domenica 2 marzo 2014

LA SCIA DI SANGUE DEL PCI


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La nascita del Partito Comunista Italiano avvenne per effetto della scissione, in seno al Partito Socialista, tra le frange più a sinistra ed il resto del Partito stesso.
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I suoi capi, fin dall’inizio hanno ricoperto un ruolo veramente devastante e deleterio per l’intero popolo italiano, nonostante il fatto che i proclami della disinformazione comunista e sinistrorsa in genere affermino il contrario.
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Personaggi come Amadeo Bordiga o Palmiro Togliatti, fondatori del PCI e fautori delle tesi Leniniste, hanno da sempre sostenuto tesi antidemocratiche, ritenendo che il proletariato dovesse impadronirsi del potere politico mediante la forza, strappandolo ai capitalisti con la lotta armata e con l’azione rivoluzionaria.
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I comunisti italiani, dalla nascita del PCI, sostennero la Rivoluzione di Ottobre sovietica del 1917, facendo loro le teorie marxiste che auspicavano l’uso della violenza e del terrore, giustificandole come mezzo per ottenere il potere.
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Non a caso, la posizione direttiva di Togliatti in seno al Cominform (l’Organismo politico internazionale di informazione e collaborazione tra i partiti comunisti europei), assume particolare rilevanza se si considerano i suoi rapporti ed accordi con il dittatore comunista sovietico Stalin, con il quale decise a tavolino l’opportunità o meno di adottare una linea insurrezionale in Italia.
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I livelli di disinformazione e di falso ideologico raggiunti da Togliatti sulle atrocità commesse dal comunismo sovietico, hanno raggiunto l’apice con una propaganda martellante attuata con ogni mezzo di informazione, radio o giornali che fossero.
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A questo proposito, rimando ad un mio precedente post sull’argomento, al link:
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In particolare la politica Togliattiana, apertamente filo-sovietica è a dir poco discutibile, in quanto questo personaggio, oggi denominato “il Migliore” dai disinformatori della sinistra italiana, pur sedendo sugli scranni parlamentari italiani, operava per il raggiungimento degli interessi di un comunismo sovietico e internazionale, a discapito e contro le disposizioni del Governo Italiano.
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La rivoluzione, e il pericolo di una presa del potere per mezzo della violenza, da parte del Partito Comunista Italiano, hanno sempre aleggiato sulle teste del popolo italiano, nonostante che i fautori del marxismo in Italia costituissero una esigua minoranza.
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D’altra parte, anche in Russia, dopo la Rivoluzione di Ottobre, anche i bolscevichi rappresentavano solo una piccola parte dell’intero movimento popolare che partecipò alla presa del potere, destituendo lo Zar, ma ciò non impedì loro di accaparrarsi il potere mediante l’uso della forza e della violenza.
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Sono note in Italia le organizzazioni paramilitari di stampo marxista e comunista che non hanno mai nascosto il loro intento rivoluzionario, a partire dalla tristemente famosa “Volante Rossa” del dopoguerra, passando attraverso la nascita di “Potere Operaio”, di “Avanguardia Operaia”, e di “Lotta Continua”, fino al loro aberrante apogeo : le “Brigate Rosse” .
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Una scia di sangue contraddistingue e accomuna tutte le formazioni comuniste, che hanno infatti sviluppato un crescendo di violenza in Italia, anche in un clima sociale di democrazia, rifiutato a priori, in perfetto stile marxista.
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La letteratura in materia è ampia ed esaustiva, grazie a tutti quegli autori che, svincolati da etichette di parte, hanno contribuito ad affermare tutte quelle verità, altrimenti nascoste, che la disinformazione comunista, appunto, ha cercato di far  passare sotto silenzio.
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La responsabilità del Partito Comunista Italiano aleggia dietro ogni misfatto politico di sangue dell’Italia del dopo-guerra, a partire dalle vendette dei partigiani e dai massacri da questi compiuti, fino all’omicidio di Aldo Moro, passando attraverso l’infamia delle Foibe, e finendo con l’eliminazione fisica di qualsivoglia oppositore politico, come ad esempio l’esecuzione del giuslavorista Marco Biagi.
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Aldo Moro, assassinato dalle Brigate Rosse
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Un filo comune lega tutti questi fatti di sangue di cui ho riportato solo un minimo accenno, rispetto alla vastità che invece ne compone l’essenza stessa, ed è rappresentato dalla intrinseca violenza, dalla ferocia verso chi non si allinea al dictat marxista,  dal rifiuto del dialogo, che diventa invece auto-referenzialismo assoluto, dall’uso delle armi e del terrore, come armi di devastazione non solo ideologica, e mezzo per l’affermazione del comunismo.
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La malafede accompagna sempre questo perverso itinerario, supportando e propagando tramite gli intellettualoidi di cui si è sempre servita la sinistra, una mistificazione costante e capillare, atta a distorcere, a travisare, a giustificare, a nascondere.
