La parola Cominform è un acronimo che indica
la contrazione delle parole Communist Information Bureau, ossia Ufficio
di Informazione dei Partiti Comunisti e Laburisti.
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La Iugoslavia fu poi espulsa, nel 1948, a causa del
fatto che il suo leader Tito aderì al Piano Marshall, proposto dagli americani,
contravvenendo alle direttive di Stalin.
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Lo scopo del Cominform era quello di compattare i
vari partiti comunisti intorno alla sfera di influenza dell’Unione Sovietica.
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A tale scopo Mosca ha deviato verso questi partiti
un vero e proprio flusso ininterrotto di denaro, dal 1950 fino al 1991,
consentendo la formazione di un enorme stuolo di burocrati della politica, in
grado di assoldare sicari, di corrompere altri politici, e di mettere in atto
la più enorme e continuativa opera di disinformazione che sia mai stata
compiuta in Occidente.
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Tutto ciò ha consentito a Stalin e alla sua accolita
di farabutti, di compiere nel silenzio più assoluto, caratterizzato da una
diffusa omertà, l’immane carneficina di 85 milioni di persone.
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L’opera di asservimento delle coscienze mediante una campagna disinformativa, mirata alla demolizione delle certezze acquisite, che favorisse lo spostamento verso orizzonti culturali favorevoli alla politica comunista, si palesò con evidenza in occasione dell’espulsione della Iugoslavia dal Cominform.
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L’opera di asservimento delle coscienze mediante una campagna disinformativa, mirata alla demolizione delle certezze acquisite, che favorisse lo spostamento verso orizzonti culturali favorevoli alla politica comunista, si palesò con evidenza in occasione dell’espulsione della Iugoslavia dal Cominform.
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A tale scopo, infatti, il partito comunista del
cosiddetto Territorio libero di Trieste, capeggiato da Vittorio Vidali, iniziò
ad essere finanziato al ritmo di un miliardo di Lire all’anno.
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I comunisti italiani iniziarono così una vera e
propria opera di delegittimazione, insieme ad una campagna denigratoria a largo
raggio, contro i loro ex confratelli comunisti, i disobbedienti di Tito,
accusati di essere spie, assassini, e deviazionisti fascisti.
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Il comando di queste operazioni era presieduto dal
PCI stesso, per mano di uno dei segretari di Togliatti, l’ex numero due del
disciolto Comintern ( in pratica la “Terza Internazionale” o “Internazionale
comunista” ), tale Luigi Amatesi, che aveva sostituito Giuliano Pajetta presso
il Cominform.
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La prassi “disinformativa”, che secondo i piani di
Mosca doveva costituire il punto di partenza da cui iniziare a costruire una
vera e propria base di sovversione in Europa, trovò ampia collaborazione tra i
comunisti italiani, alleati e membri del Cominform, al punto che questi si
prestarono con entusiasmo alla realizzazione di strutture di propaganda, come
ad esempio le radio.
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Collaboravano alla Radio alcune tra le più bieche
figure del comunismo italiano, emigrati in terra Ceca, come ad esempio Giulio
Paggio, capo della “volante rossa” di Milano, la formazione terroristica
comunista.
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In Italia, Paggio, sotto lo pseudonimo di “tenente
Alvaro”, aveva compiuto una serie spaventosa di violenze sfociate in omicidi,
alla guida della famigerata Volante Rossa Martiri Partigiani.
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A Praga, Paggio fu raggiunto poi da un altro
criminale sanguinario, e cioè da Francesco Modanino, un ex partigiano inseguito
da diversi mandati di cattura per gravi fatti di sangue.
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Tutto ciò, naturalmente con il beneplacito di
Togliatti, il criminale comunista che ancora oggi è denominato dai suoi
nostalgici sostenitori con l’appellativo di “Il Migliore”.
