Qualche
giorno fa ho potuto constatare personalmente il livello di indifferenza e di
impreparazione culturale verso il comunismo che contraddistingue i movimenti
politici italiani legati alla destra radicale, e cioè Forza Nuova e Casa Pound.
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Alcune
note stonate del loro incedere non propriamente culturale, ma imperniate anzi
su frettolose analisi che non tengono conto delle origini tradizionali del
pensiero anticomunista, li collocano su posizioni inaccettabili per chi
effettivamente si pone alla destra del panorama politico.
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L’anticomunismo,
che dovrebbe appartenere ad un retaggio culturale da cui scaturisce ogni altra
divagazione prospettica, è praticamente ignorato e disattende qualunque
aspettativa che ne possa produrre un incremento.
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Ho
constatato in prima persona, ad esempio, che alla dirigenza di Forza Nuova non
interessa minimamente condurre politiche di divulgazione che interpretino un
pensiero anticomunista, poiché tale argomento non solo non è considerato
prioritario ma anzi viene etichettato come obsoleto e non degno di attenzione.
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Casa
Pound dal canto suo tende al superamento dei conflitti fra destra e sinistra, e
queste tesi sono rafforzate dalla convinzione che non esista più un pericolo
per la democrazia come quello che sussisteva all’epoca di Stalin, ma gli
intellettuali di entrambi gli schieramenti di destra dimenticano che il
comunismo è comunque vivo e vegeto, anche se metamorfizzato nelle sue diverse
emanazioni prospettiche.
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E’
sufficiente constatare quanto sia devastante il comunismo cinese, che ha tratto
linfa vitale dalla copulazione con un capitalismo precedentemente considerato il
nemico numero uno, oppure quello russo, nel quale gli eredi del KGB si sono
alleati con le mafie costituendo una immensa associazione a delinquere
comandata dal loro alfiere Vladimir Putin, a sua volta ex colonnello dei
servizi segreti sovietici.
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Entrambi
i gruppi esprimono anche un deciso compiacimento verso le politiche
palestinesi, senza tenere conto, forse per ignoranza, che le organizzazioni
terroristiche come la OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina)
sono di matrice marxista e sono sempre state finanziate, guarda caso, da Mosca.
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Inoltre
il terrorismo comunista italiano del secolo scorso, rappresentato dalle Brigate Rosse, era legato
a filo doppio proprio con la OLP, il cui operato sul nostro territorio sembra coincidere con stragi come quella
avvenuta alla stazione di Bologna nel 1980.
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Anche
in questo caso quindi la confusione ideologica appare enorme, in un turbinio di
contraddizioni che produce e consolida malcelate espressioni di consenso verso
il terrorismo islamico di ispirazione marxista.
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Il
paradosso è costituito dal fatto che, contemporaneamente, si manifesta nei gruppi della destra italiana una
decisa ostilità verso l’immigrazione, soprattutto se islamica, e verso il
proliferare dei luoghi di culto come le moschee.
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L’odio
verso Israele vince quindi contro ogni logica e ogni razionalismo, avvelenando l’ideologia
di riferimento e producendo un ossimoro dalle caratteristiche indefinibili e
indecifrabili.
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La
mancanza di preparazione culturale porta la destra a non riconoscere più le
origini del Male assoluto, e a considerare con bonomia gli eredi di un bolscevismo metamorfizzato come ad esempio Putin,
indicandolo a gran voce come esempio di nazionalismo da seguire e da imitare.
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Si
confondono le finalità di intento e si stravolgono i ruoli, senza distinguere
la differenza che esiste fra un acceso nazionalismo e il voler spadroneggiare
in casa d’altri.
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E’
il caso proprio del tanto osannato Putin che in nome di un supposto
nazionalismo ha occupato militarmente i territori della Cecenia, radendo al
suolo intere città e compiendo massacri epocali sulla popolazione civile.
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Caricatura di Putin |
Questa
forma di “nazionalismo” cui la destra guarda con aperta condiscendenza ha
prodotto un numero enorme di stupri, di mutilazioni, di stragi, di torture, e
di efferatezze, annichilendo interi strati sociali e riducendo in schiavitù la
popolazione residente.
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Tutto
ciò è stato ampiamente documentato sia da Anna Politkovskaja attraverso la
pubblicazione di numerosi libri sull’argomento, che da Natalja Estemirova con i
suoi articoli, entrambe giornaliste del periodico indipendente moscovita Novaja
Gazeta.
