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Ak47, è un acronimo composto dalle iniziali seguenti : A sta per Avtomat che in russo significa automatico, K è l'iniziale dell'inventore e 47 l'anno di fabbricazione.
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Ak47, è un acronimo composto dalle iniziali seguenti : A sta per Avtomat che in russo significa automatico, K è l'iniziale dell'inventore e 47 l'anno di fabbricazione.
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Colui che ha ideato questo strumento di morte, che ad oggi ha prodotto milioni di morti, è l’ingegnere russo Mikhail Timofeevich Kalashnikov (nato nel 1919 e tuttora vivente).
..Kalashnikov, non è diventato ricco con la sua invenzione ed oggi vive con una modesta pensione.
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Cosciente del fatto che l'AK-47 sia responsabile di più morti di quanti ne abbia provocati la prima bomba atomica di Hiroshima, ha più volte affermato :
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"Avrei preferito inventare un taglia-erba."
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Questi fucili d’assalto hanno avuto un successo straordinario, venendo adottati ufficialmente da una cinquantina di eserciti ma soprattutto diventando l’arma d’ordinanza di ogni guerriglia del mondo, fino a diventare una sorta di simbolo delle lotte di liberazione, riportato infatti su molte bandiere, e come stemma di organizzazioni.
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Possiamo vederlo sulla bandiera del Mozambico, su quella di Hezbollah, o di Farc-Ep ( le Forze armate clandestine rivoluzionarie comuniste della Colombia), così come sugli stemmi di Timor est e dello Zimbabwe.
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Oggi, secondo una stima prudente delle Nazioni Unite, ci sono almeno 100 milioni di Kalashnikov in circolazione nel mondo.
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La sua robustezza e semplicità ne hanno fatto un'arma popolare anche tra i soldati di quelle nazioni che usano armi diverse dall'AK 47.
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Infatti, tanto nel Vietnam in passato, come anche oggi in Iraq i soldati statunitensi sono soliti sostituire le loro armi con AK, arma meno raffinata ma più affidabile.Prende molte delle sue soluzioni tecniche dallo StG-44 (o MP44) del quale costituisce, secondo alcuni, l'evoluzione.
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Si può tranquillamente affermare infatti che l'MP44 è stato il modello base per i moderni fucili d'assalto e che l’AK47 sia la versione sovietica modificata e migliorata, soprattutto nel peso e nella maneggiabilità.
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La sua robustezza e semplicità ne hanno fatto un'arma popolare anche tra i soldati di quelle nazioni che usano armi diverse dall'AK 47.
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Infatti, tanto nel Vietnam in passato, come anche oggi in Iraq i soldati statunitensi sono soliti sostituire le loro armi con AK, arma meno raffinata ma più affidabile.Prende molte delle sue soluzioni tecniche dallo StG-44 (o MP44) del quale costituisce, secondo alcuni, l'evoluzione.
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Si può tranquillamente affermare infatti che l'MP44 è stato il modello base per i moderni fucili d'assalto e che l’AK47 sia la versione sovietica modificata e migliorata, soprattutto nel peso e nella maneggiabilità.
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In varie parti dell’Africa un AK47 può essere acquistato anche solo a 30 dollari USA.
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Dal libro : Simboli di guerra, il Kalashnikov di Guido Rampolli, leggiamo :Il Kalashikov somma le caratteristiche fondamentali di ogni grande invenzione commerciale :
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semplicità, praticità, efficienza, basso costo.
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Ha appena otto parti mobili e si smonta con pochi gesti (liberare la sicura del caricatore, rimuovere il caricatore, caricare, liberare la sicura sul lato destro, spingere in avanti il meccanismo di caricamento, smontare meccanismo di caricamento e otturatore).
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Raggiunge una spaventosa potenza di fuoco, 650 colpi al minuto.
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Costa poco (cento dollari il modello bulgaro, non molto di più altri modelli asiatici ;
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paradossalmente il russo, prodotto nella fabbrica di Izevsk, oggi è il più costoso e all´estero non ha mercato).
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Non è molto preciso ma ha una notevole forza d´impatto.
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E non si inceppa neppure nelle condizioni ambientali più avverse.
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Quest´ultima caratteristica fu fondamentale per le sue fortune.
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I russi lo scelsero, dopo una specie di competizione con un altro prototipo, perché, dopo essere stato sepolto nella sabbia, al contrario dell´arma rivale continuava a sparare.