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Il fondo di assistenza istituito da Stalin e gestito
dal Cominform, il "COMECON", permise la realizzazione di qualsiasi attività che permettesse
il proliferare della sovversione nel mondo non comunista, e canalizzò gli
improbabili aneliti indipendentisti dei singoli partiti comunisti verso un
disegno globale riconducibile ad un affidamento esclusivo nelle mani di Mosca.
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Il Cominform, quindi, è entrato prepotentemente
nella vita di tutti gli europei, programmando e operando per modificare il
futuro di intere generazioni inconsapevoli, con la complicità dei singoli
partiti comunisti nazionali.
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La devastazione ideologica ha spaziato attraverso
nonni, padri, figli, e nipoti, in un percorso che prevedeva per tutti loro una
totale assuefazione verso la disinformazione sistematica e capillare.
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Da una parte quindi, i singoli rappresentanti comunisti
nei rispettivi Parlamenti nazionali fingevano di interloquire con le
controparti democratiche, palesandosi come alternativa sociale in un contesto
pluralistico, mentre dall’altra ponevano in essere le strategie politiche del
colosso sovietico, diventando di fatto dei veri e propri traditori al soldo di
Mosca.
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Il Cominform e i flussi di denaro che costantemente
da Mosca si sono riversati nelle casse di ogni qualsiasi forma di comunismo
europeo per decenni, ne sono la lampante riprova.
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Il PCI quindi diventa sinonimo di tradimento
dell’Italia stessa e di quei lavoratori e proletari che tanta fiducia avevano
riposto nel cosiddetto Partito dei Lavoratori.
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I rappresentanti che ne hanno guidato il percorso, a
partire dal criminale Togliatti fino a coloro che ne interpretano il retaggio
culturale odierno, nonostante i metamorfismi con i quali tentano di
mimetizzarsi, riconducono in ultima analisi alla genia di coloro che mentono
sapendo di mentire.
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La dichiarata “via italiana al socialismo” decantata
e pubblicizzata dai massimi dirigenti del PCI dopo il 1956, anno in cui fu
sciolto il Comintern dopo il Congresso del PCUS (Partito Comunista dell’Unione
Sovietica), si fonda su radici che assorbono linfa vitale da decenni di
asservimento a Mosca, alimentandosi peraltro con miliardi di dollari del
partner sovietico.
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Certo è che il Cominform non si è mai premurato di
far sapere ai proletari italiani come fossero inique le condizioni di vita
degli operai russi, quando Stalin e il sistema comunista li sottoponeva al lavoro
forzato, al cottimo, ad imposizioni di produzione, a severe punizioni, al
divieto di sciopero, alla privazione della libertà, alla coabitazione coatta, e
per finire alla deportazione e alla fine della loro vita.
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La disinformazione messa in opera dall’organo di stampa
comunista italiano, L’Unità, finanziata anch’essa dai soldi di Mosca, si è ben
guardata dal pubblicizzare i milioni di vittime che trovarono la morte nei
Gulag sovietici.
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Numerosi sono stati infatti i comunisti italiani ed
europei che, dopo essere approdati in terra di Russia attratti dal mito della
società perfetta, e dopo aver constatato quale effettivo fallimento fosse, si
sono lasciati andare a considerazioni critiche che li hanno, di fatto,
condannati al lager o ad una morte immediata.
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Il Cominform, così come il suo
predecessore, il Comintern, è di fatto la più grossa organizzazione criminale
della storia del mondo, pari alla mafia siciliana.
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Appare quanto meno strano che se ne parli così poco
ancora oggi, dopo la “caduta del muro” di Berlino, dopo la fine dell’Urss, e
dopo l’avvento di Internet, fonte inesauribile di informazioni.
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E’ evidente che la macchina disinformativa della
sinistra, forte di un numero rilevante di scribacchini e di pseudo giornalisti,
continua il suo percorso deviazionista nei confronti della verità e della
realtà storica.