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Per questa opera di informazione che ha squarciato il velo omertoso e criminale dell'apparato militare di Putin, mettendo a nudo le precise responsabilità del Cremlino nei massacri della popolazione, le due coraggiose giornaliste hanno pagato con la vita, uccise appunto dai sicari del nuovo Zar di Mosca, Vladimir Putin.
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Le
nefandezze di Putin, camuffate da impeto nazionalista, si sono ampiamente
palesate anche non solo nei reiterati tentativi di impossessarsi militarmente
della Georgia, ma anche nel vero e proprio violento assalto all’Ucraina, della quale ha
già prepotentemente fagocitato la penisola di Crimea.
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A
causa della sua imponente opera di russificazione dei territori, metodo tra
l’altro già sperimentato dall’Unione sovietica nei Paesi baltici dopo
l’invasione degli stessi e successiva al trattato Molotov-Ribbentropp, Putin ha
compromesso gli equilibri sociali in Crimea, creando i presupposti per una significativa destabilizzazione dell'opinione pubblica, grazie alla quale ha potuto
intervenire militarmente su quei territori.
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Il
leader di Forza Nuova, Roberto Fiore, ha apertamente affermato che Putin è da
considerare un vero e proprio garante della pax romana, dimostrando così di
cadere in uno svarione culturale dai toni imbarazzanti.
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Come
si sa, o si dovrebbe sapere, la pax romana rappresenta il periodo di Pace
offerto dall’Impero romano all’interno dei suoi smisurati confini.
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In
pratica era l’imposizione del proprio dominio sulle singole identità socio
culturali ed etniche fagocitate mediante l’uso della forza, comprendente il
controllo totale sulle risorse economiche e territoriali.
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Ogni
allargamento dei confini rientrava in questa specifica stabilità, conglobando
le nuove conquiste in una Amministrazione di regime che ne costituiva
l’orgoglio romano.
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Secondo
le dichiarazioni del leader di Forza Nuova, Putin avrebbe quindi il diritto di colonizzare nuovi territori, strappandoli alle loro prerogative
etniche, religiose, sociali, o politiche, perché ciò giustificherebbe la
pianificazione di un livellamento tale da essere paragonato alla Pax romana, come sembra in effetti essere il paventato piano di espansione russo denominato Eurasiatismo.
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Prima
il bastone e poi la carota ?
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E’
questo il nazionalismo che tanto piace alle destre ?
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La
violenza e la potenza di fuoco di Putin sono dunque un punto di riferimento?
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Anche
Matteo Salvini ha le idee un po’ confuse riguardo al tema del nazionalismo,
come comprovano le sue aperte dichiarazioni di simpatia verso l’oligarca russo
che, come già detto, è un ex colonnello del KGB.
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Ricordo a chi legge che al momento della caduta del Muro di Berlino, nel 1989, Putin era di stanza proprio a Berlino con il grado di tenente-colonnello ed era fra quelli che ordinavano di aprire il fuco contro chi tentava di scappare dal comunismo.
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Si
continua a rifiutare l’anticomunismo come argomento noioso e appartenente ad un
passato da dimenticare, senza tenere conto del fatto che non ci può essere
futuro senza aver prima esaminato i fatti trascorsi, e senza che una memoria
oggettiva e condivisa ne possa delimitare le prerogative, gli aspetti, gli
orrori, le glorie, e tutto ciò che poi ci ha condotto nel presente.
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Non
si possono ignorare i cento milioni di vittime prodotte dal comunismo, ma anzi
occorre celebrarne puntualmente il ricordo, additando al disprezzo comune i
loro carnefici.
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Il
comportamento omissivo di Forza Nuova, ma non solo, nei confronti
dell’anticomunismo va contro gli ideali stessi della destra e disattende quei
sentimenti di cameratismo che unisce tutti coloro che fino ad oggi vi si sono
riconosciuti opponendosi all’avanzata del comunismo.
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Tra
l’altro, è facilmente constatabile dalle cronache quotidiane degli avvenimenti
recenti, come siano proprio i comunisti ad impedire agli oratori di Forza Nuova l’accesso alle Piazze da cui
questi vorrebbero parlare ai Cittadini, e come gli scontri e i disordini
scatenati dai comunisti dei centri sociali rappresentino la regola, nel tentativo
riuscito di non permettere la diffusione del messaggio politico da parte di
Forza Nuova.
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Non
è sufficiente fare qualche saluto romano e proclamare un viscerale odio contro
gli ebrei, così come non basta indossare magliette che riportano scritte del ventennio
oppure chiamarsi l’un l’altro con il vezzeggiativo di camerata, per potersi
dichiarare appartenenti ad una posizione politica ben delineata.
