Forse non tutti sanno che il
feroce dittatore sovietico, Josef Stalin, idolo delle sinistre di mezza Europa
e leader dei comunisti seguaci della falce e martello, si macchiò del sangue di
vittime innocenti anche dopo la fine della guerra mondiale.
Stalin si occupò infatti molto
alacremente della sua personale vendetta contro gli oppositori politici, i
dissidenti, e coloro che lo avevano osteggiato e combattuto durante il
conflitto mondiale, cercandoli anche fuori dai confini dell'Unione Sovietica.
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La sua ferocia lo spinse a
ricercare in ogni angolo di Europa tutti coloro che per qualche motivo gi erano
stati ostili.
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L’NKVD ebbe il massimo spazio di
azione, soprattutto nei Paesi in cui i russi esercitavano una influenza politico
militare, e dove la l'Unione Sovietica aveva interesse a rimanere anche dopo la conclusione
del conflitto.
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A Budapest, in Ungheria, ad
esempio, dopo l'occupazione di quei territori, furono catturati 75.000 civili e deportati nel GUlag, dove già erano stati rinchiusi altre centinaia di
migliaia di ungheresi.
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La repressione non faceva
eccezioni, chiunque poteva cadere sotto la scure sovietica ed essere arrestato.
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In Polonia l’NKVD prese di mira
i superstiti dell’esercito polacco, e perfino i partigiani che avevano
combattuto i tedeschi insieme a loro, così che migliaia di
cittadini polacchi finirono nel Gulag dopo la guerra.
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La furia sovietica, istigata dal
dittatore comunista si accanì spietatamente anche sulle repubbliche baltiche e
sull’Ucraina, dove avvennero repressioni su vasta scala, così come in
Cecoslovacchia, Bulgaria, Romania, ma soprattutto in Germania e in Austria.
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Le polazioni delle seguenti
etnie, presenti nei territori euro asiatici furono perseguitate, arrestate e
deportate sistematicamente in gran numero :
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Balcari, 40.000 deportati
Calmucchi, 90.000 deportati
Caraciai, 70.000 deportati
Ceceni, 390.000 deportati
Finlandesi, 9.000 deportati
Ingusci, 90.000 deportati
Tatari, 200.000 deportati in
Uzbekistan
Tatari di Crimea,180.000
deportati
Tedeschi sovietici, 1.200.000
deportati
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A questi vanno aggiunti coloro
che vennero catturati durante la guerra e che furono poi deportati nel Gulag,
oppure uccisi subito :
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Militari Giapponesi, 600.000
catturati e deportati
Militari Italiani, ungheresi,
rumeni, austriaci, 1.097.000 catturati e deportati
Militari Polacchi, 20.000 uccisi
con un colpo alla nuca, a Katyn
Militari tedeschi sovietici,
2.388.000 catturati e deportati
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Stalin però non era
ancora pago del bagno di sangue in cui si compiaceva, e volle mettere le mani
anche su coloro che erano stati catturati dai nazisti e che dopo la guerra
erano rimasti nell’Europa occidentale.
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Si stima che il loro numero si
avvicinasse a cinque milioni e mezzo di individui.
Inoltre c’erano oltre 150.000
vlasoviani, cioè i militari sovietici che combattevano sotto il comando di
Andrej Vlasov, l’ufficiale russo che si era ribellato a Stalin e combatteva
insieme a Hitler.
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C’erano inoltre gli emigrati
anticomunisti, i cosiddetti “russi bianchi”, cioè coloro che si erano
trasferiti in Occidente dopo aver perso la loro battaglia contro i bolscevichi in patria.
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Stalin voleva tutti costoro, e
con la complicità delle Potenze occidentali infine riuscì a mettere le sue mani
sporche di sangue su tutte questi individui, che da persone libere divennero
vittime sacrificali.
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Roosevelt, Churchill e Stalin
fecero un accordo (Jalta 1945) secondo cui tutti i cittadini sovietici presenti nei territori europei dopo la guerra dovevano
essere rimpatriati in Unione Sovietica.
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L’NKVD iniziò a perlustare i
campi sparsi in tutta Europa, in cui
erano raccolti i prigionieri russi.
Gli agenti sovietici illudevano
i loro connazionali dicendogli che li avrebbero considerati autentici cittadini
anche se erano stati costretti ad arruolarsi nell’esercito tedesco, e che per
loro si apriva un futuro radioso.
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In alcuni casi i
prigionieri russi, piuttosto che essere consegnati all’NKVD si ribellarono e
fecero di tutto per farsi sparare addosso dagli americani, ma il piano di
rimpatrio forzato proseguì inesorabilmente.
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Nel 1945 Churchill ordinò
esplicitamente alle truppe inglesi di iniziare le operazioni di rimpatrio di
oltre 20.000 cosacchi, compreso donne e bambini.
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Si trattava in maggior parte di
ex partigiani antibolscevichi, che si erano schierati con Hitler solo per avere
il modo di combattere contro Stalin, il loro oppressore.
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A Lienz, i soldati britannici
utilizzarono le baionette per costringere migliaia di donne e bambini a salire
sui treni che li avrebbero condotti in Russia.
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Piuttosto che partire e andare
verso morte certa le donne gettavano i figli dai finestrini e poi saltavano a
loro volta dal treno.
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Un uomo uccise i propri figli, poi
dopo averli ordinatamente distesi sull’erba si tolse la vita.
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I cosacchi sapevano bene che se
fossero arivati in Russia il loro destino sarebbe stato il Gulag o il plotone
di esecuzione.
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Le deportazioni continuarono
così anche a guerra finita con la fattiva partecipazione degli americani e degli inglesi,
che si resero così complici di Stalin.
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Questo è un altro tassello della
Storia che evidenzia come le PORCATE commesse dalle "forze alleate di
liberazione" rappresentino una caratteristica costante nel loro percorso sui
territori europei.
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In Italia, ad esempio, le
cosiddette “marocchinate” espressero la violenza brutale delle truppe di
liberazione sulla popolazione civile, lasciando dietro di sé una scia di sangue
e di dolore.
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In mezza Europa, dopo lo scempio
perpetrato sulle varie popolazioni sia da Hitler che da Stalin, nel loro delirio
di onnipotenza, e dopo che l’Unione
Sovietica si era appropriata di territori non suoi con la forza, abbiamo assistito, impotenti, ad una ulteriore
divisione di egemonie in accordo proprio con i comunisti di Mosca.
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Questa folle politica portata
avanti da americani e inglesi, in perfetta simbiosi col comunismo russo, ha poi
portato alla formazione di una Germania comunista, al famigerato “Muro di
Berlino”, alla “Guerra fredda”, e alle vittime che ne sono derivate.
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Stalin si è pasciuto del sangue
di milioni di vittime, e ha intriso la sua stessa essenza del loro sangue,
usando la ferocia come arma di convinzione e la vendetta come arma di auto
compiacenza, crogiolandosi ancora di più nel tragico risultato che ne è
conseguito.
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Certo è , che lo ha potuto fare
perché prima Hitler, e poi americani e inglesi sono stati suoi complici,
accomunati da interessi politici economici.
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Altro che ideali ! Altro che
libertà !
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E’ tutto fumo negli occhi,
tant’è che ancora oggi si festeggia il 25 Aprile come Festa della Liberazione….
..
Dissenso
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