Come recita il sottotitolo, quest’opera scritta da Antonio Frescaroli nel 1917, narra la storia della Polizia segreta sovietica lungo il suo percorso di morte e di distruzione
Ceka, GPU (detta Ghepeù), e NKVD.
Mediante il susseguirsi di queste tre denominazioni si
attua la strategia criminale di Stalin e dei suoi feroci complici, in un
disegno comunista e criminale che vedrà il popolo russo, e non solo,
annichilito da una violenza senza precedenti nella storia dell’umanità.
Il “terrore rosso” sarà una temuta costante del popolo
russo durante il periodo di Lenin e di Stalin, che attraverso l’impiego di
spietati criminali e di freddi assassini come Feliks Dzerzinski porteranno
milioni di vittime innocenti all’estremo sacrificio.
Il libro si divide in tre “tronconi” :
1 - CEKA
- Una polizia al servizio della
rivoluzione
2 - GHEPEU’
- Una polizia al servizio della
dittatura
3 - NKVD
- Una polizia al servizio
dell’ambizione
1 - (1917
- 1922)
Il 20 dicembre 1917 venne creata la Ceka, e fu
affidato a Dzerzinski l’incarico di schiacciare la controrivoluzione “bianca”.
A partire dall’estate del 1918 la Ceka inizia a
colpire indistintamente sia i
socialisti-rivoluzionari di destra che di sinistra, utilizzando funzionari
dell’ex polizia zarista riconvertiti allo scopo di applicare la repressione di
Stato.
Le carceri della Lubjanka e di Lefortovo diventano i
simboli attraverso cui la memoria collettiva identifica la ferocia
dell’apparato comunista.
Attraverso questa macabra anticamera, in cui regnano il
terrore e la tortura, i detenuti iniziano un percorso che li condurrà nelle
remote e gelide terre siberiane, a morire di fame, freddo, e stenti.
2 - (1922
- 1934)
Il nuovo corso del “terrore” inizia con l’avvento della GPU,
comunemente indicata come ghepeù.
La rivoluzione era oramai trascorsa e la guerra civile
terminata, lasciando la popolazione stremata e desiderosa di riappropriarsi di
una esistenza tranquilla , senza scosse e perché no, privilegiata.
L’imborghesimento all’ombra del partito subentra a tutti i
livelli della società, e comincia la caccia al posto e alla tessera, facendo
nascere una nuova burocrazia.
I nuovi funzionari della Gpu portano capelli corti,
tagliati a spazzola, indossano la giacca e portano la cravatta, e devono avere
una sufficiente cultura di base.
Le uccisioni diventano pratiche burocratiche e assumono
standard precisi, organizzate secondo una tempistica programmata numericamente.
L’anima nera che accompagna Stalin nel proseguo delle
strategie di annientamento delle fasce popolari e sociali dell’intera Russia è
ancora Feliks Dzerzinski.
3 - Nel 1934 la Gpu viene assorbita dall’NKVD,
al cui comando si susseguono tre fra i più terribili crimninali che la Storia
dell’umanità abbia mai conosciuto:
Nikolaj Ivanovic Ezov
Lavrentij Pavlovic Berija
In questa nuova fase nasce il termine “deviazionismo”, per
colpire chiunque manifestasse una qualsiasi forma di dissenso verso il regime.
La stella rossa spicca sui berretti a visiera degli uomini
della NKVD come simbolo del potere con cui si identifica.
Il periodo in cui Ezov fu alla guida del Commissariato del
Popolo prese il nome di Ezovscina (era di Ezov) a testimoniare l’impronta
indelebile di orrore e di sangue che questo criminale lasciò sul Popolo russo.
~ ~ ~
Il libro si chiude con la dichiarazione (tardiva e liberatoria) di Kruscev in occasione del XX Congresso del Partito Comunista russo.
“E’ chiaro” afferma Kruscev “che Stalin dimostrò
la sua intolleranza, la sua brutalità e abusò dei suoi poteri”.
Il sospetto è che pur essendoci stata una svolta
definitiva, che ha portato alla chiusura dei campi di concentramento e della
prigione di Lefortovo, ci si trovi di fronte ad un semplice passaggio di
consegne.
Il palazzo della Lubjanka, sede dei servizi segreti, è
ancora al suo posto e la sua sinistra fama legata alle torture e agli eccidi
che si tennero al suo interno è ancora viva
e presente.
La NKVD ha cambiato nome e pelle, metamorfizzandosi prima
in KGB e poi in FSB.
Oggi il regime del nuovo Zar, Putin, si fonda sulla
connivenza tra il potere costituito (gli eredi del KGB) e le nuove mafie economiche, tra cui viene
spartito l’enorme flusso di denaro che il nuovo corso societario post Gorbaciov
ha deciso di intraprendere.
Oggi in Russia si muore ancora come ai tempi di Stalin.
Chiunque scopra il malaffare o le collusioni e gli
intrighi di potere (sulla pelle del popolo) viene distrutto.
Lo testimoniano l’uccisione di Anna Politkovskaja e di
altre centinaia di giornalisti colpevoli di aver diffuso con i loro articoli
una verità diversa da quella imposta dal regime di Putin, così come gli immani
soprusi commessi in Cecenia, in Georgia, in Ucraina, e in Crimea.
Dissenso
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