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Occorre
invece e prima di tutto completare un percorso di formazione politica e
culturale, che comprenda un anticomunismo prodromico ad evoluzioni
intellettuali tese ad una lotta senza quartiere contro il nemico marxista, e
alla diffusione endemica e capillare dei valori della destra tradizionale,
tralasciando manifestazioni di facile goliardia e dal sapore squisitamente
nostalgico.
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Ho
accertato che l’attuale gotha intellettuale di Casa Pound esprime anche
apprezzamenti verso alcune figure di riferimento che mi hanno lasciato alquanto
perplesso, come ad esempio quella di Pier Paolo Pasolini oppure di Ernesto Che
Guevara, il famigerato “Che”.
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Ricordo a chi legge che il primo era un pedofilo, e con
tale espressione intendo proprio un personaggio che trae piacere nel
rapportarsi carnalmente e sessualmente con ragazzini minorenni.
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Sul
corpo di Pasolini, che fra l’altro è da sempre una delle icone della sinistra,
fu eseguita l’autopsia in seguito al delitto in cui perse la vita, e gli fu
trovato nello stomaco lo sperma del suo assassino, un ragazzino, appunto,
minorenne.
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Questa prova inoppugnabile dovrebbe essere sufficiente a catalogarlo come pedofilo, e non come punto di riferimento intellettuale.
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Il pedofilo marxista Pier Paolo Pasolini |
Pasolini,
inoltre ha sempre manifestato una profondità di pensiero nettamente
antifascista, ma alcune interpretazioni decontestualizzate ne vorrebbero
attribuire invece una collocazione non coerente e in antitesi con la realtà
oggettiva, strumentalizzandone alcuni aspetti.
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Ernesto
Che Guevara invece, viene spesso presentato e mitizzato come un esempio di
rivoluzionario ed eroico guerrigliero, nonostante il fatto che fosse in realtà
un comunista sadico e torturatore di innocenti, come dimostrano gli studi
storici sull’argomento.
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Idealizzato
come “poeta rivoluzionario” o come “eroico medico idealista” il “Che” si è reso
invece responsabile di numerosi massacri di civili innocenti, non solo in sud
America, ma anche in Algeria, come complice del dittatore marxista Laurent Desirè Kabila.
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La
sua immagine riportata su milioni di magliette ha costituito un importante risvolto
commerciale, poiché a riprova del fatto che “la madre degli imbecilli è
sempre incinta”, è stata indossata come simbolo nel corso di manifestazioni
“contro la guerra”, in un vero e proprio percorso di falsità storica e ideologica
in cui pare, appunto, siano caduti anche gli intellettuali della destra più radicale.
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Ribadisco
che è l’ignoranza, unita alla rinuncia di operare un serio anticomunismo, a
produrre deviazioni paradossali come queste, insieme alla evidente miopia di
chi si erge, erroneamente, a paladino della destra.
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Avere
gli stessi punti di riferimento sbandierati dalle sinistre e subordinarne la
politica, esprime una ambiguità di palese entità, in cui le prerogative
ideologiche identitarie risultano essere seriamente compromesse e prodromiche
ad una inevitabile implosione.
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Lo
scarso consenso popolare, del resto, sancisce già una condanna verso chi
dimostra una evidente incapacità di affermare valori di riferimento adeguati,
univoci e scevri da contaminazioni.
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Inoltre
il fatto che le politiche di diffusione culturale imperniate sull’anticomunismo
non solo NON siano diffuse capillarmente e con costante frequenza ma anzi siano
proprio assenti e rifiutate dal gotha intellettuale che ne gestisce l’essenza e
il proselitismo, la dice lunga sulla incapacità di chi si propone come
alternativa sociale senza avere né la capacità didattica né una decisa volontà
propositiva di affermarne l’importanza.
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Tutto
ciò appare caratteristico di un modus operandi che rivela i suoi limiti e che
contraddistingue una modalità esistenziale succube di involuzioni pseudo
culturali e stereotipate, le quali non prevedono approfondimenti o
contraddittori, oppure analisi socio politiche, ma solo la supina e forzosa
approvazione dogmatica imposta come dictat da una ristretta elite di
riferimento.
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La
manifesta idiosincrasia verso un anticomunismo che dovrebbe invece essere un
valore di riferimento primario nelle politiche delle destre, pone interrogativi
sulla identità stessa di chi dovrebbe rappresentarne il baluardo, la memoria
storica, e l’ergersi a paladino come cardine e punto fermo.
