domenica 13 novembre 2016

UCCISI DA PUTIN


Il terrore di Stato è ancora oggi l’arma con cui il regime russo per mano del suo “deus ex machinaVladimir Putin cerca di distruggere qualsiasi voce di dissenso.
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Giornalisti, avvocati, difensori dei diritti umani, e sostenitori delle opposizioni, vengono sistematicamente uccisi da sicari armati dall’ex colonnello del KGB, Vladimir Putin.
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La lunga mano del boia si allunga anche al di fuori del territorio russo, così come fece Stalin per assassinare in Messico il rivale politico Leo Trotsky.
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Settembre 2006
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Litvinenko Alexander Valterovic, era un ex agente dei servizi segreti russi, e successivamente un dissidente.
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Pubblicò un libro (Blowing up Russia : Terror from within) in cui accusava il servizio segreto (FSB) di essere responsabile della serie di attentati esplosivi che fecero più di 300 vittime nell’estate del 1999.
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Secondo Litvinenko gli attentati, che ufficialmente erano stati attribuiti ai separatisti ceceni, in realtà sarebbero invece serviti al regime di Putin per giustificare la ripresa delle operazioni militari russe in Cecenia.
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Nel suo secondo libro (Gang from Lubyanka) Litvinenko accusò direttamente Putin di essere il mandante degli attentati.
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La reazione dell’ex colonnello del KGB Vladimir Putin non si fece attendere, infatti Litvinenko morì a Londra dopo essere stato avvelenato col polonio-210, un isotopo radioattivo del polonio.
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Litvinenko prima e dopo essere stato avvelenato dai sicari di Putin



