domenica 8 gennaio 2017

IL TOTALITARISMO COMUNISTA


Il concetto di totalitarismo, secondo lo storico britannico Ian Kershaw che ne ripercorre la storia del concetto, risale all’inizio degli anni venti, dapprima utilizzato come slogan antifascista.
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In seguito se ne appropriarono sia il filosofo Gentile che lo stesso Mussolini.
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Gentile, scrivendo per l’Enciclopedia Italiana, alla voce “dottrina del Fascismo” espresse il seguente concetto :
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« ... per il fascista tutto è nello Stato e nulla di umano e spirituale esiste e tantomeno ha valore fuori dallo Stato. In tal senso il fascismo è totalitario...»
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La formulazione completa della teoria del totalitarismo si ebbe negli anni cinquanta, partendo dalle riflessioni e dalle analisi di Hanna Arendt, Ernst Fraenkel e Franz Neumann sulla struttura e sulla natura del nazismo.
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Il paradigma totalitario, nella sua essenza, è costituito dal fatto che in un regime totalitario l’esercizio del potere è onnipresente e arbitrario per definizione.
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L’età dei totalitarismi è stata identificata a posteriori come il periodo storico che va dal 1917 (Rivoluzione d’Ottobre) al 1989 (crollo del Muro di Berlino), come tratto caratteristico della storia del Novecento.
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Carl Joachim Friederich ne ha definite le caratteristiche di sistema, individuando i seguenti parametri :
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una ideologia ufficiale, un partito politico unico di massa, misure di terrore poliziesco, il monopolio dei mezzi di comunicazione, il monopolio delle armi, e una economia pianificata.
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Oggi permangono diversi tipi di totalitarismo : quello comunista, quello teocratico, quello tribale, e quello di destra.
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Il totalitarismo comunista è quello tristemente famoso originatosi con Stalin e metamorfizzato poi in molteplici varianti, tra cui quelle odierne che ancora vivono in Cina, in Vietnam, in Laos, in Corea del Nord, a Cuba, e in forma autocratica in Russia.
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Il totalitarismo teocratico è quello che basandosi sulla religione islamica produce fenomeni diffusi di totale asservimento delle popolazioni con l’uso del terrore, come in Iran e in Arabia Saudita.
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Da ciò hanno avuto origine le organizzazioni terroristiche più sanguinarie del secolo, come Isis, Hezbollah, ecc, ecc, in una lunga lista di fanatici maomettani.
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Il totalitarismo tribale è molto presente in Africa, dove i gruppi tribali più potenti e meglio armati sottomettono le altre tribù con l’uso della forza, assoggettandole in tutto e per tutto.
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Il totalitarismo di destra, cioè quello fascista, nazista, o di alcune dittature dell’America latina degli anni ottanta, permettono a differenza degli altri totalitarismi sia le libertà individuali che economiche, a patto che ciò non porti alla costituzione di comunismi.
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Per la definizione di Totalitarismo sono stati determinanti gli studi compiuti da Zbigniew Brzezinski (1956) sulle Purghe politiche in Unione sovietica, e da John Armstrong (1961) sull’applicazione delle politiche di uno Stato di polizia in un sistema sociale denominato communist party.
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Naturalmente la macchina disinformatrice comunista ha cercato varie volte di contrastare la definizione di totalitarismo cui il comunismo stesso è stato inserito, negando ad esempio che ci sia stata continuità storica fra Leninismo e Stalinismo (tesi degli storici Robert Tucke e Robert Daniels).
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L’accettazione di questa tesi NON è comunque affatto unanime, come dimostrano gli studi di eminenti personaggi della cultura, come gli studiosi di Storia Richard Pipes,  titolare della cattedra di Storia russa ad Harvard, e Martin Malia, specializzato in Storia russa al’Università di Berkeley.
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Secondo Moshe Lewin, storico statunitense e studioso di Storia sociale dell’Unione sovietica, la collettivizzazione delle campagne attuata da Stalin sarebbe stato un passo obbligato e non frutto di totalitarismo, a causa della mancanza di alternative.
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Come in questo caso, molti dei disinformatori (evidentemente in regime di simpatia col comunismo) si arrampicano sugli specchi per cercare giustificazioni che  ricollochino il comunismo in ambiti più nobili.
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E’ il caso degli storici Sheila Fitzpatrick, John Arch Getty, e Roberta Manning, secondo  le cui affermazioni paradossali il periodo del Terrore apriva uno spiraglio per i piccoli contadini, gli operai, e i membri delle classi inferiori.
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Gli studi sull’argomento del Terrore come arma di Stato sono oramai approfonditi, e corredati dall’esame di migliaia di documenti consultati in occasione dell’apertura degli archivi sovietici.
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Esiste una vera e propria metodologia sui meccanismi che il regime usava per attuare le sue politiche di epurazione, rivolgendosi di volta in volta a gruppi di vittime scelte su base etnica, ideologica, razziale, religiosa, sociale, o quant’altro.
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Altri elementi della vita societaria in Unione sovietica delineano esattamente le caratteristiche di un totalitarismo devastante.
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Gli appartamenti collettivi, in cui vari nuclei familiari dovevano forzatamente convivere, così come la vita nei grandi complessi industriali sottoposti alle campagne di stakhanovismo, l’attesa di una inspiegabile ma probabile deportazione, sono tutti elementi che appartengono al paradigma totalitario.
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Gli stessi elementi che concorrono alla definizione di totalitarismo sono gli stessi che ritroviamo oggi in Cina, pur camuffati e celati da uno pseudo benessere sociale, e dall’apertura verso l’Occidente dello Stato, che ha sviluppato come regime comunista un vero e proprio sistema capitalistico di partito.
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Le grandi aziende cinesi sono a partecipazione statale, mentre le banche sono tutte nazionalizzate, e tutto ciò contribuisce a rafforzare il regime : un regime autoritario e sanguinario, che basa il suo potere sulla forza e sullo spregio dei diritti umani, usando la tortura e la deportazione come modus operandi.
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Kim Jong Il e Putin