Ancora oggi sono sconosciuti ai più i nomi e le identità
di criminali comunisti come Laurent Berja il quale, oltre che a dirigere
spietatamente la polizia di Stalin, si dilettava a torturare, stuprare e
uccidere giovani donne, e a seppellirle nel giardino della sua villetta a due
piani di Mosca, come confermato dal ritrovamento dei numerosi resti umani.
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Durante il suo mandato si rese responsabile di crimini contro la pace e contro l'umanità, genocidio, e di crimini di guerra.
Durante il suo mandato si rese responsabile di crimini contro la pace e contro l'umanità, genocidio, e di crimini di guerra.
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Ancora oggi poche persone possono riconoscere dietro
ad un altro nome, quello di Ezov, colui che interpretò il ruolo di chi fu tra i massimi artefici
del Terrore in Unione Sovietica.
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Durante il periodo in cui Ezov comandava la NKVD, la
famigerata polizia di Stalin, furono uccisi per suo ordine, con un colpo alla
nuca, ben 800.000 persone, mentre altri milioni di sventurati furono deportati
nei campi di lavoro (ma sarebbe bene dire di sterminio) siberiani.
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L’elenco dei criminali comunisti che sono entrati nella lista dei nemici
dell’umanità sarebbe ancora lungo, ma sembra che l’opinione pubblica
occidentale non sia interessata a conoscerli, sprofondata com’è in una sorta di
colpevole oblio.
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Il Cominform è alla base di questa mancanza di
informazione, poiché ha operato per lunghi anni, complice l’intellighenzia
sinistroide europea, in un percorso che contrapponeva la propensione ideologica
verso un Partito comunista unico sovranazionale come Stato guida, a quella
capitalista, imperialista e coloniale.
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Ancora oggi nelle scuole c’è una informazione insufficiente
sull’argomento, a causa dell’egemonia che le sinistre hanno radicato nella
sfera culturale e intellettuale, a scapito di una coerente e obiettiva
indicazione della realtà storica.
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Il silenzio è complice della disinformazione, e
rappresenta uno dei modus operandi adottato dai polimorfisti dell’informazione,
che manipolano a loro piacimento gli orientamenti popolari di tipo
intellettuale.
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Lo prova il fatto che mentre l’acronimo "SS", relativo
alle truppe di assalto hitleriane, è conosciuto in ogni angolo del globo, così
come la "Gestapo", la famigerata polizia nazista, per contro, il Comintern e il
Cominform sono pressoché sconosciuti alle masse.
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E’ quindi ben delineato il quadro generale costruito
ad arte dallo stuolo di disinformatori al soldo di Mosca, con la complicità e
la compiacenza dei quadri direttivi comunisti dei Paesi occidentali, Italia in
primis.
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L’estremizzazione della verità comporta sempre
estreme conseguenze, soprattutto tra coloro che guardano al futuro con impeti
di parossismo ideologico, fuorviati dall’assolutismo dell’informazione.
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Dalla visione oramai stereotipata di un comunismo
all’italiana, che coincide con quella di un vassallo delle politiche
sovietiche, asservito ed alimentato da decine di miliardi delle vecchie lire, come
si evince dagli incartamenti esaminati all’apertura degli archivi segreti
moscoviti, nasce e si sviluppa la convinzione tra le masse popolari che
l’eventualità di una “riscossa rivoluzionaria” non sia poi così improbabile.
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A tale scopo, e con la compiacenza dei dirigenti del
PCI, nacquero in Italia alcune organizzazioni che non facevano certamente
mistero dei loro aneliti sovversivi, e che spaziavano dall’auspicio che si
ricorresse alla lotta armata, fino alla ricerca di metodi di lotta che
potessero ricondurre incondizionatamente alla dittatura del proletariato.
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Dai fermenti popolari del ’68 trassero linfa vitale
nuove organizzazioni extraparlamentari, come Avanguardia Operaia, Potere
Operaio, e Unione dei Comunisti marxisti-leninisti, accomunati da concetti come
l’autoritarismo e il rifiuto di delegare il potere a strati della società che
non fossero appartenenti al proletariato e alla classe operaia, uniti nel
combattere il capitalismo.
