La ricerca storica indica chiaramente
che è stata coinvolta nella pratica di abusare della psichiatria per scopi politici
durante il comunismo sovietico, per compiacere i gerarchi del regime.
.
La prassi consolidata dall’apparato repressivo di
Stalin e dai suoi successori prevedeva infatti il ricorso alle inumane
inquisizioni psichiatriche che compiacenti Dottori specialisti in materia,
appunto, infliggevano alle malcapitate
vittime.
.
Tamara Pechernikova si laureò all’Istituto Statale
di Crimea nel 1949 e, dopo aver lavorato nell’Ospedale psichiatrico di Kostroma,
nel 1950 iniziò gli studi di specializzazione presso il Centro Federale di
Ricerca Medica di Psichiatria intitolato a VP Serbsky, a Mosca.
.
Forte di una laurea ed una specializzazione in
psichiatria forense, la Dottoressa Pechernikova entrò a far parte di quella
schiera di professionisti che collaboravano con l’autorità comunista, ordinando
i ricoveri coatti per coloro che contravvenivano agli articoli 58, 59, e 60 del
Codice Penale sovietico e sottoponendoli a trattamenti farmacologici
devastanti.
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I seguenti articoli di Legge furono appositamente
introdotti dai collaboratori di Stalin per opporre con la coercizione un freno
alla dissidenza politica.
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Art. 58
. “Adozione di misure coercitive di carattere sanitario nei confronti
degli infermi di mente”:
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«
Nei confronti di
chi ha commesso un fatto socialmente pericoloso in stato di non imputabilità, o
chi abbia subito squilibri psichici per cui non sia in grado di rendersi conto
delle proprie azioni, o di controllarle, il tribunale può adottare le seguenti
misure coercitive di carattere sanitario :
.
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1)
ricovero in un ospedale psichiatrico di tipo comune
;
2) ricovero in un ospedale psichiatrico di tipo speciale
».
.
.
Art. 59
. “Ricovero in un ospedale psichiatrico”:
.
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« […] Il
ricovero in un ospedale psichiatrico di tipo speciale può essere disposto dal
tribunale nei confronti dell’infermo di mente che, che per il suo stato
psichico e per il carattere del fatto socialmente pericoloso commesso,
costituisca uno specifico pericolo per la società.
Le persone ricoverate in ospedale psichiatrico di tipo speciale sono tenute sotto stretta sorveglianza, tale da escludere la possibilità che esse commettano nuovi fatti socialmente pericolosi ».
Le persone ricoverate in ospedale psichiatrico di tipo speciale sono tenute sotto stretta sorveglianza, tale da escludere la possibilità che esse commettano nuovi fatti socialmente pericolosi ».
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Art. 60
. “Applicazione, cambiamento e cessazione delle misure coercitive di
carattere sanitario nei confronti degli infermi di mente”:
.
.
« […] La
cessazione delle misure coercitive di carattere sanitario viene disposta dal
Tribunale, su referto dell’istituto di cura, nei casi in cui il ricoverato sia
guarito oppure sia cambiato il carattere della sua malattia, e pertanto sia
venuta meno la necessità di applicare ulteriormente le misure sanitarie già
stabilite».
.
.
Questa era esattamente l’attività
specifica della Dottoressa Pechernikova, sempre pronta a inquisire quei dissidenti
che le venivano segnalati dai servizi segreti dell’apparato repressivo
comunista e dai sanguinari assassini di Stalin.
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Alla morte del dittatore georgiano la criminale
psichiatra comunista continuò la sua attività al servizio del regime, proseguendo
la sua atroce opera di inquisizione psichiatrica sotto il controllo di Chruscev,
e proseguendo fino al 2007 contro i dissidenti contemporanei, indicati da
Putin, oppure manipolando situazioni particolari in modo da compiacere i
desideri del nuovo dittatore.
