928 partecipò per la prima volta ad un processo dimostrativo staliniano, il
“caso di Sachty”, come Presidente di una Corte Speciale del Tribunale Supremo.
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Successivamente,
Vysinskij avrebbe ricoperto il medesimo ruolo nel processo al Partito
Industriale.
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Nel
1931 divenne procuratore della Repubblica federata russa (RSFSR) e vice
procuratore dell'Unione Sovietica e, dal 1935 al 1939, procuratore generale.
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In tale veste rappresentò la pubblica accusa nei
principali processi politici che si svolsero nel periodo delle Grandi purghe,
interpretando il ruolo di mente giuridica di Stalin.
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Tra
i maggiori processi politici del tempo, in cui Vysinskij fu Procuratore, si
ricorda il “caso dei sabotatori delle centrali elettriche” (1933), del “Centro
terroristico unificato trockista-zinov’eviano” (1936), del “Centro parallelo
trockista” (1937), e del “Blocco antisovietico trockista di destra” (1938).
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Nei
processi politici per attività controrivoluzionarie e antisovietiche le
confessioni degli accusatori costituivano le "prove più importanti e
decisive", e tutto era sotto l’esclusivo controllo del Procuratore
(Vysinskij) e del Commissario del Popolo agli Affari Interni (Ezov), che
costituivano la cosiddetta “dvoika”, con diritto di emettere sentenze anche
senza processo.
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In questo ruolo Vysinskij firmò centinaia di migliaia
di condanne a morte
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Nelle
sue requisitorie e nei suoi lavori giuridici Vyšinskij propagandò con fervore
la teoria medievale secondo la quale la prova decisiva della colpevolezza
dell'imputato è la sua stessa confessione.
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Le
ammissioni di colpa dell'imputato, ottenute a qualsiasi costo, e spesso con le torture,
dovevano compensare quindi la mancanza di prove materiali nell'inchiesta e nel
processo, e legalizzare la falsità dell'accusa.
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Le
sue arringhe durante le requisitorie contenevano frasi come :
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“Dobbiamo
sparare a questi cani rabbiosi …
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Basta
con questi animali abbietti …
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Mettiamo
fine una volta per tutte a questi animali ibridi, maiali, cadaveri puzzolenti …
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Facciamo
sterminare i cani pazzi del capitalismo, che vogliono fare a pezzi il fiore
della nostra nuova nazione sovietica ...
.
Feccia
della società …
.
Parassiti
maledetti …
.
Cariatidi
criminali, terroristi e degenerati
...”
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Dopo la caduta di Ezov, Vysinskij non cadde in disgrazia, ma anzi consolidò la sua posizione, divenendo Vice Capo del Governo.
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Dopo la caduta di Ezov, Vysinskij non cadde in disgrazia, ma anzi consolidò la sua posizione, divenendo Vice Capo del Governo.
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Nel
1941 Vysinskij pubblicò il suo lavoro più noto : “Teoria delle prove
processuali nel diritto sovietico”, che ricevette il Premio Stalin.
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Il
libro contenente la raccolta delle sue requisitorie e culminante con il suo
discorso nel processo Bucharin-Rykov-Jagoda costituì per decenni il testo
fondamentale per i giuristi sovietici.
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Nel
1940 iniziò la carriera diplomatica di Vysinskij, che divenne poi Vice Ministro
degli Esteri dell’Urss e poi Ambasciatore sovietico alle Nazioni Unite.
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Dal
1947 guida la delegazione sovietica all’ONU, e in questo ruolo si fece notare
in quanto rivolgeva i suoi eccessi verbali anche agli altri portavoce delle
Nazioni Unite, e per questo fu definito “il maestro della parola al vetriolo”.
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Nel
1949 divenne Ministro degli Esteri dell’Urss, fino alla morte di Stalin (1953).
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Fu sostituito da Molotov e tornò a ricoprire l’incarico di rappresentante permanente dell’Urss all’ONU.
