lunedì 10 settembre 2018

Lo stretto legame fra EBRAISMO e COMUNISMO

Il comunismo russo, fin dalla sua nascita, con la rivoluzione russa prima, e con il colpo di Stato bolscevico contro coloro che l’avevano attuata poi, si è avvalso della fattiva collaborazione di ebrei comunisti, che hanno concorso a costituire la vera e propria ossatura dell’apparato di potere.
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Lo stesso VLADIMIR IL’IC UL’JANOV (Simbirsk, 22/04/1870 - Gorki Leninskie, 21/01/1924) meglio conosciuto con lo pseudonimo di LENIN, che rappresentò l’anima bolscevica del nascente comunismo sovietico nel 1917, nacque a Simbirsk da una famiglia ebraica benestante.
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L'ebreo VLADIMIR LENIN


Molti dei collaboratori di Stalin e membri dei Servizi segreti erano ebrei, zelanti e sanguinari, ma questo non impedì a Stalin di applicare anche a loro la sua medicina preferita, consistente in persecuzioni e purghe, deportazioni e torture.
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Del resto anche LEV DAVIDOVIC BRONSTEJN (Janovka, 7/09/1879 - 21/08/1940) meglio conosciuto come TROCKIJ, protagonista di primo piano nelle Rivoluzioni del 1905 e del 1917, era ebreo, nato in una famiglia benestante ebraica di Janovka, ora Bereslavka.

Guidò l’Armata Rossa nella lotta contro l’Armata Bianca degli zaristi e dopo la vittoria divenne Commissario del Popolo e membro del Politburo.
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Nacque da una famiglia benestante ebraica osservante, ma di lingua russa e ucraina.
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Trotsky, riproponendo le teorie di Marx, auspicava il ricorso al Terrore rosso per annientare la classe borghese.
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L'ebreo LEV TROTSKY
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Anche KARL MARX (Treviri, Germania, 5/05/1818 - Londra, 14/03/1883) l’ideologo che diede inizio al comunismo, era un ebreo tedesco, le cui filosofie piacevano molto a Iosif Dzugasvili Stalin, che ancora 19 enne fu espulso dal seminario teologico che frequentava a Tbilisi perché aveva sostituito ai vangeli gli scritti del filosofo tedesco.
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Il seminario era retto da monaci ortodossi, che Stalin reputava mostri gesuitici, ed era prassi abituale che l’istruzione e la didattica dell’istituto imponessero l’odio verso gli ebrei e l’incoraggiamento a collaborare con la Polizia.
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L'ebreo KARL MARX
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Gli insegnanti di Stalin, come il Preside Germogen e l’ispettore Abasidze furono addirittura fra i fondatori del movimento antisemita delle “Centurie nere”, responsabili tra l’altro di aver dato vita ai famigerati e cosiddetti “Protocolli di Sion”, un carteggio costruito ad arte con false prove di un supposto piano ebraico per conquistare il mondo.
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Va detto che la pubblicazione dei “Protocolli di Sion” e i loro ideatori furono finanziati dallo Zar Nicola II° allo scopo di alimentare un antisemitismo molto radicato nella famiglia imperiale russa.
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A cavallo fra i due secoli le “Centurie nere” scatenarono anche vari pogrom in Modavia e in Ucraina, provocando centinaia di vittime fra gli ebrei.
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Stalin che amava la lettura fu certamente esposto alla letteratura antisemita durante il seminario teologico, e si convinse della reale consistenza dei “Protocolli di Sion”. 
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Tutto ciò, unitamente all’assorbimento delle teorie di base espresse dalla filosofia di Karl Marx, come ad esempio la auspicata scomparsa delle classi sociali e delle nazionalità, allo scopo di uniformare la società civile, fu prodromico alle future ondate di deportazione su base etnica, sociale, e anche religiosa.
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Manifesto
anti-sionista
Marx era solito affermare, a dispetto delle sue origini, che l’ebraismo si poteva identificare con il potere del denaro, ritenendolo così una forma di alienazione comunque risolvibile con l’assimilazione del gruppo stesso.
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Varie testimonianze affermano che la Famiglia Dzugasvili non fosse, come si crede, georgiana, bensì osseta di lingua georgiana. 
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Gli osseti sono un popolo di origine iraniano-iafetica, mescolatosi poi con i vincitori sciiti, di cui Stalin pare essere, per molti versi, la personificazione spirituale.
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La mamma di Stalin, Ekaterina Dzugasvili (chiamata Keke) era una comune prostituta osseta, tant’è che Stalin stesso la chiamava sgualdrina, mentre la paternità attribuita a Vissarion Dzugasvili non era certa.
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Il padre di Stalin si ridusse in miseria perché alcolizzato, al punto che spesso arrivava ad impegnare la cintura per ottenere il denaro necessario a comprare bevande alcoliche e ad ubriacarsi, e per questo si rivolgeva ai banchi di pegno gestiti dagli ebrei. 
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Anche questo “contatto” non proprio felice del giovane Stalin con personaggi dell’ebraismo contribuì alla sua formazione certamente antisemita.
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Ciò non impedì che molti dei personaggi che affiancarono Stalin, anche ricoprendo cariche importanti, e che lo coadiuvarono durante il periodo del terrore e delle “purghe”, fossero ebrei. 
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GENRICH GRIGO’EVIC JAGODA (Rybinsk, 7/11/1891 - Mosca, 15/03/1938) era di origini ebraiche e il suo vero nome era Enoch Geršonovič Ieguda. 
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Criminale comunista, durante il piano di collettivizzazione delle campagne fu responsabile della eliminazione e dello sterminio di 5 milioni di “kulaki”, i cosiddetti “contadini ricchi”. 
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L'ebreo GENRICH JAGODA
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Propongo, di seguito, il LINK ad un mio precedente post su di lui :
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GRIGORIJ EVSEEVIC ZINOV’EV (Elisavetgrad, 23/09/1883 - Mosca, 25/08/1936) nacque in una famiglia della piccola borghesia ebraica, ed è stato un rivoluzionario e politico sovietico.