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Nel 1959
Nikita Chruščëv, per giustificare l’uso sovietico della psichiatria, dichiarò
che :
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“Un
crimine è una deviazione dagli standard di comportamento generalmente
riconosciuti, spesso causato da disturbi mentali.
E’ possibile
che si manifestino patologie nervose all’interno di una società comunista ?
Ovviamente si.”
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.
Quindi era
possibile che persone affette di da disturbi mentali potessero compiere dei
crimini :
in tal caso,
“a coloro che intendono fondare l’opposizione al comunismo su queste basi,
possiamo rispondere che le condizioni di tali persone deviano in maniera
evidente dalla normalità.”
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In pratica secondo i parametri valutativi di Chruscev,
aggiustati in modo che potessero confacere alle sue esigenze repressive, era
sufficiente essere dissidente per diventare, in quanto tale e quindi
“manifestamente”, un alienato mentale, da affidare alle cure della Dottoressa
Pechernikova.
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Il lungo elenco dei perseguitati dal comunismo sovietico e degli
internati in manicomio per volontà della criminale psichiatra di regime, è
sintomatico del disprezzo dei diritti umani che ha sempre accompagnato la
Storia della Russia, non solo sovietica.
Eccone una parte :
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Alexander Esenin-Volpin,
(San Pietroburgo, 12/05/1924 - Boston, Stati Uniti, 16/03/2016) era figlio
del celebre poeta russo Sergei Esenin.
Nel 1946 scrisse un poema considerato anti-sovietico che gli costò
l’internamento in un Ospedale psichiatrico speciale a Leningrado.
Durante l’era di Kruscev, il poeta fu internato altre due volte in
manicomio, e dopo una ondata di proteste internazionali fu autorizzato a
emigrare negli Stati Uniti.
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Alexandr Ginzburg |
L’intellettuale russo era anche
amministratore del “Fondo di aiuto alle famiglie dei prigionieri politici in
URSS” creato da Aleksandr Solzenicyn con il ricavato dei suoi diritti
d’autore.
Numerosi interventi furono fatti per evitare il suo
arresto, che avvenne comunque nonostante Ginzburg fosse appena stato dimesso
dall’Ospedale con una diagnosi di polmonite con infezione tubercolare, con
febbre permanente e con la prescrizione di ricoverarsi in un sanatorio.
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Alexandr Podrabinek
(Elektrostal, 08/08/1953) è un giornalista e attivista per i diritti umani che
si è interessato proprio degli abusi politici della psichiatria nell’URSS,
pubblicando un libro intitolato “Punitive Medicine”.
Il 15 agosto 1978 fu condannato a 5 anni di esilio interno.
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Andrei Sacharov |
Il regime comunista russo gli impedisce di andare a Oslo per ritirare il
premio, che viene quindi consegnato alla seconda moglie Elena Bonner, la quale
legge il suo discorso ai presenti.
Manifestò la sua contrarietà all’ingresso delle truppe sovietiche in
Afghanistan e per questo motico fu arrestato e nel 1980 confinato a Gorkij.
Nel 1986 fu riabilitato da Michail Gorbacev e rientrò a Mosca dove fu
eletto deputato nel 1989, prima di morire.
Queste sono alcune delle sue parole :
"È
intollerabile pensare che, mentre noi siamo qui riuniti in questa sala per
questa solenne cerimonia, centinaia, migliaia di prigionieri di coscienza
soffrono duramente da anni per la fame, la mancanza di medicine, per il lavoro
estenuante;
tremano per il freddo, l’umidità e l’esaurimento in carceri semibuie;
sono costretti a lottare incessantemente per la loro dignità umana, per
difendere le loro convinzioni contro la macchina della rieducazione, che in
realtà spezza le loro anime.
La cosa più spaventosa è l’inferno degli ospedali speciali psichiatrici
di Dnepropetrovsk, Sycevka, Blagovescensk, Kazan, Cernjachovsk, Orel,
Leningrado e Taskent."