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La responsabilità delle sinistre italiane, a tal
proposito è gravissima, proprio per il loro ruolo svolto in decenni di
colpevole mistificazione.
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I loro discendenti, oggi metamorfizzati e celati
agli occhi di chi non vuole vedere, sono integrati nel sistema di caste della
politica che li vede bearsi di tutti quei benefìci vergognosi e indegni che
caratterizzano il panorama generale e omogeneo della politica stessa.
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I cultori delle prerogative culturali legate al
mondo comunista, ancora oggi costituiscono un pericolo per la società civile,
vista la determinazione con cui, per decenni, hanno condizionato e modificato
la verità dello scibile ad ogni livello della
società.
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Il cancro comunista ha prodotto delle metastasi che
si sono diffuse in tutto l’organismo societario, in un crescendo sempre più
nefasto e deleterio.
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Al culmine del parossismo ideologico, il Cominform
ha provocato seri e devastanti squilibri, che partendo dalle iniziali proteste
di piazza indotte, e dalle agitazioni operaie e studentesche pilotate, sono poi
sfociate nel ricorso alla lotta armata delle frange più estremiste e
oltranziste, come ad esempio le Brigate Rosse.
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L’apparato intellettualoide che ha fiancheggiato il
percorso di asservimento delle coscienze compiuto dal Cominform, è stato
fondamentale per assicurare ai dirigenti comunisti una sorta di verginità
ideologica nei confronti di chi li avesse sospettati di collusione col mostro
sovietico.
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Chiudo questa carrellata informativa su cosa sia
stato effettivamente il Cominform, auspicando che presto si prenda coscienza
universalmente del fatto che nascondere la verità non serve a cancellarla,
poiché comunque, prima o poi, viene sempre fuori.
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A proposito della verità, cito al riguardo un
aforisma di Albert Einstein :
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“E’ difficile sapere cosa sia la verità, ma a
volte è molto facile riconoscere una falsità.”
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Dissenso
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Non avevo mai letto o sentito nominare il COMINFORM. Mi domando come mai in paesi come l' Italia, dove ha quasi sempre governato la destra, sia rimasta un'egemonia culturale dell'altra sponda che ha permesso di nascondere tali nefandezze. Probabilmente anche all'altro "blocco" non interessava e non interessa oggi far sapere la verità
RispondiEliminaCi tengo a precisare che ho solamente la seconda Elementare
RispondiEliminae poca dimestichezza con le parole
scrivo quello che penso
senza pretese cerco di raccontare le esperienze fatte
nell'arco della mia vita
giuste o sbagliate che siano
ripudiando ogni forma di violenza
in quanto alla Storia io lo appresa dal libro della vita
Cercando di descriverla con le parole di un ignorante
verità semplici non le verità taroccate dei Politologi
che scrivendo falsità nascondono i fatti realmente accaduti
creando ignoranza.
Come possono raccontare la realtà che in gran parte non anno vissuto col sentito dire ?
come avveniva nei racconti degli Eroi della Mitologia man mano che venivano raccontate
si amplificavano da sembrare novelle più che Storia da tramandare ai posteri.
Per quanto riguarda la Storia potreste chiedere ai sopravissuti del ( ventennio fascista e della seconda Guerra Mondiale )
confrontando lo scritto col raccontato
conoscereste la vera Storia vissuta dal Popolo
un consiglio ricercatela nel basso ceto sarà la più vicina alla realtà .
Altrimenti dalle Falsità verrà scritta una nuova ODISSEA
per questo io bandisco la falsità ,, crea solo ignoranza,, l’ignoranza crea violenza,, e danni al Popolo. VITTORIO
Bello il commento di Vittorio. condivido.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il post mi viene da dire: meno male che è finito l'impero sovietico, peccato che esista ancora l'impero statunitense. Perchè mi pare doveroso, per completezza di informazione, che dei due blocchi che si sono dati battaglia con ogni mezzo dal dopoguerra ad oggi, quello che ha stravinto è quello capitalista/statunitense.