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Imbracciato dai vietcong vinse trionfalmente la guerra del Vietnam, contro l´M16 americano che pativa il fango e la foresta pluviale, e si inceppava o non sparava affatto.
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I marines che riuscivano a impossessarsene, in genere dopo aver ucciso un nemico, si liberavano dell´M16 ;
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e l´abitudine era così diffusa che quando la stampa cominciò a scriverne l´esercito americano tentò di imbavagliarla.
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semplicità, praticità, efficienza, basso costo.
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Ha appena otto parti mobili e si smonta con pochi gesti (liberare la sicura del caricatore, rimuovere il caricatore, caricare, liberare la sicura sul lato destro, spingere in avanti il meccanismo di caricamento, smontare meccanismo di caricamento e otturatore).
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Raggiunge una spaventosa potenza di fuoco, 650 colpi al minuto.
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Costa poco (cento dollari il modello bulgaro, non molto di più altri modelli asiatici ;
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paradossalmente il russo, prodotto nella fabbrica di Izevsk, oggi è il più costoso e all´estero non ha mercato).
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Non è molto preciso ma ha una notevole forza d´impatto.
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E non si inceppa neppure nelle condizioni ambientali più avverse.
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Quest´ultima caratteristica fu fondamentale per le sue fortune.
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I russi lo scelsero, dopo una specie di competizione con un altro prototipo, perché, dopo essere stato sepolto nella sabbia, al contrario dell´arma rivale continuava a sparare.
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Imbracciato dai vietcong vinse trionfalmente la guerra del Vietnam, contro l´M16 americano che pativa il fango e la foresta pluviale, e si inceppava o non sparava affatto.
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I marines che riuscivano a impossessarsene, in genere dopo aver ucciso un nemico, si liberavano dell´M16 ;
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e l´abitudine era così diffusa che quando la stampa cominciò a scriverne l´esercito americano tentò di imbavagliarla.
I suoi proiettili hanno una tale forza d´urto che i giubbotti antiproiettile dei soldati americani venivano trapassati.
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Tale era la fiducia in quell´arma che un vietcong, il comunista Phuong, fu insignito come " Eroe delle Forze armate del popolo " per aver compiuto un´impresa in realtà immaginaria :
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avrebbe abbattuto con una raffica un bombardiere B52, la cosiddetta "Fortezza volante".
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In quegli anni venne ascritta all´Ak, o alla sua leggenda, anche la discreta prova offerta dai guerriglieri palestinesi in uno scontro sanguinoso con l´esercito israeliano (la battaglia di Karameh, in Giordania).
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Ma più tardi gli israeliani entrarono in Libano e catturarono ai palestinesi arsenali pullulanti di kalashnikov, una fornitura russa.
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Rivenduti agli americani, furono girati da quelli ai loro alleati in Afghanistan, i mujahiddin afghani e gli arabi che combattevano l´Armata rossa, sicché la guerra all´inizio vide gli uni e gli altri affrontarsi con le stesse armi, i kalashnikov di fabbricazione sovietica.
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Gli arabi ne apprezzarono le qualità al punto che il fondamentalismo islamico lo adottò come simbolo.
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I suoi predicatori itineranti diffusero nel mondo un messaggio che suonava così :
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«la Vera Fede va diffuso con la parola e con la spada, e la spada oggi è il kalashnikov».
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Tale era la fiducia in quell´arma che un vietcong, il comunista Phuong, fu insignito come " Eroe delle Forze armate del popolo " per aver compiuto un´impresa in realtà immaginaria :
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avrebbe abbattuto con una raffica un bombardiere B52, la cosiddetta "Fortezza volante".
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In quegli anni venne ascritta all´Ak, o alla sua leggenda, anche la discreta prova offerta dai guerriglieri palestinesi in uno scontro sanguinoso con l´esercito israeliano (la battaglia di Karameh, in Giordania).
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Ma più tardi gli israeliani entrarono in Libano e catturarono ai palestinesi arsenali pullulanti di kalashnikov, una fornitura russa.
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Rivenduti agli americani, furono girati da quelli ai loro alleati in Afghanistan, i mujahiddin afghani e gli arabi che combattevano l´Armata rossa, sicché la guerra all´inizio vide gli uni e gli altri affrontarsi con le stesse armi, i kalashnikov di fabbricazione sovietica.
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Gli arabi ne apprezzarono le qualità al punto che il fondamentalismo islamico lo adottò come simbolo.