Le indagini appurarono che la contaminazione avvenne nello Sushi bar Itsu di Piccadilly, nel centro di Londra, dove in precedenza si era intrattenuto con gli ex agenti del KGB Andrei Lugovoi e Dimitri Kovtun.
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Prima di morire Litvinenko accusò pubblicamente Putin di averlo avvelenato e di essere anche il mandante dell’omicidio della giornalista Anna Politkovskaja.
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7 ottobre 2006
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Politkovskaja Anna, era una giornalista russa della Novaja Gazeta, il periodico libero e indipendente russo.
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Nei suoi reportage Anna ha fatto emergere le verità altrimenti nascoste dal regime russo sulla guerra cecena, portando all’attenzione del mondo intero le atrocità commesse dai militari russi sui civili ceceni inermi, sulle torture, e sulle esecuzioni di migliaia di vittime assassinate senza scrupolo alcuno.
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A causa del suo impegno a difesa dei diritti umani e della netta opposizione a Vladimir Putin, allora Presidente della Federazione russa, venne più volte minacciata di morte, fino a quando il 7 ottobre 2006, giorno del compleanno di Putin, fu colpita a morte da quattro colpi di pistola nell’ascensore della sua abitazione.
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19 gennaio 2009
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Anastasia Baburova
Baburova Anastasia, era una giornalista russa della Novaja Gazeta.
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Fu uccisa da un killer insieme all'avvocato Markelov mentre percorreva una strada di Mosca.
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19 gennaio 2009
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Markelov Stanislav, era un avvocato russo, oltre che il Presidente dell'Istituto Russo per lo Stato di Diritto.
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Fu ucciso insieme ad Anastasia Baburova, freddato da un sicario di Putin per le strade di Mosca.
Markelov appena ucciso dal sicario di Putin
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L'avvocato si preparava a fare appello contro la liberazione di Yuri Budanov, ex comandante carrista russo, condannato a 10 anni di carcere per l'assassinio di una ragazza cecena.
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15 luglio 2009
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Estemirova Natalia, era una giornalista russa della Novaja Gazeta, oltre che un'attivista per i diritti umani, e membro dell'Associazione Memorial.
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Natalia Estemirova, ennesima vittima del furore dell'ex colonnello del KGB Vladimir Putin
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Una mattina fu rapita a Grozny, in Cecenia, intorno alle 8,30, e più tardi fu ritrovato il suo corpo nella vicina Inguscezia, crivellato di colpi di arma da fuoco.
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16 novembre 2009
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Magnitskij Sergej Leonidovic, era un avvocato russo, difensore dei diritti umani.
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Indagò e scoprì le collusioni tra il Ministero degli Interni e la mafia russa, per un affare da 230 milioni di dollari.
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Fu arrestato pretestuosamente e morì in carcere dopo un anno di detenzione, in una putrida e malsana cella del tristemente famoso carcere di Butyrka.
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Dopo essersi ammalato a causa delle precarie condizioni igieniche, non gli furono mai prestate le necessarie cure mediche o i doverosi trattamenti sanitari.
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I suoi familiari sostengono a viva voce che Sergeij sia stato pestato ripetutamente e torturato a più riprese, fino alla morte.
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23 marzo 2013
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Berezovsky Abramovic Boris, era un miliardario russo, oppositore di Putin, trasferitosi in Gran Bretagna come rifugiato politico.
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Fu strangolato nella sua casa di Ascot, vicino a Londra, dopo aver sostenuto economicamente l'opposizione russa.
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Vladimir Putin e Boris Berezovsky
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27 febbraio 2015
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Nemtsov, ucciso a Mosca, per strada
Nemtsov Boris Efimovic, era un politico "scomodo" per il Cremlino, poichè condannava la corruzione di Putin e dei suoi complici.
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E' stato ucciso a colpi di arma da fuoco, all'età di 55 anni, dai sicari di regime per le strade di Mosca.
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Nemtsov aveva criticato con forza l'annessione della Crimea, così come il sostegno che la Russia dava di nascosto ai separatisti nell'Ucraina orientale.
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Le sue posizioni gli avevano valso parecchie minacce di morte nei mesi precedenti alla sua esecuzione.
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Nemtsov aveva fondato il Partito liberale Parnas ed era considerato un figlio ribelle della nomenklatura sovietica al tempo della perestroika.
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Fu vicepremier (con delega all'economia) e Ministro dell'Energia dal 1997 al 1998 nel Governo di Viktor Chermiadyne, quando il Presidente della Russia era Boris Eltsin.
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Stemma FSB
Questa lista di vittime dello "zar" russo, rappresenta purtroppo solo una minima parte del lungo elenco di persone assassinate durante gli anni in cui Putin si è insediato al potere.
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Putin è stato Direttore del Servizio segreto russo (FSB, erede del KGB) dal 1998 al 1999, per diventare poi dal 1999 al 2000 Primo Ministro della Federazione Russa.
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Dopo le dimissioni di Eltsin fu eletto Presidente per due mandati, fino al 2004, poi dopo una parentesi come Primo Ministro è ridiventato presidente nel 2012.
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Galina Starovoytova
Diciotto anni di omicidi e di violenza caratterizzano l'impronta lasciata dall'ex colonnello del KGB sul popolo russo.
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Nel 1998, ad esempio, fu assassinata la liberale Galina Starovoytova, oppositrice della guerra in Cecenia fin dal 1994.
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Prima di lei avevano trovato la morte per mano di sicari prezzolati altre cinque vittime.
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Nell'aprile del 2002 fu assassinato Vladimir Soloviev, un Deputato liberale della Duma russa, legato a Berezovsky, anch'egli assassinato perché oppositore di Putin.
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Nell'aprile del 2002 fu assassinato anche un altro Deputato liberale, Sergei Jushenkov, anch'egli legato al magnate russo Berezovsky esule in Gran Bretagna perché oppositore di Putin.
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Paul Klebnikov
Jushenkov fu ucciso davanti a casa sua, colpito al petto da numerosi proiettili.
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Nel luglio del 2004 fu assassinato a Mosca, con quattro colpi di pistola, il giornalista Paul Klebnikov, Direttore dell'edizione russa della rivista Forbes.
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La vittima aveva appena denunciato sull'edizione moscovita del noto giornale di alta finanza la corruzione del sistema russo e del Cremlino.
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Alla lista di delitti "eccellenti" che si allunga molto di più di quanto indicato nel nostro articolo, (limitato per motivi contingenti), a centinaia, bisogna aggiungere il lungo martirologio dei 500.000 civili ceceni uccisi dalla violenza cieca dei militari russi, che hanno furoreggiato sulla popolazione inerme senza alcun ritegno.
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Lo comprova il fatto che la capitale fu completamente rasa al suolo...
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La ferocia di Erdogan, scatenata sulla pelle di 5.000 vittime, in confronto, è bontà d'animo.
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Al delirio di onnipotenza dello "zar" occorre ascrivere anche le vittime dei conflitti con Georgia e Ucraina, con cui Putin dimostra la sua volontà espansionistica, prevaricando le identità nazionali dei popoli.
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Ciò che mi riesce di difficile comprensione è il motivo per cui Vladimir Putin piace così tanto alla destra, e non solo..
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Eppure è risaputo che in Russia abbia creato la cosiddetta "democratura" e cioè una dittatura con le parvenze e perfino i fronzoli elettorali della democrazia, così come che con i suoi aerei bombardi a tappeto perfino gli ospedali siriani di Aleppo.
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La vigoria con cui Putin si raffronta nei confronti di stereotipi odiati dalla maggioranza della gente comune, come Holland e la Merkel, oppure come l'Isis, o anche per il solo motivo di rappresentare l'uomo forte che privilegia i suoi confini e i suoi territori, a differenza dell'occidente che pratica politiche che privilegiano le invasioni epocali e gli esodi biblici di interi popoli sul suolo europeo, rende appetibile una connivenza altrimenti impensabile.
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Le destre, paradossalmente, lo acclamano come Mecca del nazionalismo, nonostante sia stato invece la Mecca del Comunismo (secondo me mai sopito, ma solo metamorfizzato).
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OGGI e IERI
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Personalmente prendo le distanze da questo modo di vedere e interpretare le fasi storiche attuali, identificando invece Vladimir Putin per quello che è :
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un dittatore sanguinario, molto abile nel dissimulare le sue nefandezze,  che calpesta i diritti umani nella più totale disinvoltura.
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Coloro che lo applaudono, come la Lega o Casa Pound, forse sono vittime di una evidente confusione ideologica che appanna il loro giudizio.
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Per quanto mi riguarda... NON starò mai dalla parte di un ex colonnello del famigerato KGB ...
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Dissenso








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