(Dal discorso di Andrej Sacharov in occasione del conferimento del
Premio Nobel per la pace nel 1975.
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Evgeni Belov, fu internato
in un manicomio criminale per aver
scritto lettere di protesta al partito e a Leonid Brezhnev per la
mancanza di libertà nel Paese
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Joseph Brodsky |
Era un ebreo dissidente, cresciuto in un clima di antisemitismo, che
disprezzava Lenin fin dagli anni della Prima elementare.
Per le sue poesie fu prima rioverato due volte in un Ospedale
psichiatrico, poi fu arrestato e condannato a 5 anni di lavori forzati.
Grazie alle proteste internazionali fu liberato dopo un anno e gli si
fece scegliere fra due soluzioni : entrare in manicomio o andarsene dalla
Russia.
Nel 1975 Brodsky emigrò verso Vienna, poi andò a Londra, e infine negli Stati Uniti, dove insegnò fino alla
sua morte.
Fu insignito del Nobel per la Letteratura nel 1987.
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Leonid Plyushch (Naryn,
Kirghizistan, 26/04/1938 - Bessèges, Francia, 04/06/2015) è stato un
matematico ucraino e dissidente sovietico.
Firmò una dichiarazione di solidarietà, insieme ad altri 16 dissidenti
sovietici, a favore dei movimenti democratici in Cecoslovacchia che si
opponevano all’invasione sovietica.
Nel 1972 fu quindi arrestato e dichiarato pazzo, e rinchiuso in un
Ospedale psichiatrico per pazienti psicotici gravi di Dnipropetrovsk.
Fu liberato nel 1976 e gli fu permesso di lasciare l’Unione Sovietica.
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Natalya Gorbanevskaya |
Anche in questa occasione il regime comunista si appoggiò
alla sapiente perseveranza inquisitoria della criminale psicologa asservita
alla politica, che interrogò la scrittrice, basandosi sulla interpretazione del
dissenso politico come problema psichiatrico.
L’Istituto Serbsky la dichiarò soggetta a “profonda psicopatia con
presenza di un processo schizofrenico lieve e cronico”, e le permise di tornare
a casa.
Nel dicembre 1969 fu arrestata e condannata alla
detenzione indefinita per “schizofrenia pigra” (cioè che si sarebbe potuta
sviluppare in seguito) e fu rilasciata solo dopo tre anni di internamento nel
manicomio di speciale di Kaza, nel febbraio 1972.
A Parigi, dove la scrittrice si sottose a nuovi esami presso autorevoli
psichiatri, fu riconosciuta totalmente sana di mente.
Pyotr Grigorenko
(Borysivka, Ucraina, 16/10/1907 - New York, Stati Uniti, 21/02/1989) era un
Generale che costituì un gruppo dissidente leninista, contrario alle politiche
di Chruscev.
Dopo ben tre visite psichiatriche fu condotto al famigerato Istituto
Serbsky e riconosciuto affetto da malattia mentale, come delirante paranoico.
Fu espulso dall’URSS e si trasferì negli Stati Uniti, dove altri esami
psichiatrici lo riconobbero completamente sano di mente.
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Sergei Pisarev, fu arrestato
per aver criticato la Polizia segreta nel contesto del cosiddetto “complotto
dei Medici”, la campagna antisemita iniziata da Stalin e poi non conclusa a
causa del suo decesso.
Pisarev intraprese una campagna contro gli abusi politici della
psichiatria, concentrandosi su quelli avvenuti all’Istituto Serbsky, dove
lavorava la Dottoressa Pechernikiva.
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Tarsis Valery (Kiev,
Ucraina, 23/09/1906 - Berna, Svizzera, 03/03/1983) fu uno
scrittore, critico nei confronti del regime comunista.
Scrisse “Ward n° 7), un resoconto dell’uso politico della
psichiatria per soffocare la dissidenza in URSS.
