Si parla molto oggi del leader russo Vladimir Putin come
l’interprete responsabile di un cambiamento positivo nella società ex
sovietica.
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Le voci di dissenso sono
inespresse a causa della repressione di regime, ed esistono liste di nere di
coloro che sono critici verso il Governo.
Cambiamenti in effetti ce ne sono stati, sia nel periodo
in cui il potere era gestito prima da Gorbaciov e poi da Boris Eltsin, che
negli anni successivi in cui le leve di comando sono passate sotto le mani di
Putin.
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Negli anni ’90 la società civile
russa ha conosciuto momenti in cui l’informazione poteva avvalersi della
nascita di network televisivi indipendenti e fornire alla popolazione un
pluralismo di prospettive fatto anche di critiche verso alcune politiche
pubbliche, fatto questo senza precedenti in Russia.
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L’era di Putin ha però
riaffermato il totale controllo dello Stato sulle emittenti televisive, sia per
via diretta sia tramite compagnie legate al Cremlino, come Gazprom, e su tutte
Putin esercita la manipolazione dei contenuti.
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I talk show politici che vanno
in onda in diretta, nati dopo la Perestrojka e la Glasnost, non esistono più,
se non nella forma manipolata, poiché i programmi sono tutti registrati in
anticipo e soggetti alla censura, ai tagli e alle modifiche imposte.
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Durante i suoi anni di potere
Putin ha costantemente e inesorabilmente smantellato i pilastri importanti di
quella democrazia iniziata con la politica di Gorbaciov, mettendo la
popolazione nella condizione di ricevere una informazione settaria e
manipolata, e impedendole di partecipare ai processi decisonali della politica
stessa.
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Non è solo il mondo dei media
però ad essere finito sotto il potere tentacolare di Putin, ma anche tutto il
sistema politico-sociale, saldamente controllato dal Governo di Mosca.
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Rispetto al sistema sovietico la
Russia oggi è più aperta all’influenza straniera, ed è permesso ai cittadini di
accedere a Internet e alla sua libera informazione, ai dibattiti, e alla
formazione di gruppi organizzati online.
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Tutto ciò però passa attraverso
la sistematica violazione della democrazia e delle libertà civili.
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Si è dato cioè al popolo un
benessere economico migliore di quanto non fosse in epoca sovietica, e una
pseudo libertà di movimento e di pensiero, che non travalichi però gli
sbarramenti imposti dal regime.
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Tutto è controllato dalla triade
che impera al Cremlino, formata da personaggi collegati all’ex KGB (che oggi è
metamorfizzato in FSB), alla Gazprom, e agli ambienti sanpietroburghesi.
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Non siamo quindi in presenza di
una democrazia, ma neppure di una autocrazia di stampo nordcoreana o cubana, e
possiamo quindi affermare che ci troviamo davanti ad un esempio di regime
autoritario che indossa i panni della democrazia.
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In questo sistema che imita
lontanamente una pseudodemocrazia, tutte le istituzioni nascondono un altro
sistema che è allo stesso tempo autoritario, oligarchico e burocratico.
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La paralisi pseudo-democratica
determina un forte avvicinamento a ciò che appare sempre più simile ad una
pericolosa autocrazia, perniciosa e distruttiva al pari di quella che l’ha
preceduta per decenni.
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La Duma, il famoso Parlamento
Russo, si compone di 450 seggi, di cui 393 sono occupati dai partiti che
sostengono Putin e il Cremlino.
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La magistratura è anch’essa
asservita alla triade e non è indipendente, ma anzi è sottoposta a pressioni
politiche, coadiuvando il Cremlino all’occorrenza.
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Riguardo alle nefandezze
compiute contro i civili in Siria dai bombardieri russi, occorre ricordare che
tra gli alleati di Putin nella guerra siriana ci sono anche i pasdaran iraniani
negazionisti dell’olocausto, gli stessi che torturano e uccidono i dissidenti,
così come l’Arabia Saudita che crocifigge i blogger e gli attivisti
dell’opposizione.
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Nella coalizione di Putin c’è
anche Hezbollah, che ha temporaneamente sospeso la sua attività di lancio di
missili contro Israele per combattere in Siria al fianco del criminale Assad,
reo di crimini contro l’umanità.
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Le milizie sciite irachene
completano il quadro degli alleati di Assad e di Putin.
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La responsabilità americana in
tutto ciò è da ascrivere alle politiche di Obama, ma va detto che anche
l’Europa ha dimostrato in questa vicenda la sua inesistenza politica e la sua
nullità.
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Putin approfittando di questo
“vuoto” si pone come forza stabilizzatrice.
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Accettandolo come male minore,
si incorre nello stesso errore in cui si è caduti accettando la vittoria di
Stalin sul nazismo, per effetto della quale derivò una tolleranza verso i
crimini da lui commessi.
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Per decenni metà dell’Europa
subì il sacrificio di finire sotto il regime sovietico, mentre l’altra metà non
poteva neppure accennare ai gulag.
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Ricordiamo che Putin, ignorando
la legalità internazionale, si è annesso la Crimea, violando la sacra sovranità
territoriale dell’Ucraina.
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Anche Saddanm Hussein voleva
annettersi i territori kuwaitiani ma gli fu impedito, mentre per Putin c’è un
atteggiamento di subalternità molto pericoloso.
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In Cecenia durante l’era Putin è
stato come se Stalin e la CEKA fossero ancora presenti.
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Ricordiamo che Putin ha
promulgato una serie di Leggi che gli permettono di compiere una durissima
repressione contro qualsiasi dissidente.
Le purghe sulla popolazione sono
state effettuate su base etnica, razziale e religiosa, come se tali
caratteristiche costituissero di per sé un crimine.
