Se
la Destra è truce la Sinistra è atroce.
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Alessandro Gnocchi |
Questo
è il titolo del “commento” scritto da Alessandro Gnocchi sulle pagine del
quotidiano “il Giornale” di sabato 10 agosto 2019, a pagina 9.
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Lo
propongo perché non solo è interessante ed ironico, ma sfugge anche alla
virulenza con cui l’apparato disinformatore delle sinistre si scaglia contro la
Lega.
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Ricordo che quando Enzo Bettiza e Indro Montanelli diedero
vita a questo quotidiano, si trovarono a dover fronteggiare il sistema di
omologazione forzata imposto dal PCI, il quale imponendo una propria ortodossia
di riferimento, castigava chiunque se ne discostasse.
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Ricordo
anche che negli anni ’70 chiunque comprasse una copia de “il Giornale” in
edicola rischiava di essere picchiato da manipoli di delinquenti comunisti
fautori della disinformazione.
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Erano
gli anni in cui il dissenso anticomunista era ostacolato con metodi criminali
quali la gambizzazione, e in cui le Brigate rosse sfidavano apertamente lo
Stato di Diritto.
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Oggi
la situazione è cambiata, fortunatamente, grazie anche agli italiani che sempre
più numerosi votano per la Lega di Matteo Salvini, e questo pare dia un enorme
fastidio agli eredi di Togliatti che, pur metamorfizzati, hanno perso il pelo
ma non il vizio…
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Ecco, di seguito, lo scritto di Alessandro Gnocchi :
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“La
destra leghista è truce.
Lo
dicono sul Foglio politici del calibro di Stefano Parisi, Mara Carfagna,
Alessandro Cattaneo, Flavio Tosi.
Pare
che ci voglia un nuovo partito, liberale e conservatore: chi l’avrebbe mai
sospettato ?
Staremo
a vedere.
Per
ora, Matteo Salvini può mettere in cassaforte il consenso di circa il 40 per
cento degli elettori.
Allarghiamo
il dibattito.
Se
la destra è truce, la sinistra è atroce.
La
destra ha qualcuno che la rappresenti, per quanto truce.
Ma
un cittadino di sinistra cosa dovrebbe votare, il Partito Democratico ?
Matteo Renzi aveva come unico ideale l’occupazione di
qualunque posto di potere.
Era
stato convinto dalla servitù di essere il JFK italiano ma si è rivelato un
Veltroni più vendicativo.
La sinistra di Nicola Zingaretti è vivace come un
cimitero.
Basta
rivedere la lugubre scena della presentazione del simbolo europeo.
Capetti
asserragliati su una terrazza romana, musi lunghi, facce scure, discorsi così
trascinanti da far venire voglia di buttarsi di sotto.
Il
Partito democratico poi è specialista nel farsi male da solo: leader (?) di
secondo piano vanno a sfilare a Lampedusa, corrono in carcere a visitare
l’assassino di un Carabiniere, salgono sulla nave ONG che sperona la Guardia di
Finanza.
Neanche
alle comiche si ride così.
A
parlare di lavoro, e non di baggianate politicamente corrette, è rimasto solo
Marco Rizzo, capo del Partito comunista, quello vero.
Il
Partito democratico invece è specializzato in coccole ai migranti, all’Unione
europea e al peggior capitalismo.
A
sinistra c’è anche il Movimento 5 stelle.
Luigi
Di Maio … poverino.
Capitato
lì per caso, ha annunciato la sconfitta della povertà e chiamato al governo
tecnici dello spessore di Toninelli.
In
giro c’è di peggio, ad esempio Alessandro Di Battista, statista (ehm) con idee
che sarebbero sembrate superate ad Armando Cossutta.
Poi
c’è la sinistra per caso.
Beppe
Sala, sindaco di Milano, era di destra fino a quando non è stato candidato
dalla sinistra.
Uomo
capace, è un opportunista di valore.
Occhio
: se scende in campo a livello nazionale vuol dire che è certo di portare a
casa il risultato.
Destra
truce, sinistra atroce.
Si salvi chi può.”
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Dissenso
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