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Accade quindi che pluri-omicidi come ad esempio Renato Curcio, il terrorista leader delle Brigate Rosse, fautore della lotta armata, venga scarcerato in anticipo rispetto alla pena che avrebbe dovuto scontare,  e assume il ruolo di oratore davanti ad una platea di studenti universitari per condividere la sua smania di attivismo antifascista.
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Accade quindi che formazioni comuniste come ad esempio “Proletari armati per il Comunismo”, apertamente inneggianti alla rivoluzione mediante l’uso della forza e della violenza, esprimano personaggi nefasti quali Cesare Battisti, che pur condannato a due ergastoli vive tranquillamente come libero cittadino in Brasile.
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Accade quindi che nella “civile” Italia, esistano nella toponomastica di molte delle nostre città, i nomi di strade o di piazze intitolate a personaggi criminali come Lenin o Stalin.
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Anche l’insegnamento storico e la comune didattica nelle Scuole sembra essere restia ad approfondire tematiche quali quella delle efferatezze compiute da schiere di “eroici” partigiani, che hanno stuprato, torturato, rubato e rapinato, seviziato, vilipeso, e ucciso, a guerra finita, ad armi deposte, vigliaccamente e scientemente, spesso arricchendosi alle spalle delle vittime stesse.
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Molti di questi criminali sono stati poi “coperti” dal partito Comunista Italiano, che ha provveduto a fornire loro una nuova impostazione di vita all’estero, in Russia, sotto l’egida del Cominform, oppure in Cecoslovacchia, come collaboratori di Radio Praga, una emittente in lingua italiana che per anni ha trasmesso le falsità politiche e sociali che Mosca voleva fossero propinate al mondo occidentale.
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Il Presidente Saragat concesse poi clemenza ai fuggiaschi riparati in Cecoslovacchia, grazie ad una operazione di “soccorso” verso i compagni comunisti condotta da Giorgio Napoletano, oggi Presidente della Repubblica Italiana, permettendo così a molti di loro di rientrare impunemente in Italia.
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Alcuni di questi loschi personaggi, che non esito a definire criminali, divennero poi addirittura Senatori della Repubblica, in seno al P.C.I.
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Francesco Moranino, ex partigiano, pluriassassino, deputato comunista in Parlamento
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Tornando al ruolo di Togliatti, di cui ho accennato in precedenza, va aggiunto al suo curriculum criminale la responsabilità di aver spianato la strada ai partigiani titini nella tragica vicenda delle Foibe.
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Il silenzio assenso di Togliatti, e gli accordi politici tra i comunisti italiani e quelli jugoslavi hanno segnato una delle pagine più tragiche della storia italiana, consentendo alla bestia comunista di scatenare una delle più feroci repressioni di tutti i tempi : l’omicidio sistematico, pianificato a tavolino, di tutti gli abitanti che fossero di etnia italiana, residenti in Venezia Giulia, in Istria e in Dalmazia, allo scopo di appropriarsi dei loro territori.
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Il vorace mostro comunista, assetato di sangue, non si è però saziato con la “semplice” eliminazione fisica delle vittime, ma è ricorso all’uso metodico della tortura e della violenza gratuita, al vero e proprio sadismo fine a sé stesso, interpretando un ruolo che rappresenta tipicamente lo stereotipo dell’ortodossia comunista-marxista.
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Fin dal 1949 il Cominform, da cui Togliatti era interdipendente, considerava i Governi occidentali come non democratici e incostituzionali, nonostante il fatto che tutti fossero stati eletti dalla volontà popolare, attraverso lo strumento del voto, ponendosi alternativamente come rappresentante di tutte le Nazioni, in nome del Comunismo e del marxismo-leninismo. 
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Oggi i comunisti italiani, dopo decenni di ingorda assuefazione all’enorme flusso di denaro che Mosca ha loro prodigato ed elargito, si sono metamorfizzati e rivolti alla esplorazione di panorami allettanti, quali quelli economici, producendosi in tentativi di scalate a Banche e a mercati finanziari.
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Il Dio Denaro è diventato simbiotico con la falce e il martello, condizionando le scelte della politica di Partito.
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Non a caso, la sinistra di Vendola ha permesso che il malaffare, in Puglia, assumesse le sembianze della morte per cancro, ad opera di spietati criminali (quelli dell’ILVA) che hanno letteralmente comprato, a suon di mazzette, il permesso di avvelenare l’intero ecosistema tarantino.
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Il Dio Denaro è colui che permette, con ampia accondiscendenza, di intensificare scambi e rapporti economici con i Principi del terrore e della tortura, e cioè la Cina comunista.
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Il fatto che il Paese del Celeste Impero sviluppi le sue politiche produttive mediante l’impiego di mano d’opera a costo zero, utilizzando schiavi all’interno dei Laogai (i famigerati lager camuffati da fabbriche), e che il ricorso alla tortura e alla pena di morte costituiscano una prassi normale e consolidata, non ha impedito ai Paesi occidentali di partecipare sorridendo alle Olimpiadi di Pechino, con stupefacente meschineria e sprezzo per la vita umana.