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Le torture denunciate da Anna
Politkovskaja (anch’essa poi uccisa dai sicari di Putin), le fosse comuni,
hanno il beneplacito di Putin.
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In Occidente Putin ha trovato
molti sostenitori, paradossalmente anche tra le file della destra, che lo
identifica come acceso nazionalista e quindi depositario dello spirito delle
sacre tradizioni.
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In realtà Putin è invece un
dissacratore delle identità nazionali, che spezza a suo piacimento, occupando
militarmente i territori che tutti conosciamo: la Cecenia, la Crimea, la
Georgia, l’Ucraina.
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Questi territori non sono
“pezzi” di Russia, come alcuni vorrebbero far credere, ammantandosi in una
colpevole ignoranza storica, ma Stati a sé stanti, indipendenti e slegati da un
qualsiasi vincolo che li leghi a Putin, ma ugualmenti pretesi forzatamente
dalla sua violenta arroganza.
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Nel suo delirio di onnipotenza
Putin agisce in Siria insieme ai suoi spietati alleati, colpendo obiettivi
civili, ospedali, scuole, abitazioni, e uccidendo bambini innocenti.
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I sostenitori di Putin
rispondono a queste accuse gettando la colpa sugli americani, ma la Storia è
lì, davanti a tutti e scolpita negli occhioni spalancati e atterriti delle
piccole vittime, a smentirli…
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La politica di Putin si regge
sulla simbiosi con "Gazprom", interprete residuo del gigantismo industriale
sovietico, in mano ai vecchi apparati, burocrati e manager dell’industria di
Stato, che gestiscono il potere economico russo.
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Il Presidente di "Gazprom" è
Viktor Zubkov, che è legato a doppio filo con il genero di Putin, Anatoly
Serdyukov, Direttore del colosso "Rostec".
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L’altro rappresentante della
triade di potere è da ricercare nei cosiddetti ambienti sanpietroburghesi,
neologismo per indicare il clan mafioso prosperato nella città di San
Pietroburgo quando Putin era il Sindaco della città.
La banda di Tambov, potente
organizzazione mafiosa russa, con a capo Gennady Petrov, è sponsorizzata da Vladislav
Reznik, membro del partito di Putin, Russia Unita., e vicecapo del comitato per
le Finanze della Duma, il Parlamento russo.
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La Russia è quindi in mano a
Putin e ai suoi collaboratori mafiosi, che penetrati nelle più alte strutture
di comando, gestiscono miliardi di dollari derivati dai loro traffici e dalle
esportazioni di Gazprom, chiudendo un quadro di potere assoluto e devastante.
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Chi si oppone è MORTO.
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Non c’è altra alternativa, e
tutto con ciò con buona pace di chi in Occidente lo considera un leader di cui
seguire l’esempio.
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Le attività criminali NON sono
scindibili da quelle di Stato, rendendo così la Russia come il primo stato
mafioso virtuale.
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La mafia italiana è già da tempo
in contatto con Gazprom, e lo comprovano le indagini della Procura della
Repubblica di Palermo, che hanno individuato punti di contatto e legami, da cui
hanno avuto inizio le inchieste su Dell’Utri e Berlusconi.
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Pare che anche il defunto Vito
Ciancimino, ex responsabile dei lavori pubblici a Palermo, ed ex Sindaco,
condannato per complicità con la mafia, abbia nascosto ingenti fondi per
salvarli dalla confisca, investendoli nel business del gas.
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Dietro a tutto c’è Putin … colui
che dovrebbe essere un esempio da
seguire …
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Nel giugno 2016 Matteo Renzi
ha stretto con Putin un affare da 4 milioni di rubli, sponsorizzando la Ditta
Kedrion Biopharma del gruppo Marcucci, che si occupa di emoderivati.
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L’accordo prevedeva la nascita di
una joint venture italo-russa per rilanciare l’impianto di Nacimbio, costola
del gruppo Rostech a kirov in Russia., allo scopo di processare 600 tonnellate
all’anno di plasma.
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Vorrei ricordare un ultimo
particolare che riguarda la Georgia.
In questo paese Putin ha attuato
la solita vecchia politica trita e ritrita che finora ha messo in campo per
giustificare il suo operato.
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Prima ha favorito i flussi
migratori dalla Russia verso quei territori su cui voleva mettere le mani,
sbilanciando il rapporto quantitativo tra nativi nazionalisti e immigrati
russofoni (come ha fatto in Crimea), poi ha dato inizio ad una campagna
destabilizzante.
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L’ultimo atto di questa tragica
sceneggiata è stato l’esaltazione del fermento di rivolta instillato ad arte
per rivendicare poi, magari con referendum, un ricongiungimento con la Russia
dei territori oggetto dello pseudo-dissidio.
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A questo punto la parte
russofona della Georgia, e precisamente l’Ossezia del Sud, si è auto proclamata
repubblica indipendente.
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Va da sé che il potere costituto
abbia reagito con le armi (a proposito di nazionalismo), suscitando la contro
reazione della Russia che è intervenuta militarmente.
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Un bel giochetto, non c’è che
dire… uguale a quello attuato in Crimea…
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Altrettanto uguale a quello in
atto proprio adesso nell’Ucraina meridionale…
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In Cecenia invece NON è stato
possibile e si è quindi rimediato radendola al suolo, stuprando e uccidendo a
più non posso, deportando e torturando la popolazione civile, uomini, donne,
bambini e anziani, in un crescendo di terrore di stampo staliniano.
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Il Putin che molti occidentali scelgono
come leader è una vergogna per il genere umano…così come altri come lui, da cui
NON si diferenzia in alcun modo…è un criminale senza scrupoli… e la Storia lo proverà.
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Dissenso
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