Il caso
Lorenzo Fazzini |
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di Lorenzo Fazzini.
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Tratto da : "Avvenire" del 10 luglio 2014.
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L'autore dell'articolo è nato nel 1978 nel lecchese e vive ora nel veronese.
E’ laureato in lettere e diplomato in Scienze religiose.
Ha lavorato per l’Agenzia Asia News, per Avvenire, e per il Corriere del Veneto, fino a diventare nel 2012 Direttore dell’EMI, la casa editrice Missionaria.
Ha realizzato reportage da Vietnam, Thailandia, Sudan, Israele, Caucaso.
Tra le sue pubblicazioni :
Un Vangelo per l'Africa. Cesare Mazzolari, vescovo di una Chiesa crocifissa (Lindau).
E’ laureato in lettere e diplomato in Scienze religiose.
Ha lavorato per l’Agenzia Asia News, per Avvenire, e per il Corriere del Veneto, fino a diventare nel 2012 Direttore dell’EMI, la casa editrice Missionaria.
Ha realizzato reportage da Vietnam, Thailandia, Sudan, Israele, Caucaso.
Tra le sue pubblicazioni :
Un Vangelo per l'Africa. Cesare Mazzolari, vescovo di una Chiesa crocifissa (Lindau).
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«Solo più
tardi ho saputo che la maggior parte di coloro che transitavano dal mio ufficio
finivano i loro giorni nel S-21 (il famigerato lager di Phon Phem, ndr)».
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Ordinarietà
di un genocidio.
Un terzo
della popolazione cambogiana fu sterminato nell’arco di soli 4 anni, da quel 17
aprile 1975 quando le truppe di Pol Pot conquistarono il potere in quella che
fu celebrata (purtroppo anche in Occidente) come la Kampuchea democratica,
"paradiso" proletario per generazioni di intellettuali
"democratici".
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Un milione
e mezzo di persone, su poco più di 4 milioni di abitanti, sacrificate
sull’altare di nozioni come "lotta di classe", "dittatura del
proletariato" e altri diktat di marca marxista-leninista.
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Ora, per la prima volta, la genesi e la "normalità" del genocidio cambogiano è descritto nel suo formarsi, nel suo accrescere e nel suo svolgere da una voce interna.
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Ora, per la prima volta, la genesi e la "normalità" del genocidio cambogiano è descritto nel suo formarsi, nel suo accrescere e nel suo svolgere da una voce interna.
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Suong Sikoeun |
A farlo è
Suong Sikoeun, intellettuale asiatico che militò nelle forze khmer, anzi fu il
"megafono" della propaganda di Pol Pot quando nel 1977 al ministero
degli Affari Esteri - denominato B-1, in stretto linguaggio
burocratico-comunista - fu incaricato della sezione "stampa",
precipuamente dell’Agence Kampuchéa d’Information.
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Fu così, en
passant, che Suong - che ha da poco pubblicato in Francia le sue poderose
memorie, Itinéraire d’un intellectuel khmer rouge (Cerf, pp. 540,
euro 35) - ebbe a che fare con Oriana Fallaci, la celebre inviata italiana, e
Tiziano Terzani, la prima "insistente" nel cercare un’intervista con
Ieng Sary, numero due del regime ;
il secondo
autore di una memorabile intervista allo stesso per il settimanale L’Espresso.
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il
mattatoio ordito da Pol Pot per "purificare" il popolo da tutti gli
elementi borghesi era già in atto - qualificava "l’esperienza
rivoluzionaria cambogiana" come "senza precedenti".
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Ma torniamo a Suong e al suo itinerario all’interno del comunismo orientale.
Ma torniamo a Suong e al suo itinerario all’interno del comunismo orientale.
L’apprendistato
di salsa marxista avviene per lui, come per altri, a Parigi, santuario degli
studenti cambogiani, dove una serie di insegnanti universitari introducono
quella che domani sarà un domani l’elite dello sterminio asiatico ai concetti
della Rivoluzione del 1789 coniugati all’esperienza comunista.
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Confessa
Suong :
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«Per quel
che mi riguarda, vi è stato un lento processo che risale agli anni ’50 in cui,
mentre ero alle superiori, mi sono esaltato per la Rivoluzione francese di cui
feci miei gli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità.
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Questa influenza è stata rafforzata dal mio arrivo in Francia per l’università.
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Nel corso
degli anni mi sono gettato a peso morto nelle attività e nei dibattiti
politici, attraverso riflessioni personali approfondite, si è formato a poco a
poco nel mio spirito un amalgama di concetti che mi ha condotto alla
convinzione che solo una rivoluzione violenta, condotta per un manipolo di
militanti devoti e risoluti, intimamente legati alle masse, sotto la direzione
del Partito marxista-leninista, potesse mettere un termine ai mali di cui
soffriva il mio Paese e il mio popolo :
dominazione straniera, oppressione feudale e ingiustizia sociale».
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dominazione straniera, oppressione feudale e ingiustizia sociale».
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Ancora :
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Pol Pot |
«Ho letto
con avidità tutto quello che riguardava sulla Rivoluzione francese, con
preferenza per i giacobini e il suo capo, Robespierre, che era il mio eroe e il
mio idolo.