Tra il 1918 e 1925 fu uno dei personaggi più potenti dell’Unione Sovietica, schierato con Stalin contro Trockij.
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L'ebreo GRIGORIJ ZINOV'EV
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GRIGORIJ JAKOVLEVIC SOKOL’NIKOV (Romny, Ucraina, 15/08/1888 - Verchneural’sk, Siberia occ., 21/05/1939) è stato un politico e diplomatico sovietico.
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Ebreo, fu ucciso per ordine di Stalin durante il periodo delle grandi purghe.
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Fu uno dei sette membri del Primo Politburo insieme a Lenin, Zinov’ev, Trockij, Stalin, Kamenev, e Bubnov.
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L'ebreo GRIGORIJ SOKOL'NIKOV
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LAZAR MOISEEVIC KAGANOVIC, (Kabany, 22/11/1893 - Mosca, 25/07/1991) nacque da una famiglia ebrea povera dell’Ucraina, e divenne uno dei più sinistri personaggi dell’entourage di Stalin e suo braccio destro, carnefice sanguinario, responsabile di una lunga catena di nefandezze, di repressioni, e di deportazioni.
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Propongo, di seguito, il LINK ad un mio precedente post su di lui :
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L'ebreo LAZAR KAGANOVIC
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LEV BORISOVIC KAMENEV pseudonimo di ROZENFEL’D (Mosca, 18/07/1883 - Mosca, 25/08/1936) è stato un rivoluzionario e politico dell’Unione sovietica, nato da un ferroviere ebreo e da madre ortodossa russa.

Sposò una delle due sorelle di Trockij (Olga Davidovna Bronstejn) diventando suo cognato e fu uno dei sette membri del Primo Politburo insieme a Lenin, Zinov’ev, Trockij, Stalin, Sokolnikov e Bubnov.
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L'ebreo LEV KAMENEV
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SOLOMON LOZOVSKY (1878 - 1952) nacque in Ucraina da una famiglia ebrea (forse sefardita) e fu un rivoluzionario comunista e bolscevico.
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Divenne un alto funzionario del Governo sovietico e del partito comunista.
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Il tessuto sociale intellettuale sovietico, che annoverava al suo interno personaggi di grande rilevanza culturale, era simbiotico con il potere politico, senza il quale non avrebbe potuto esistere. 
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Molte delle personalità di spicco di questo connubio fra cultura e terrore erano ebrei, come ad esempio Il’ja Erenburg (Kiev, Ucraina, 27/01/1891 - Mosca, 31/08/1967), giornalista e lacchè stalinista modello.
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L'ebreo IL'JA ERENBURG

Fu deputato del Soviet delle Nazionalità dell’URSS e ricevette il Premio Stalin, una onorificenza che Stalin stesso contrapponeva al Premio Nobel del mondo occidentale.
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Nel 1942 il Capo e Direttore della Comunità ebraica sovietica era Solomon Mikhoels (Daugavpils, Lettonia, 16/03/1890 - Minsk, Bielorussia, 12/01/1948), attore e regista del teatro yiddish di fama internazionale.
. Fu investito della sua carica direttamente da Stalin e da Berjia che gli affidarono il compito di palesare all’estero il ruolo antifascista della comunità ebraica sovietica.
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L'ebreo SOLOMON MIKHOELS

