martedì 1 novembre 2016

Criminale comunista : MOLOTOV

Vjaceslav Molotov
Vjačeslav Michajlovič Skrjabin, meglio noto con il nome di battaglia “Molotov” (Kukarka, 9 marzo 1890 – Mosca, 8 novembre 1986) è stato un criminale politico comunista sovietico.

Ribadisco il concetto che Molotov sia stato un criminale e non solo un politico, come la maggioranza dei sistemi informativi e delle biografie riportano, poiché si è macchiato di orrende malvagità che lo collocano come esecutore di crimini contro l’umanità, al pari di Stalin e di altri gerarchi comunisti.

Nel 1922, dopo che Stalin fu eletto Segretario generale del partito bolscevico, Molotov  ne divenne il vice segretario de facto.

Durante le lotte di potere seguite alla morte di Lenin nel 1924, Molotov fu sempre un leale sostenitore di Stalin, che lo premiò nel 1926 facendolo entrare nel Politburo del partito.

Dal 19 dicembre 1930 al 9 maggio 1941, fu Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo, ruolo in base al quale agì come formale capo dell'esecutivo dell'Unione Sovietica.

Come tale, diresse la collettivizzazione forzata dell'agricoltura contro i Kulaki, che provocò poi la successiva e devastante carestia conosciuta con il nome di Holodomor, o Genocidio ucraino, che causò milioni di morti per fame.


La collettivizzazione e la dekulakizzazione dell’Ucraina, comportarono la fine della proprietà privata della terra, che venne infatti inglobata nelle fattorie collettive di Partito, e l’eliminazione fisica o la deportazione (nei territori artici siberiani) di milioni di contadini piccoli proprietari terrieri.

Dopo aver attuato queste misure, che produssero effetti devastanti in tutto il territorio (i contadini deportati furono sostituiti da cittadini fatti arrivare dai principali centri urbani, forzatamente e senza che avessero alcuna cognizione agraria), fu attuata la requisizione totale di ogni genere alimentare, compresa l’intera produzione di grano.

Negli anni 40 Stalin dichiarò al primo ministro inglese Winston Churchill che “la gran massa” di 10 milioni di kulaki messi sotto accusa era stata annientata e circa un terzo era stata mandata nei campi di lavoro.

Molotov sovraintendeva alle operazioni di requisizione del grano, e il 9 novembre del 1932 ordinò alla Polizia e alle forze di repressione di “aumentare la loro efficacia”.

Fu proprio lo stesso Molotov ad ordinare che fosse confiscato tutto ciò che avesse carattere alimentare : barbabietole, patate, verdure ed ogni tipo di cibo.

Costituì delle “brigate d’assalto” per compiere improvvise incursioni  nei villaggi allo scopo di portare via il grano raccolto, compreso quello che era destinato alla risemina per l’anno seguente.
Vittime della fame in Ucraina

Vietò il commercio e confiscò tutte le risorse finanziarie, imponendo anche l’obbligo di non abbandonare i territori.

Per assicurarsi che nessuno contravvenisse ai suoi ordini Molotov diede ordine di pattugliare i confini ucraini, sorvegliandoli con truppe armate dell’NKVD, costringendo così in una sorta di quarantena l’intera popolazione.

In questo modo l’Ucraina fu trasformata in un gigantesco olocausto che vide la morte di 10 milioni di persone.

Imperturbabile Molotov proseguì poi la sua carriera politica, e insieme al commissario del popolo all'industria Lazar Kaganovic (anche lui fedele alleato di Stalin), diresse il primo, il secondo e il terzo Piano quinquennale di industrializzazione, comprendente l'industria degli armamenti che si sarebbe rivelata poi decisiva nella seconda guerra mondiale.

Le purghe degli anni trenta (nel periodo che va dal 1934 al 1938), in cui fu giustiziata la maggior parte dei dirigenti bolscevichi della generazione di Stalin, vide Molotov attivamente coinvolto (in totale adesione alla linea staliniana) come membro del Politburo, ma non come capo dell'esecutivo.

Chruscev e Stalin
Dopo le purghe, attraverso cui Molotov passò indenne, si diffuse l’opinione comune che Molotov stesso, come vice di Stalin sarebbe divenuto il suo successore, ipotesi che Molotov, temendo per la sua vita, fu molto attento a non incoraggiare.

Divenne Commissario del popolo agli Affari Esteri, dal 1939 al 1949, e in questo ruolo firmò il famigerato patto di non aggressione con la Germania nazista e la successiva spartizione dei territori dell'Europa centro-orientale, che portò ad una guerra che costò la vita a 25 milioni di esseri umani.

Si vantava di non avere ebrei all'interno del Ministero da lui presieduto, dato che in quel periodo per ordine di Stalin venivano compilate lunghe liste di ebrei, appunto, per rimuoverli dai loro incarichi ed emarginarli dalla società.

I Ministeri, le Università, le Amministrazioni pubbliche, vennero vuotate dagli ebrei, i quali rimasero senza un lavoro e senza la casa.

Molotov arrivò addirittura ad epurare la sua stessa famiglia, separandosi dalla moglie ebrea, Polina Zhemchuzhina, dalla quale ebbe due figli, e destituendola dal ruolo di Ministro dell'industria chimica.

Per ingraziarsi Stalin, Molotov la fece anche arrestare con l'accusa di essere una "spia sionista", esiliandola in Kazakistan.

Dopo la morte di Stalin, in occasione del XXII° congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS) nell’ottobre 1961 Nikita Chruscev, che cercava di conquistarsi un ruolo influente nel Partito, cominciò a fare i nomi di coloro che, insieme a Stalin, si erano resi responsabili di “repressioni di massa illegali contro molti funzionari del Partito, dei Soviet, delle Forze armate e del Komsomol, ed erano in prima persona colpevoli dell’eliminazione  fisica di queste persone”.

Oltre che su Kaganovic, Vorosilov, e Malenkov, la scure di Chruscev si abbattè anche su Molotov.

Subito dopo la morte di Stalin per breve tempo Molotov, insieme a Malenkov e a Berja fece parte del triumvirato che governò il Paese, ma quando Chruscev cominciò la lotta per il potere e si impadronì del partito, Molotov iniziò il suo declino.

La sorte fu più magnanima con lui che non con Berja, ucciso nell'estate del 1953, tant'è che Molotov conservò il Ministero degli Esteri, e continuò a far parte dello "Stato Maggiore" del Partito, complottando per destituire Chruscev.

Nikita Chruscev decise però di eliminare il pericolo di un ingombrante concorrente e dopo averlo privato delle sue maggiori funzioni lo incaricò di modesti incarichi, a Vienna e in Mongolia.

Nel 1962 Molotov fu espulso dal partito uscendo definitivamente dalla scena politica, vivo, e quindi con sorte migliore di quella che lui e Stalin avevano inflitto alla vecchia guardia.


Dissenso


 

 

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