domenica 7 ottobre 2018

CRIMINALE COMUNISTA : GIANGIACOMO FELTRINELLI

Giangiacomo Feltrinelli
(Milano, 1 giugno 1926  -  Segrate, 14 marzo 1972)
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Giangiacomo Feltrinelli è stato un editore, fondatore della omonima Casa editrice ma anche dei GAP (Gruppi d’Azione Partigiana) una formazione armata comunista, oltre che un terrorista.
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La moglie Inge, consapevole delle attività eversive del marito, disse di lui :
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Aveva capito che non avrebbe cambiato il mondo con il libri, o l’avrebbe cambiato troppo lentamente”.
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Lo scopo eversivo di questo personaggio è palesato infatti dalle sue stesse azioni di marxista rivoluzionario, sia come fondatore dei GAP e fautore della violenza marxista e guevarista, che come attuatore delle politiche che, rifacendosi alle sanguinarie prepotenze partigiane, produssero sangue e disperazione nell’Italia democratica del dopoguerra.
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Lo stesso Feltrinelli, a conferma del suo “status” di terrorista, morì durante la preparazione di un attentato ad un traliccio dell’Enel con il nome di battaglia di “Osvaldo”.
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Il suo complice nell’attentato fu Ernesto Grassi, un appartenente ai GAP, con il nome di battaglia di “Gunter”, il quale fu successivamente interrogato da elementi delle Brigate Rosse che indagarono sulla vicenda.
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L’interrogatorio fu registrato su un nastro magnetico che fu poi ritrovato nel covo brigatista e il cui ascolto confermò la tesi dei Carabinieri, secondo cui l’editore terrorista sarebbe rimasto vittima del suo stesso tentativo di attentato.
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La voce di “Gunter”, infatti, affermava :
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All'inizio Osvaldo ha i candelotti di dinamite (della carica che serviva a far saltare il longherone centrale) in mezzo alle gambe... Si trova impacciato nella posizione, impreca. Sposta i candelotti, probabilmente sotto la gamba sinistra e, seduto con i candelotti sotto la gamba, in modo che li tiene fermi, sembra che prepari l'innesco, cioè il congegno di scoppio. È in questo momento che quello a mezz'aria sul traliccio sente uno scoppio fortissimo. Guarda verso l'alto e non vede nulla. Guarda verso il basso e vede Osvaldo a terra, rotolante. La sua impressione immediata è che abbia perso entrambe le gambe. Va da lui immediatamente e gli dice: "Osvaldo, Osvaldo ...". Non c'è ... è scoppiato ...
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Il cadavere dell'editore ai piedi del traliccio che voleva far esplodere
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Ricordo a chi legge che un movimento rivoluzionario, per definirsi tale, si deve ammantare della condiscendenza e dell’approvazione popolare, raccogliendo consensi per un operato che anima gli ideali dei suoi appartenenti, per non scadere in terrorismo e violenza settaria, particolare questo che identifica esattamente le azioni di Feltrinelli e dei Gap, delle Brigate Rosse o di Lotta Continua, e di tutti i gruppuscoli armati di ispirazione marxista-leninista o anarcoide presenti in Italia nel dopoguerra.
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Come a ricalcare un triste stereotipo già troppe volte visto nel corso di dittature rosse, le azioni compiute dai terroristi comunisti hanno come filo conduttore la violenza, cieca e irrazionale, volta solo alla coercizione di chiunque non sia allineato al pensiero marxista.
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Sono questi gli ideali marxisti dell’editore che finanziava il P.C.I. del dopoguerra, amico di Fidel Castro e innamorato della guerriglia, e ambiguamente quanto intimamente legato alle tristemente famose vicende dell’Italia di piombo.
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Giangiacomo Feltrinelli e Fidel Castro
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Feltrinelli viene dipinto, sia dalla moglie che dall’intera sinistra, come un idealista “rivoluzionario” che amava l’Italia e il popolo, ma i fatti raccontano una storia diversa, fatta di formazioni armate, di attentati, e di sangue, in pratica gli assiomi predeterminati dalla violenza marxista, cui l’editore era assuefatto in maniera totale.