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Ho
presentato i miei lavori al gruppo dirigente di Forza Nuova, certo del fatto
che avrebbe quanto meno considerato l’ipotesi di leggerne e di discuterne il
contenuto.
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Con
mia grande sorpresa ho potuto constatare, invece, fin da subito, che una vera e
propria repulsione per gli argomenti in oggetto era insita e radicata proprio
negli elementi messi a capo della sezione locale, i quali senza esitare hanno
espresso il loro rifiuto di approcciarsi al tema dell’anticomunismo,
considerato non prioritario e lontano nel tempo, in quanto appartenente al passato
(parole testuali).
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Una
strana incongruenza per chi pone al centro del proprio impianto strutturale una
assioma che inneggia a Dio, Patria, e Famiglia e cioè a tutto ciò che è
direttamente minacciato proprio dal nemico storico di tutto ciò : il comunismo
!
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Il
pressapochismo intellettuale si rivela anche in manifestazioni di folclore
antisemita, che mirano a rafforzare una alternanza di interazioni concatenate,
come l’odio razzista per gli ebrei da un lato, e l’aperta condiscendenza verso
i suoi antagonisti naturali, e cioè i palestinesi.
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Non
è contemplato che si possa considerare lo Stato di Israele come un avamposto
occidentale in territorio islamico-marxista, e nemmeno che lo si possa definire
come l’unico baluardo che si interpone fra la civiltà e l’orrore manifestato dall’integralismo, e nonostante il fatto che si sappia benissimo che gli alunni
delle classi elementari palestinesi vengano cresciuti nelle scuole coraniche in
cui si insegna a odiare gli occidentali in quanto “infedeli”.
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Tutti
conosciamo il ruolo monopolizzatore interpretato dagli appartenenti al
famigerato Club Bielderberg, in cui si decidono a tavolino le strategie
economiche che coinvolgono milioni di persone, e sappiamo anche che i mercati
finanziari internazionali sono da sempre ostaggio dei personaggi di origine
ebraica come i Rockefeller o i Rotschild ma non per questo occorre pregiudicare i
princìpi e i valori che caratterizzano la civiltà democratica.
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Sarebbe
come mettere alla gogna le popolazioni di etnia russa in quanto connazionali di
Stalin e dei gerarchi comunisti dell’era sovietica.
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Questa
facile equazione indurrebbe a considerare nazista tutto il popolo tedesco,
oppure fascista quello italiano, generando un flusso di odio etnico e razziale
come quello che contraddistingue l’antisemitismo.
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Oggi
sappiamo che i poteri economici “forti” hanno stretto un patto scellerato con
il marxismo ed è questa la vera responsabilità che occorre imputare ai
banchieri ebraici di spessore internazionale, non l’odio irrazionale rivolto
all’etnia ebraica in quanto tale.
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Il
globalismo va combattuto con la forza del ragionamento e della razionalità,
iniziando dai princìpi fondamentali che si oppongono culturalmente alla sua
diffusione, consistenti innanzitutto in un costante e coerente anticomunismo.
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Una
capillare diffusione culturale dei contenuti cardine di un serio anticomunismo
permetterebbe alle masse di sapere che oltre la metà dell’apparato comunista
sovietico era composto da ebrei, così come i maggiori criminali sanguinari
che seminarono morte e terrore, non solo in Russia ma in tutta l’Europa del’est.
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Il
non sapere significa essere ignoranti e conduce verso manifestazioni che
esprimono limiti assolutamente imprevedibili, poiché si alimentano di
divagazioni che sfuggono alla razionalità e alla conoscenza.
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La
didattica rappresenta solo il momento finale di un percorso intellettuale e di
un completo assorbimento culturale, e consente di diffondere la conoscenza
storica padroneggiandola in maniera oggettiva.
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E’
sufficiente osservare come le sinistre abbiano falsificato tale percorso per
decine di anni, proponendo una versione non veritiera della Storia,
manipolandola a proprio uso e consumo.
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La
Destra non deve fare la stessa cosa.
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E’
sufficiente raccontare la verità, sapendo che essa è tutta racchiusa
nell’anticomunismo, e permettere che le masse assorbano gli elementi cognitivi
precedentemente nascosti o mistificati.
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Solo
così le destre, oramai impelagate in un miscuglio eterogeneo e melmoso di
contaminazioni ideologiche, riusciranno a non implodere e a non diventare esse stesse la causa della loro estinzione.
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Dissenso
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