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I suoi predicatori itineranti diffusero nel mondo un messaggio che suonava così :
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«la Vera Fede va diffuso con la parola e con la spada, e la spada oggi è il kalashnikov».
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La famigerata fabbrica di morte, denominata Beretta, è oramai tristemente famosa nel mondo per aver prodotto per anni le letali mine antiuomo.
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Le tante mutilazioni e le morti che questi ordigni hanno causato sono inversamente proporzionali alla coscienza dei loro produttori e alla loro umanità, e direttamente proporzionali alla loro brama esponenziale di potere economico e al loro menefreghismo di fronte ai tanti bambini vittime dei loro marchingegni di morte.
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Io personalmente fucilerei col kalashnikov (per rendere simbiotiche le componenti di un tragico balletto, i cui attori sono la morte e i suoi diffusori) proprio i dirigenti e i proprietari della Beretta.
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Mi offrirei volontario per farlo, se ciò fosse possibile…
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E’ anche loro che dobbiamo ringraziare, così come Mikhail Timofeevich Kalashnikov , se nel mondo stanno diffondendosi a macchia d’olio una violenza imperante e una crescente prepotenza…
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L’arroganza e il rifiuto di ogni democrazia parte proprio dagli strumenti per poterla soffocare, come, appunto, le armi …
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L’AK47 non è altro che un singolo anello di una catena, come Beretta, e tutte le produzioni simili, a cui rimangono concatenati, naturalmente tutti coloro che ne permettono il consolidamento…i politici, gli affaristi senza scrupoli, i mercanti di morte, gli esaltati, i fanatici…
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E’ difficile immaginare un mondo senza armi, ma è necessario auspicarlo, è moralmente obbligatorio opporsi a questa folle corsa che ci conduce verso un annichilimento non solo etico, ma tragicamente e realmente materiale.
Mi offrirei volontario per farlo, se ciò fosse possibile…
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E’ anche loro che dobbiamo ringraziare, così come Mikhail Timofeevich Kalashnikov , se nel mondo stanno diffondendosi a macchia d’olio una violenza imperante e una crescente prepotenza…
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L’arroganza e il rifiuto di ogni democrazia parte proprio dagli strumenti per poterla soffocare, come, appunto, le armi …
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L’AK47 non è altro che un singolo anello di una catena, come Beretta, e tutte le produzioni simili, a cui rimangono concatenati, naturalmente tutti coloro che ne permettono il consolidamento…i politici, gli affaristi senza scrupoli, i mercanti di morte, gli esaltati, i fanatici…
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E’ difficile immaginare un mondo senza armi, ma è necessario auspicarlo, è moralmente obbligatorio opporsi a questa folle corsa che ci conduce verso un annichilimento non solo etico, ma tragicamente e realmente materiale.
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Dissenso
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il problema non è mai stato le armi...queste sono servite anche per difendersi. Pertanto nè Beretta o Kalashnikov si possono sentire colpevoli degli usi distorti di tali armi. Il problema su cui mettere il focus si chiama aberrazione umana. È quella che va risolta!!! Un coltello viene usato per affettare il pane come altri cibi...ma se un criminale lo usa per tagliare la gola a qualcuno, diventa ridicolo se noi incolpiamo i costruttori di coltelli, come complici del crimine. Degli utensili e degli strumenti dipende dall'uso che ne fa il singolo individuo. E l'aberrazione umana o la sua relativa assenza che ne determina i risultati e relative conseguenze. Questo intendo. Si potrebbe ipotizzare che avendo tanti poliziotti ad agni angolo di quartiere, che fanno verifiche e controlli su ogni passante, potrebbe sembrare di essere la soluzione ottimale per un Paese dove tutti vorrebbe vivere nella legalità, in pace eterna, privo di criminalità. Tuttavia se una cricca di politici aberrati, assoldano mercenari che con tanto di divisa, commettono invece degli abusi, ci ritroveremmo in mano una "soluzione non funzionale" sul tema della criminalità, nonostante uno Stato di Polizia vasto, tanto quanto ogni quartiere di ogni città della nazione. Forse come la Cina. Si possono avere maggiori informazioni sull'aberrazione umana, come la si riconosce e come poterla risolvere, tramite la tecnologia contenuta nel libro di Dianetics: la Forza del Pensiero sul Corpo di L. Ron Hubbard, disponibile anche presso la biblioteca civica, se il libro non sia già impegnato da qualche lettore, o comunque anche dalla Mondadori.
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