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Sfatiamo dunque il falso mito di un Feltrinelli geniale e ammantato da un’indole rivoluzionaria, e confermiamo invece la cruda realtà che lo vede interpretare il ruolo di becero terrorista, come conferma anche la situazione nella quale egli stesso ha trovato la morte per sua stessa mano durante la preparazione di un ordigno esplosivo in un attentato.
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Feltrinelli è stato colui che si è impegnato economicamente, moralmente, e ideologicamente per importare in Italia i modelli di guerriglia castristi e guevaristi, finanziando gruppi armati e sostenendoli fornendo loro gli armamenti necessari, grazie anche alla collaborazione dei servizi segreti cecoslovacchi e russi, come comprovato dalle indagini su di lui.
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L’editore milanese è stato l’astro nascente di marxismo eversivo italiano nel panorama del nascente terrorismo che avrebbe condotto a stragi, sangue, e disperazione su tutto il territorio nazionale.
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La sua attività clandestina denota non una fierezza d’animo che talvolta si riscontra nell’indole rivoluzionaria di personaggi che lottano contro la tirannia, ma una spiccata e subdola vigliaccheria con cui operava perseguendo finalità antidemocratiche.
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La sua delirante creazione, quella dei GAP (Gruppi di Azione Partigiana), era una formazione paramilitare armata, che a guerra finita, in pieno assetto democratico e parlamentare, ne voleva sovvertire l’ordine con l’uso della violenza e delle bombe.
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Criminali comunisti delle BR al processo Gap-Feltrinelli
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Feltrinelli è il tipico personaggio criminale su cui le sinistre hanno ricamato, grazie ad apparato disinformativo sempre pronto a mistificare la realtà dei fatti, la pseudo leggenda del rivoluzionario da ammirare comunque, a prescindere dalla sua schizofrenica condizione di aspirante guerrigliero e bombarolo.
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Dietro ai movimenti paramilitari dell’editore terrorista c’era un universo di collusioni che, passando per i servizi segreti cubani, russi, e cecoslovacchi, riconducevano a vecchi schemi collaudati e tipici di un becero Partito Comunista, il quale nella sua incessante esigenza di imporsi tentava di riproporre, anche con l’uso della coercizione, il modello stalinista e comunista.
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Feltrinelli era ricchissimo di famiglia, e per questo la sua dimensione politica all’interno del PCI è sempre stata sia sotto un costante esame che oggetto di diffidenza, al punto che nel 1958 l’editore venne praticamente estromesso dal Partito e si dichiarò appartenente alla sinistra universale rivoluzionaria che si riconosceva nelle guerre di liberazione del sudamerica e del Terzo mondo.
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Feltrinelli diventò quindi il simbolo di una sorta di “rivoluzione permanente”, apocalittica, che esaltava il libretto rosso di Mao, l’orazione funebre per Che Guevara, i discorsi di Ho Chi Min e gli scritti del Capitale di Marx.
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L’ingresso nella clandestinità segnò il confine che lo porrà da quel momento in poi tra coloro che, rifiutando la società e la democrazia, ne volevano annichilire la stessa essenza.
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Il delirio totale di Feltrinelli e dei suoi seguaci era simile a quello di una setta sanguinaria, nei cui raduni clandestini si vagheggiava di tritolo, di vigilia rivoluzionaria, di vigilanza antifascista, di resistenza.
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I mezzi espressivi di Feltrinelli diventarono non più i libri, ma i bottiglioni di benzina e le scatole di pelati piene di esplosivo, i sabotaggi, le armi, il furore cieco, incontrollato, devastante.
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Il suo stesso odio per la società sarà poi il boia che metterà fine alla sua esistenza.
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Una morte che, obiettivamente, renderà il mondo migliore, senza di lui …
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Dissenso
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