Il 18 agosto si commemora il 71° anniversario della strage di Vergarolla, ad opera dei criminali comunisti e partigiani jugoslavi, che imperversarono impunemente nei territori dell'Istria e della Dalmazia con il tacito assenso di Palmiro Togliatti, a capo dei criminali partigiani comunisti assassini italiani.
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Le vittime innocenti del cui sangue cui sono macchiati gli "eroici" titini sono state volutamente uccise dall'odio comunista verso tutto ciò che era italiano, persone comprese, in un parossismo di violenza indiscriminata e totale.
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Naturalmente i politici del Governo PD, che rappresentano per ora le istituzioni italiane, si guardano bene dall'ammettere le colpe dei partigiani comunisti, delineandosi come millantatori e disinformatori, animati come sono da un odio persistente che non consente loro nemmeno una parola di cordoglio verso le vittime innocenti.
Naturalmente i politici del Governo PD, che rappresentano per ora le istituzioni italiane, si guardano bene dall'ammettere le colpe dei partigiani comunisti, delineandosi come millantatori e disinformatori, animati come sono da un odio persistente che non consente loro nemmeno una parola di cordoglio verso le vittime innocenti.
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La famigerata "banda dei quattro" (Renzi, Gentiloni, Boldrini, e Fiano) si sperticano al contrario in invettive dal sapore maniacale verso ciò che temono maggiormente : lo spirito indomito del fascismo.
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Questi personaggi che passeranno alla Storia come insignificanti elementi post comunisti privi sia di carisma che di umiltà e compassione umana, saranno ricordati per l'odio che hanno dimostrato verso che non la pensa come loro.
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Altro che democratici !!!
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Ecco di seguito un articolo, estratto dai "Quaderni culturali delle Venezie", che ci rievoca il modus operandi tipico del mondo comunista, intriso di sangue, violenza, e dolore.
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ESODO ISTRIANO E MEMORIA STORICA
Riflessioni nel LXXI° anniversario della strage di Vergarolla
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di
Laura Brusi
Esule di Pola
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Esistono pagine di storia che
non è possibile cancellare dalla memoria collettiva, anche quando la legge
inesorabile del tempo parrebbe indulgere, se non proprio all’oblio, ad un
ricordo più sfumato ed a celebrazioni sostanzialmente ripetitive.
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A queste pagine
appartiene la tragedia di Vergarolla del 18 agosto 1946, in cui
persero la vita oltre cento abitanti di Pola e del suo circondario, in
maggioranza donne e bambini, Vittime del vile attentato ordito da una mano
criminale durante la manifestazione sportiva organizzata dalla Società “Pietas
Julia” per celebrare il suo sessantesimo anniversario.
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Nel capoluogo istriano,
momentaneamente affidato al Governo Militare Alleato in attesa delle decisioni
che sarebbero state assunte dalla Conferenza di pace in corso a Parigi, non si
erano perdute le speranze che Pola potesse restare italiana, sebbene molti
segnali avessero già indicato la diversa propensione delle grandi Potenze, e
proprio il 15 agosto una grande manifestazione patriottica all’insegna delle
Bandiere tricolori aveva animato la vecchia Arena di un nuovo fervore all’insegna
della fede e della speranza.
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Tre giorni dopo, le bombe
fatte esplodere sulla spiaggia di Vergarolla ed il sangue innocente versato in
maniera tanto tragica da rendere impossibile che oltre un terzo dei Caduti
venissero almeno identificati, fecero comprendere che ogni residua fiducia non
aveva motivo di sussistere.
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Ancor prima della decisione
ufficiale di trasferire la sovranità alla Jugoslavia, che sarebbe stata
sottoscritta col trattato di pace del successivo 10 febbraio, i cittadini di
Pola presero la decisione quasi unanime di scegliere la via dell’Esilio, che
vide la partenza di oltre nove decimi della cittadinanza, compiutasi entro
l’inverno, in condizioni che non è azzardato definire drammatiche.
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Tutto ciò,
analogamente a quanto accadde a Fiume, a Zara e nelle altre città giuliane e
dalmate, con una sola differenza significativa :
grazie alla presenza degli Alleati, quella di poter documentare in modo
esaustivo, anche attraverso immagini e filmati, un dramma davvero epocale.
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La storiografia, la
memorialistica e le testimonianze dirette esimono dal proporre nuovamente
all’attenzione comune ogni dettaglio sulla strage di Vergarolla e sull’Esodo
dalle dimensioni plebiscitarie.
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Qui, basti
rammentare il nobile comportamento di qualche eroe come il Dr. Geppino
Micheletti, chirurgo dell’Ospedale di Pola, che volle continuare l’opera per
gli innumerevoli feriti pur essendo stato informato della perdita dei suoi
bambini ;
od il gesto di
Maria Pasquinelli, che proprio il 10 febbraio avrebbe colpito, in segno di
estrema protesta, il comandante della piazzaforte locale, Gen. Robert De Winton
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ma soprattutto
la pur tardiva conferma che la mano criminale era stata quella
dell’OZNA, la polizia politica di Tito, come emerse nel 2008
dall’apertura degli archivi del Foreign Office.
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Oggi preme sottolineare che
quella tragedia non appartiene soltanto alla storia, ma vive nella matura
consapevolezza del mondo esule e degli Italiani di buona volontà.
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Lo attestano, fra l’altro, le
celebrazioni del 18 agosto che si susseguono ogni anno a Trieste nella Zona
Sacra di San Giusto, presso la stele eretta in memoria delle Vittime, ad iniziativa della Federazione Grigioverde e delle sue Associazioni d'Arma, col valido supporto di alcune Organizzazioni esuli.
Quest’anno, in
occasione del LXXI° anniversario, c’è stato un ulteriore salto di qualità :
oltre alla tradizionale
presenza del Gonfalone cittadino decorato di Medaglia d’Oro al Valore, scortato
dalla Guardia Civica in alta uniforme, si sono levate alte e solenni le note
del “Nabucco” mentre a tutti i presenti è stata offerta una “Votiva Lux” che ha
fatto rifulgere in fronte alle acque dell’Amarissimo una fiamma collettiva di
speranza perenne
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Fra le tante
presenze sia consentito rammentare quelle di Marco Gabrielli, Presidente del
Consiglio comunale di Trieste, in rappresentanza del Sindaco ;
e di Giorgio Rustia, Presidente dell’Associazione Nazionale Congiunti
dei Deportati Dispersi in Jugoslavia, accompagnato dagli eredi ed amici di non
pochi Martiri infoibati o diversamente massacrati dai partigiani comunisti
nella plumbea stagione del 1943-1947.
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In effetti, si tratta di
valori non negoziabili, al di là di ogni compromesso e delle dispute
nominalistiche circa dettagli di momento minore.
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Vergarolla è
stato un episodio significativo del delitto contro l’umanità perpetrato
con le Foibe, le fucilazioni, gli annegamenti, ed ogni sorta di sevizie prima
della morte liberatrice :
in altri termini, di un vero e proprio genocidio.
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In una parola, la Patria.
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Dissenso
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