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Vorrei segnalare, a chi ancora non lo conoscesse, lo scrittore polacco Gustaw Herling, autore del famoso libro :
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Un mondo a parte
”, scritto nel 1950, e pubblicato l’anno successivo da un editore londinese, in un periodo in cui ancora erano lontani
Arcipelago Gulag di Aleksandr Solzenicyn e I racconti della Kolyma di Varlam Salamov.
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Il libro ebbe molto successo sia a Londra che in Francia, dal punto di vista letterario, ma accolto con sospetto da alcuni recensori riguardo alla veridicità della descrizione dei campi di concentramento sovietici.
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Intervenne in sua difesa il famoso scrittore Albert Camuse, che ne perorò inutilmente la causa.
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Basta pensare, per rendersi conto di come gli intellettuali avessero eretto un muro invalicabile, chiuso agli autori del dissenso sovietico, a come Sartre si ponesse di fronte a queste realtà.
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Egli sosteneva nella famosa polemica con Camuse a proposito dei campi di concentramento :
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“Anche se tali campi esistessero, non dovremmo parlarne o scriverne, per non togliere la speranza ai lavoratori di Billancourt”.
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L’evento che aprì finalmente una breccia nella intelligencija filocomunista francese fu l’intervento proprio di un russo, che dissipò ogni dubbio : Aleksandr Solzenicyn.
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In Polonia il libro rimase in testa per molto tempo nella classifica dei libri proibiti, e il cognome dell’autore fu cancellato dal quadro della letteratura polacca.
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Le copie di “Un mondo a parte” importate dall’estero venivano confiscate alla frontiera dai doganieri polacchi, e fu proibito citare sulla carta stampata il nome di Gustaw Herling.
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Iniziarono così a diffondersi, tramite i movimenti di opposizione, le edizioni clandestine, soprattutto con il metodo delle fotocopie.
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Per uscire da questo sistema di esistenza illegale l’autore dovette quindi attendere la caduta del comunismo.
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A Varsavia fu pubblicato nel 1990 e in breve tempo raggiunse la tiratura di 300.000 copie.
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Fu poi tradotto dal russo e pubblicato a Londra e a Mosca.
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In Italia, nonostante le ottime recensioni di critici di prestigio come Leo Valiani e Paolo Milano, “Un mondo a parte” è stato di fatto ignorato, complice il sabotaggio del PCI, a quell’epoca molto influente.
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Il grande critico e conoscitore delle questioni russe, il londinese Edward Crankshaw scrisse sul famoso settimanale Observer che il libro sarebbe sopravvissuto alle istituzioni ( i campi di concentramento sovietici ) descritte.
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E’ necessario conoscere questo libro, perché descrive oggettivamente un campo di lavoro sovietico ed esprime un concetto molto dibattuto sulla condizione umana, estrinsecato dall’autore con le frasi seguenti :
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“Sono giunto al convincimento che l’uomo può essere umano solo in condizioni umane, e considero assurdo il giudicarlo severamente dalle azioni che egli compie in condizioni disumane, come sarebbe assurdo misurare l’acqua dal fuoco, e la terra dall’inferno.
E la difficoltà, per uno scrittore che intenda descrivere obiettivamente un campo di lavoro sovietico, è ch’egli è costretto a scendere nelle profondità dell’inferno dove non è possibile trovare ragioni umane che spieghino azioni disumane.
E di laggiù i volti dei suoi compagni morti e di quelli forse ancora in vita guardano a lui, e le loro labbra, livide di fame e di freddo, sussurrano : ‘Racconta tutta la verità su di noi, dì che cosa siamo stati costretti a fare’.”
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Cenni biografici :
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Gustaw Herling ( Kielce, in Polonia, 1919 – Napoli 2000 ) è considerato uno dei maggiori scrittori polacchi.
Intervenne in sua difesa il famoso scrittore Albert Camuse, che ne perorò inutilmente la causa.
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Basta pensare, per rendersi conto di come gli intellettuali avessero eretto un muro invalicabile, chiuso agli autori del dissenso sovietico, a come Sartre si ponesse di fronte a queste realtà.