Valeriya Novodvorskaya |
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Valeriya Novodvorskaya,
(Bielorussa, 17/05/1950 - Mosca, 12/07/2014) era una dissidente russa che creò
una organizzazione studentesca clandestina contraria al regime, e fu per questo
arrestata e condannata ad una detenzione indefinita nell’ospedale psichiatrico
della prigione di Kazan.
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Viktor Fainberg (Kharkov,
Ucraina, 26/11/1931) è un dissidente russo che partecipò alla dimostrazione
nella Piazza Rossa di Mosca contro l’intervento sovietico in Cecoslovacchia, e
per questo fu internato per 5 anni nell’Ospedale Psichiatrico di Lenigrado.
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Nel 1976 pubblicò sotto forma di samizdat il suo libro intitolato “Istituto
di scemi: Note sull’Istituto di Serbsky”, basato sulla sua personale
esperienza all’Istituto psichiatrico Serbsky, che gli costò sette anni di campo di lavoro e 5 di esilio
interno.
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Viktor Rafalsky, appartenente
ad un gruppo marxista clandestino fu arrestato e internato più volte in tre
differenti manicomi criminali durante la detenzione durata 24 anni (nel periodo
che va dal 1954 al 1987).
Nei suoi scritti dichiarò :
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Vladimir Bukovsky |
Ha trascorso ben 12 anni fra Ospedali psichiatrici speciali, campi di
lavoro e prigioni dell’Unione Sovietica.
E’ membro della Fondazione commemorativa per le vittime del comunismo e
Membro Fondatore di Human Rights Foundation di New York.
Nel 1971 Bukovsky ha diffuso in Occidente 150 pagine di documenti che
attestano l’abuso delle istituzioni psichiatriche nell’Unione sovietica
.
Yuli Daniel (Mosca,
15/11/1925 - Mosca, 30/12/1988) fu deportato in un Ospedale psichiatrico del
gulag a causa delle sue opere satiriche anti-staliniste e per le sue proteste
sul disprezzo dei diritti umani nell’Urss.
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Zhores Medvedev (Tbilisi,
Georgia, 14/11/1925) è uno storico e dissidente russo.
Dopo una sua pubblicazione sulla censura postale nell’Urss, Medvedev
fu arrestato e internato nell’Ospedale
psichiatrico di Kaluga nel 1970.
Insieme al fratello Roy è autore della rivista samizdat “XX secolo”
.
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Per l’odierno zar di tutte le Russie Vladimir
Putin, famoso per la crudeltà a cui fa ricorso per annientare le sue vittime, è
stata una prassi abituale quella di ricorrere alle consulenze psichiatriche
della famigerata Dottoressa, fino al 2007, anno della sua dipartita,
continuando poi ad avvalersi della collaborazione dei suoi successori.
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Elza Kungaeva |
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Il colonnello in questione si rese colpevole anche
dell’efferato omicidio di una giovane ragazza cecena, Kheda Kungaeva, detta Elza, appena diciottenne, che venne prelevata con la forza dalla sua abitazione,
strappandola ai genitori, e condotta all’accampamento di Budanov, dove il
criminale comunista le usò violenza e la
torturò fino a ridurla in stato di incoscienza, poi la strangolò
uccidendola con le sue mani, freddamente e consapevolmente.
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La famigerata psichiatra di
regime, la Dottoressa Pechernikova, in forza all’altrettanto famigerato
“Istituto “Serbskij” di Mosca, che dopo aver operato con KGB e NKVD, proseguì
l’attività al soldo dell’FSB (i vari servizi segreti che si sono succeduti nel
regime russo), è intervenuta per “sollevare” Putin da un enorme imbarazzo, e
cioè dal fatto che un suo decorato “eroe di guerra” fosse in realtà un feroce
psicopatico sadico e sanguinario.
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La Dottoressa ha infatti dichiarato, dopo attento
esame psichiatrico, che il colonnello Budanov era, nel momento dell’efferato
delitto, in temporaneo stato di non intendere e di volere.