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Fu sostituito da Molotov e tornò a ricoprire l’incarico di rappresentante permanente dell’Urss all’ONU.
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Morì
a New York, improvvisamente, per un attacco cardiaco.
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Dopo
il XX Congresso del PCUS, Vysinskij, insieme a Ezov e a Berija, è stato
ufficialmente identificato come principale responsabile delle “diffuse
violazioni della legalità socialista” commesse al tempo del “culto della
personalità”.

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Nonostante
ciò, la maggioranza degli imputati ai processi gestiti da Vysinskij è stata
riabilitata solamente nel periodo della perestroika.
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Ecco una breve panoramica dei processi in cui Vysinskij ha ricoperto l’incarico di Pubblico Ministero :
1935
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Ecco una breve panoramica dei processi in cui Vysinskij ha ricoperto l’incarico di Pubblico Ministero :
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.1935
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Primo
processo contro Zinov’ev, Kamenev, e Evdokimov per l’assassinio di Kirov.
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A
Leningrado vennero compiuti migliaia di arresti.
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Gli imputati vennero condannati rispettivamente a
10, 5, e 8 anni di carcere.
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1936
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1936
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Primo
grande processo pubblico contro il “centro terroristico
trockista-zinov’vevista”, detto anche il “Processo dei sedici”.
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Gli imputati, tra cui Zinov’ev, Kamenev e
Smirnov furono accusati di aver cospirato per assassinare Kirov, per cui
avevano già subito una condanna, e di aver organizzato attentati contro Stalin, Zdanov, Kaganovic, e altri
membri del Partito.
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Nonostante
l’insussistenza totale delle prove, gli imputati si auto-accusarono di tutti i
capi di imputazione, coinvolgendo nei presunti crimini anche Rykov, Tomskij, e
Bucharin.
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I
16 imputati furono tutti condannati a morte per fucilazione.
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Tomskij si suicidò.
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La repressione del dissenso causò a più di 1.000 vittime.
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1937
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La repressione del dissenso causò a più di 1.000 vittime.
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1937
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Il
secondo processo pubblico fu il Procedimento penale contro il “Centro trockista
anti sovietico”, ribattezzato il “Processo dei diciassette”.
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Gli
imputati tra cui Pjatakov e Radek, fecero il nome del maresciallo Tuchacevskij
che fu poi arrestato, condannato, e giustiziato.
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Le
accuse rivolte al gruppo dei 17 furono di : tradimento della Patria, di
attività spionistiche, e di atti di sabotaggio contro le strutture ferroviarie,
e contro le industrie chimiche e gli impianti industriali della Siberia
orientale.
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Nel
corso del processo, Pjatakov si auto-accusò di colpevolezza e del tentativo di
rovesciamento degli assetti economici e politici dell’Urss, per il cui progetto
si incontrò con Trockij.
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Orgonikidze si suicidò.
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Successivamente al processo, in tutto il territorio dell'Urss si susseguirono purghe che causarono la morte di 35.000 ufficiali dell'Armata Rossa, e un totale di 353.000 vittime.
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Complici dell'operazione che condusse a questa ennesima strage furono Berja, Malenkov, Mikojan, Kaganovic, e il giovane Krusciov.
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La repressione portò anche all'arresto di Jagoda e del maresciallo Tuchacevskij.
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Il capo dell'Amministrazione politica dell'Armata Rossa, Gamernik, si suicidò prima di essere arrestato.
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Successivamente al processo, in tutto il territorio dell'Urss si susseguirono purghe che causarono la morte di 35.000 ufficiali dell'Armata Rossa, e un totale di 353.000 vittime.
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Complici dell'operazione che condusse a questa ennesima strage furono Berja, Malenkov, Mikojan, Kaganovic, e il giovane Krusciov.
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La repressione portò anche all'arresto di Jagoda e del maresciallo Tuchacevskij.
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Il capo dell'Amministrazione politica dell'Armata Rossa, Gamernik, si suicidò prima di essere arrestato.