Mi sono
convinto all’idea di una trasformazione della società con il metodo
rivoluzionario e la necessità di una dittatura proletaria».
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Suong dà così ragione direttamente al compianto cardinale di Parigi Jean-Marie Lustiger il quale nel suo libro-intervista (La scelta di Dio, Longanesi) indicava nel mix Rivoluzione del ’89-marxismo - di cui era imbevuta una certa cultura francese del Novecento - la responsabilità di aver "armato" la pistola del genocidio cambogiano :
.Suong dà così ragione direttamente al compianto cardinale di Parigi Jean-Marie Lustiger il quale nel suo libro-intervista (La scelta di Dio, Longanesi) indicava nel mix Rivoluzione del ’89-marxismo - di cui era imbevuta una certa cultura francese del Novecento - la responsabilità di aver "armato" la pistola del genocidio cambogiano :
«Abbiamo
saputo più tardi che un futuro braccio destro di Pol Pot faceva parte di uno
dei gruppi estremisti dell’Ecole Normale di Parigi», attivi durante il ’68
francese.
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Non mancano, nelle pagine di Suong, racconti di fatti e curiosità quotidiane in salsa polpotiana :
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Non mancano, nelle pagine di Suong, racconti di fatti e curiosità quotidiane in salsa polpotiana :
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negli
uffici dei ministeri non si potevano usare i ventilatori anti-caldo,
"pratica borghese", sebbene ci fossero tutti gli strumenti del caso ;
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la famiglia
veniva "rieducata", i genitori perdevano il diritto di educazione
verso i figli (terribile l’aneddoto per cui la seconda figlia di Suong, vedendo
il padre insieme al fratello, indica a questo la presenza "di suo
padre", distanziandosi così dal genitore secondo le direttive del Partito)
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nessuna
possibilità di celebrare delle feste, addirittura i matrimoni venivano
combinati dai responsabili del Partito ;
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e seguendo
il celebre detto della Fattoria degli animali, anche nella Cambogia proletaria
vi era qualcuno "più uguale degli altri":
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I membri del Comitato centrale del Partito ricevevano 3 pasti al giorno, i cittadini normali dovevano far meno della colazione.
I membri del Comitato centrale del Partito ricevevano 3 pasti al giorno, i cittadini normali dovevano far meno della colazione.
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Lo stesso Suong, al culmine della propria fede nel comunismo, non aveva esitato a pensare di dare un nome "sovietico" alla primogenita, chiamandola Néva in onore del fiume che attraversava Leningrado.
Lo stesso Suong, al culmine della propria fede nel comunismo, non aveva esitato a pensare di dare un nome "sovietico" alla primogenita, chiamandola Néva in onore del fiume che attraversava Leningrado.
Poi, però,
quando l’Urss aveva cambiato atteggiamento verso l’esperienza rivoluzionaria
cambogiana, anche la piccola mutò nome.
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Eppure, una domanda serpeggia nel racconto di Suong, e talora affiora in superficie nel racconto dell’interessato :
Eppure, una domanda serpeggia nel racconto di Suong, e talora affiora in superficie nel racconto dell’interessato :
come è
potuto succedere che una persona all’interno della stessa classe politica ai
massimi livelli del regime non si sia potuta accorgere della strage, tanto
massiccia, quanto invisibile, che Pol Pot metteva in atto ?
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«Perché non ci siamo accorti di niente ?
«Perché non ci siamo accorti di niente ?
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È certo che
il sistematico lavaggio del cervello combinato ad una psicosi della paura ci ha
resi muti e ciechi.
Da qui, a
parlare di lassismo e complicità, il limite è aleatorio.
Nessuno,
tra di noi, ha avuto il coraggio di riconoscerlo».
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Eppure qualche avvisaglia un politico ed esperto come Suong (che ha girato il mondo, in nome della rivoluzione perfetta alla Pol Pot) poteva averlo.
Eppure qualche avvisaglia un politico ed esperto come Suong (che ha girato il mondo, in nome della rivoluzione perfetta alla Pol Pot) poteva averlo.
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Ma, è lui
ad ammetterlo, «ho preferito chiudere orecchi e occhi».
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Le truppe di Pol Pot : fanatici comunisti assassini |
Come
quando, nel 1977 un contrattempo durante un viaggio con gli ambasciatori di
Thailandia e Svezia lo costringe a fermarsi per strada.
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La
delegazione si vide avvicinata da una bimbetta malnutrita che chiedeva di esser
portata a vivere a Phnom Penh.
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«Per
convincerci iniziò a raccontare la vita che faceva nella cooperativa locale.
Con un
lavoro molto duro e un solo pasto di riso al giorno, non le era possibile
sopravvivere.
E lei non
ci poteva mentire visto il suo aspetto di malnutrizione avanzata e di grande
malessere fisico».
Ma si sa,
l’ideologia rende ciechi anche di fronte all’evidenza.
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E allora a
Suong non resta che ammettere :
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«La
Rivoluzione è morta. Abbasso la
Rivoluzione !».
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Dissenso
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Dissenso
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