Perché ha saputo usare meglio i medesimi mezzi (leggi attentati, leggi omicidi, leggi lavaggio del cervello di intere generazioni).
Cosa volete che sia Radio Praga in confronto ad Hollywood???
Volete mettere il lavaggio del cervello che ci siamo sorbiti e ci sorbiamo da parte degli yankee...
Caro Cangiando, vedo che non pensi minimamente agli 85 milioni di morti causati dal Comunismo, ma ti scagli subito contro l'America...sono due cose diverse. Io contrariamente a te, non ho il paraocchi, e non dico che l'America non sia coinvolta in aberranti politiche di conquista, ma ciò non toglie che il comunismo sia un male assoluto. Cerca di essere obiettivo e di accettare il fatto che la disinformazione operata dal Comintern sia una realtà.
RispondiEliminaQuando farò un post contro le politiche espansionistiche ed egemoniche americane, sarà un altro discorso.
Dissenso
come in tutte le ideologie si è finito per stravolgere i buoni propositi iniziali. ciao
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaEgregio Sig. Emanuele Bartoli,
Eliminapersone come lei, con la loro borghesotta, sempliciotta e stupida ignoranza
sono uno spreco di aria respirabile, risorse e spazio vitale che andrebbe espulso dal corpo della società in quanto ASSOLUTAMENTE INUTILE.
LE ORDINIAMO di rimuoversi IMMEDIATAMENTE dai 'followers and friends' del nostro blog PALAESTINA FELIX che é un Blog ANTIBORGHESE, ANTI-IMPERIALISTA, ANTI-ATLANTICO, ANTI-ANGLOSASSONE, ANTI-SIONISTA, EURASIATICO, SOCIALISTA, AMICO DELL'IRAN, AMMIRATORE DI LENIN, STALIN E DI MAO.
La prova provata che lei sia un totale e irrecuperabile IDIOTA sta nel fatto che lei NON SE NE SIA RESO CONTO e SI SIA ISCRITTO LO STESSO, dimostrando così di NON AVERE GLI STRUMENTI MENTALI per capire il nostro messaggio politico e sociale.
Lei fa pietà, anzi, fa proprio cagare!
La Redazione di "Palaestina Felix".
Quello che hanno fatto con il fascismo avrebbero dovuto farlo con il comunismo e vietare la costituzione di un partito comunista italiano, ma putroppo degni eredi dei comunisti russi i nostri comunisti hanno innescato e vinto la guerra civile italiana.
RispondiEliminaI morti della guerra del Duce furono una goccia di acqua nel mare in confronto a quella guerra civile di cui dobbiamo ringraziare principalmente comunisti e partigiani.
A guerra finita L'italia era ancora fascita e fu principalmente per questo motivo se nelle istituzioni italiane non riuscirono ad andare oltre lo stemma del Pentacolo-ruota-dentata comune a tutti i regimi comunisti .
Credo proprio che la storia andrebbe completamente riscritta in favore del fascismo,
tanto per fare un paragone con il comunismo, durante il ventennio fascista causa la politica demografica del Duce la popolazione italiana aumento di oltre 32 milioni di individui, e nonostante le inique misure delle nazioni contro l'italia fascista le condizioni di vita migliorarono per tutti gli italiani.
In Russia invece fu introdotta la persecuzione e la carestia come mezzo di persuasione di massa, i contadini erano considerati capitalisti a cui togliere ogni cosa e non una ricchezza della nazione.
Da noi sono ancora rimaste le massime del duce sulla terra e i lavoratori della terra.
In conclusione non si può fare un paragone tra il Fascismo e il comunismo non esistono le basi per mettere insieme Caino e Abele, infatti non sono nemmeno figli dello stesso padre.