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Egli sosteneva nella famosa polemica con Camuse a proposito dei campi di concentramento :
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“Anche se tali campi esistessero, non dovremmo parlarne o scriverne, per non togliere la speranza ai lavoratori di Billancourt”.
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L’evento che aprì finalmente una breccia nella intelligencija filocomunista francese fu l’intervento proprio di un russo, che dissipò ogni dubbio : Aleksandr Solzenicyn.
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In Polonia il libro rimase in testa per molto tempo nella classifica dei libri proibiti, e il cognome dell’autore fu cancellato dal quadro della letteratura polacca.
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Le copie di “Un mondo a parte” importate dall’estero venivano confiscate alla frontiera dai doganieri polacchi, e fu proibito citare sulla carta stampata il nome di Gustaw Herling.
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Iniziarono così a diffondersi, tramite i movimenti di opposizione, le edizioni clandestine, soprattutto con il metodo delle fotocopie.
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Per uscire da questo sistema di esistenza illegale l’autore dovette quindi attendere la caduta del comunismo.
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A Varsavia fu pubblicato nel 1990 e in breve tempo raggiunse la tiratura di 300.000 copie.
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Fu poi tradotto dal russo e pubblicato a Londra e a Mosca.
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Fu comunque pubblicato ad opera di Feltrinelli..
Il grande critico e conoscitore delle questioni russe, il londinese Edward Crankshaw scrisse sul famoso settimanale Observer che il libro sarebbe sopravvissuto alle istituzioni ( i campi di concentramento sovietici ) descritte.
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E’ necessario conoscere questo libro, perché descrive oggettivamente un campo di lavoro sovietico ed esprime un concetto molto dibattuto sulla condizione umana, estrinsecato dall’autore con le frasi seguenti :
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“Sono giunto al convincimento che l’uomo può essere umano solo in condizioni umane, e considero assurdo il giudicarlo severamente dalle azioni che egli compie in condizioni disumane, come sarebbe assurdo misurare l’acqua dal fuoco, e la terra dall’inferno.
E la difficoltà, per uno scrittore che intenda descrivere obiettivamente un campo di lavoro sovietico, è ch’egli è costretto a scendere nelle profondità dell’inferno dove non è possibile trovare ragioni umane che spieghino azioni disumane.
E di laggiù i volti dei suoi compagni morti e di quelli forse ancora in vita guardano a lui, e le loro labbra, livide di fame e di freddo, sussurrano : ‘Racconta tutta la verità su di noi, dì che cosa siamo stati costretti a fare’.”
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Cenni biografici :
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Gustaw Herling ( Kielce, in Polonia, 1919 – Napoli 2000 ) è considerato uno dei maggiori scrittori polacchi.
Debuttò alla fine degli anni trenta come critico letterario.
Fu arrestato dai sovietici nel 1939 mentre cercava di espatriare in Francia per combattere contro i tedeschi.
Deportato in un gulag sul Mar Baltico, fu liberato nel 1942 e si unì alle truppe polacche del generale Anders che combatterono, assieme agli inglesi, nel Nord-Africa e in Italia.
Dal 1950 si trasferisce a Napoli.
Ha collaborato con riviste e quotidiani, ha scritto saggi e opere narrative.
I suoi libri, per molti anni vietati in Polonia, sono oggi tradotti e pubblicati con successo nelle principali lingue.
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Feltrinelli ha pubblicato “Diario scritto di notte” (1992), Un mondo a parte (1994), Ritratto veneziano e altri racconti (1995), Don Ildebrando (1999).
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Dissenso
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Fu arrestato dai sovietici nel 1939 mentre cercava di espatriare in Francia per combattere contro i tedeschi.
Deportato in un gulag sul Mar Baltico, fu liberato nel 1942 e si unì alle truppe polacche del generale Anders che combatterono, assieme agli inglesi, nel Nord-Africa e in Italia.
Dal 1950 si trasferisce a Napoli.
Ha collaborato con riviste e quotidiani, ha scritto saggi e opere narrative.
I suoi libri, per molti anni vietati in Polonia, sono oggi tradotti e pubblicati con successo nelle principali lingue.
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Feltrinelli ha pubblicato “Diario scritto di notte” (1992), Un mondo a parte (1994), Ritratto veneziano e altri racconti (1995), Don Ildebrando (1999).
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Dissenso
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