Mikhoels fu insignito del premio Stalin per le sue attività, tra cui spiccava un viaggio in America dove conquistò la benevolenza della sinistra statunitense.
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Sull’onda del successo Mikhoels chiese a Stalin di poter riservare agli ebrei alcuni territori della Georgia.
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Stalin, interpretò la richiesta come un tentativo secessionista della comunità ebraica e lo fece assassinare il 12 gennaio 1948, simulando un incidente d’auto.
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Gli successe il vicepresidente, il poeta yiddish Itzik Solomonovic Feffer, colonnello dell’Armata Rossa e agente segreto degli organi di sicurezza.
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Feffer, che aveva collaborato all’omicidio di Mikhoels, fu a sua volta giustiziato da Stalin, insieme ad altri venti intellettuali ebrei, qualche mese prima che fosse annunciata la scoperta di una fantomatica cospirazione denominata “il complotto dei medici”.
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L'ebreo Itzik Feffer

Da tutte le considerazioni di carattere sociale, politico, e religioso che emergono dalla disanima di questi dati, emerge con chiarezza un dato comune e incontrovertibile :
la nascita del comunismo è stata possibile grazie alla fattiva collaborazione di moltissimi ebrei russi con il potere bolscevico, con Lenin e con Stalin. 
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L’apparato sovietico composto da personaggi di origine ebraica, è lo stesso che dotato di un potente nucleo di assassini sanguinari ha dato corso al proseguimento di una vera e propria persecuzione delle popolazioni di razza ebraica che era iniziata con lo zar, osteggiando il sionismo e caratterizzandone l’iter, costellato di pogrom, di deportazioni, di epurazioni, di torture, come una vera e propria shoà
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L’Olocausto attuato da Hitler è in realtà la prosecuzione di quello staliniano, che si è concretizzato con l’uccisione di circa 600.000 ebrei. 
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Consiglio per approfondimenti il libro di Louis Rapoport intitolato : "La guerra di Stalin contro gli ebrei", edito da Rizzoli.
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Stalin era anche ostile al sionismo e alla formazione sul territorio sovietico di gruppi etnici e religiosi come quelli ebraici, che vedeva come un pericolo per la sovranità comunista e che contrastava ricorrendo alla deportazione nei campi siberiani del Kazakhstan e del Birobidzan.
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Ecco perché la creazione di uno Stato ebraico in Palestina fu caldeggiato da Stalin, non tanto per simpatie ebraiche, ma per il fatto che avrebbe così potuto espellere le comunità presenti in Unione Sovietica, contro le quali tra l’altro aveva inasprito il suo atteggiamento, e anche perché la nascita di un Governo a guida probabilmente socialista in Palestina avrebbe costituito una spina nel fianco delle potenze occidentali nello scacchiere del Mediterraneo medio orientale.
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Ancora oggi in Italia la comunità ebraica è sempre pronta a commemorare le vittime della shoà per mano nazista, ma si guarda bene dal fare qualunque riferimento alle vittime ebree del comunismo, coprendone così i misfatti e palesando un chiaro intento simbiotico e anelante verso le filosofie di Marx.
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Quale altro motivo potrebbe altrimenti impedire di urlare al mondo che 500.000 loro fratelli sono stati trucidati dal comunismo ?
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Ricordo a tale proposito che dopo il Patto Ribbentrop-Molotov, che sancì l’alleanza tra Hitler e Stalin, l’antisemitismo esplose fortemente in Unione Sovietica, nonostante il fatto che il 52 % dei membri del partito comunista sovietico fosse composto da ebrei.
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Furono chiuse scuole e centri culturali ebraici, e sui giornali si scriveva che l’antisemitismo nazista era principalmente diretto contro la religione ebraica, e che quindi era dovere di ogni buon marxista ateo aiutare i nazisti in questa campagna.
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Nelle memorie di Mark Gallai, pilota collaudatore e scrittore sovietico, si legge :
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"Molti di noi accettarono il trattato come il prendere una medicina cattiva:
era orribile, ma necessario.
Ma la firma del trattato fu seguita da avvenimenti che erano invece incomprensibili.
I fascisti non erano più chiamati fascisti.
Ciò che il Komsomol ed i pionieri ci avevano insegnato ad odiare come ostile, cattivo e minaccioso, divenne improvvisamente neutrale.
Non fu detto con molte parole, ma il sentimento si diffuse nelle nostre anime quando guardavamo le foto di Hitler accanto a Molotov o quando leggevamo del grano e del petrolio sovietico che andava alla Germania fascista o quando vedevamo il passo dell'oca prussiano che veniva adottato proprio allora dal nostro esercito.
Sì era molto difficile capire allora cosa stesse succedendo."
. Tutti questi presupposti e gli eventi storici accertati mi inducono quindi a chiedere :

Se comunismo e nazismo (per quanto riguarda gli ebrei) erano due facce della stessa tragica medaglia, perché allora i movimenti ebraici non condannano apertamente, decisamente e a voce alta, il comunismo ?
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Dissenso
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