E’ lo stesso totalitarismo di prima, camuffato da capitalismo, ma legato ai quadri dirigenti di sempre, e cioè a quelli del Partito comunista cinese.
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Oggi il termine totalitarismo  è sinonimo di comunismo, poiché questo è l’unico sopravvissuto nella lista di riferimento, ed è ancora presente come stereotipo in alcune Nazioni che ne subiscono gli effetti.
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Le nazioni cosiddette democratiche e civili, come quelle europee dovrebbero tenere le distanze con i Paesi totalitaristi, ma pare che io Dio denaro e i poteri occulti legati ad esso non siano di questo parere.
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Affari e commesse milionarie costituiscono infatti il collante che tiene ben saldo e unito il rapporto fra i Paesi europei e la Cina, oppure Russia.
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Addirittura parte della destra europea simpatizza con il leader della Russia, Vladimir Putin, solo per il fatto che questi è reputato un grande nazionalista.
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In clima di immigrazione selvaggia in Italia, ciò è sufficiente ad eleggerlo come baluardo e come esempio da seguire per arrestare i flussi migratori, senza però tenere conto del fatto che Putin è uno dei maggiori criminali del nostro tempo, legato alla mafia russa e all’ex KGB, oggi FSB.
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La Russia è un regime totalitario in cui migliaia di oppositori politici vengono uccisi senza pietà, e in cui tutto è controllato dal regime, compreso gli organi di informazione.
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Cina e Russia si differenziano dalla Corea del Nord solo per il fatto che essendoci stata una apertura maggiore verso l’Occidente, filtrano più notizie e la fascia di popolazione più abbiente può effettuare viaggi all’estero.
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Tutto ciò solo se non ci si oppone, nemmeno a livello dialettico, al regime comunista !
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Dobbiamo quindi prendere ad esempio il leader di un regime totalitario ?
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Dissenso
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