sabato 19 agosto 2017

VACLAV HAVEL


Vaclav  Havel
Václav Havel (Praga 5/10/1936 – Hradeck 18/12/2011) è stato il primo Presidente della Repubblica Ceca, oltre che valente scrittore e drammaturgo, ma soprattutto è stato l’eroe non conforme dell’anticomunismo cecoslovacco.
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Nato da una famiglia benestante di Praga, dal 1948 ne condivise gli effetti della persecuzione del Partito comunista che aveva preso il potere con un colpo di Stato grazie all’appoggio dell’Unione Sovietica.
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Nonostante le vessazioni del Regime, che li accusava di aver manifestato simpatie filo-tedesche e di essere stati collaborazionisti durante il periodo di occupazione tedesca, Václav riuscì a frequentare i corsi  serali dell’Università Tecnica Ceca di Praga, fino al 1957.
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Nel 1960 rappresentò al Teatro Divadlo Na zabradili alcune delle sue prime opere, come “La festa in giardino” (1963), e il “Largo Desolato“.
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Del suo teatro, fortemente impegnato sul profilo politico, fu detto che “intendeva provocare l'intelligenza dello spettatore, appellandosi alla sua fantasia, costringendolo a riflettere su questioni che lo toccavano direttamente in maniera da vivere intimamente il messaggio teatrale".
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Nel 1964 si sposò con Olga Splichalova.
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Nel 1968 fu protagonista della “Primavera di Praga”, in seguito alla quale fu bandito dal Teatro, vittima dell’ondata repressiva del regime comunista.
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In questa occasione risalta il sacrificio compiuto dallo studente patriota Jan Palach che, per protesta contro i carri armati comunisti, si cosparse il corpo di benzina e si diede fuoco, morendo dopo tre giorni di lucida agonia.
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Il sacrificio di Jan Palach a Praga

Nonostante il suo allontanamento dal circuito culturale cecoslovacco, Václav continuò la sua attività politica e intellettuale, che culminò con la pubblicazione del manifesto “Charta 77” (vedi Link a fine articolo).
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La sua attività come dissidente gli costò 5 anni di prigione, poi divenne protagonista della “Rivoluzione di velluto” del 1989, che rappresentò uno dei momenti più alti del risveglio dell'Europa orientale.
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Questa nuova rivoluzione nella Cecoslovacchia che lui definiva come “assurdistan”, per come era soffocata dalle spire grigie e orwelliane del socialismo reale, non raggiunse i picchi violenti di quella rumena, e nemmeno l’alto tasso di sindacalizzazione di quella polacca, ma si svolse pacificamente, decisa ma mai violenta, riuscendo a piegare la dittatura che vent’anni prima aveva soffocato la Primavera di Praga con i carri armati sovietici.
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Durante lo svolgimento dell’attività politica fu sempre accompagnato dal suo talento di sagace drammaturgo e di intellettuale di prima grandezza, che con le sue opere mai ciecamente ideologiche, risvegliava l’intelligenza dello spettatore, allargandone gli orizzonti quotidiani sulle questioni più impellenti, e richiamandolo pacificamente “alle armi” contro l’oppressore comunista.
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Charta 77 rappresentò una pietra miliare nella lotta al comunismo sovietico.
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Il manifesto che nacque come reazione contro l’arresto di una band di musica psichedelica, rappresentò un vero e proprio colpo di piccone assestato con sapiente cura al cuore del muro comunista.
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I fondatori di Charta 77 :
Da sinistra, riga sopra :
Vaclav Havel,  Otta Bednarova,  Petr Uhl,  Jarmila Belikova,  Jiri Nemec
Da sinistra, riga sotto :
Ladislas Lis, Jiri Dienstbier, Dana Nemcova, Vaclav Benda, Vaclav Maly

L’opposizione democratica clandestina e il ricorso alla rivoluzione non violenta gli costarono il carcere e la repressione, contrassegnata dall’implacabile sorveglianza della Stb, la spietata polizia segreta, ma alla fine lo condussero alla vittoria e alla caduta della dittatura.
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Una sua citazione recita :
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"Una donna non può essere mezza incinta: o è incinta o non lo è, o aspetta un bambino o no. Così è anche per i sistemi politici : la mezza democrazia non esiste, la democrazia c'è o non c'è".
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Fu eletto plebiscitariamente Presidente della nuova Cecoslovacchia democratica, ed in seguito ebbe a dire:
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Beh, sì, adesso si può parlare di gravidanza.


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La Storia della Nazione Cecoslovacca proseguì poi il suo percorso, con la separazione consensuale dalla Slovacchia nel 1992, che diede vita alla Repubblica Ceca.
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Havel ha attraversato da eroe il ‘900, con il coraggio anticonformista di un intellettuale libero e con la perizia politica che contraddistingue la figura di un leader protagonista, contrario al Moloch del socialismo reale e alla routine annichilente del totalitarismo.
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Il suo motto era :
 
 Verità e amore devono prevalere su menzogna e odio.”
 
Ecco, di seguito, il link al sito  eSamizdat, per la lettura della traduzione della Dichiarazione di Charta 77 :
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Dissenso
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