1938
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Il terzo dei processi pubblici fu intentato
contro il “Blocco anti-sovietico della destra e dei trockisti”, e fu denominato "Processo dei ventuno".
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In questa occasione Stalin e i suoi collaboratori attaccarono e colpirono l'opposizione di destra del Partito.
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I
21 imputati tra cui Bucharin, Rykov, e Jagoda, furono accusati di voler minare
la potenza militare dell’Urss, di voler rovesciare il regime socialista, e di
restaurare il capitalismo.
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Inoltre
li si accusò di aver complottato nel 1918 contro la vita di Lenin, e di essere
coinvolti nell’assassinio di Kyrov.
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Anche
in questo caso gli imputati si auto-accusarono.
. 18 imputati furono condannati alla fucilazione, e i rimanenti a condanne dai 15 ai 25 anni di carcere.
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.La responsabilità diretta di Stalin in tutte queste repressioni è indiscutibile.
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E' lui in persona a firmare le liste dei condannati a morte.
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Nel 1938 autorizza l'esecuzione di 3167 condannati, stabilendo il suo macabro record personale di condanne a morte in un solo giorno.
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Alla fine del 1938 sono circa 8 milioni i prigionieri nei gulag comunisti, e 330.000 le vittime delle condanne a morte.
Dissenso
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Caro Dissenso, il tuo blog è radicato nella storia, il mio la inventa :) Ho letto con interesse il tuo post e mi è piaciuto anche se non ho memoria per quei tempi. Vedo che spazi su diversi argomenti, parlerai di denaro? Io affronterò il tema da un certo taglio. Grazie per la visita e a presto. Giorgia :)
RispondiEliminaQuesti criminali dovrebbero campare 1000 anni, chiuderli in miniera e farli lavorare 24 ore al giorno!! buona giornata...ciao
RispondiEliminaSecondo voi si può fare un paragone tra questi fondatori del comunismo russo e i fondatori del nostro comunismo?
RispondiEliminaSe ricordiamo tutte le epurazioni partigiane-comuniste condotte in Italia nel dopo fascismo direi che gli eredi di quei signori (la sinistra politica) sono messi assai peggio di quei comunisti russi.
E noi cosa facciamo?
Esattamente nulla, infatti loro sono ancora li a contendersi il potere sul popolo italiano!
Ma la giustizia non tarderà ancora per molto!
Rasthafari
Perchè parlare solo ed esclusivamente di Comunismo? Perchè parlare di eventi storici geograficamente lontani? Fatevi raccontare dai vostri nonni, conoscenti, genitori, vicini, i mali commessi dal Fascismo e dal Nazismo che SI abbiamo subito nella nostra povera patria. Se siete liberi di parlare, di votare, di comprarvi il vostro "amato" Iphone lo dovete proprio a quei Comunisti che tanto offendete. E non si parla di stalinismo, di leninismo o di altro. Ma del Comunista Italiano, del partigiano, del ribelle, colui che con altruismo perse la vita per la libertà dei suoi simili. Ne ho conosciuti tantissimi nella mia vita. Ed erano e rimarranno persone buone ed esemplari.
RispondiEliminaO care madri dell'Italia
e che ben presto vi pentirete
I vostri figli ancor vedrete
abbandonare lor casolar.
Ma i comunisti non han paura
difenderanno la libertà
Vedo che non hai neppure il coraggio di metterci la faccia, caro Anonimo, e questo qualifica la vigliaccheria di quelli come te.
RispondiEliminaAnche le tue informazioni sono frutto di quella disinformazione che da sempre mettete in atto per mistificare la verità...
Non servirà a nulla, sappilo, poichè ci sarà sempre qualcuno come me che provvedereà a raccontare le cose come veramente sono.
Il comunismo è il MALE del secolo e ha prodotto 100 milioni di morti, ma forse non ti bastano...
Abbi la compiacenza almeno di tacere e di rinchiuderti nel tuo perverso livore...
Dissenso