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All’apparato comunista è permesso tutto : anche uccidere chi non la pensa come lui…
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Sarà poi compito degli intellettuali sinistroidi che affollano i salotti letterari dare le interpretazioni di quelle realtà che sarebbero, altrimenti, universalmente contestate.
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I comunisti arrivano a giustificare aberrazioni quali, ad esempio, lo sterminio della popolazione tibetana, l’annichilimento della loro etnia, la cancellazione dei monasteri buddisti, delle tradizioni, della lingua, degli usi e dei costumi, la deportazione e la sostituzione dei componenti di interi villaggi con gruppi popolari di razza cinese.
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Tutto ciò accade ancora oggi, in nome del comunismo, mentre il sangue che continua a grondare pare non sortire effetto alcuno nelle coscienze dei popoli occidentali, che anzi continuano ad inneggiare a idoli criminali, a cui vengono intitolate vie e piazze…in un delirio inconcepibile…come se esistessero morti di serie A e vittime di serie B, poco importanti, da non considerare, come quelle sortite dalla devastazione comunista.
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Vittime a cui si tenta di dare un doveroso ricordo, ricordandole, come nel caso delle Foibe, incorrendo però, ancora una volta, nella pervicace campagna d’odio dei comunisti, che vogliono impedire addirittura che se ne parli, come nel caso di Simone Cristicchi, il cantante che ha portato sul palcoscenico un musical sull’Istria, commemorando l’esodo italiano e il dramma delle Foibe.
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Simone Cristicchi è stato pesantemente boicottato e contestato a Firenze e a Roma da gruppi di comunisti che gli hanno anche tagliato le gomme dell’auto, a dimostrazione del fatto che la stupida ottusità a la malafede sono parte integrante del comunismo stesso.
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Tutte queste cose andrebbero raccontate nelle Scuole, per dare alle future generazioni una completezza culturale che prescinda dall’intonare le solite e obsolete canzonette come “Bella ciao”, e che dia loro la possibilità di elaborare una informazione a 360 gradi, prodromica al completamento della fase didattica.
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E’ giunta l’ora di abbattere i falsi miti sostenuti da obsolete cariatidi che offendono il senso comune del pudore, come le targhe delle vie e delle piazze intitolate a Lenin o a Stalin, oppure la martellante campagna a senso unico che prevede il lavaggio del cervello degli studenti, mediante l’imposizione di letture come “Anna Frank”, ignorando, per contro, personaggi come Solzenicyn o Grossman.
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Siamo già oltre il tempo limite nella corsa verso una cultura completa e libera da imposizioni di carattere non oggettivo, e nostri giovani dovrebbero essere messi in condizione di poter studiare diffusamente anche autori e testi che trattino diffusamente degli orrori dei gulag russi e dei laogai cinesi, così come delle efferatezze compiute dai famigerati khmer rossi cambogiani, oppure dei partigiani titini all’epoca delle stragi delle Foibe.
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La disinformazione e la mancanza della cultura storica del nostro passato sono prodromiche all’avanzata di quella barbarie che, nascosta, può riaffiorare e impadronirsi della democrazia e del convivere civile.
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Sul mio sito http://www.autorideldissenso.it troverete gli scrittori che hanno contribuito a squarciare il velo di omertà e di disinformazione con cui i comunisti hanno tentato di occultare le pesanti prove che li inchiodano alle loro responsabilità, rendendo possibile identificare i fautori della falce e martello come nemici dell’umanità stessa.
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Il sito è sempre in aggiornamento, a causa della vastità dei dati contenuti, delle biografie, delle bibliografie, delle immagini e delle recensioni, ma confido di riuscire ad aggiornarlo costantemente nel tempo, per affermare un assioma indiscutibile e irrinunciabile :
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MAI PIU’ COMUNISMI
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Dissenso
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2 commenti:

  1. quanto scrivi è la verità ma è più facile credere alle menzogne indottrinate perché così il cervello riposa in pace.... è faticoso il fardello della verità e nascondersi aiuta a credere che l'ultimo iphone sia la più grande forma di benessere e civiltà, che sfoggiare l'ultimo modello di auto (infinite rate da pagare) significhi essere dei vip....
    Oggi gli eroici partigiani sono gli scribacchini analfabeti che imbrattano carta di prima qualità e che gridano allo scandalo quando un bambino strappa una foglia.....e le pecore che camminano a sinistra sono così buone da condividere il terreno ricco di fresca erbetta ai poveri uccelli migratori stando però attenti che il terreno sia di qualcun altro e non il loro...
    ciao, buon fine settimana

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    1. Purtroppo esiste anche la malafede oltre all'ignoranza, e ciò implica il fatto che l'informazione diventi disinformazione, dissimulazione, falsificazione...e in questo gli intellettualoidi della sinistra sono maestri, colpevolmente consci dei misfatti di cui si rendono, così, complici...

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