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La dicitura “temporaneo”, ideata dalla Dottoressa
per compiacere le esigenze di Putin significa che sia prima che dopo questo
“increscioso” episodio, in cui Budanov ha torturato, stuprato e strangolato la
sua vittima, premeditatamente, il colonnello era ed è sanissimo di mente.
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Larisa Arap |
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Putin fece rinchiudere nella
struttura psichiatrica di anche
un’altra attivista per i diritti umani, la giornalista Larisa
Arap (Mosca, 1958).
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Arap nel 2007 aveva pubblicato degli articoli in
cui denunciava i maltrattamenti subìti dai pazienti negli Ospedali di Murmansk
e di Apatity.
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La sua accusa dichiarava che alcuni pazienti erano
stati uccisi per prelevare loro gli organi interni destinati a trapianti,
mentre altri, soprattutto bambini, venivano sottoposti alla “terapia”
dell’elettroshock.
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Gli stupri e le torture erano all’ordine del
giorno, così come il ricovero di persone sane per interessi economici, come
l’appropriazione dei loro beni.
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Quando il 15 luglio 2007 Arap si recò alla Clinica
di Severomorsk per la documentazione necessaria al rinnovo della patente di
guida, per la quale si era già sottoposta agli esami di rito, le fu chiesto se
fosse lei l’autrice dell’articolo “Madhouse” in cui denunciava gli abusi della
psichiatria.
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La guardia medica, Yulia Kopyia, riferì poi ai
familiari di Larisa che la pubblicazione dell’articolo “Madhouse” era la prova
evidente della follia della giornalista.
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Arap fu picchiata brutalmente dal personale medico
subendo danni alla colonna vertebrale, legata al letto e trattata con
“sedativi”.
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La giornalista reagì iniziando uno sciopero della
fame, ma le autorità sanitarie comuniste le imposero l’alimentazione forzata.
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Fu rilasciata il 20 agosto con la clausola che
continuasse le cure prescritte dai medici, in attesa di una decisione finale
del Tribunale, a proposito della quale gli psichiatri affermarono:
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“Tutto nel
tribunale è sotto il nostro controllo: medici, polizia e pubblici ministeri
sono la stessa squadra, non hai un posto dove andare ... ti lasciamo andare, ma
tu devi pensare alla tua famiglia.”
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Dalle testimonianze di tante
vittime risulta ben delineato il ruolo criminale della Dottoressa comunista
psichiatra, sebbene il cognome Pechernikova sia sconosciuto in Europa, nelle
“civili” società impegnate esclusivamente in attività anacronistiche come
quella dell’antifascismo oppure nella disinformazione applicata ai crimini del
comunismo.
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Nelle scuole italiane si istigano i bambini a
cantare “bella ciao” e si ignorano i crimini contro l’umanità commessi ieri da
Stalin, e oggi da Putin, insieme ai loro complici, come appunto Tamara Pavlovna Pechernikova e alle altre decine di
criminali comunisti
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Anatoly Koryagin |
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Dal 1963 Koryagin ha lavorato quattro anni come
psichiatra ad Abakan, e nel 1972 è diventato vice-capo dell’Ospedale
psichiatrico regionale di Kyzil.
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Nel 1978 ha lavorato come consulente presso la
clinica psichiatrica di Kharvic, mentre l’anno precedente ha diretto la
commissione clandestina creata per indagare sull’uso della psichiatria per fini
politici.
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Fu arrestato nel 1981 e condannato a 7 anni di
lavori forzati, a cui seguirono 5 anni di esilio interno, accusato di attività
antisovietica.
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Koryagin documentò l’esistenza di ben 16 Ospedali
speciali per dissidenti e di 183 dissidenti che vi erano stati rinchiusi
forzatamente.
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Fu rilasciato nel 1987 ed emigrò in Svizzera dove
tuttora vive.
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Dissenso
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Dissenso
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La stessa cosa che ho pensato io
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